Elena e Stefan.
 

Stefan ed Elena.
 

Hai sperato, pregato, sognato per così tanto che quei due nomi potessero avere di nuovo qualcosa in comune, oltre che il solito fratello di troppo. Per quante notti hai parlato con un dio che forse non meriti neanche, chiedendo di riportarla da te? E poi, quella sera, così, inaspettatamente – o forse te lo aspettavi, chissà – è arrivata.
 

La tua mente, offuscata da un desiderio che per troppo tempo hai dovuto nascondere, controllare, è riemerso più prepotente di quanto non abbia mai fatto lo squartatore, il mostro. Sì, perché l’amore per quell’unica donna è come una bestia indomabile che, per quanto tu riesca a trattenerti, scatena sempre gli istinti più reconditi, più inconsci. Più veri.  
Avresti voluto continuare all’infinito. Proseguire per quel tracciato sterrato e pericoloso. Insinuare le mani tra i suoi capelli morbidi e a fondo, sotto la sua pelle, per non lasciarla più andare. Avresti voluto dimenticare chi sei, chi è. Avresti voluto cancellare il mondo e tornare, per un solo breve istante, lo Stefan di un paio d’anni fa. Con l’Elena di un paio d’anni fa. Umana, fragile, coraggiosa… e perdutamente innamorata di te.
 

Che sapore ha la delusione? Non è amaro, né acido, né salato… è un misto di aromi che avevi imparato a conoscere così bene e che, tutto a un tratto, sono diventati estranei, sconosciuti. Indistinguibili. Il sapore di emozioni che ti hanno riempito la vita, le hanno dato un senso. Il sapore di sentimenti che poi si sono spenti e ti hanno tolto tutto; di qualcosa di perfetto che poi è cambiato.
Non poteva essere vero. Ci sei già passato, ricordi? Credere di aver trovato l’altra metà di quella mela, che per tanto aveva vagato in cerca di una completezza inarrivabile, ti ha portato più volte sul ciglio di un precipizio senza fondo e ti ha spinto giù, in cerca di una fine che non poteva arrivare. Ti sei illuso, per poi accorgerti che le cose belle non sono destinate a resistere allo scorrere del tempo; che, forse, le cose belle nemmeno esistono. Sono solo la proiezione fittizia di desideri che non verranno mai esauditi, di fantasie troppo ardite.

E adesso che il trucco è stato svelato e Katherine ha commesso il passo falso che vi ha permesso di toglierle quell’eterna maschera di truffatrice, di manipolatrice, di regina degli intrighi, cosa ti è rimasto?
Niente, o forse solo il pensiero che la tua cosa bella fosse Elena. Una cosa bella che non è più tua e, forse, non lo è mai stata veramente.
 

*cit. “Un attimo ancora” – Gemelli Diversi.






Ammetto che non so nemmeno io cosa ho scritto e perché. Mi scuso per questa oscenità e mi appello all'infermità mentale.
Au revoir.

Fair