Loki siede, in silenzio, sulla balaustra avvolta dai rampicanti.
Qualche metro più avanti, lungo il sentiero sterrato, sua madre conversa con due ridenti ancelle dalle lunghe
trecce e gli abiti che svolazzano nella brezza.
Il fratello maggiore, circondato da coetanei ammiratori in festa, mena fendenti a un uomo di paglia collocato al
centro del prato.
Il bocciolo sul suo palmo, invece, ancora non si muove.
Madre, perché non sono bravo come Thor a combattere?
Ogni cosa, in natura, è sorretta da un gioco di equilibrio. Quello che possiede uno manca all'altro, e
viceversa.
Che cosa significa?
L'erba dal lato ombroso del tuo giardino, per quanto tu possa averne cura, non cresce che fino a un certo
punto.
I suoi steli son bagnati dall'invidia e avvizziscono in poco tempo. È il fiore che riceve la luce del sole,
nato
dall'altra parte del colle, che devi coltivare: allora potrai gioire della pianta rigogliosa che ne
verrà.
Il bocciolo ha un sussulto e Loki sgrana gli occhi.
Tu sai dov'è il mio fiore, madre?
No, Loki, non lo so. Però, se sei d'accordo, possiamo cercarlo insieme.
L'alito di vento gli smuove i capelli e spazza via la falsa speranza: passata la corrente d'aria, il bocciolo
torna immoto e senza vita.
Ricorda, Loki: il Seiðr è un'arma a doppio taglio e non è mai sazio. Si nutre della tua concentrazione e vive
finché trova determinazione da cui attingere il potere. Crea e distrugge, rigenera e corrode, è comandato
dal
tuo volere e dalla tenacia del tuo cuore. Sta a te, dunque, decidere come trarne il retto
giovamento.
Un coro di grida si leva, d'un tratto, dal cortile soleggiato. La testa del manichino vola a terra in un
turbinio di strame e Thor innalza la spada di legno al cielo.
«Madre, madre! Ho sconfitto il gigante!»
La madre si gira, gli rivolge un ampio sorriso.
Non ci riesco, madre. Il bocciolo non obbedisce.
Non essere precipitoso, Loki. Un fiore non cresce nell'arco di una luna.
«Ancora, Thor! Tranciagli anche un braccio, a questo gigante!»
Qualche secondo dopo, altre spighe di paglia si aggregano ai fili già sparsi per il campo.
Loki stringe il pugno e soffoca il bocciolo tra le dita.
Nella sua mente serpeggia un secondo, insolito desiderio. Il pupazzo di paglia si anima all'improvviso e prende
le sembianze di un soldato senza nome. Il tentativo di magia va a buon fine e Thor assaggia la prima, amara
sconfitta a duello: a fare lo smargiasso ci penserà allora due volte.
Concentrazione e desiderio cominciano a confluire di nuovo nel Seiðr. Altre memorie, tuttavia, trovano uno
sbocco per affiorare in superficie e contaminano la sua attenzione.
Non lasciare che la rugiada dell'invidia avvizzisca il tuo fiore, Loki. Puoi farcela.
Il suo sguardo si congiunge con quello della madre in lontananza. È un'ombra di rimprovero, quella che vede sul
suo volto? No, è un'ombra di un sorriso. L'ombra di un sorriso che sa di fiducia. Così caldo e...
irraggiungibile.
Io credo in te.
Comprende che deridere il fratello non è ciò che vuole per davvero.
È quel sorriso, che vuole. Vuole vederlo sbocciare. Vuole che germogli come il bocciolo nella sua mano, come il
fiore dal lato del sole.
D'istinto, Loki allenta la stretta sul fagottino di petali.
***
«Madre?»
Frigga si volta in direzione della voce.
Suo figlio si avvicina a piccoli passi, le mani dietro la schiena, finché non si trova che a mezzo metro da lei.
Avvertendo il suo imbarazzo, Frigga congeda le ancelle con un cenno del capo e resta in attesa. Conosce bene suo
figlio e sa già come interpretare quel suo sorriso trattenuto a stento, tuttavia attende che sia lui a fare la
prima mossa.
Titubante, il figlio le porge, fra le piccole mani, una rosa perfettamente dischiusa.
***
Loki non fa più caso agli schiamazzi attorno a sé.
Con trepidazione crescente, depone la rosa nelle mani a coppa di sua madre.
«È bellissima» gli dice lei, gentile.
E, al pari dei petali rossi che tiene fra i palmi, le sue labbra si dischiudono nel più perfetto dei sorrisi.
~fin~
Angolino d’autrice:
"You had her trick, but I had her trust."
Quarta fanfic incentrata sul rapporto fra Loki e sua madre. Che dire... recentemente ho visto un'intervista di Tom
Hiddleston dove si parlava del fatto che Frigga avesse trasmesso la sua conoscenza magica a Loki, e questa fanfic è
un po' come mi sono immaginata sia avvenuto lo scambio: lei che, per sopperire alle minori capacità combattive di
Loki, decide di insegnargli l'arte del Seiðr; lui che, col dente avvelenato dall'invidia, riesce a ritrovare la
retta via solo aggrappandosi alla fiducia che la madre gli ripone.
Checché ne possa dire Thor, per come la vedo io, Frigga era l'unica che si fidava davvero di Loki. In fondo, se il
piccolo è cresciuto fino a essere un bastardo sadico senzacuore lo si deve alla totale sfiducia da parte di Odino.
Frigga non poteva, da sola, compensare questa mancanza.
Spero vi piaccia!