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Autore: VeroDowney    03/03/2014    2 recensioni
Vicky, si trasferisce in America con la sua amica Darma. Il suo unico obiettivo è andare via di casa e costruirsi una nuova vita dopo litigi e violenze, dedicandosi al suo nuovo lavoro. Non si aspetta che tutto quello che ha programmato prenderà una via diversa e riaffioreranno vecchi e nuovi amori, ma soprattutto non si aspetta di incontrare un uomo tanto speciale da fargli cambiare completamente le sue convizoni e far cadere "l'armatura" che si è costruita intorno a sè durante gli anni.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Con questo mio scritto non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.


Capitolo 1-New Life


”Ultima chiamata per il volo 7310 diretto a San Francisco delle ore 10.00”

-Darma sbrigati siamo in ritardo come al solito- disse girandosi e accennando un sorriso dei suoi con fare ironico. -Strano non avrei mai detto che io e te saremmo arrivate in ritardo, di solito siamo sempre in anticipo-ribattè Darma con altrettatnto ironia.

“Buon giorno, è il comandante che vi parla questo è il volo 7310 diretto a San Francisco l'arrivo è previsto per le 3pm ora locale”

-Non ci credo Darma che alla fine l'abbiamo fatto davvero, stiamo per partire e atterrare in uno stato in cui non conosciamo nessuno, il nostro 'American Dream' si sta per realizzare- disse con aria sognante mentre guardava fuori dal finestrino.

Era sempre molto tesa prima di prendere un aereo ma una volta che le ruote si staccavano da terra si sentiva inebriata dal quel sensazione di libertà che le dava il volo soprattutto sapendo che sarebbe atterrata in un luogo in cui tutto era nuovo per lei, nessun pregiudizio, solo la libertà di conoscere a fondo una cultura e un paese nuovo.

-Vicky guarda stiamo sorvolando la Groenlandia, che spettacolo! - disse Darma riportandola alla realtà.
-Te lo avevo detto che era una buona idea prendere questo volo dopo tutto possiamo dire che abbiamo visto anche la Groenlandia- disse iniziando a ridere contagiando anche Darma.

Vicky, così l'avevano chiamata i suoi genitori per rispettare la discendenza irlandese di suo padre. Aveva i capelli color castano chiaro con naturali riflessi biondo rame che cambiavano a seconda della luce illuminando il suo viso regolare e quegli occhi da cerbiatta dal color cangiante che variavano dal castano chiaro al verde scuro quando era particolarmente felice e raggiante “se non capisci di che umore sono alla mattina guarda i miei occhi e saranno loro a rivelartelo” diceva sempre sorridente a tutti quelli che non la conoscevano bene.

Si rimise le cuffie e torno ad immergersi in una sorta di mondo parallelo che si era creata fin da piccola per sfuggire a tutta la tristezza della vita reale una sorta di “Narnia” in cui si rifugiava quando voleva stare sola con se stessa e questo capitava spesso.

""
Sentì un forte scossone e si spaventò molto risvegliata così bruscamente dal torpore in cui era caduta cullata dalla musica. Guardò immediatamente fuori dal finestrino e vide che erano arrivati e che l'aereo stava atterrando.
Splendeva un grande sole nel cielo e non appena fuori dall'aereo pensò “la mia nuova vita inizia ora” e abbracciò Darma che si stupì alquanto di quel gesto non essendo abituata a quel tipo di comportamento di Vicky che era sempre molto distaccata, non sopportava il contatto fisico.

Erano da poco passate le 5pm, erano entrambe stanche ma l'adrenalina teneva ben sveglia Vicky che voleva iniziare a visitare subito la città, consapevole che il giorno seguente si sarebbe dovuta recare all'Università di San Francisco dove le avevano offerto una posto di lavoro in un gruppo di ricerca per le cellule staminali.

-Darma andiamo non fare la solita guasta feste, ne avrai di tempo per dormire quando sarai vecchia, su forza muoviti!- disse con quel suo fare che aveva sempre conquistato tutti per la sua particolarità, diceva sempre quello che pensava ma non era mai sgarbata perchè le sue frasi erano sempre ben misurate e condite da quel tocco di ironia che era impossibile non sorridere e dire di no alle sue richieste.
Così iniziarono il giro turistico della città a piedi ovviamente.

-Non puoi dire di aver visitato davvero una città se non l'hai girata tutta a piedi!- disse sorridendo mentre guardava Darma che stava per crollare per quanto era stanca.
-Ti odio Vicky, ma senza di te e la tua pazzia non saprei come fare, mi fai morire dalle risate-

Tornarono in Hotel, doveva essere il loro punto di riferimento solo per qualche giorno poi l'università avrebbe dato loro una casa e una macchina, così funzionava in quel paese “Ho trovato l'America” pensò Vicky quando via mail l'Università le aveva comunicato la notizia, e si mise a ridere da sola davanti al computer.

L'indomani si alzarono presto e si recarono senza indugi all'Università, quella città la sentiva già sua sembrava che conoscesse ogni strada e ogni posto nulla sfuggiva a quei suoi occhi così espressivi “Sono come Sherlock Holmes” aveva detto un giorno a Darma “Vedo tutto questa è la mia condanna” e si mise a ridere, era impossibile rimanere seri ed impassibili davanti alle sue frasi e soprattutto davanti alle sue citazioni da film che sembravano in molti casi descriverla alla perfezione.

-Buongiorno, ben arrivate - disse un uomo piccoletto con i capelli brizzolati che indossava un camice bianco e dei buffissimi occhialoni alle quali ormai le due ragazze, dopo anni di studi nel campo della ricerca, erano abituate ma questa volta quell'uomo la fece sorridere e quando le invitò a seguirlo per fargli fare il giro del laboratorio.
Vicky si avvicinò a Darma e le sussurrò
-Non ti sembra lo scienziato che creò Frankenstein? Quello che nel film urla la mitica frase “Si – può – fareee” - e mentre diceva ciò Vicky imitava i gesti dell'attore del film scatenando una sonora risata di Darma che si tappò la bocca quando vide che l'omino che le stava guidando si era girato a guardarle attirato da quella risata improvvisa.
-Tu sei proprio scema- disse Darma con le lacrime agli occhi.

La mattina passò veloce, e le due ragazze non ebbero tempo per scherzare ancora incalzate dal ritmo della spiegazione del lavoro che da lì ai prossimi mesi avrebbero dovuto svolgere.
Vicky era attenta ma ogni tanto abbozzava un sorriso alla sua amica quando i loro sguardi si incontravano, a lei non piaceva molto studiare le piaceva subito andare al sodo e mettere in pratica quello che aveva studiato, ed era brava in questo tanto che era riuscita ad ottenere quel posto di lavoro nonostante non si fosse laureata con il massimo.
Alla fine della giornata l'omino prima di congedarsi rivolse alle ragazze una domanda inaspettata
-Allora quando siete disposte a partire?- Vicky e Darma si guardarono allibite e stranite da quella domanda, non potevano credere che tutto il lavoro e tutto quello che avevano visto in quella giornata non lo avrebbero svolto in quel magnifico e attrezzatissimo laboratorio dove avevano sognato per mesi di lavorare.
Vicky prese coraggio e nonostante la sua pronuncia fosse ancora stentata chiese
-E per dove dovremmo partire? Noi pensavo di svolgere qui il nostro lavoro!-
L'omino le guardò con un sorriso e inaspettatamente disse sorpreso
-Ma come? Non vi hanno comunicato via mail che il vostro lavoro lo dovrete svolgere nella nostra sede distaccata a Los Angeles?-
La bomba era stata sganciata, quella notizia risuonò nelle orecchie di Vicky come una frase sconnessa alla fine di un sogno di cui al risveglio non si ricorda più nulla.
-LA?- disse Vicky eccitata per la notizia - questa si che è una notizia!- disse guardando Darma che era ancora incredula per la notizia, lei che amava il freddo di New York che aveva conosciuto durante un suo viaggio in America con la sua famiglia quando non conosceva ancora Vicky, adesso si stava per trasferire sulla costa opposta che era caratterizzata da uno splendido sole, dove la pioggia era quasi assente per tutto l'anno.
Quello non era sicuramente il suo clima ideale era quello di Vicky che sembrò leggerle nel pensiero
-Darma, Darma, Darma cosa devo fare con te? So che ti piace il freddo di New York, ma LA beh è LA, sole, caldo, spiagge su cui andare a correre, locali con musica dal vivo, è LA! Cosa c'è di più bello?-

Qualsiasi cosa disse Vicky riusciva sempre a convincerla di quello che le diceva “Saresti un buon avvocato Vicky” le aveva detto spesso dopo i suoi discorsi che sembravano delle mini-arringhe ispirate dai film polizzeschi che trasmettevano in tv quando erano a casa loro, in Italia.

-Va bene ci sto, partiamo! Mi hai convinto Vicky-
-Come sempre!- replicò Vicky con la sua solita ironia.

Due giorni dopo atterrarono a LA in perfetto orario. All'uscita li aspettava un ragazzo alto, biondo, occhi verdi e muscoloso al punto giusto che teneva in mano una cartello con scritto “V&D Italian Girls” appena lo vide Vicky si accostò a Darma sussurrandole
-E' proprio il tuo tipo!- accenando un sorriso tanto quanto basta per far si che Darma diventasse rossa in volto.

Vicky conosceva bene i gusti di Darma in fatto di uomini mentre lei raramente aveva parlato delle sue frequentazioni e del genere di uomo che le piaceva, sembra nascondere qualcosa.
"Forse una ferita che non vuole riaprire" questo pensava Darma quando cercava di capire i gusti della sua amica che prontamente sviava il discorso.

-Buongiorno, sono Daniel, lavorerò con voi nei prossimi mesi- disse il biondo sfoderando un perfetto sorriso da affascinante ragazzo americano.
Sentendo quella frase Darma spalancò gli occhi e Vicky lo notò subito e Darma conoscendo bene la sua amica la anticipò
– Non dire nulla Vicky so che muori dalla voglia di fare una delle tue battute- disse sorridendo e arrossendo
-Va bene non dirò nulla, però ti ricorderò ogni giorno di ringraziarmi per averti convinto a venire qui, BENVENUTA A LA, Darma!- le disse sorridendo facendole un occhiolino mentre guardava in direzione di Daniel.

Daniel le condusse fuori dall'aeroporto in cui le due ragazze sembravano non sapersi proprio orientare.
Ad un tratto mentre stavano per raggiungere la macchina delle grida di ragazzine e donne destarono la loro attenzione.
-Non vi allarmate! Ci sarà uno dei tanti famosi attori che abitano qui a LA, per i quali mamme e figlie vanno matte!- disse Daniel non appena vide che Vicky e Darma cercavano di capire il motivo di quelle urla sfrenate.

A poca distanza dai tre si fermò una grande macchina dai vetri scuri, “sarà uno dei soliti divi bellocci che piace a tutte le donne di ogni età” pensò Vicky anche se incuriosita non riusciva a smettere di guardare la portiera della macchina che ad un tratto si aprì, non si vedeva ancora chi vi fosse all'interno. Spuntò improvvisamente una gamba fuori dalla macchina, mentre la portiera copriva ancora la figura dell'uomo al suo interno.
“Beh però sicuramente ha stile e non ha paura di mostrarlo” pensò Vicky quando vide un paio di sneackers dai colori eccentrici che indossava l'uomo.
Le urla si fecero acute ed assordanti quando la figura scese completamente dalla macchina.
Era un uomo sulla quarantina anche se da come si vestiva e dal look dimostrava molti meno anni di quelli che aveva “tipico delle star di Hollywood” pensò Vicky.
Era un bel uomo, moro, capelli che sembravano essere mossi anche se portava un taglio corto ed era difficile da intuire, vestiva con un completo elegante ma le sneackers ai piedi smorzavano la serietà del vestito che indossava rendendolo essenzialmente unico.
L'uomo sfoggiò un sorriso che conquistò l'attenzione di Vicky e nello stesso momento si tolse gli occhiali specchiati che indossava e rivelò i suoi occhi “Che occhi e che sguardo!” pensò tra sé e sé Vicky quando improvvisamente il suo sguardo si incrociò con quello di quell'uomo, sembrava che si fosse fermato il tempo per Vicky le sembrava che tutto si muovesse a rallentatore intorno a lei.
Durò solo qualche secondo.
Vicky fu riportata alla realtà dalle grida di Daniel che con la sua voce cercava di sovrastare quelle delle donne impazzite per quel personaggio.
Vicky corse verso Daniel e Darma senza dire una parola, il tragitto fu breve ma si avvertì il silenzio di Vicky che di solito non smetteva mai di parlare in quelle occasioni in cui tutto era nuovo per lei.



Note dell'autrice: Ciao a tutti! E' la mia prima ff, spero che vi piaccia. Questo primo capitolo è moltoo descrittivo, dovevo ambientare e introdurre meglio i personaggi, soprattutto il personaggio di Vicky. Fatemi sapere cosa ne pensate! A presto:)
   
 
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