Camminava fra la gente e tutti si voltavano; starle accanto era come portare una freccia contornata da lucette psichedeliche con su la scritta “ Sono un Ragazzo Fortunato”, non importa chi eri, che facevi, dove andavi, tutto spariva accecato dalla luce irradiata dal suo sorriso, dalla sua pelle mulatta, dai suoi capelli, e ad un tratto la gente ti trovava assolutamente adorabile. Non come lei, certo. Ma comunque adorabile.