Serie TV > Dr. House - Medical Division
Ricorda la storia  |      
Autore: Jessyka 46    24/06/2008    4 recensioni
FanFic dedicata alla Dr.ssa Cuddy e al suo desiderio di diventare madre... Scritta parecchio tempo fa, quando ancora il telefilm era a cavalo tra la seconda e la terza serie, soffermandomi totalmente su pensieri, emozioni e sensazioni di un personaggio dai mille risvolti.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il coniglio bianco

Il coniglio bianco.




Negativo. Di nuovo.
L’ennesimo test che non portava con sé alcuna buona notizia.
Desiderare così tanto qualcosa e non poterla avere.
Desiderare e veder sfumare ad ogni nuovo tentativo la speranza del desiderio.

Lisa se ne stava scalza, seduta sul pavimento blu del bagno, con la schiena appoggiata al muro e la testa abbandonata in avanti. Le lacrime cadevano, ed inesorabili andavano ad infrangersi, a bagnare la gonna. I capelli erano raccolti con un nastro rosso, il rossetto ormai era quasi del tutto sparito dalle labbra leggermente incrinate.
E accanto a lei stava un peluche. Un coniglio bianco. Come quello di Alice.
Ogni qual volta decideva di riporre il suo sogno e la sua grande speranza in quel nuovo test di gravidanza, accendeva la stereo nel salone, e, come per combinazione, nell’appartamento vuoto andava via via espandendosi una canzone, un lento, che la maggior parte delle volte Lisa si accontentava di ascoltare, senza cantare.
Poi si chiudeva in bagno, malgrado in casa fosse terribilmente sola, ascoltava quel turbinio di note nel quale era avvolta, e con accanto il suo coniglietto bianco, aspettava quegli inconsistenti due minuti, per un responso che in ogni caso le avrebbe strappato delle lacrime.

Negativo. Per la sesta volta. Erano passati già sei mesi. Sei test. Sei pianti isterici aggrappata alle pareti del bagno.

E House che immancabilmente ogni giorno rincarava la sua dose di sofferenza, cercando invano qualche segno di una gravidanza nascosta. Ma lei altrettanto immancabilmente negava, negava, negava. Negava a sé stessa di non poter avere un figlio. Negava a sé stessa di non volerlo in realtà. Negava di aver bisogno di un uomo accanto. Negava, negava, negava. E, con tutto quel negare, stava quasi per convincersi di un sacco di menzogne.

Aveva bisogno di amore e di amare.
Lei, che aveva sempre messo al primo posto la carriera, il lavoro, l’ospedale, lei, inguaribile egocentrica, lei che aveva sempre creduto di poter farcela da sola.
Lei, ad un certo punto aveva capito di non bastarsi.
Aveva capito di avere uno strano bisogno, bisogno di amore. Amore in grandi quantità, da dare e da ricevere.

E aveva deciso di destinare il suo amore ad un figlio.
Un figlio che non arrivava. Un figlio che si faceva tanto desiderare, e che altrettanto si faceva attendere.
E questa agonizzante attesa mai ricompensata avrebbe finito per ucciderla
Il pavimento sul quale era distesa, era liscio e freddo.
La superficie gelida le faceva venire i brividi, la faceva sussultare. Ma non aveva il coraggio né la forza di alzarsi.
Perciò si lasciava invadere dalla musica, dal freddo della piastrella blu, da tutte le emozioni e i sentimenti di sconforto e delusione che la dominavano, dopo l’ennesima sconfitta, chiudeva gli occhi e fermava il tempo intorno a lei.

Partita a scacchi con la vita. Da lì allo scacco matto non sarebbe passato molto tempo. Era solo questione di giorni, mesi, di altri test sempre negativi, sempre carichi di delusioni, di una delusione speciale diversa dal prendere un brutto voto a scuola, da un marito che torna tardi la sera, dall’idraulico che, malgrado il tubo perda acqua, non può venire a ripararlo.

Una delusione lancinante, un dolore violento e straziante in mezzo al petto.
Lacrime tristi e amare, quando Lisa stringe i pugni, nel vano tentativo di farsi male. Un altro male, più prepotente, che oscuri quello causato dalla delusione.

Finché sei bambina, ti dicono che le delusioni sono difficili da superare, ma fanno crescere.

“Tanto io ora mica cresco più..

Si aggrappa al coniglio bianco, a uno stupido peluche dall’espressione sempre uguale, essere inanimato a cui noi diamo vocine stridule e significati alquanto improbabili.

Il coniglio bianco di Alice.
L’inseguire qualcosa che non c’è.
Quel figlio sarebbe stato il suo coniglio bianco.
Si sarebbe ancorata ancora una volta a quella speranza per andare avanti. Una speranza tradita troppe volte, che però non aveva perso di valore.

Dopotutto Alice non smette mai di inseguire quello strano essere col panciotto e l'orologio in mano, perennemente di corsa perchè in ritardo.
Alice lo cerca e lo trova fino alla fine.

Così avrebbe fatto lei.
Non avrebbe mollato. Avrebbe continuato a desiderare e a sperare.

Perchè speranza e sogno sono le sole cose che rendono vera vita la sua esistenza. Perchè per una volta sarebbe arrivata fino in fondo. Perchè lei quel figlio lo voleva veramente. E forse al mondo c'era qualcuno che voleva veramente che lei fosse felice.

E la ricerca della felicità, del coniglio bianco, di un bambino da crescere non sarebbe finita lì, non avrebbe avuto come finale un test negativo. No, non sarebbe andata così. Non questa volta. Non in questa circostanza.

Sorrise mentre gettava nel cestino il test ormai inutile.

Sorrise mentre pensava "Non finisce qui. "

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Dr. House - Medical Division / Vai alla pagina dell'autore: Jessyka 46