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Autore: whiteangeljack    05/03/2014    8 recensioni
Tra coccole e scherzi innocenti, a volte anche a casa Munari può risultare difficile riuscire ad alzarsi per andare a lavoro...
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claudia Munari, Gabriel Antinori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: piccola shot senza pretese. Non sapevo bene come regolarmi con il rating quindi chiunque ritenga che vada alzato, beh... chieda e sarà fatto! Per il resto spero che vi piaccia. fatemi sapere cosa ne pensate!!!
Buona lettura.


 
Di barba sfatta e ricatti

 
The stars
The selfsame sky
For love of you
 
- Jen Bervin


 
 
Labbra contro labbra.
Socchiudi appena gli occhi: “Buongiorno…” Ti passi una mano sul viso. Senti le coperte frusciare, ti volti, guardi l’orario.
 Le sette e mezza.
 Sbuffi e riaffondi la testa nel cuscino.
“Buongiorno…” la voce di Claudia ti raggiunge da poco più in basso. Ha la testa coperta per metà dall’orlo del piumino, le braccia distese mollemente sul tuo petto e gli occhi ancora appannati dal sonno ed è bellissima. Non riesci a pensare ad altro mentre la guardi e quando lei ti sorride, sollevandosi quel tanto necessario per ricongiungere nuovamente le vostre labbra, arrossisci di colpo rendendoti conto di aver appena dato voce a quel pensiero.
“Anche tu…”
Inspiri, attirando languidamente il suo corpo contro il tuo. Le mani di Claudia scivolano lentamente verso il basso, si insinuano tra le coperte, le sue unghie si appuntano sulla tua schiena.
Sai che non dovresti farlo: sono già le sette e mezza e fra meno di venti minuti dovrai essere fuori casa se intendi arrivare in tempo per la prima lezione della mattina, ma non riesci ad evitarlo. Semplicemente ti è impossibile staccarti da lei. E in ogni caso anche se ci riuscissi, sai bene che alla fine Claudia avrebbe la meglio. Ne hai la prova proprio in quel preciso istante quando Claudia,  cogliendo al volo la tua indecisione, si stacca dal materasso per mettersi a cavalcioni su di te.
Non hai idea di che tempo faccia fuori, ma improvvisamente hai come l’impressione che l’atmosfera nella stanza si sia surriscaldata. Il respiro ti si mozza in gola e: “Claudia..” la ammonisci ribaltando le posizioni.
“Hai la barba sfatta” ridacchia lei strappandoti un bacio a tradimento e scostandosi poi quel tanto necessario ad osservarti. Ha gli occhi dorati, socchiusi a un soffio dal tuo viso, le braccia ancora allacciate al tuo petto. Segue un minuto di stasi in cui la fissi stranito, non sapendo esattamente cosa fare, come reagire. Hai la testa vuota, leggera, sgombera da ogni pensiero e da ogni logica sensata. E lei è così bella, così Claudia, da renderti anche il minimo gesto difficile da mettere in atto.
“Come scusa?” Sussurri a bassa voce, confuso. Hai ancora la voce roca.
“Hai la barba sfatta. Non puoi andare in università con la barba sfatta e non hai abbastanza tempo per farla. Ergo: non puoi andare in università.”
Un attimo di distrazione: ti basta un attimo e Claudia è nuovamente sopra di te. I suoi capelli ti piovono addosso, il suo sguardo docile ha in sé qualcosa di pericoloso che ti cattura.
“Non puoi andare in università” ripete. Ma data la posizione in cui vi trovate trovi che la definizione più adatta alla frase sia quella di ordine.
Sorridi esitante, lasciando scivolare le dita sulla sua nuca, attiri la sua bocca sulla tua ma lei, con un ghigno fugace sulle labbra, si sposta.
“Prima questo!” Ribadisce, sventolandoti davanti il telefono. Sbuffi.
“Non posso credere che questa conversazione stia avvenendo davvero…”
“Ah-ah!”Ghigna diabolicamente lei, sottraendosi ad ogni tuo sforzo di sorvolare la questione. “Prima il dovere…”  
Ti lasci ricadere pesantemente sul letto, pregando con tutto il cuore che non intenda finire la frase.  
“Che cosa scrivo?”Sospiri.
“La verità.”
Aggrotti le sopracciglia e la tua espressione deve all’improvviso aver assunto dei contorni molto buffi, perché Claudia scoppia improvvisamente a ridere.
“Digli che non ti senti bene.”
Il ticchettio dei tasti è un rumore insopportabile rispetto al tintinnare cristallino della sua risata.
“Fatto?”
“Non ancora…”
“Fatto?”
Sbuffi, mordendoti un labbro quando le dita di Claudia si intrufolano sotto la tua maglietta, portandola via nel passaggio.
“Fatto???”
“N-no…”
Il respiro ti si spezza in gola e cerchi di trattenerti, davvero, ma quando le sue unghie ti sfiorano gli addominali, ti trovi a ridacchiare.
“Scusa” ti affretti a dire, scosso dalle risate, nascondendo il viso contro il cuscino per il tempo necessario ad inviare il messaggio.
Claudia inarca le sopracciglia e rimane per un istante a guardarti, stupita.
“Soffri il solletico?”
“No.”
“Davvero?” E nel chiederlo ti punzecchia i fianchi. Cerchi di afferrarla e di ribaltare le posizioni ma non ci riesci. Claudia è troppo veloce e troppo furba e: “Oddio, basta! Ti prego, mi arrendo!” Ti ritrovi a supplicare, intrecciato in qualche modo assurdo al suo corpo.
“Allora, sto aspettando una risposta…” ghigna lei, stendendoti contro i cuscini.
“Sì- ridacchi tu, ancora rosso in viso per le risate- sì, a entrambe”.
Riprendete a baciarvi, labbra contro labbra, gli occhi scuri di Claudia precipitati nell’azzurro impossibile dei tuoi. Ed improvvisamente tutto è perfetto, insensato e bellissimo.
Impossibile e innegabilmente improbabile come è sempre stato e come dovrebbe essere.
Sempre.
 
 

 
  
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