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Autore: Mido san    04/03/2014    4 recensioni
Durante una guerra dei ragazzi vengono trasportati in un videogioco contro la propria volontà e si ritrovano costretti a combattere per poter salvare una persona rinchiusa in questo mondo artificiale.
Ma cosa si cela all'ultimo livello? Perché non rimanere in un mondo perfetto invece che tornare nel proprio d'origine soppresso da forze maggiori?
Spesso le apparenze ingannano e in un mondo fittizio potrebbe essere difficile dividere la realtà dall'illusione...
storia ad oc.
Ho tutti gli oc necessari.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Tutorial parte 1

















Ore: 21.30

Luogo: Giardini pensili di Babilonia.



Una luna piena dai riflessi anomalamente azzurri brillava alta nel cielo, ma dov'erano Cassiopea? Andromeda? Il Cigno? L'Orsa Maggiore? Venere, la luminosa stella del mattino e della sera? Tutte quelle costellazioni leggendarie erano state sostituite da banali agglomerati di puntini luminosi senza un ordine preciso.

Quel luogo aspro e selvaggio, senza la contaminazione del genere umano, risplendeva nel suo verde rigoglioso.

Solo una cosa rovinava quel paradiso naturale.

Come un sol uomo due figure saltavano di albero in albero in perfetta sincronia, mantenendo sempre un ritmo elevato e costante, si lanciavano in perfette acrobazie aeree atterrando sui rami in punta di piedi, con grazia e senza emettere il minimo rumore.

Con movenze feline le due figure percorsero in lunghezza una lunga frasca fino alla sua estremità per poi lasciarsi cadere al suolo, atterrare silenziosamente a quattro zampe.

Avanzarono ancora un poco nel sottobosco fino a che non arrivarono al limite della boscaglia poi rimasero fermi, in allerta, scrutando l'infinito manto erboso illuminato dal chiarore lunare che si estendeva davanti a loro.

Si scambiarono un'occhiata fuggevole, procedettero nell'erba alta fino all'unica roccia presente in quella vasta radura di sottili filamenti e rimasero nascosti, in attesa.

Fiutarono la preda ancora prima che fosse visibile ad occhio umano e subito emisero un'acuta risatina animale, molto simile ai ghigni derisori di una iena, per poi iniziare a mordicchiarsi il labbro inferiore con fare irrequieto.

La preda si stava avvicinando ad una velocità elevata, al suo passaggio l'erba alta veniva scossa da onde di vento e piccoli sassolini venivano alzati dalle sue lunghe falcate.

L'essere spiccò un salto fuoriuscendo completamente dall'erba alta, atterrando in cima alla roccia e mostrandosi in tutta la sua bellezza: al chiarore lunare il suo manto macchiato pareva dotato di un leggero sfarfallio azzurro, i lunghi artigli graffiarono la roccia permettere al felino di raggiungere la cima, la lunga coda falciava lentamente l'aria e lo sguardo penetrante dalle chiari colorazioni ambrate pareva illuminato da una scintilla di delizia.

Poi, una volta in cima alla roccia, si poté vedere un meraviglioso, e insolitamente piccolo, leopardo che si ergeva in tutta la sua potenza. Infine si fermò e il suo sguardo perse ogni scintilla di gioia, si fece annoiato e, ad uno spettatore esterno, sarebbe potuto sembrare che l'animale stesse sbuffando.

Le altre due figure, nel frattempo, erano rimaste nascoste, in attesa del momento propizio per scagliarsi all'attacco.

Faceva loro da testimone una luna leggermente azzurrina circondata da miliardi di costellazioni mai viste prima.

Si prepararono all'attacco.

Inspira.

Espira.

Inspira.

Espira.

Un venticello leggero fece danzare i lunghi fili d'erba nel grande prato.

E la prima figura partì all'attacco.

L'ombra proiettata dalla luna cambiò chiaramente forma, dalla parvenza umana si trasformò mano a mano in un essere dall'aspetto sempre più felino.

Con un balzo saltò addosso al leopardo in cima alla roccia.

Caddero in un groviglio di zampe e code, miagolii e piccoli soffi si potevano udire chiaramente in quella, precedentemente, silenziosa notte; la lotta continuò per alcuni interminabili secondi finché la preda riuscì facilmente a scagliare lontano l'altro felino, ora identificabile come un grande gatto dal manto corvino e i profondi occhi verdi.

Con un suolo gruttuale la figura del leopardo iniziò a tremolare trasformandosi lentamente in una figura più... umana.

- Sei ancora troppo lento nella trasformazione, devi accelerare il processo.- disse la figura con fare annoiato.

- E poi vi avevo già percepito un centinaio di metri fa.- Aggiunse.

- Uffa Cage, con te non si riesce neanche a scherzare un po', sei troooooooooppo serio. Sei d'accordo Safa-nee?-

- Perfettamente d'accordo Rubi, nya!- Si ritrovò ad annuire l'altra.

- Comunque potremmo provare anche...- Riprese a parlare il biondino con gli occhi che gli brillavano di gioia al sol pensiero di poter giocare ancora un po' a fare la lotta con il suo nuovo compagno di giochi, solo per poi accorgersi che Cage si era già ritrasformato in leopardo e stava scappando il più velocemente possibile da quelle due mini pesti.

I due gemellini si scambiarono uno sguardo d'intesa.

- Quindi giochiamo a rincorrerci? BANZAIIII.- Rubi si trasformò subito per iniziare l'inseguimento dello sventurato compagno.

- Rubi-niichan, aspettami. NYA.- Safaia prese a trotterellare allegramente dietro al fratello per poi saltargli in groppa.

- HIAH, ALL'ATTACCO MIEI PRODI. NYAAAAAAA.- Si mise a fischiare simulando il suono di un corno utilizzato nella caccia alla volpe.

- E io che volevo solo starmene un po' da solo.- Si ritrovò a pensare Cage, rimpiangendo la sua decisione.

I due felini più una piccola condottiera ,che in questo momento stava cantando allegramente, ritornarono nella foresta.



Oh, Susanna, don’t you cry for me
I come from Alabama, With my banjo on my knee.



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Ore: 22.00

Luogo: La Quercia.



Enormi querce secolari si ergevano nella loro grandiosa magnificenza, i loro lunghi rami e le loro larghe frasche si allungavano le une verso le altre come due amati che tentano disperatamente di raggiungersi, di sfiorarsi le dita. Formando un tetto di fronde verdeggianti che, in quel momento, lasciavano filtrare un po' di quella luce lunare stranamente azzurrina che circondava ogni cosa.

I tre, tornati tutti umani, avanzarono ancora un poco, in silenzio, nella sottobosco della foresta e raggiunsero un luogo che da tre settimane a quella parte consideravano “casa”.

Si fermarono solamente una volta arrivati in una piccola radura che dava su una mastodontica quercia le cui fronde si allungavano per decine e decine di metri, il tronco aveva un diametro di una ventina di metri con una fessura nascosta nel centro e numerose altre fessure più piccole situate alle più svariate altezze per tutta la circonferenza; ma la pianta non era altissima, era molto... tozza.

- Casa dolce casa.- Sospirò drammaticamente Cage.

Seguì una pausa ad effetto con il ragazzo che fissava l'uscio e un venticello tiepido che gli scompigliò i capelli solleticandogli il naso.

- Questo è odore...- Iniziò Safaia.

- DI CIBO!- Terminò Rubi.

I due si scaraventarono dentro quella che doveva essere la porta dimenticandosi completamente del loro compagno.

Cage alzò leggerissimamente gli angoli della bocca, un accenno di sorriso, prima di seguire i suoi due irruenti compagni di viaggio. Con tranquillità entrò in quella fessura alta un metro al massimo e rimase, come sempre, incantato da quello che trovò all'interno.

Davanti ai suoi occhi si presentava una grande caverna fatta interamente di legno al centro della quale si trovava una spessa lastra di pietra su cui scoppiettava allegramente un grande fuoco, nella parte a sinistra c'erano dei giacigli di fortuna formati da mucchi informe di coperte sopra uno strato di paglia o piume mentre la parte destra era per buona parte ricoperta da pannelli di metallo segnati da numerose ammaccature e bruciature mentre, in fondo alla sala, si trovava una scala di corda che portava fino ad una piccola botola sul soffitto.

Ma la cosa più sorprendente di quel curioso antro erano i tantissimi fori che si aprivano verso l'esterno presenti su tutte le pareti: alcuni davano sul cielo stellato, altri sul bosco e altri ancora erano oscurati dalle frasche... ma la cosa migliore era il gioco di luci che si veniva a creare una volta che la caverna cadeva nel buio più totale; la luce lunare, stranamente azzurrina, entrava da molti di quei forellini proiettando un finto cielo stellato al suo interno. Decine di piccoli puntini luminosi ballavano sulle pareti, sui pavimenti e sul soffitto.

- CIBO! Cibocibocibocibocibocibocibocibocibocibocibocibocibocibocibocibo.- Safaia e Rubi iniziarono ad annusare l'aria come dei segugi alla ricerca di una traccia, finché non arrivarono davanti ad una creazione così perfetta da parere divina: l'eccezionale colorazione marrone, il fragrante profumo ed era ancora calda poiché appena fatta.

Una torta al cioccolato ricoperta di cioccolato, ripiena di cioccolato, decorata con del cioccolato e servita in un mare di cioccolato.

- CIOCCOLATO!- Come risvegliatasi da un coma Yelle si lanciò all'attacco nella speranza di poter arrivare al prezioso bottino apparso dal nulla in quell'istante.

- TORTA!- Con altrettanto tempismo Tony abbandonò il libro che stava leggendo per lanciarsi a sua volta verso l'ambito premio.

- DOLCI!- Infine si unì all'allegra combriccola anche Shail che con un balzo si lanciò all'inseguimento di Tony.

In cinque si lanciarono verso quel nettare degli dei ma nessuno riuscì a compiere la propria missione a causa di un piccolo inconveniente.

- Chiunque tocchi questa torta dovrà vedersela con me.- Minacciò Tsuki, fissando negli occhi tutti i diretti interessati e reggendo la torta con fare protettivo.

Rubi, desideroso come non mai, decise di giocare la sua carta nella manica.

Chiuse gli occhi.

Giunse le mani.

Li riaprì facendo tremolare leggermente il labbro inferiore, allargando in modo incredibile la pupilla e sbattendo numerose volte le ciglia.

Chi non avrebbe resistito ad una faccia da cucciolo bastonato così convincente?

- Questa la prendo io.- Ecco chi.

Shail si girò indignata.

- Sergente, non saresti tu a dover dare il buon esempio?- Chiese calcando sul grado dell'altro.

- Non se si tratta di dolci, in amore e in guerra tutto è lecito.-

- Blaze, lo sai che quello che hai appena detto non ha un minimo di senso?- Gli fece notare Tony senza distogliere lo sguardo dalla torta che adesso il sergente teneva ben in alto, sopra la sua testa, fuori dalla portata della povera Tsuki e di buona parte dei presenti.

- NON OSARE PRENDERTI GIOCO DI ME BRUTTO MUSO.- Tutti si girarono scandalizzati verso Rubi che stava mano a mano cambiando forma.

- Mai mettersi in mezzo tra Rubi-niichan e la sua delizia al cioccolato. Nyaaaaaa.- Sospirò la sorella.

Rubi, in piena modalità bersek, si trasformò in... un tenero e piccolo gattino nero dagli enormi occhi verdi.

- Continuo a non vedere come questo possa servirti.- Gli fece notare Yelle.

Per un attimo sul viso del micino apparve un ghigno diabolico che venne velocemente sostituito da un musetto al limite della tenerezza legalizzata su questo mondo; in seguito iniziò a miagolare in modo straziante attirando presto l'attenzione di una maniaca dei gatti che stava tranquillamente schiacciando un pisolino sul suo “letto” (che, a dirla tutta, assomigliava ad una cuccia). Le sue orecchie leggermente a punta fremettero un attimo prima che si tirasse su di colpo e iniziasse a correre ad una velocità folle verso il povero malcapitato che stava in quel momento infastidendo il piccolo micetto diabolico.

- Hai risvegliato la Gattara amico, io esco dal gioco. Preferirei sopravvivere.- Tony batté una ritirata strategica, meglio conosciuta come fuga precipitosa, trascinandosi dietro la povera Yelle in lacrime che tendeva le braccia verso tutta quella montagna di cioccolato.

- YAY, si preannuncia una rissa coi fiocchi.- Tsuki non si fece ripetere due volte e si mise in posizione di difesa mentre attendeva che quel piccolo uragano di pura furia si abbattesse.

- Nanerottola, allontanati. Questa rissa è solo per i grandi.- Intervenne Edward pattando la testa dell'altra ed allontanandola di peso dal campo di battaglia.

- NON PROVARE NEANCHE A CHIAMARMI NANEROTTOLA BRUTTO...- Si fermò un attimo facendosi pensierosa tutto d'un tratto.

- Che cosa c'è?- Le chiese Shail, anche lei pronta per menare un po' le mani.

- Non riesco a pensare ad un insulto abbastanza cattivo.- Sbuffò l'altra gonfiando le guance in modo molto infantile.

- LA PALADINA DEI GATTI STA PER PIOMBARE SU DI VOI MISERI ESSERI MORTALI. NYAHAHAHAHAHAHAHA.- Rise malignamente Safaia mentre attendeva con impazienza l'imminente calvario.

Koneko si abbatté su di loro come una valanga travolge una piccola baita in montagna, l'effetto domino che ne seguì poteva essere facilmente prevedibile.

- Sbaglio o qualcuno ha appena iniziato una rissa?- Chiese Shochi alzandosi da vicino al fuoco dove era rimasto seduto fino a quel momento a leggere.

- Ohi biondino, è da un po' che non ce le diamo di santa ragione.- Si aggiunse Shi mostrando il suo tipico ghigno derisorio.

- Raperonzolo, non ti sono bastate l'ultima volta?- Ribatté Shoichi.

I due si lanciarono l'uno contro l'altro per poi venire inglobati nella matassa più grande; quello che ne seguì fu un indistinguibile groviglio di braccia, gambe e corpi che se le davano di santa ragione.

Nel frattempo, quatti, quatti, due figure si allontanavano dalla scenda nascondendo il più possibile la torta.

- Safa-nee, dopo teniamone una fettina per Koneko-chan.-

- Hai ragione Rubi-niichan. In fondo è la nostra paladina.NYA.- Rispose la sorella con un luccichio agli occhi.

- E per il Pelatone?-

Si scambiarono uno sguardo prima di rispondere in sincronia.

- Naaah.-

Silenziosamente si diressero verso la zona dei giacigli e si nascosero sotto un paio di coperte a divorarsi quella Delizia al cioccolato.

Ben al sicuro dalla rissa che si era appena scatenata gli altri guardavano la scena, chi con più interesse chi meno, mentre sedevano attorno al fuoco scoppiettante situatosi al centro della sala.

- Ridendo e scherzando, quei due là sono i più diabolici qua dentro.- La ragazza dai grigi capelli diede voce ai pensieri di tutti i presenti continuando a sorseggiare placidamente una bottiglietta di plastica, che dall'odore che emanava, poteva tranquillamente contenere kerosene.

- Victoria, si può sapere cosa diavolo stai bevendo?- Chiese con curiosità Ryoko mentre giocava con una sua ciocca dei bruni capelli continuando ad arrotolarsela attorno al dito ed osservava il soffitto della caverna.

Victoria la osservò per un momento per poi stappare di nuovo la fiaschetta ed annusarla sospettosamente, in seguito inarcò le sopracciglia, alzò le spalle ed avvicinò di nuovo le labbra viola alla bocca della fiaschetta me le venne prontamente strappata di mano da Nahim.

- Dai qua, donna.- Senza tante cerimonie la annusò profondamente e il suo colorito roseo divenne presto cianotico, poi prese a tossire ed a strofinarsi il naso con una mano mentre con l'altra restituiva il maltolto alla ragazza.

- Oddio, ma è acido! Come cazzo fai ad essere ancora viva? Non dovrebbe corroderti l'intestino o cose del genere.- Chiese mentre continuava a grattarsi il naso ed iniziavano ad arrossarsi anche gli occhi.

Victoria guardò prima la fiaschetta, poi i presenti che la osservavano allibiti e ignorandoli apertamente prese un sorso dalla fiaschetta e lo assaporò attentamente e lentamente.

- In effetti aveva un sapore strano... comunque è molto buono, volete favorire?- Chiese garbatamente allungando la bottiglietta verso i presenti, facendo ciò ne rovesciò una piccola parte sulla lastra di roccia che si corrose all'istante.

Tutti rimasero a fissare allibiti il buco che l'acido stava formando in quel masso spesso venti centimetri.

Tony, senza mai distogliere lo sguardo dal foro che si era venuto a formare, la prese cautamente e la annusò a distanza di sicurezza.

- Victoria, ti rendi conto che questo è acido nitrico? Potrebbe tranquillamente corroderti gli organi interni, se non farti un buco che comincia dalla tua cavità orale e termina... nel tuo orifizio da cui escono gli escrementi.- Le disse restituendole la sua bottiglietta.

Cage, sentendo quello, sputò all'istante quello che stava bevendo, annusandolo e constatando che fosse “solo” Gin.

- Però vi siete dimenticati di una cosa.- Riprese a bere lei, quasi sfidandoli.

-E cioè?- Le chiese Cage con fare annoiato distogliendo lo sguardo dal suo bicchiere.

- OMMIODDIO, HA PARLATO! Credo sia la prima volta che sento la tua voce.- Si entusiasmò Yelle.

Cage la guardò con i suoi due fari ambrati e emise un basso ringhio.

- Buoni, buoni. Si può sapere di che cosa ci saremmo dimenticati?- Le chiese Ryoko osservandola ed inclinando leggermente la testa.

- Io, secondo quello psicopatico di professorone che ha creato questa diavoleria in cui siamo rinchiusi, sarei uno zombie. Perciò è altamente possibile che sia più resistente di voi...- Continuò la ragazza.

- Oppure che tu sia già morta e per questo tu sia completamente vuota o putrefatta. Mi sorprendo che tu non puzzi di morto.- La interruppe Nahim massaggiandosi il pizzetto con fare pensieroso.

- Parla quello con due proboscidi in testa.- Ribatté acida l'altra.

- Uuuuuh, questa brucia.- Ridacchiò Tony osservando con interesse lo scambio di frecciatine in corso.

- Non sono proboscidi, sono due corna da Badass, a me piacciono. Almeno io non sono di un colorito che tende al color vomito-di-scimmia-appena-vomitato.- Ribatté indispettito l'altro.

- Almeno avessi un po' di capelli per coprirle, invece la tua testa sembra un'anguria... Ah, no, scusa, la tua è più dura.- Si scaldò la grigia.

- Al tuo posto me ne starei zitta, i tuoi capelli sono color topo di fogna. Perché non hai mai provato a tingerli?-

- Uh, uh.- Cage si lasciò scappare una risatina al “gentile” scambio di opinioni che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi in quell'istante.

- E te cosa vorresti Micetto?- Gli chiese sempre più incazzata la ragazza.

- Uh, uh Micetto.- Ridacchiò a sua volta Nahim.

- Perlomeno io li so usare i miei poteri.- Li liquidò glaciale.

- Uuuuuuuuuuuuuuh.- Fecero il coro Yelle, Ryoko e Tony, che avevano tirato fuori dal nulla un pacchetto di pop corn e si godevano la scena, poi spostarono gli sguardi verso gli altri due.

- Umphf.- Sbuffò indispettita Victoria per poi alzarsi e girarsi verso Nahim.

- Andiamo ad allenarci SUBITO.- Lo prese di peso e lo trascinò nella zona della caverna completamente ricoperta da pannelli di metallo.

Tony ridacchiò e si scambiò un bro fist con Cage mentre Yelle e Ryoko ripresero a chiacchierare del più e del meno osservando gli altri che continuavano a darsele di santa ragione.





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Ore: 14.30

Luogo: Quartier generale dei ribelli.



Una donna entrò nello studio a passo di carica dirigendosi rapidamente verso la scrivania dietro alla quale si trovava un omone dalla pelle scura, le spalle larghe quanto un armadio quattro stagioni davano l'idea che potesse spezzarti anche solo sfiorandoti, i profondi occhi neri fissi su una cartina fissata con un coltellaccio sul tavolo si soffermavano di tanto in tanto su punti indefiniti della mappa per poi continuare la loro ricerca. Stancamente si passò una mano sopra la testa calva e alzò lo sguardo verso la nuova arrivata.

I lunghi capelli corvini erano raccolti in una coda che lasciava libera qualche ciocca ribelle che incorniciava il volto, l'incarnato pallido metteva in risalto le labbra purpuree e i due occhi azzurri, che in quel momento risplendevano di pura rabbia. Il suo, stranamente, acerbo corpo era fasciato da una tuta nera aderente e legata in vita aveva una cintura dalla quale pendevano i più svariati oggetti

- Perché hai ritardato la preparazione per la prossima missione?- Gli chiese a bruciapelo, senza girarci molto attorno.

- Una sensazione...- Rimase sul vago l'altro.

- Una sensazione... UNA SENSAZIONE? Morgan, ti rendi conto che potresti benissimo star mandando all'aria un'operazione che stiamo organizzando da settimane per una sensazione!- Sbraitò lei gesticolando nervosamente.

Ignorandola si avvicinò alla porta, rimasta aperta fino ad adesso, e la richiuse controllando che nessuno si stesse interessando a quello che stava accadendo in quella stanza.

- Ho prove che possono permetterci di chiarire quello che è successo in quella maledetta Cupola, ma ho paura che possa esserci una talpa tra i miei. Non voglio rischiare, per questo ho dato l'ordine di ritardare l'operazione perché qualcuno, in incognito e senza dare nell'occhio, se ne occuperà prima.-

- E fammi indovinare, me lo hai detto solo perché mi vuoi molto bene, vero? Già tornare a giocare guardia e ladri con l'AOC non mi rende per niente felice, se poi ci aggiungiamo il fatto che stai coinvolgendo anche le mie ragazze ancora meno. Ma non andrò a rischiare la vita in uno dei tuoi assurdi piani di riconquista della Repubblica. Quella l'abbiamo persa da tempo, adesso bisogna solo riuscire a sopravvivere finché non si trova un posto migliore per morire.-

- Cecile, sai perfettamente non ti chiederei niente se tu non fossi la mia ultima risorsa...- La pregò lui.

- Morgan c'è un motivo se ho smesso di essere una ribelle, e tu lo conosci perfettamente. Perciò sai anche che la mia risposta sarà sempre NO.-

- Cé...-

- NON OSARE USARE QUEL SOPRANNOME, non lo uso più da quando... da molto tempo. Non risvegliare ricordi che ho cancellato Morgan.- Lo pregò lei.

- Cecile, in questa missione andremo solo io e te. Ho bisogno di qualcuno che mi guardi le spalle e l'unica persona di cui mi fidi ciecamente a questo mondo, al momento, sei tu.-

Lei lo guardò scettica, ne aveva visti di uomini nella sua vita ed aveva imparato a riconoscere ogni loro più piccolo inganno, aveva affinato le sue capacità di leggere i movimenti, i comportamenti per definire il carattere di una persona, aveva imparato a non fidarsi di chiunque, aveva imparato a non avere pietà per quegli essere spregevoli che avevano il cervello in mezzo alle gambe, aveva imparato a soggiogarli al suo volere, aveva indurito il suo cuore fino a renderlo di un ghiaccio che aveva colorazioni simili ai suoi occhi glaciali.

Ma in quel momento non aveva la minima idea se fidarsi dell'uomo che aveva di fronte oppure mollare tutto ed andarsene.

Si lasciò cadere su una sedia presente nello studio, chiuse gli occhi e prese una sigaretta da un pacchetto tirato fuori dalla cintura..

Se la mise in bocca e l'avvicinò ad un accendino precedentemente estratto dallo stesso pacchetto.

Tirò una boccata ed inspirò il fumo.

Espirare.

Fumare.

Inspirare.

- Quella è la nona o la decima?- Chiese sospirando pesantemente l'omone.

- Sono al secondo pacchetto.- Rispose l'altra.

- Quindi?- Le chiese.

- Probabilmente la ventiduesima.-

- Ah.-

Nessuno dei due aggiunse altro, semplicemente rimasero a fissare il nulla, ognuno perso nei propri pensieri.

Dopo alcuni minuti solo lo sfrigolio della sigaretta che veniva spenta sul tavolo ruppe il silenzio.

- Facciamolo.- Parlò di colpo lei.

- Cosa?-

- Questa missione, facciamola. Un'ultima missione insieme.- Si fermò un attimo e il suo sguardo si ammorbidì un poco -Per lui.- Aggiunse.

- Va bene, per Alex.- Accettò grato Morgan.

- Che la tua anima riposi in pace, vecchio mio.- Pregò mentalmente il capo dei ribelli.

- Veglia sempre su questa idiota.- Aggiunse guardando di sottecchi la donna, che in questo momento stava uscendo dalla porta da cui era entrata.

- A che ora partiamo?- Chiese senza mai guardarlo in faccia.

- Tra due giorni, alle tre di notte.-

Senza aggiungere altro uscì e richiuse delicatamente la porta d'ingresso, con le spalle abbassate sotto il peso di ricordi troppo dolorosi e ferite non ancora rimarginate.





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Ore: 05.40

Luogo: La Quercia.



La mattina seguente Shi ed Edward si alzarono, come sempre, prima di tutti rimanendo un attimo ad osservali mentre dormivano, qualcuno più rumorosamente degli altri.

Nahim dormiva agitatamente sul pavimento, era stato sbattuto fuori dal letto durante il sonno da Victoria, che adesso abbracciava il braccio di Cage inglobandolo nel suo prosperoso petto e continuando a mormorare frasi incoerenti.

I due gemellini, nonostante avessero un letto a testa, dormivano tutte e due abbracciati nel letto del fratellino, quest'ultimo bellamente stravaccato con la bocca aperto e una bolla al naso mentre la sorellina era tutta accoccolata al suo lato.

Koneko, acciambellata su sé stessa come un gatto, e Shail dormivano beatamente sopra il povero Blaze, che rischiava di morire soffocato, ma era troppo pigro per cacciarle e non voleva rischiare di nuovo la vita come la sera precedente.

Ryoko si era tirata le coperte ben oltre alla testa, per questo motivo aveva i piedi che le uscivano da sotto e che, di tanto in tanto, tiravano un calcetto alla testa Nahim.

Tony russava ed era piazzato perpendicolarmente alla sua cuccetta, il suo piede sopra la faccia di Shoichi e la sua testa orientata in un angolatura altamente anormale poiché schiacciata contro le natiche di Yelle.

- Uhuh, devo assolutamente esserci al loro risveglio.- Ghignò Shi guardando la scena.

Intanto Edward era andato vicino a Tsuki, che dormiva leggermente più lontana dagli altri, e le stava guardando il viso, in quel momento solcato da rughe di sofferenza.

Con delicatezza le toccò leggermente la fronte, solcata da una lunga cicatrice, e la vide rilassarsi all'istante sotto quel tocco così gentile.

- Ancora incubi?- Gli chiese Shi da dietro con fare leggermente disattento.

Senza rispondergli Ed si alzò e si diresse all'esterno aspettando sull'uscio che l'altro lo raggiungesse.

- Comunque oggi ti spacco il culo.- Gli disse mentre uscivano.

- Sogna caro mio, sogna.- Ribatté Shi.

I due si allontanarono un po' per evitare di svegliare i compagni, poi si misero uno di fronte all'altro e si studiarono per qualche istante.

- Mani nude?- Chiese Edward mentre si raccoglieva i capelli bruni in una crocchia.

- Mani nude.- Rispose l'altro mentre spostava la lunga treccia violacea con riflessi blu dietro la schiena, gli occhi rossi dall'iride a forma di croce scandagliarono un attimo la zona per essere sicuro che non ci fosse nessuno nei paraggi.

Senza che nessuno dei due dicesse niente si scagliarono l'uno contro l'altro in perfetta sincronia, Edward iniziò con un pugno all'altezza del viso che venne prontamente schivato dall'altro e che rispose con una ginocchiata a basso ventre, evitata a sua volta con un leggero salto all'indietro. Ed si lanciò in una serie di attacchi mirando solamente con calci e pugni il viso del suo avversario, mentre lui continuava a schivarli inclinandosi verso destra o sinistra, poi un calcio più potente e veloce del solito gli colpì le braccia con cui si era precedentemente riparato la faccia facendolo strisciare di qualche metro.

- Questo era uno buono.- Ridacchiò Shi spostandosi di nuovo la treccia alle spalle.

- E non hai ancora visto niente.- Ribatté l'altro lanciandosi in un'altra serie di attacchi ravvicinanti sempre più serranti.

Presto Shi si ritrovò con le spalle contro un albero e si maledì mentalmente per non essersene accorto prima, schivò il calcio di Ed (che andò a scheggiare l'albero) usando come appoggio l'albero stesso e lanciandosi con una capriola alle spalle dell'altro

Si girò in tempo per vedere un altro pugno in rapido avvicinamento circondato da un'inquietante fumo verdognolo, si inclinò all'indietro in una perfetta mossa in stile Matrix, si appoggiò a terra e rispose con un calcio mirato alla rotula dell'avversario.

- Pensavo avessimo detto mani nude.-

- Ma io non sto facendo niente.- Disse Edward, sinceramente sorpreso di vedere quel fumo verdognolo che gli stava rapidamente circondando tutto il braccio.

- Ma che cazzo è quella roba?- Chiese Shi accorgendosi solo in quel momento che l'albero che aveva precedentemente colpito Ed stava lentamente marcendo.

- Questa, miei cari ragazzi, è un'ottima domanda.- Disse una voce alle loro spalle.

- MA CHE CAZZ... LEARY!- Urlarono in contemporanea alla vista dell'autoproclamato scienziato. - Dove diavolo eri finito? È da quando siamo arrivati che non ti vediamo.-

- Come va la vita.- Li salutò lui inclinando la testa.

- Fino a due secondi fa' bene.- Si lamentò Edward osservando come il fumo verde si stesse diffondendo per tutto il suo busto.

- Calma mio caro Edward, calma. Finalmente hai sbloccato i tuoi, poteri non chiedermi né come né perché affinché non ne ho la minima idea. Uh oh.- Ridacchiò l'altro quando si ritrovò due paia di occhi ben più che incazzati ad osservarlo.

- Come si spengono? E se dici “non ne ho idea” giuro che ti spacco la faccia.- Lo minacciò Shi notando con preoccupazione che la massa si stava propagando per tutto il corpo del compagno e che stava raggiungendo la terra.

- Ed, chiudi gli occhi e respira profondamente.-

Il ragazzo fece quanto gli era stato detto, si rilassò e abbassò leggermente le spalle.

- Lascia vagare liberamente i pensieri- mormorò lo scienziato. - Svuota la mente. Sei nella tua testa...-

Allontanandosi dal fumo verde che si stava espandendo anche a terra, uccidendo qualsiasi pianta con cui venisse in contatto, Shi commentò - Questa frase non ha minimamente senso.-

- Shhh, ci vuole silenzio. Immagina di essere dentro la tua mente, fatto? Bene. Immagina che sia un luogo senza pareti, né soffitto, né pavimento. Tu sei al centro di questo spazio e davanti a te si trova una sfera.- Edward annuì. - Adesso toccala leggermente, non schiacciarla e non darle colpi, cosa succede?-

- È durissima, non riesco a fare niente. Sta uscendo un piccolo filamento dalla parte superiore. Lo tocco?-

- Sì, cerca di rimetterlo all'interno della sfera.-

Edward inarcò un attimo le sopracciglia poi, di colpo, il fumo verde sparì completamente, come risucchiato all'interno del suo corpo.

Leary ridacchiò leggermente. - Congratulazioni Edward. Hai sbloccato i tuoi poteri.-

- Vecchio pazzo, come sapevi queste cose?- Gli chiese sospettoso.

- Libri fantasy, aiutano sempre.- Rispose allegro.

Shi si sbatté incredulo la mano sulla fronte, le lunghe orecchie a punta che fremevano dall'irritazione.

Il bruno osservò incredulo la sua mano e provò a fare qualche incantesimo o robe simili.

- Come li attivo?- Chiese un po' deluso.

- Immagina di essere di nuovo in quel luogo con palline colorate e tutto il resto. Di che colore era la sfera?- Gli domandò Leary.

- Verde.- Gli rispose.

- Pizzicala e plasmala. Inizialmente sarà un po' dura al tatto, ma tra poco dovrebbe assecondarti. Poi dalle la forma che vuoi. Domala. Doma i tuoi poteri.-

Ed si corrugò un secondo prima che riaprisse gli occhi e distese il palmo della mano su cui apparve un piccolo globo verdognolo che si muoveva allegro.

- Oddio, Shi, guarda!- Esclamò eccitato all'amico che scrutava curioso il piccolo globo.

- Però mi raccomando non devi MAI eccitarti troppo se no la tu...- Leary non riuscì neanche a finire la frase che la piccola sfera partì a razzo e si andò a schiantare contro un uccellino che stava placidamente appollaiato su un ramo uccidendolo all'istante.

I tre rimasero a guardare il piccolo animale a terra che veniva percorso da delle contrazioni molto dolorose finché non cessò di muoversi.

- Per l'appunto.- Sospirò lo scienziato passandosi stancamente una mano tra i ricci capelli.



















Angolo dell'autrice.



Come oso definirmi un'autrice? SONO MESI CHE NON AGGIORNO, MESI.

Faccio schifo *si rintana in un angolo a deprimersi*

Però, notizia notiziona, d'ora in poi cercherò di aggiornare ogni due settimane...

cri cri cri



L'importante è crederci è-é





Informazioni utili e inutili.

- Le costellazioni citate sono tra le più famose... e quelle che mi ricordavo dalle lezioni di astronomia.

- Il suono del corno che si utilizzava durante la caccia alla volpe è questo qui:

http://www.youtube.com/watch?v=0WdaPFXghnM

- La canzone western che canta Safaia mentre cavalca quel gatto troppo cresciuto è la versione originale di Oh Susanna, non piangere perché... Io da piccola cantavo la versione non molto educativa.

- Per chi non lo sapesse, anche se ne dubito, una gattara è una vecchietta che vive circondata da gatti. *viene inseguita da Koneko armata con una mannaia*

- La Delizia al cioccolato è questa qui : http://altaristorazione.myblog.it/media/02/02/144810761.jpg

- L'acido nitrico è altamente corrosivo, irritante e instabile.

- Il gin è un liquore è un distillato forte dal retrogusto e dall'odore del ginepro.

- Non ho idea di quale sia il colore vomito-di-scimmia-appena-vomitato

- Il “bro fist” è quando due persone fanno pugno contro pugno (non avevo la minima idea di come spiegarlo).









Midori augura pace e prosperità a tutti voi, miei amati recensori *si rivolge al nulla*

Spero possiate perdonare il mio orribile ritardo *continua ad essere accolta dal silenzio più totale*

Amen







Gli oc utilizzati non sono di mia proprietà, ma appartengono ai rispettivi creatori.





   
 
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