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Autore: B Rabbit    02/03/2014    1 recensioni
Notò il ragazzino controllare il display del cellulare e l’angoscia le strinse con veemenza il cuore.
Sentì il tempo scivolarle via dalle mani, scorrerle sulla pelle come il sangue di Hibiya dalle sue stesse ferite.
«Sai, un po’ odio l’estate»
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hibiya Amamiya, Hiyori Asahina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sole estivo



«Vuoi portarti a casa anche quel gatto?»
Hiyori si voltò verso il castano. Lo guardò e sorrise subito dopo, chiudendo le palpebre.
Lui sospirò e si sedette sull’altalena. Posò gli occhi su di lei e, infilando le mani in tasca, indicò con un cenno del capo il dondolo vicino.
Sorrise di nuovo, la ragazzina; prese delicatamente il gatto dal muretto e si avvicinò verso la struttura in ferro, sedendosi poi sulla tavola di legno.
«Non mi dispiacerebbe» ammise, adagiando con garbo l’animale sulle gambe.
Lo osservò con un sorriso acciambellarsi meglio contro il suo grembo e appoggiare il capo sulle zampette.
«Potrebbe giocare insieme a Shiro, no?» continuò lei e gli carezzò delicatamente la testolina nera, accennando una debole risata appena percepì la sua coda sfiorarle distrattamente le gambe, deliziato da quelle attenzioni.
Il bambino volse lo sguardo di lato, lontano da lei. «Non puoi raccoglierli tutti»
Hiyori lo guardò per qualche istante. «Non sarai per caso geloso?» lo stuzzicò poi, ferendo il silenzio che era calato pesante come un drappo. Troppo.
Hibiya continuò a osservare gli altri giochi del parco, e la bambina si intristì un po’ per quell’indifferenza.
Si mordicchiò il labbro e chinò il capo, mesta.
Quel distacco la ferì.
«Non sono geloso…»
A quella debole voce la mora sbatté le palpebre. Alzò la testa e si stupì del vivace colore che imporporava le orecchie di lui.
Sorrise a quella manifestazione d’animo sincera e splendida che cocciutamente Hibiya nascondeva agli sguardi degli altri. Le venne da ridere al quel pensiero ridicolo ma si trattenne. Volse l’attenzione verso il gatto e riprese a carezzarlo, piano.
«Ci prendiamo un ghiacciolo, dopo?» le chiese per cambiare discorso.
Lei annuì con un cenno deciso del capo. Sorrise, consapevole del fatto che, no, quella piccola gioia non l’avrebbe mai più gustata insieme a lui.
Aggrottò le sopracciglia.
Le labbra si distesero tristemente sul suo viso, le palpebre si socchiusero sugli occhi improvvisamente stanchi e lucidi. Un sospiro fuoriuscì dalla sua bocca schiusa.
Notò il ragazzino controllare il display del cellulare e l’angoscia le strinse con veemenza il cuore.
Sentì il tempo scivolarle via dalle mani, scorrerle sulla pelle come il sangue di Hibiya dalle sue stesse ferite.
«Sai, un po’ odio l’estate»

Lui la fissò, perplesso da quella dichiarazione.
Lei sbatté le palpebre e sorrise. Dolce, comprensiva. Infelice.

Odio guardarti morire ogni volta

















Volevo che la prima fic su Kagerou Days fosse su Hibiya e Hiyori, perché quando ascoltai per la prima volta la canzone rimasi paralizzata per quello svolgimento e la sua rapidità.
Dovetti fermare il video.
Volevo, inoltre, che questa prima storia fosse qualcosa di decente, ma, ahimè, sono riuscita solo nel primo punto. Puppa.
Spero che non vi abbia disgustato. Credo che tornerò con qualcosa di decente, tanto per scusarmi.
Bye bye e buona domenica a tutti.


  
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