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Autore: Nimel17    06/03/2014    2 recensioni
Spoiler della terza stagione.
Perchè la Regina Cattiva ha sempre avuto bisogno di Rumpelstiltskin.....
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima avessero trovato Henry, prima sarebbero tornati a Storybrooke e quella follia sarebbe finita. Non era abbastanza quello che credeva di dover sopportare: un viaggio con Biancaneve, il suo principe ed Emma Swan era già abbastanza duro di per sé.
Le dita le si contrassero ancora una volta, come se credessero di stringere in mano il cuore della sua nemica: a causa sua aveva perso le due persone che aveva amato di più, ma tutto questo veniva in secondo piano rispetto a Henry.
Non bastava che ci fosse anche Rumpelstiltskin: probabilmente non avrebbe mai saputo per intero i suoi trascorsi con Cora, ma le bastava il ruolo che aveva giocato nella morte della madre.
No, il suo cuore doveva a tutti i costi mettersi di mezzo. Cominciava a capire perché Cora le ripetesse fino allo sfinimento che l’amore era debolezza.
 
Stanca di girare intorno, di dover reprimere la magia, si era allontanata dai due idioti e dai due quasi piccioncini ed era andata a cercarlo. Al diavolo il parlare di gruppi, Regina sapeva che l’avrebbero sempre considerata cattiva, non importava quanto avesse potuto sforzarsi. Dio solo sapeva che ci aveva provato, in passato, ma non aveva ottenuto nulla.
C’era solo una persona che poteva aiutarla, per quanto le costasse chiedere a lui.
Lo vide seduto su un tronco, e il respiro le si bloccò quando si accorse che non era solo.
Qual era il suo nome? Margie? Verna?
Poteva sentire, dopo ventotto anni, la sua voce soffocata che rispondeva: Belle.
Era ovvio che Rumpelstiltskin credeva di parlare con un prodotto della sua immaginazione, ma sicuro come l’inferno non era un prodotto della sua.
“Allontanati!”
Sciocco. La guardava inorridito mentre strangolava l’Ombra Belle con un incantesimo. Doveva ammetterlo, era una cosa che avrebbe voluto fare sin da quando aveva conosciuto quella ragazza, così ingenua e sognante. Ma al tempo era una pedina di valore e l’aveva risparmiata.
Finalmente, la sagoma della fanciulla si dissolse nell’Ombra di Pan, che scomparve presto dalla loro vista. Il suo mentore era sconvolto, gli occhi pieni di sofferenza.
Lo capiva: anche lui, come lei, aveva bisogno di aggrapparsi all’unica persona che lo amava.
E lui l’avrebbe aiutata a salvare suo figlio, per questo l’aveva salvato.
Non perché fosse stata, per un attimo, preoccupata per lui.
 
“Ti ricordi l’incantesimo?”
La sua espressione era impassibile, fuorché una luce ironica nei suoi occhi scuri. Gli lanciò un’occhiataccia. Le era difficile distinguere il signor Gold da Rumpelstiltskin, ora che indossava i suoi vecchi vestiti. E questo le riportava alla mente altri ricordi.
“Ti ricordi l’incantesimo, dearie?”
Una giovane Regina evocò nella sua mano destra una palla di fuoco. Un tempo ne sarebbe stata spaventata, piena d’orrore, ora sentiva solo gioia, adrenalina, potere. Il suo maestro si lasciò scappare una risatina acuta, gli occhi che brillavano maliziosi sotto i riccioli che scendevano sulla fronte.
“Molto, molto bene, dearie.”
Non permettendosi più di distrarsi, fece addormentare i Bimbi sperduti. Baelfire la superò, subito seguito dal padre, eppure lei avrebbe giurato d’aver sentito un sussurro.
“Molto, molto bene.”
 
Stupida Biancaneve. Era colpa sua se erano tutte e tre legate ad un albero: oh, non poteva farsi venire in mente che nessuno è così idiota da lasciare in bella vista un oggetto pericoloso come il Vaso di Pandora a meno che non voglia attirare qualcuno in trappola?
Ora lei, Sua Altezza ed Emma erano bloccate a sentire la vanagloria di un adolescente.
“Questo è l’Albero dei Rimpianti, sapete. Qui abbandonai mio figlio.”
Regina socchiuse gli occhi, ignorando le esclamazioni incredule di Biancaneve. C’era qualcosa, nei suoi lineamenti spigolosi…
“Sono più vecchio di quel che sembro. Ho abbandonato mio figlio per avere la giovinezza eterna, ed ora lui è intrappolato.”
Stava ammirando la scatola con un sorrisetto soddisfatto e lei non riuscì a trattenersi.
“Tuo figlio è Rumpelstiltskin?”
Si sentì invadere dalla rabbia. Per quanto non lo avesse mai ammesso, nemmeno con se stessa, lei e il suo maestro erano incredibilmente simili: entrambi erano stati feriti da chi si fidavano in nome del potere, ne erano diventati schiavi e si erano feriti a vicenda.
Lui l’aveva plasmata e usata perché scagliasse la maledizione, lei gli aveva portato via e nascosto per quasi trent’anni l’unica persona cui tenesse.
Lei aveva progettato con la madre di ucciderlo, lui aveva manipolato Biancaneve perché uccidesse Cora quando lui era troppo debole per farlo.
Aveva sempre tentato di superarlo, il suo unico desiderio era stato per lungo tempo sentirlo riconoscere… con ammirazione… che lei aveva oltrepassato le sue aspettative, e allora Regina avrebbe potuto indulgere nel pensiero che loro due erano destinati ad essere insieme, dove appartenevano.
Daniel era stato il Vero Amore di Regina, Rumpelstiltskin il desiderio sepolto della Regina Cattiva.
Eppure, non era andata così… ma realizzò anche che non aveva rimpianti.
Lui non era mai stato suo e la maledizione le aveva portato la sua unica gioia reale, Henry.
Si staccò senza fatica dall’albero e strappò il cuore del figlio da Pan, mormorando che era tempo di salvare il loro bambino.
Ma non dimenticò il Vaso di Pandora.
Aveva sconfitto momentaneamente Pan anche per lui.
 
“Dimmi che non la tenevi qui.”
Le sue parole sarcastiche le ferirono le orecchie, ma al tempo stesso la fecero sentire al sicuro, in qualcosa di familiare.
Nella Foresta Incantata nessuno aveva mai osato sfidarla, a parte la continua faida con Biancaneve.
A Storybrooke, Emma Swan era stata una nemica, poi un’alleata insolente.
Ma Rumpelstiltskin era l’unico che la schernisse, facendola sentire impotente.
“Dovrei muovere un po’ di cose per fare spazio alla tua rabbia, Regina?”
“Il mio albero di mele sta marcendo, perché?”
“Forse è il tuo fertilizzante.”
“Non sono felice.”
“Credevo che l’ufficio del dottor Hopper fosse in fondo alla strada.”
“Voglio un bambino, Gold, e ho bisogno del suo aiuto.”
“Lusingato, ma non interessato.”
“Non in quel senso!”
Razza di folletto contorto.
Nonostante ciò, Regina sorrideva.   
 
  
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