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Autore: Nimel17    06/03/2014    3 recensioni
La nascita della strega cattiva dell'Ovest....
Spoiler per la terza stagione
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cora, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una giovane donna stava afferrando le lenzuola, i capelli appiccicati alla fronte bagnata di sudore.
Era il dolore più lacerante che avesse mai provato…. Un coltello che la pugnalava infinite volte.
Doveva resistere. Lei non era una debole.
Avrebbe fatto ciò che andava fatto.
Quanto dolore… la sua magia era completamente inutile, ma non l’avrebbe usata comunque per paura di ferire la figlia.
La levatrice le passò una pezzuola fresca sul viso bollente.
“Forza, ragazza, manca poco! Devi spingere ancora un po’! Quando arriverà tuo marito?”
La giovane rise a denti stretti. Suo marito non sarebbe mai venuto, se lei era stata davvero brava a coprire le sue tracce. Per fortuna la bambina era prematura… questo avrebbe allontanato eventuali sospetti.
Se a corte qualcuno avesse saputo che era incinta…
Fuori, un lampo squarciò il cielo senza stelle, mentre un tuono rimbombava in lontananza. Stranamente, quella tempesta la rassicurava. Se l’era aspettato, che sua figlia sarebbe nata in una notte simile.
Urlò, incapace di trattenersi mentre cercava di spingere di più. Si chiese se ce l’avrebbe fatta… e se la piccola non fosse uscita mai più?
E se fosse morta?
No… non poteva morire, non ora che era così vicina ad attuare la sua vendetta.
“Aspetta… ce la fai a metterti più seduta, ragazza?”
Pazientò mentre la levatrice le alzava il cuscino. Il letto era ridotto ad un disastro di sudore, liquido e sangue.
Doveva concentrarsi sulla bambina… non sul dolore.
La sua bambina sarebbe stata la chiave… avrebbe scagliato una maledizione che avrebbe tolto il lieto fine a tutti gli abitanti della Foresta Incantata. Sorrise, persa nella fantasia di come tutti i torti subiti sarebbero stati vendicati una volta che la figlia sarebbe diventata regina.
Avrebbe dimostrato a tutti che lei era molto di più della figlia di un mugnaio.
La levatrice le strinse la mano e continuò ad asciugarle il viso.
“Ssh… ssh… va tutto bene, povera cara. Vuoi che ti racconti una storia, per distrarti? Il più è fatto, solo poche spinte e ci siamo.”
La donna accarezzò l’idea di rubare la voce a quella sciocca, per non sentirla ancora cianciare su quelle stupidaggini. Cosa credeva che stesse facendo, da chissà quante ore?
La rabbia la investì e con un grido riuscì a dare la spinta finale, mentre tutto intorno si diffondeva un’ondata di magia violacea.
Respirò a pieni polmoni, lasciandosi ricadere sfinita sul cuscino.
La magia le era venuta in aiuto… ma quale sarebbe stato il prezzo da pagare?
La levatrice la stava guardando inorridita… No, non lei, ma la neonata.
“Che… che cos’è questa? E quella onda strana…”
Vedendo che l’altra stava per urlare, Cora chiamò a raccolta le sue forze e le afferrò il cuore, stringendolo tra le dita prima di estrarlo.
“Vedi, questa è la questione… di solito non lascio che la gente se ne vada in giro a spiattellare i miei segreti.”
La curatrice rantolò, gli occhi quasi fuori dalle orbite, e si accasciò a terra non appena il suo cuore venne ridotto in polvere.
Cora si sedette sul bordo del letto e respirò profondamente. L’uso eccessivo della magia così presto l’aveva sfinita, ma almeno non avrebbe avuto testimoni scomodi. Si girò a prendere la sua bambina e soffocò a stento un urlo di sorpresa.
“Non è possibile…”
Sua figlia aveva due grandi occhi scuri, bellissimi e intelligenti, con dei bagliori dorati come se racchiudessero dell’ambra in fondo alla loro oscurità.
Aveva una piccola bocca rosea, un nasino a punta, manine dalle dita che si agitavano nell’aria, la pelle morbidissima ma…
Verde.
La prese in braccio e l’alzò, meravigliata. Così piccola, eppure già così potente… era stata lei a provocare quell’ondata di magia uscendo dal ventre materno.
Non potè fare a meno di essere felice notando una parte del suo antico amore in lei, negli zigomi alti, negli occhi, nella bocca.
La cullò tra le braccia e l’avvicinò al seno, gli occhi vacui. Non avrebbe dovuto provare nulla per quella piccola creatura, eppure già un barlume di affetto stava sbocciando in lei, come il dolore che la faceva piangere mentre comunicava a Rumpelstiltskin la sua scelta.
Lo stava ingannando… se avesse avuto ancora il suo cuore era certa sarebbe corsa da lui come una patetica cagnolina, con la figlia che lui non sapeva di avere.
All’epoca non sapeva di essere incinta, e la consapevolezza che, se Rumpelstiltskin l’avesse scoperto, l’avrebbe costretta a dargli la bambina come previsto dal loro accordo l’aveva spinta alla massima segretezza e precauzione.
Nessuno avrebbe potuto dubitare dell’identità del padre, con quella pelle.
Tuttavia… Cora era sicura che non fosse lei la figlia della profezia. Lui le aveva detto chiaramente che si sarebbe chiamata Regina davanti a tutta la corte… no, Regina sarebbe stata concepita da quell’essere inutile che era Henry. Non poteva  essere altrimenti.
Lavò meccanicamente la bambina, avvolgendola in un panno di velluto caldo.
Immaginò, per un solo istante, di aver scelto di essere la moglie del Signore Oscuro invece del principe… ma scosse la testa quasi subito.
L’amore era debolezza e lei non era una debole.
Questo pensiero la fece decidere e alzò la testa, sollevando la neonata in modo che si guardassero negli occhi.
“Elphaba… mia piccola Elphaba… ti voglio bene, ma sei un ostacolo nel grande schema del futuro. Io devo completare la mia vendetta, tuo padre deve trovare suo figlio… se sapesse della tua esistenza, dovrà rinunciare a tutto quello che ha fatto finora, proprio come me.”
Le diede un bacio sulla fronte liscia, chiudendo gli occhi per non vedere quello che sembrava uno sguardo di rimprovero negli occhi della piccola Elphaba.
“Andremo ad Oz, tesoro… lì crescerai bene, te lo prometto.”
      
 
 
 
 
  
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