{ Spazio dell'autrice:
questa è la mia prima storia "romanzata", ecco, e l'idea mi è venuta ispirandomi al personaggio di Jane Austen.
E' ambientata a fine Settecento, e la nostra protagonista è una fan accanita della Austen.
Specifico che questa è la bozza iniziale, e mano a mano inserirò dei passaggi, che verso la fine dell'Estate si trasformeranno in veri e propri capitoli.
Ma per ora, questo è il capitolo di introduzione. Grazie per aver letto!}


Di norma, si è tenuti a sapere cos’è l’amore, soprattutto se si è giovane, bella e povera, perché solo ai poveri era concesso entrare a conoscenza di questo nobile sentimento, pareva.
Perché, vi starete chiedendo, solo persone di basso rango percepivano tale emozione?
Ebbene, non esiste una vera risposta. Sinceramente, non lo si sa e basta.
Forse, si tende a credere che chi è povero coglie di più il valore delle piccole cose che si ha, non come i ricchi, che danno tutto per scontato.
Una prova poteva essere Mrs. Cavendish: cinquant’anni di matrimonio è ancora, quando le si chiede con gentilezza “secondo lei, cosa può essere l’amore?”  quest’ultima scoppia in una grassa risata, manda giù un enorme biscotto dei suoi e –tra una parola e l’altra- sputacchia, guardandoti fisso negli occhi e dicendoti
-Soldi! Dove credi che sarei ora se non avessi sposato Mr. Cavendish? Sei davvero convinta che io ami quell’uomo?-
Eppure, Jane, nei suoi lunghi e piacevoli racconti sapeva tutt’altro, dell’amore cortese.
Cortese, dolce, elegante, passionale –forse-.
Era questo, l’amore.
Oppure no?
Oppure l'amore poteva tentatore, ostile, severo e fondamentalmente proibito? E la ricerca? La ricerca di questo così definito nobile sentimento, da cos'era dettata?
Dal cuore o da istinti umani ancora repressi, se non soffocati?
Non lo sapeva. O meglio, la sua penna ne aveva una vaga idea, ma l'esperienza... Dio, l'esperienza veniva a mancare vergognosamente, lasciando Jane con un buco nel cuore.
Era un buco particolare, strano, che si rifiutava di essere colmato in maniera banale, ottusa, da un qualsiasi giovanotto di passaggio, pronto a servirsi del cuore di una creatura ancora inesperta.
E allora che cosa fare, se non cercare con curiosità e passione?
Sua madre una volta le disse "bada bene, Jane, di saper distinguere il vero fuoco dell'amore da una fiammella del desiderio", ed era proprio vero. Per questo la giovane aspettava ed attendeva -con ansia, certo- l'arrivo di quel caldo fuoco.
Eppure, ogni tanto si guardava bene intorno, domandandosi con una punta di angoscia cosa fosse l'amore.
E allora lo ritrovava ovunque, con forme e storie diverse.
Lo dicevano anche i romanzi della Biblioteca di suo padre, gli occhi di sua madre e le parole di sua sorella.
Ma questo, pensò lei, era l’amore visto da loro.
L’amore visto dalla madre mentre impastava i dolci, dal profumo dei libri senza età di suo padre e dai racconti la notte –quando il cielo era pieno di stelle e loro due si tenevano per mano- da parte di sua sorella.
E per Jane? Cos’era l’amore?
Allora lei prese un foglio di carta sbiadito ed intinse la penna d’inchiostro nel calamaio, con fare convinto, per poi incominciare a scrivere.
 
L’amore è gentile, dolce e raffinato.
Non è mai poco aggraziato.
È sempre sfacciato ed impertinente. Ma mai silenzioso o calmo.
È delicato come la carezza di una madre.
L’amore non è sensibile né tantomeno aggressivo.
È chiaro, realmente semplice ma profondamente complessato.
Non pretende nulla, se non il bacio.