“È meglio che domani tenga d’occhio gli organizzatori”
“Non fare nulla di avventato”
“Lo so. Me l’ha già ricordato Ultear”
“Cerca di non farti uccidere”
“Ricevuto. Buonanotte, Erza”
Così dicendo girò su se stesso, si coprì il volto e tornò nella direzione da cui era venuto. La notte limpida con le sue luminose stelle rischiarava la città. Ma l’astro più bello del cielo era alle sue spalle. Si girò a guardarla, mentre dandogli la schiena si allontanava.
“Non pensavo che sarebbe arrivato il giorno in cui avremmo parlato così normalmente. Grazie Erza” disse sorridendo alla maga dai capelli scarlatti. Si voltò e fece per procedere lungo la via quando due mani forti e delicate lo bloccarono.
“Jellal…” sentì sospirare tra i singhiozzi di un ragazza. Il ricercato adagiò le mani sulle sue, stringendole. Quel contatto, quante notti lo aveva sognato? Al rosso di un qualsiasi tramonto dopo la sua fuga dalla prigione il pensiero cadeva sempre ed inesorabilmente sulla sua fata. Sapeva di averla fatta soffrire e solo da poco aveva ricordato come. Si era sentito un rifiuto umano, non credeva di aver più ragione di vivere. Ma lei l’aveva salvato, di nuovo.
“Erza…” rispose staccandosi dall’abbraccio e voltandosi verso di lei. Piangeva, ma ora sapeva di non averle fatto alcun male. Le passò il pollice sotto gli occhi per asciugarle le lacrime, sorridendole. Lei si buttò tra le sue braccia, appoggiando il volto sul suo petto. Fece passare le mani intorno ai fianchi e tornò ad abbracciarlo, più forte che mai. Jellal sentiva il fresco aroma che emanava. Appoggiò il viso su di lei e prese ad accarezzarle i capelli. Era felicemente incredulo. Nonostante tutte le ferite che le aveva causato giaceva tra le sue braccia, inondandolo di un affetto represso da troppo tempo. Fu allora che prese la sua decisione.
“Erza…”
“Jellal…”
“Erza… Io quella volta sulla spiaggia ti ho mentito… Non ho mai avuto una ragazza, perché l’unica a cui posso pensare sei tu… Solo avevo paura di ferirti di nuovo… Nella Crime Sorciere avevamo deciso che nessuno di noi si sarebbe dovuto innamorare di una persona che cammina nella luce… Ma a quanto pare avevo già commesso il mio errore… Pensavo che il solo vederti felice mi sarebbe bastato… Ma non è andata così… Erza, io…”
“Ti amo, Jellal” lo interrupe la ragazza, alzando lo sguardo e puntando i suoi occhi nocciola in quelli del mago.
“Anche io ti amo, Erza”
Si avvicinò al suo volto schiudendo le labbra. Ma questa volta non la spinse via, non avrebbe più commesso un errore del genere. Andò incontro a lei, fino a quando non la raggiunse. Il loro bacio fu lungo, profondo, e in esso si dissero tutto ciò che era rimasto taciuto da entrambi per anni.
Quando si separarono gli occhi sognanti di entrambi li spinsero a voler di più.
Fu così che quella notte si unirono.
 






Nota dell'autore: Non picchiatemi per questa schifezza, vi prego ç.ç