Medea
 
Mi sarebbe piaciuto avere l’amore degli uomini.
Lo pensavo da bambina, quando mio padre disprezzava la moglie obbediente e la figlia adorante.
Non avevo ancora abbastanza anni per capire cosa fosse l’amore che già fremevo di gioia quando mio padre lasciava scorrere i suoi baci sul mio collo.
Quello era amore, per me. E quanto disprezzavo, quanto disprezzavo mia madre, che si contendeva con il sangue del suo sangue l’amore dell’uomo che aveva sposato.
Ma io sopportavo il tradimento di mio padre, e aspettavo ansiosa la notte, quando lui sarebbe scivolato silenziosamente nel buio della mia cameretta.
Oh, sì, mi sarebbe piaciuto avere l’amore degli uomini.
Lo pensavo quando a diciotto anni il mio terapista mi prescriveva nuovi calmanti per tentare di sedare il mio male invisibile a cui si era tentato di dare il nome di ‘disturbo d’ansia’ o ‘ depressione’.
Ma anche lui mi disprezzava, e mi disprezzava nel momento in cui mi carezzava le spalle con finta noncuranza ed uno sguardo eccitato dai sottintesi.
E guardandomi allo specchio disprezzavo io stessa il mio corpo che sempre di più andava somigliando a quello di una donna, la stessa donna che mi aveva generato.
E se solo avessi avuto l’amore degli uomini…
Se solo lo avessi avuto, forse non sarei arrivata al punto di affondare un coltello nella tenue gola e nelle dolci carni del figlio avuto da un marito che aveva regalato ad un’altra donna l’amore che a me spettava. Il sangue del mio sangue, caldo e scuro, sprizzava ad ogni mia coltellata, mischiandosi alle mie lacrime e alle nostre grida di dolore.
Di rosso erano macchiate le mie mani, di rosso era macchiata la cucina in cui fino al giorno avanti giocava l’amato figlioletto, che io adesso uccidevo.
L’avrei voluto sul serio, l’amore degli uomini.
Al banco degli imputati nessuno ha voluto difendermi, nessuno ha osato guardarmi negli occhi, per paura di scorgere il demone furioso che mi aveva spinto a commettere omicidio.
Sola, ho sopportato il disprezzo tagliente del giudice, le cui parole si fiondavano verso il mio petto  come strali temprate nell’acciaio del coltello co cui avevo ucciso il figlio di quell’uomo che, gli occhi arrossati, mi fissava dal tavolo dell’accusa.
Perché non capiva? Io avevo solo bisogno del suo amore, almeno del suo…
E adesso in questa cella marcisco, i capelli che, da quella notte, son diventati color della nebbia.

E, davvero, non ho mai avuto l’amore degli uomini.