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Autore: f9v5    03/03/2014    4 recensioni
[gijinka no furry] [Sonic e Shadow] [Shadow/Galaxina accennata] sequel/spin-off di "A love's test"
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“Devi avere una qualche assurda leggenda sul tuo conto!”
Sembra che nessuna scuola superiore che si rispetti possa ritenersi tale se non ha adempiuto a verificare tale legge.
Non è una legge scritta, ma visto che succede praticamente ovunque, qualcuno deve averla, quantomeno, ufficializzata oralmente.
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-Sai, Shadow, anche tu dovresti bere un po’ di caffè, ogni tanto, potrebbe renderti più allegro.-
-O farmi diventare come te.- quasi sputò nell'enunciare questo possibile rischio.
Era assurdo, non riusciva mai ad essere educato con il ragazzo dagli occhi verdi, anche durante un’ amichevole discussione (apparentemente amichevole) finiva per dargli addosso con commenti acidi.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Mobius High School'
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“Devi avere una qualche assurda leggenda sul tuo conto!”
Sembra che nessuna scuola superiore che si rispetti possa ritenersi tale se non ha adempiuto a verificare tale legge.
Non è una legge scritta, ma visto che succede praticamente ovunque, qualcuno deve averla, quantomeno, ufficializzata oralmente.
Per questo si sente spesso parlare di assurde credenze in questi luoghi, dagli scheletri del laboratorio di scienze che prendono vita durante la notte, fino ad arrivare alla supposizione che il preside sia un ex-galeotto che la notte si reca nelle case degli alunni meno diligenti per sgozzarli crudelmente nel sonno.
La Mobius High School non faceva eccezione a questa regola, era una scuola rinomata, perciò era giusto che avesse la sua “leggenda di corridoio” che le permettesse di tenersi ben ancorata al titolo di scuola d’alto livello.
Eppure chiunque conoscesse quell’istituto, anche solo di fama, era conscio del fatto che lì la concezione di “routine quotidiana” era un pochino (dove pochino è un eufemismo) diversa da quella di una scuola normale.
Insomma, lì la normale amministrazione vedeva il professore baffuto e grasso che insegnava meccanica blaterare ogni giorno boiate su come sarebbe diventato il signore del mondo grazie alle sue supermacchine, pronunciando il tutto con un tono da infermo mentale (e il fatto che nessuno studente avesse mai preso in considerazione l’idea di chiamare un ospedale psichiatrico, o un manicomio, o un esorcista, a riguardo del fatto, non andava certo a favore della loro, di sanità), due studenti, uno dai capelli blu e uno dai capelli verdi, che facevano skateboarding sulle transenne delle scale usando come “tavole” i vassoi della mensa, un ragazzino prodigio che, malgrado avesse solo 12 anni, mostrava più serietà e normalità di qualsiasi altro, una ragazza che, anziché parlare di cosmetici e ragazzi con le amiche, ammazzava il suo tempo praticando giardinaggio in maniera estremamente originale (in effetti non è da tutti bruciare le erbacce con un lanciafiamme e con uno sguardo da futura piromane stampato in faccia) ecc.
Partendo da questa premessa, chiunque potrebbe chiedersi che cosa mai possa essere così terrificante da essere temuto persino dai pazzi che stanziavano in quel luogo sei giorni a settimana.
Stava di fatto che, forse più per attenersi a quella misteriosa legge non scritta, o magari perché faceva davvero cagare tutti addosso, anche la Mobius High School aveva la sua leggenda e riguardava lui… Shadow.
Ne circolavano fin troppe di voci riguardo il ragazzo da capelli bicolore  e nessuno sapeva dire se fossero fondate o meno, seppur alcuni sostenessero che si trattava solo di robe buttate giù tanto per spettegolare un po’.
Ma l’atteggiamento del ragazzo dagli occhi rossi non faceva altro che andare a braccetto con tutte le supposizioni che giravano su di lui; quel carattere freddo, distaccato, a volte glaciale ( e, a detta di alcuni, anche un pizzico folle) convogliava a nozze con tutte le dicerie che lo vedevano protagonista.
Almeno avesse cercato di mostrarsi l’opposto di come lo ritraevano, invece no, la sua indifferenza e il suo totale menefreghismo alimentavano quelle voci molto più di come avrebbe fatto un litro di benzina su un principio d’incendio.
La leggenda raccontava questo: se mai un giorno la pazienza di Shadow si fosse esaurita, l’inferno si sarebbe riversato sulla scuola, tutte le sue piaghe dannate avrebbero lacerato l’anima di colui che avrebbe osato compiere tale fatto, logorandola e sfiancandola e, una volta terminato, di quel qualcuno non sarebbe rimasto nemmeno il più tenue ricordo.
E si sa che queste leggende, a furia di essere alimentate da continue voci e atteggiamenti fraintesi, finiscono per essere prese fin troppo sul serio.
Per questo, il giorno in cui Shadow trovò le mutandine della sua fidanzata nell’armadietto di Sonic, molti presero seriamente in considerazione l’idea di fare testamento, nel caso in cui il moro avesse deciso di sfogare anche su di loro la rabbia scaturita; nemmeno l’anno prima, quando Shadow e lo stesso Sonic furono protagonisti della rissa che rase al suolo mezza scuola, avevano visto in lui una tale rabbia, perciò molti credettero davvero che fosse giunta la loro ora.
Certo, poi venne chiarito che le cose non erano come sembravano (Nota: Leggere “ A love’s test” per capire meglio), ma ormai il danno era fatto.
Fu per questo motivo che, quando una settimana dopo, tra lo stupore generale, Sonic varcò nuovamente la soglia dell’edificio, tutti, dopo averlo inizialmente scambiato per un fantasma tornato dall’altro mondo, lo accolsero ed acclamarono più di un sopravvissuto di guerra.
Shadow storse il naso nel vedere l’idiota blu applaudito e ammirato, per cosa poi?
Per essere scampato alla “maledizione”?! Tsk, che idioti.
Ok, forse c’era andato un po’ pesante, ma le circostanze lo avevano portato a quello.
Trovare le mutandine di Galaxina nell’armadio di Sonic non era stato affatto bello, la conclusione più ovvia a cui giunse fu che il ragazzo le avesse fatto qualcosa di brutto (e non ci vuole un genio per capire il senso di brutto in questo frangente) e avesse voluto prendersi una sorta di “trofeo” come ricordo.
Si, dopo averlo ridotto ad un ammasso di carne (quasi) morta, fu l’unica ipotesi che formulò, perché sapeva (o quantomeno sperava) che lei non lo avrebbe mai tradito.
Dovette rimangiarsi la sua convinzione quando Rouge lo informò del fatto che tutto era nato da una sua idea, perché voleva solo farsi quattro risate (aveva ancora il sospetto che l’amica avesse mentito sul perché, ma non gli interessava sapere ulteriori dettagli).
Il sapere ciò lo portò ad un breve confronto con se stesso, per farlo giungere alla conclusione che, in certe situazione, il suo carattere era uno schifo.
Ok, faker era un’autentica spina nel fianco, più volte gli aveva reso la vita un susseguirsi ininterrotto di casini, ma per una volta che non si era “macchiato” di una qualche colpa, l’aveva ridotto peggio delle altre volte, solo per un suo errore di valutazione e perché non aveva pensato prima di mettergli la mano attorno al collo.
-Cazzo, stavolta sono stato pessimo!-
 
 
 
Quando videro Shadow sedersi nello stesso tavolo in cui Sonic era già appostato, molti studenti si affrettarono ad abbandonare i tavoli vicini, alcuni meno coraggiosi abbandonarono addirittura la mensa.
Quando quei due stavano a così pochi metri di distanza, con il blu in silenzio, non era mai un buon presagio.
Shadow fissava Sonic, Sonic si limitava a bere tranquillo il suo bicchiere di caffè.
Dopo alcuni minuti di tensione, gli altri studenti tornarono ognuno al proprio pasto, ma lasciando liberi i tavoli in prossimità di quei due, c’era sempre la possibilità che diventassero corpi contundenti.
Sonic finì il suo bicchiere e lo poggiò sul tavolo.
-Uno di questi giorni, tutta quella caffeina ti stroncherà all’improvviso.-
Sonic diede un’occhiata al bicchiere che aveva finito, andato a fare compagnia ad altri sette accanto ad esso.
Se c’era una cosa che tutti sapevano sul blu, era che aveva una sorta di “passione morbosa” per quella bevanda, ne beveva a litri ogni giorno, ogni volta con dosi spropositate di zucchero a rendere il tutto una sorta di mix micidiale, una droga dell’iperattività.
-Nah, ho avuto a che fare con cose peggiori di questa.- alzò le spalle con un sorriso noncurante.
Non c’era provocazione nella sua voce, ma Shadow riuscì a coglierne un velleitario accenno.
Cazzo, quanto odiava quell’accenno che probabilmente lui soltanto riusciva a notare.
Se c’era una cosa che il blu sapeva fare era essere provocatorio, ma era altrettanto bravo a celare la sua vena ironica, quando ne aveva voglia e con lui era bravo a dissimulare quel tanto che bastava per farlo passare per il cattivo della situazione agli occhi degli altri.
-Sai, Shadow, anche tu dovresti bere un po’ di caffè, ogni tanto, potrebbe renderti più allegro.-
-O farmi diventare come te.- quasi sputò nell’enunciare questo possibile rischio.
Era assurdo, non riusciva mai ad essere educato con il ragazzo dagli occhi verdi, anche durante un’ amichevole discussione (apparentemente amichevole) finiva per dargli addosso con commenti acidi.
Quel maledetto Sonic, era probabilmente l’unico che riusciva a infrangere il suo guscio di serietà e a sostituirlo con uno di nervosismo, probabilmente era quello il motivo per cui sentiva le budella attorcigliarsi quando questi faceva il finto serio amichevole.
-Solo per sapere, mi sono perso qualcosa in questa settimana che ho passato all’ospedale?-
Inarcò un sopracciglio a quella domanda, altro tentativo di provocazione.
-Assolutamente nulla!-
-Davvero?! Eppure mi è giunta voce che, in questi giorni, hai più volte dovuto percorrere il tragitto che va dalla nostra aula fino all’ufficio del “vecchio”.-
Tsk, quel maledetto in un modo o nell’altro riusciva sempre a scoprire tutto, ma d’altronde, quando la tua fidanzata si chiama Amy Rose, è alquanto difficile che tu non venga a conoscenza delle notizie che, per un motivo o per l’altro, fanno scalpore.
Era accaduto anche il giorno in cui Shadow aveva ridotto il blu a mal partito, non ci erano voluti più di due minuti affinché la notizia della sua relazione con Galaxina venisse scoperta, tempo un’ora ed era già sulla bocca di tutti.
-Quell’idiota mi sta col fiato sul collo, non gli sono mai piaciuto, nemmeno un po’.-
Sonic scrollò le spalle, poi, senza degnare il moro di un parere, che tanto non gli sarebbe interessato, si alzò e andò di nuovo al bancone della mensa.
Fece ritorno qualche secondo dopo con altri due bicchieri di caffè, uno dei quali lo porse all’altro ragazzo.
-Se posso dire la mia, il vecchio Lucas ti sta solo mettendo alla prova.- sorseggiò un goccio mentre l’altro, non degnando il suo bicchiere di uno sguardo, lo fissava interrogativo.
-Siamo sinceri, ci conosciamo dal primo anno e in quell’ufficio ci siamo entrati quasi sempre insieme, di quante ne abbiamo combinate.- rise al pensiero.
-Abbiamo?! Ci terrei a ricordarti che i casini li combinavi tu, però riuscivi sempre a trascinarmi nella merda con te.-
-Ok, mettiamola anche così, per farti contento. Quello che voglio dire è che, quando io e te varcavamo quella soglia insieme, ci beccavamo rimproveri e minacce, seppur niente si sia mai concretizzato. Ma, se eri solo tu ad entrare lì dentro, non un suono usciva da lì e le conclusioni sono due, per come la vedo io: o vi sedevate tranquilli a bere il tè come due vecchiette inglesi che amano spettegolare su qualche assurdo romanzo rosa (qui gli scappò un ghigno derisorio), oppure, vi fissavate con sguardo assassino perché si trattava di… “problemi interni”.-
Shadow strinse i denti, quel maledetto era più perspicace del previsto.
Era ovvio cosa intendesse per problemi interni, era inutile chiedere come lo sapesse perché la risposta se l’era già data prima ed aveva i capelli rosa e gli occhi verdi.
-Come se quel rincoglionito potesse capire.-
-Beh, considerato che è sposato e ha avuto due figlie, dev’essere, o quanto meno essere stato, innamorato di sua moglie, quindi penso possa capire. E poi quale padre non si preoccuperebbe sapendo sua figlia fidanzata.-
-Con Tails non ha quest’atteggiamento.- cercò di ribattere lui.
-Certo, ma vuoi mettere Tails a confronto con te?!-
Non era certo necessario l’intervento di un esperto in comportamento per capire che Tails e Shadow stavano su due piani completamente differenti, senza contare che già i loro aspetti tendevano a mettere il biondino in una posizione che lo rendeva più degno di fiducia, se persino Sonic lo sapeva, era evidente che aveva tirato fuori un argomento stupido per ribattere.
-Ma tant’è. Tu ami Galaxina, lei ama te, quindi, per quanto tu gli stia sulle palle, il vecchio Lucas non potrà cercare di farti fuori e occultare il tuo cadavere, lei non glielo perdonerebbe mai.-
Com’è che era andato lì per scusarsi di averlo quasi ridotto in coma ed essersi ritrovato a discutere con lui dell’assurdo rapporto che intercorreva tra loro due e il preside Lucas, rapporto che per Shadow, vista la sua relazione con la maggiore delle due figlie del “Gran capoccia” (come a Sonic piaceva chiamarlo), era passato in una posizione di stallo completo?
-La ricreazione terminerà tra cinque minuti, andrò a cercare Tails e Knuckles, discuteremo delle solite cose: Tails mi mostrerà orgoglioso il solito cento con la lode e Knuckles mi parlerà delle sue quotidiane botte di sfiga, così che io possa sfotterlo.-
Il blu già pregustava le risate che si sarebbe fatto a udire le disgrazie, ma quando si alzò per uscire mantenne un passo di marcia misteriosamente lento e studiato, come se si aspettasse qualcosa dal moro.
“Bastardo!” gli voleva tirar fuori le parole di bocca, voleva fargli avere i sensi di colpa per ciò che gli aveva fatto.
Shadow sospirò, era inutile tirarla per le lunghe.
-Senti…- l’altro si fermò all’istante, occultando un sorrisetto di trionfo, dal tono che Shadow aveva usato capì di aver ottenuto quello che voleva.
-Shadow, non c’è bisogno che tu me lo dica, so che non è da te fare certe cose, ma apprezzo che tu ci stessi provando. E poi, francamente, la cosa sembrerebbe quasi inquietante: Shadow the Hedgehog che pronuncia quelle cinque lettere, roba da far accapponare la pelle, qualcuno particolarmente scaramantico arriverebbe a supporre che stia per giungere la fine del mondo.-
Allora sotto sotto non era così stronzo.
-Comunque…-
Attenzione, problemi in arrivo.
-… non direi che avresti avuto tutte le ragioni per farlo. Vedi, ho già pensato a come ripagarti per la mia… “Settimana di vacanza non programmata”.-
La risposta ai dubbi di Shadow arrivò poco dopo travolgente.
Travolgente in tutti i sensi, visto che si trattava di un vero e proprio fiume in piena che arrivò da una delle entrate della mensa, portando al suo interno banchi, sedie, lavagne interattive, qualche ventina di studenti e altro materiale non più identificabile.
L’onda si placò, ma il casino era stato fatto.
Impetuosa arrivò la meccanica voce dell’altoparlante.
Shadow the Hedgehog è atteso cortesemente nell’ufficio del preside!” dove, malgrado la voce inespressiva del marchingegno, il cortesemente suonava più come “o ti presenti o ti veniamo a prendere con la forza!”.
Shadow continuò a fissare Sonic.
-Ti aspetta una “piacevole” discussione con tuo “suocero”.- quanto odiava quel tono cantilenante, ma non poteva dire niente sul fatto che, in quel caso, era stato lui a cominciare, quindi per una volta il blu era legittimato a vendicarsi.
Poi notò che il suo bicchiere di caffè era ancora lì, lo prese e si avvicinò a Sonic.
-Ti odio.- non c’era astio nella sua voce.
Non gli buttò neanche il caffè in faccia come aveva pensato, lo sorpassò per dirigersi alla sua meta, bevendo in silenzio.
-Ti voglio bene anche io, amico.- e stavolta Sonic non stava scherzando.
Un’altra giornata tipica per loro, lì alla Mobius High School.
 
 
 
Angolo dell’autore:
Allora, vi è piaciuta?
In tutta onestà non so da dove mi sia venuta fuori, ma mi era venuta voglia di scrivere su questi due in un momento di “quotidianità” e ho finito per creare un sequel/spin-off di “A love’s test”.
Scommetto che molti si aspettavano che Eggman fosse il preside, vero?
E invece no, è Lucas The Seedrian, seppur nell’anime fosse meglio noto come Dark Oak.
Non credo di avere altro da aggiungere, a parte un’ultima domanda: stavo pensando di creare una vera e propria serie sui nostri mobiani preferiti in forma gijinka e le loro avventure scolastiche, intitolandola proprio “Mobius High School”. Secondo voi è una idea che vale la pena applicare?
Beh, in ogni caso, ringrazio eventuali lettori e recensori, arrivederci.
 
  
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