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Autore: _ K I A R A _    06/03/2014    2 recensioni
Dietro la ragazza sicura di sč,arrogante e perfida,Ludmilla Ferro ha una storia.Ha un passato.Ha una piu' che valida ragione per essere quello che č.Non tira mai fuori la vera sč.Solo con lui.La storia di una bambina,di un'ignorata,di una delusione,di un'adolescente,di un'amore,di una veritą.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Federico, Ludmilla, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ludmilla Ferro:la verdadera mi.
All'epoca ero poco piu' di una bambina.
Non meritavo quello che ho passato.
Io non avevo alcuna colpa,ma quei due esseri che ho per genitori a quanto pare non mi capivano.
All'etą di 12 anni,quando tornavo da scuola con un'occhio nero o con qualche parte del corpo slogate per colpa dei bulli,ritrovavo una donna seduta su un divano.A non fare nulla.A guardare fissa lo schermo accesso,ma era evidente che non era minimamente interessata ai programmi.Un uomo seduto sulla sedia in cucina col giornale davanti agli occhi,ma era evidente che non era minimamente interessato a cio' che leggeva vagamente.
Io:"Buonasera madre,buonasera padre".
M:"Vai in camera tua a studiare".
Io:"Certo madre".
P:"E chiama al ristorante per ordinare tre pizze,sbrigati".
Io:"Lo faccio immediatamente padre".
Una vita cosģ non la meritavo,per nulla.
Ma il giorno peggiore doveva ancora arrivare.
Quel giorno dormii all'ospedale.
Non era colpa dei bulli.
Ma di mia madre.
Tornai a casa.
M:"Ludmilla Susanna Ferro!!".
Io:"Sģ madre?".
Mi tirņ uno schiaffo in viso.
Io:"Ma che stai facendo?!".
M:"Io ti odio!".
Io:"Che ho fatto ora?".
M:"Sai che pessima impressione faccio sui genitori dei tuoi amici?".
Io:"Quale madre?".
M:"Quella dell'idiota!".
Io:"Per quale motivo?".
M:"Perchč ti fai picchiare e prendere in giro da tutti!!!!".
Io:"Madre mi spiace..".
Lei prese un coltello.
Io:"Madre non...".
Chiusi gli occhi.
Fortunatamente i vicini sentirono i rumori e la fermarono in tempo.
Di quel giorno mi rimane questa ciccatrice che porto sulla mia spalla.
Una volta portata in prigione,mio padre era diventato il mio unico punto di riferimento.
Ma il lavoro lo occupava 24 ore su 24.
E neanche lui mi voleva bene,o almeno come un padre ama la figlia,lui non sapeva amare.
   
 
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