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Autore: giapponesina6    02/03/2014    2 recensioni
Eccomi qui con la seconda parte della storia, in molti avete chiesto una continuazione e ora ci proverò. La storia inizia nella regione di Kalos dove Ash proverà a sopperire alla sua mancanza affrontando una nuova lega, ma qui avrà un incontro che stravolgerà il tutto. Un incontro particolare lo avrà anche Lucinda, quasi surreale e si troverà a prendere una decisione davvero importante.
< Sai niente può fare così male come il dolore di chi non c’è più. Non credo che tornerò mai ad essere felice come un tempo >... Buona lettura
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Brock, Lucinda, Misty, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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La palestra di Novartopoli era alle porte della stessa città. Immersa nel verde.  Violetta la capo palestra era una ragazza semplicissima, amava la natura in ogni sua forma ed era una grande allenatrice, aveva faticato molto per riuscire ad avere l’ufficialità della lega per la sua palestra ma i risultati erano soddisfacenti.
Brock moriva dalla curiosità di vederla, anche perché aveva letto molte informazioni sul suo conto.
Finalmente giunsero alle porte della palestra e si presentò la ragazza in tutta la sua bellezza.
< Ben arrivati ragazzi, siete qui per un incontro di Pokemon? >
< Piacere io sono Ash e vengo da Kanto >
< Kanto? Caspita vieni da molto lontano, cosa ti ha spinto fino qui a Kalos? >
< Volevo provare una nuova sfida. >
< Piacere Violetta, io sono Brock, ho sentito tanto parlare di te e devo dire che tutte le notizie avevano ragione appieno >
< Spero che siano solo cose positive > sorrise.
< Assolutamente si > era completamente imbambolato come suo solito.
< Bene Ash di Kanto, sei pronto per un incontro di Pokemon >
< Certo > si recarono al punto di combattimento. Ovviamente Ash non sapeva che Violetta utilizzasse un solo tipo di Pokemon per i suoi incontri.
< Useremo un solo Pokemon a testa >
< Va bene >
< Dovresti sapere che io uso solo Pokemon di tipo coleottero, quindi mi aspetto scelte non banali da parte tua > chiamò sul campo un Vivillon.
Quella rivelazione lo spiazzò. Pokemon coleottero.
Perché doveva usare proprio quel tipo che tanto Misty detestava. Una lacrima involontaria gli rigò il volto.
< Pikachu amico mio, sei pronto per questo incontro >
Il Pokemon scese in campo e Violetta fu stranita dalla scelta, si sarebbe aspettata un pokeon di tipo fuoco, ma il ragazzo aveva una marcia in più.
< Vivillon attacco rapido >
< Pikachu super fulmine >
< Attacco aculeo velenoso. >
Un aculeo velenoso. Quell’attacco aveva provocato la morte della sua Misty. Ash venne bloccato da quel ricordo e il Pokemon venne colpito in pieno. Lui quasi non si accorse della situazione era praticamente assorto da quel ricordo straziante.
Brock capì cosa stava succedendo e interruppe l’incontro portando soccorso al Pokemon, la capo palestra era stranita dal tutto, non riusciva a capire cosa stesse accadendo.
< Ash? Amico mio reagisci >
Lui lo guardava negli occhi, ma non riusciva a cogliere il senso delle sue parole, si accasciò in terra e prese a piangere. A quel punto violetta richiamò il suo Vivillon nella sfera e li invitò ad entrare in casa. Preparò loro del tea e Brock spiegò cosa era accaduto.
 
 
La ragazzina dai capelli biondi era intenta a camminare nel bosco, una volta oltrepassato sarebbe arrivata alla palestra di Violetta. Sarebbe stato il suo primo incontro di pokemon ufficiale, con un pokemon tutto suo. Era da piccola che desiderava averne uno, ma sua madre aveva troppa paura di lasciarla andare in giro per il mondo alla conquista di pokemon e medaglie. Finalmente quel pomeriggio d’estate si era decisa a lasciarla andare via. Del resto Serena ora aveva compiuto sedici anni, non era più una bambina, aveva bisogno dei suoi tempi dei suoi spazi e delle sue esperienze.
< Ancora un piccolo sforzo e sarò arrivata a Novartopoli > prese a correre per la foresta, impaziente di avere il suo primo incontro.
 
La giovane capo palestra era allibita, quella storia era davvero incredibile e capì quanto il giovane allenatore aveva dovuto soffrire.
< Quindi quell’attacco avrà risvegliato in lui tutti i ricordi. Caspita se solo lo avessi saputo >
< Tu non potevi saperlo e poi devi fare il tuo lavoro. Forse Ash non era ancora pronto per intraprendere un simile viaggio >
< Però mi hai detto che è riuscito a vincere la lega della vostra regione >
< Lo ha fatto solo per lei, ma credo che più il tempo passi più il peso della sua assenza si faccia sentire >
< È davvero una storia orribile, e poi così giovane, non immagino neanche il dolore che si possa provare in certe situazioni. >
Ash piombò nella stanza con aria distrutta e mortificata.
< Scusa Violetta, non volevo crearti disturbo >
< Nessun disturbo, tranquillo. Appena ti sarai ripreso potremmo riprendere il nostro incontro >
< Dammi solo cinque minuti e sarò operativo >
La ragazza sorrise e li lasciò lì in camera.
Il ragazzo più grande lo guardò dritto negli occhi e Ash sapeva che avrebbero affrontato l’argomento da lì a breve.
< Come ti senti? >
< Come dovrei sentirmi? >
< Sai cosa intendo >
< Sai benissimo anche tu quello che voglio intendere io >
< Se non ti senti pronto perché mai mi hai trascinato qui a Kalos? Potevamo scegliere un luogo più vicino casa >
< O qui o a Kalos o in qualsiasi altro posto al mondo sarebbe lo stesso. È stato solo un momento di debolezza, non accadrà più >
< Non sto dicendo che non devi avere momenti di debolezza, anzi, meglio se ti servono per sfogare un po’, ma per un incontro di Pokemon mi sembra un po’ troppo >
< Non posso farci nulla se quell’attacco mi ha ricordato la causa della morte della ragazza che amo > aveva le lacrime agli occhi.
Quelle parole arrivarono dritte allo stomaco di Brock.
< Hai ragione scusami. Non volevo >
< Scusami tu Brock, credo che tu abbia ragione, devo riuscire a controllare le mie emozioni e capire che lei non ci sarà più. > si alzò per recarsi all’esterno.
Il ragazzo più grande l’osservò allontanarsi, ma non disse nulla.
 
Serena era praticamente sfinita, non credeva che viaggiare rendesse tanto stanchi. Decise di riposarsi a prendere fiato, chiamò il suo fennekin, era davvero un Pokemon grazioso, e poi sua madre le ripeteva sempre che il rosso fuoco dava calore alla vita. Aveva sempre amato il tipo fuoco fin da piccola. Forse il tutto era legato a quell’episodio a Kanto, dove si era imbattuta in quel Pokemon d’acqua e aveva avuto una tremenda paura. Guardò dinanzi a sé, ormai si riusciva a vedere la città all’orizzonte.
 
 
Violetta era in attesa del ragazzo e sorrise nel vedere che si stava avvicinando a lei.
< Allora sei pronto? >
< Certo > il suo tono era decisamente diverso. Più sicuro, determinato, con una carica di passione.
< Useremo sempre un Pokemon a testa ed io chiamo nuovamente Vivvillon >
Apparve il Pokemon farfalla.
Ash mandò in campo il suo pikachu.
Brock arrivò in tempo per assistere all’incontro.
< Sei pronta? >
< Certo Vivillon spore paralizzanti adesso >
< Pikachu schiva l’attacco e vai col super fulmine >
Il Pokemon sfoderò un potentissimo attacco elettrico.
< Non male il tuo pikachu >
< E non hai visto ancora nulla >
L’incontro era appena iniziato e Brock si augurò che Ash avrebbe retto il confronto senza pensare nuovamente a lei.
 
 
Nella lontana regione di Unima, Lucinda era alle prese con una pioggia torrenziale, molto fastidiosa. Aveva deciso di iscriversi al torneo, ma prima sarebbe passata a far visita ad Ash, il suo caro Ash. Solo al pensiero di lui avvampava. Per tutto quel tempo si era sempre domandata se lui l’avesse pensata almeno una volta.
Preparò i suoi bagagli e si mise in viaggio. Direzione Pallet.
 
Nel cuore di Cerulian la vecchia donna aveva appena finito di preparare quella pozione. Era stremata, non dormiva da molte ore, ma la preparazione di quell’infuso richiedeva davvero un notevole sforzo. Versò il contenuto del calderone in un’ampolla di vetro. Il liquido fumante, emanava un odore tremendamente penetrante. La donna si avvicinò al corpo, privo di vita, della ragazza, che giaceva, avvolta dalle lenzuola, sul letto della donna. Il viso bianco cadaverico mostrava ancora una bellezza eterea.
La donna aveva faticato molto per tenerla in quelle condizioni, aveva mantenuto la cute epidermica ancora intatta, come se il tempo per lei si fosse fermato al giorno del decesso. Ovviamente, quella era stata la parte più facile della storia, ora doveva riuscire a darle quel filo di vita, se ci fosse riuscita avrebbe compiuto la magia più ardua al mondo e sarebbe entrata nella cerchia d’elite dei maghi migliori al mondo.
Somministrò la pozione alla ragazza, e attese.
 
Serena arrivò alle porte della città e riusciva a scorgere la palestra. Si precipitò di corsa, era trepidante all’idea del suo primo incontro di Pokemon. Ma fu sorpresa di vedere che Violetta era alle prese già in un incontro di pokemon con un altro allenatore. Si avvicinò cautamente per dare un’occhiata. Vide il volto di quel ragazzo.
Impallidì.
Non poteva essere vero e la terra le venne a mancare sotto i piedi e per un non nulla non perse anche lei il lume della ragione.
< Non può essere lui > riuscì a sospirare con un filo di voce.
 
 
Violetta era in difficoltà, quel ragazzino aveva davvero tutte le carte in tavola per diventare un grande allenatore.
< Ora basta giocare, attacco aculeo velenoso >
Ci fu un silenzio assordante.
Brock temette per la reazione del suo amico, ma qualcosa in lui era diverso.
< Questa volta non sarà come prima, pikachu scansalo e finiscilo con un potentissimo attacco tuono >
Il Pokemon sapeva che il suo allenatore stava trovando la forza di reagire grazie a lei e attaccò il Pokemon coleottero con tutte le energie che aveva in corpo.
Il piccolo coleottero cadde in terra sfinito e la ragazza lo richiamò nella sua sfera.
< Hai fatto del tuo meglio, complimenti Ash mi hai battuta >
< Grazie a te >
< Eccoti la tua medaglia insetto, te la sei meritata >
Il ragazzo prese tra le mani quella medaglia, la prima della lega Kalos. Se la portò sul petto e ancora una volta il pensiero fu rivolto a lei.
Anche il ragazzo più grande si congratulò con lui era riuscito a gestire la situazione nel migliore dei modi.
Ash notò una strana ragazzina dai capelli biondi che stava osservando la scena da lontano. Aveva lo sguardo fisso su di lui e un rossore evidente sulle guancia.
La ragazzina si avvicinò cautamente, senza levargli gli occhi di dosso.
Era sbalordita dalle capacità di combattimento del ragazzo. Non aveva mai assistito ad un incontro di Pokemon così avvincente. Inspirò e prese coraggio.
< Tu sei Ash? >
< Come fai a conoscere il mio nome? > il ragazzo parve perplesso.
< Non è possibile. Sei proprio tu? >
< Ci conosciamo? >
La ragazza divenne paonazza. Era incredibile che quel ragazzo si trovava dinanzi ai suoi occhi. Quel momento lo aveva immaginato per anni e ora si era concretizzato.
< Non mi riconosci? > prese ad indicarsi mostrando un enorme sorriso.
< Dovrei? > disse in tono scostante.
< Forse no, chiederei troppo. Ci siamo incontrati molto tempo fa >
Il ragazzo provò a fare mente locale mettendo a fuoco il viso di quella ragazza, ma nulla gli veniva in mente.
< Mi spiace ma proprio non riesco a ricordare >
< Ci siamo incontrati ben otto anni fa, al campo estivo del professor Oak >
< Al campo estivo del professor Oak? > parve ancora più confuso.
< Mi ero imbattuta in un poliwag ferendomi ad un ginocchio e tu, vedendomi in lacrime, mi hai aiutata. Mi legasti questo fazzoletto sulla ferita, dicendomi che si trattava di un porta fortuna che mi avrebbe fatta sentire meglio > prese quel fazzoletto dalla tasca.
Lui la guardava stranito. Non riusciva a ricordarsi di quell’episodio, del resto erano trascorsi ben otto anni.
< Ricordo di una bambina in lacrime nella foresta, ma non riesco a visualizzarne il volto >
< Quella bambina in lacrime ero io. Sono Serena > sorrise
< Serena? >
< Mi accompagnasti fuori dalla foresta, sopperendo alle mie lacrime >
ad un tratto quella scena si fece spazio tra i suoi ricordi.
< Serena? Ma certo. La bambina col cappello di paglia >
< Già. Eccolo, lo porto sempre con me > questa volta dallo zaino tirò fuori una cappello di paglia rovinato sui bordi.
< Non posso crederci. Incontrarti qui a Kalos dopo tutti questi anni >
< Io vivo qui nella regione di Kalos e proprio stamattina ho intrapreso il mio viaggio con Fennekin > il Pokemon volpe era un passo indietro alla ragazzina.
Ash notò quel Pokemon, non ne aveva mai visto uno da così vicino.
< Diciamo che anche io ho appena intrapreso il viaggio per la lega di Kalos, ho appena vinto la mia prima medaglia > le mostrò la medaglia insetto.
< Ho assistito al tuo incontro, il modo in cui hai giostrato la situazione evidenzia le tue doti. Non ho mai visto un allenatore bravo quanto te >
I complimenti misero in imbarazzo il ragazzo arrossendo leggermente in volto.
< Non esagerare con i complimenti, vanno subito alla testa, soprattutto al nostro Ash > intervenne il ragazzo più grande.
< Lui è Brock, un mio caro amico. Brock lei è Serena, ti sembrerà incredibile, ma ci siamo conosciuti otto fa al campo estivo del professor Oak >
< Ho sentito la storia, davvero assurdo rivedersi dopo tutti questi anni >
La ragazzina non levava gli occhi di dosso ad Ash. Era praticamente rapita dalla sua bellezza.
La capo palestra si avvicinò al trio.
< Allora se ho capito bene vorresti avere un incontro di Pokemon? >
Serena deglutì vistosamente.
< Ecco io veramente, proprio ora? >
< Quando vuoi >
Il ragazzo notò il momento di difficoltà di quella buffa ragazzina e sorrise.
< Credo che Violetta possa aspettare i tuoi tempi, del resto se hai intrapreso solo oggi il tuo viaggio non avrai molti Pokemon a disposizione >
Lei arrossì.
< In effetti è così >
< Allora facciamo così, vi invito tutti a cena da me e domani vedremo il da farsi >
il giovane allenatore acconsentì per poi rivolgerle uno sguardo.
< Tu sarai dei nostri vero Serena? >
Lei avvampò nuovamente.
Il suo sorriso era bello da mozzare il fiato.
Acconsentì col capo privata della capacità di parlare.
 
 
La donna era in trepidante attesa. Sapeva che da quella magia dipendevano troppe cose. L’amore dei due ragazzi era così puro da non poter essere stroncato così in fretta. Lei era riuscita a leggere nel cuore del giovane. Una determinazione unica.
Non sapeva quali sarebbero state le conseguenze di tutto quello, ma rischiare valeva la pena.
Guardò fuori dalla finestra, il sole era calato da un pezzo e ormai la pozione avrebbe dovuto fare il suo effetto.
Quando un battito leggero cominciò ad espandersi in quel silenzio assordante. La donna sorrise.
 
Quella ragazzina parlava come una mitragliatrice. Il giovane allevatore era stato colpito in pieno da quell’uragano. Aveva raccontato più o meno tre volte l’incontro avvenuto con Ash, al punto che l’aveva imparato a memoria.
< Si Serena questo me l’hai già raccontato. Caspita l’incontro con Ash ti ha segnato profondamente? >
< Non ho mai ricevuto tanta gentilezza da una persona estranea. Nel suo abbraccio ho sentito una carica di amore immensa. L’incontro con lui mi ha stravolta >
< Devo ammettere che Ash ha un certo carisma, ma ne parli come se fosse una divinità > le sorrise.
< Non puoi immaginare quanto ho sperato in cuor mio di ritrovarlo. Ho pensato più volte di fare rientro a Kanto, ma non sapevo se lui fosse di lì o venisse mandato in quel posto solo per l’estate, come accadeva a me >
< Diciamo che esservi ritrovati qui da un senso quasi magico al tutto, non credi? >
< Credi che il tutto fosse predestinato? Sarebbe così romantico > di nuovo un rossore apparve sul suo volto.
Brock capì subito che la ragazzina ne era praticamente cotta, anche se si erano rincontrati solo da poche ore.
< Sei davvero buffa > prese a ridere di buon gusto e lei lo imitò.
 
 
Ash si sistemò in una camera al piano superiore, dopo cena aveva deciso di recarsi direttamente in stanza, senza dare troppe spiegazioni. Ovviamente Brock capì il motivo.
Prese a guardare la medaglia. Rise.
Il destino aveva voluto che fosse proprio un insetto il simbolo di quella medaglia.
Guardò dalla finestra, il cielo era ricoperto di stelle. Si chiese se lei da lassù lo stesse osservando e se fosse realmente orgogliosa di lui.
Una lacrima gli rigò il volto.
Non avrebbe mai potuto toccarla, ne sfiorarne le labbra.
Lei poteva vivere solo dentro di lui.



Angolo dell'autrice:
Ecco postato il secondo capitolo. Domani comincerà una settimana molto intensa, non so quanto tempo avrò per scrivere, ma cercherò di impegnarmi! non so come ringraziare tutti voi che avete sempre una parola gentile per me. Spero solo di non deludere le vostre aspettative. Buona lettura.
  
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