Ruff Rabbit
#Il mese prima
Si era accorto che quando entrava la cameriera per portargli da mangiare, per un battito di ciglio, riusciva a vedere oltre la porta. Entrava uno spicchio di luce, falso come una falce di luna.
Poi la porta si chiudeva.
I suoi occhi si illuminavano della luce dello schermo del computer.
Nelle sue mani un piatto.
Pizza.
Perché si era sorpreso?
#Tempo prima
“Cosa fai lì, coniglietto? Perché ti nascondi?”
“Nessuno te lo ha detto, Noiz? I conigli sono paurosi. Per questo si nasconde nell’angolo della gabbietta. Ha paura”
“Paura di me? Ma non gli farò del male”
“Cosa vuoi che capisca. È solo un coniglio”
#La settimana prima
Aveva solo ricordi confusi dei suoi giorni prima di essere chiuso nella stanza.
Pensò che non c’era stato bisogno di chiuderlo a chiave.
Non la sentiva come una prigionia.
Era tutto calmo e sicuro, dentro.
#Tre giorni fa
Noiz ha tolto tutti gli orologi.
Adesso vivrà un unico, un eterno giorno. E se fosse finito, sarebbe finito lì, in quella stanza, e nessuno se ne sarebbe accorto.
Andrà bene così.
Andrà bene così.
#Eterno oggi
Per oggi basta giocare.
Noiz ha spento il computer. Ed ora è tutto buio. Ed è tutto silenzio.
È come un mare.
E lui ci sta annegando.
Si mette nell’angolo, perché sapere dove si poggia con le spalle a volte è rassicurante.
Noiz sa dove si trova.
Noiz sa esattamente qual è il suo posto.
L’angolo ha la sua forma perfetta, il rifugio da dove non può cadere, non può annegare.
Noiz è spaventato.
Noiz è un coniglietto spaventato.
Si era accorto che quando entrava la cameriera per portargli da mangiare, per un battito di ciglio, riusciva a vedere oltre la porta. Entrava uno spicchio di luce, falso come una falce di luna.
Poi la porta si chiudeva.
I suoi occhi si illuminavano della luce dello schermo del computer.
Nelle sue mani un piatto.
Pizza.
Perché si era sorpreso?
#Tempo prima
“Cosa fai lì, coniglietto? Perché ti nascondi?”
“Nessuno te lo ha detto, Noiz? I conigli sono paurosi. Per questo si nasconde nell’angolo della gabbietta. Ha paura”
“Paura di me? Ma non gli farò del male”
“Cosa vuoi che capisca. È solo un coniglio”
#La settimana prima
Aveva solo ricordi confusi dei suoi giorni prima di essere chiuso nella stanza.
Pensò che non c’era stato bisogno di chiuderlo a chiave.
Non la sentiva come una prigionia.
Era tutto calmo e sicuro, dentro.
#Tre giorni fa
Noiz ha tolto tutti gli orologi.
Adesso vivrà un unico, un eterno giorno. E se fosse finito, sarebbe finito lì, in quella stanza, e nessuno se ne sarebbe accorto.
Andrà bene così.
Andrà bene così.
#Eterno oggi
Per oggi basta giocare.
Noiz ha spento il computer. Ed ora è tutto buio. Ed è tutto silenzio.
È come un mare.
E lui ci sta annegando.
Si mette nell’angolo, perché sapere dove si poggia con le spalle a volte è rassicurante.
Noiz sa dove si trova.
Noiz sa esattamente qual è il suo posto.
L’angolo ha la sua forma perfetta, il rifugio da dove non può cadere, non può annegare.
Noiz è spaventato.
Noiz è un coniglietto spaventato.