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Autore: FeelingRomanova    06/03/2014    3 recensioni
Ludmilla ha avuto una giornataccia, e per completare il quadro cade dalla bicicletta. A soccorrerla e a tamponarle le ferite arriverà Nata. La sua amica.
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Dedicata Jelena_99
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ludmilla, Naty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Why do you do it?

 
 
 
Ho risposto  male a mamma. Risultato? Sono in punizione, niente limousine, mi tocca andare a scuola in bici. Sono stata attenta a non passare davanti a nessuno che mi conoscesse, ma non posso evitare di passare davanti a casa di Nata. Non ho altra scelta, a meno che io non voglia arrampicarmi sui tetti, devo farlo.
Odio andare in bicicletta. L’ho sempre odiato e…
“Maledizione!” imprecai, volare giù dalla bici e finire sull’asfalto rovente di Giugno non era il massimo.
Mi misi a sedere, per constatare se mi fossi sbucciata o qualcosa di simile. Una fitta mi attraversò il ginocchio. Diciamo che entrambe le ginocchia erano andate a farsi fottere, avevo una mano più rossa che altro, mentre fui fortunata, la testa era sana e salva, neanche un graffio, ebbi davvero tanta fortuna, perché diciamo che odio anche il casco…
Credo proprio che questo sarà uno di quei giorni nei quali tornerò a casa, mio padre mi chiederà “Come è andata oggi?” ed io risponderò “Maledizione al momento in cui sono uscita di casa!” avrei salito le scale con un passo leggero quanto quello di un elefante zoppo e avrei sbattuta la porta di camera mia. Mi sarei rifiutata di cenare a tavola e Isabella mi avrebbe portato la cena in camera, mio padre mi avrebbe sgridata perché non ho cenato con loro e sarei uscita dalla finestra per andare in giardino. Avrei passato la notte sull’erba umida, guardando le stelle, cercando la mia.
Cercai di mettermi in piedi e, se pur con qualche difficoltà, ci riuscii, ma la mia caviglia non sembrava volerne sapere di reggermi, e non aveva esattamente un bell’aspetto. Ero riuscita a rompermi una caviglia cadendo dalla bicicletta? Più facile che mi fossi solo fatta male, ma in ogni caso avevo tanta voglia di rompere l’osso del collo a qualcuno. Zoppicai fino alla bici, la rimisi in piedi, ma mi rifiutai di rimontare in sella, in quel momento avevo una voglia matta di gettarla nel fiume.
“Ludmilla!” urlò una voce dietro di me. Grande. La mia vittima. Capita a fagiolo. Mi girai, pronta ad urlare contro quel poveretto, ma quella poveretta era Nata e per qualche motivo decisi che ne aveva sentite troppe, per cui strinsi i pugni, nonostante il dolore alla mano, per cercare di trattenermi, anche se un calcio alla bici non mi tolse nessuno la possibilità di tirarlo. “Ludmilla, che hai fatto?!?” chiese allarmata “Mi sono truccata per una festa di Halloween! Ma che domande, è ovvio che sono caduta!” ero abbastanza su di giri, quindi non avevo molta voglia di rispondere gentilmente, non che l’avessi mai fatto, ma in quel momento meno del solito.
“Vieni dentro, dai” mi disse Nata “Certo, così la tua simpaticissima sorellina può infastidirmi un altro po’!” sbottai. Preferii non usare il termine che avevo in mente, sia per definire Luna, Lena, o come cavolo si chiama, sia per dire cosa avrebbe potuto fare “Lena non c’è. E nemmeno  i miei, se è quello che ti preoccupa” spiegò Nata. Sbuffai, ma alla fine accettai, dopo tutto ero ridotta piuttosto male.
Nata mi aiutò ad entrare, nonostante cercassi di camminare da sola, mi fece sedere sul divano e cominciò a tirare fuori da un armadietto cotone, disinfettante e un altro paio di boccette che ero sicura mi sarebbe venuta voglia di lanciarle dalla finestra appena il liquido che contenevano mi avesse toccato la pelle.
“Ora sta ferma” mi disse. Non sapevo perché, ma avevo tanta voglia di non darle retta. “Ahi!” esclamai “So che brucia, ma se stessi ferma andrebbe molto meglio” mi disse lei, col tono di una madre che sgrida la figlia.
Col passare del tempo la mia rabbia si tramutò in una curiosa gratitudine. La osservavo sempre più attentamente mentre mi passava bende bagnate sulle sbucciature, o mentre tamponava un graffio. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo. Forse era la destrezza e la sicurezza con la quale Nata sembrava maneggiare le varie bende, forse era la risata che mi faceva scappare un urletto isterico che faceva ogni volta che arricciavo il naso, però, nonostante i miei urletti, la risata di Nata veniva dal cuore, più rideva, più il mio cuore si alleggeriva, più sorrideva più mi sentivo accettata.
“La mano” mi disse. Gliela porsi. Come la benda la toccò il bruciore mi pervase ogni singola cellula, e cominciò a pulsare più di prima, ma lei continuò e il dolore sparì quasi del tutto.
Alzai la testa, finalmente avevo capito cos’era quella curiosità, cos’era quella gratitudine, cos’era quella sensazione  “Perché lo fai?” chiesi, con un filo di voce “Lo faccio perché ti voglio bene”
Rimasi spiazzata. “Lo faccio perché ti voglio bene” quelle parole mi risuonarono nella mente all’infinito.
Come faceva a dire una cosa del genere. Io non meritavo una persona come Nata, lei è sempre stata altruista,  gentile ed anche paziente, perché per sopportare una come me ci vuole veramente molta pazienza. Io l’ho costretta a vivere nella paura quasi tutta una vita, ma lei tiene lo stesso a me. Nonostante i miei innumerevoli difetti lei tiene a me. Io non la merito,ma le mi vuole bene  e per questo le sarò sempre grata.
“Grazie Nata, grazie di tutto”

 

Angolo autrice: 
Allora, per adesso mi rivolgo a tutti, dicendovi che spero che la storia vi sia piaciuta anche se non è il massimo.
Mentre ora mi rovolgo a Jelena_99, o meglio, alla mia Vale.
Sai, avevo pensato di dedicarti una Diemilla, ma la verità è che non so scrivere su questi due, mi sono scervellata per due settimane, ma ho scritto solo due righe malandate. 
Allora ho pensato di cambiare, di dedicarti qualcosa di vero. 
Ho pensato a cosa sei per me.
Ho sempre pensato che scrivere quello che si prova per una persona fosse molto più facile che dirlo, per cui eccomi qui.
Ci conosciamo da poco, è vero, però ogni giorno mi strappi un sorriso, ogni giorno mi fai commuovere, o mi lusinghi. Perché sei un'amica, forse penserai che io sia sciocca, ma non potevo non dirtelo. Di solito faccio fatica ad aprirmi alle persone e quelle che entrano da subito nel mio cuore sono poche, e tu ci sei riuscita. Spero che il tuo regalo ti piaccia, perché non posso offrirti altro se non la mia amicizia.
Io non so come tu faccia a sopportare una come me, io so di non meritare una come te, però sei al mio fianco, e per questo ti ringrazio.
Grazie per tutto.
Buona Compleanno,
La tua Supernova

 
  
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