02/03/2014
4 recensioniLo so io e lo sai tu
Il giorno più lungo del Santuario
Il giorno più lungo del Santuario
1.
«La legge dei grandi numeri è dalla loro. Lo so io e lo sai tu.»
«Vero. Dieci contro undici, ma affrontati uno dopo l’altro…»
«Il Sacerdote vuole prenderli per stanchezza, è ovvio. Basterebbero tre di noi. Tre», e piega due dita della mano destra. «In poco meno di un’ora la questione sarebbe chiusa.»
«Rischieremmo di far saltare in aria tutto il Santuario. Lo so io e lo sai tu.»
«È vero. Però, se li lasciamo arrivare lontano…»
«Quanto credi possano arrivare lontano, eh? Andiamo…», e fa un gesto con la mano, come a scacciare una mosca fastidiosa. «Li faranno a pezzi prima che raggiungano la Quarta Casa!»
«Io non ne sarei così sicuro. Loro sono dieci. Contro uno. Volta per volta. Tu come risolveresti uno scontro del genere?»
«Con un attacco ad area. Ne stenderei la maggior parte e poi penserei ai superstiti.» La risposta è salita da sola alle labbra. «Tu?»
«Come te. Solo che, a differenza tua, non congelerei la mia Casa. Distribuirei un po’ di colpi in giro. Ne lancio quindici, quindi sarebbero un paio a testa. Grossomodo. Però…»
«Però?»
«Però, chi è che dalla Prima… ok, mi correggo. Mi correggo. Chi, dalla Seconda Casa in poi, lancia dei veri e propri attacchi ad area?»
«Non saprei…»
«Da quanto tempo manchi?»
«Da abbastanza tempo per non avere quest’informazione. Dunque?»
«Gemini, Leo e Virgo», risponde prima di bere. Acqua. A fine Ottobre fa ancora caldo. E non possono bere vino fino a quando questa faccenda non finirà. Il nemico potrebbe attaccare in qualsiasi momento. E loro devono essere sempre pronti. Sempre svegli. Sempre lucidi. Sarà l’assedio più breve della storia dell’umanità. «Per cui. Mu li farà passare. E forse si unirà ai ribelli. Lo dice anche Mask che è in combutta con loro. Aldebaran sarà impegnato contro Mu, e forse Gemini scenderà a dargli una mano. Al Toro, intendo. Ora. Mettiamo che Saga ne stenda tre, il resto di quei cani filerà alla Quarta Casa. Mask ne fa fuori un paio, per la sua collezione. Gli altri?»
«Da Aiolia.»
«Che, se siamo fortunati, li finisce tutti e chiudiamo la faccenda. Ma siccome quello è un tipo tutto chiacchiere e distintivo, sarà già tanto se ne eliminerà un altro paio.»
Ha il dente avvelenato. Ancora gli brucia il fatto che il Leone gli abbia scippato da sotto al naso una missione praticamente assegnata. «Dimentichi Shaka.»
«Nossignore.» Altra sorsata. «Lui sarà quello che ne farà fuori la maggior parte. Però, alla fine, anche lui se ne lascerà scappare uno. E dove andrà questo disgraziato?»
«Alla Settima Casa.»
«Che è disabitata. Un ottimo posto per riorganizzarsi, curarsi e inventarsi una balla per salvare la pelle. Qualcosa come “Sono stato raggirato!” o “Mi hanno fatto il lavaggio del cervello” o altre stronzate simili.»
È vero. «Tu che proponi?»
«Che, sempre ammesso che le cose vadano davvero così, non bisogna essere clementi. Bisogna attaccare. E farla finita.»
Abbassa gli occhi per un istante. «Ci sto.»
«Piano, piano. Non è mica così semplice…»
«Perché?»
«Perché? No, dico. Abbiamo un ordine ben preciso, quello di presidiare il tempio assegnatoci.»
«Potremmo sottoporre questo piano al Sacerdote.»
«No, e non potremmo neanche volendo. È entrato in meditazione subito dopo la riunione di ieri sera.»
Silenzio. Hanno dunque le mani legate?
«Oppure…»
Non gli piace quel tono. No, no, no. «Oppure?»
«Potremmo parlarne con gli altri. Serve qualcuno che protegga l’Ottava Casa al posto tuo.»
«E chi?»
«Io», risponde all’istante. «Aphrodite è l’ultimo che possa muoversi, e Shura ha lo stesso problema. Resto solo io.»
«E tu pensi che chiuderanno un occhio?»
«Sì. Se glielo chiedo io, sì…»