Non
riuscire ad amare
L’orgoglioso
Principe dei Sayan. Così ormai mi chiamano. Sembra che il
mio nome non possa
essere diviso da quell’aggettivo che identifica una
caratteristica di tutta la
mia razza, ma mia in particolare.
Quella
piccola parola, di sole dieci lettere, racchiude il motivo per cui
Bulma mi
guarda risentita dopo avermi detto una volta di più
“Ti amo” e aver udito, una
volta di più, il suono del silenzio. Per cui gli occhi di
Bra faticano a
trattenere le lacrime quando mi dice “Ti voglio bene,
papà” e non sente la
risposta che vorrebbe. E per cui anche Trunks soffre,
benché, grazie alla
caratteristica da me ereditata, riesca a nasconderlo molto bene.
Orgoglio.
L’ho perso da tempo. Penso che l’inizio della fine
sia stato proprio quel
giorno in cui sono atterrato su questo maledetto pianeta. Sconfitto da
uno
nemmeno degno di essere chiamato Sayan, ridotto in fin di vita,
costretto ad
andare su uno sperduto pianetino alla ricerca di sette sfere che
avrebbero
potuto procurarmi l’immortalità, pensare di poter
sconfiggere colui che ha
distrutto la mia razza, proprio da lui ucciso, ma non prima di aver
visto il
mio eterno nemico ad un livello di potenza che da sempre mi ero imposto
di
raggiungere. Se non è perdita di dignità
questa… ma il bello è arrivato quando
sono stato riportato in vita sulla Terra. Quel demone azzurro con poche
parole
mi ha imprigionato nella sua rete e non sono stato più in
grado di liberarmene.
Neanche quando quel mago da strapazzo mi ha riportato alla mia vera
natura sono
rinsavito; passata l’euforia del momento, mi sono –
rendiamoci conto – pentito
di aver ucciso tante persone e
di aver contribuito alla possibile distruzione della Terra. Pentito a
tal punto
da sacrificarmi per coloro che, qualche anno prima, non avrei esitato a
distruggere con le mie mani. E poi, onta delle onte, mi sono alleato
con il mio
peggior nemico, che ora non riesco più neanche a definire
tale.
Perciò
possiamo proprio dire che il mio orgoglio mi ha salutato tanto tempo
fa. E
allora cos’è che mi frena dal dire a mia moglie
che l’amo e ai miei figli che
voglio loro bene come nient’altro al mondo? Forse il fatto
che per amare una
persona bisogna donarsi completamente a lei, mostrarle quello che hai
dentro di
te. E io non voglio assolutamente. Nessuno deve vedere
l’inferno che ho dentro
perché nemmeno io ho il coraggio di affrontarlo. Non so come
potrei essere oggi
se non avessi affrontato quello che ho affrontato, ma è
andata così. E ora non
mi resta che seppellire il mio passato dentro di me, chiuderlo con un
lucchetto
e buttare via la chiave. È questo il mio modo di amare:
proteggere le persone
che mi vogliono bene da ciò che sono stato. Ma a causa di
questo non sarò mai
in grado di rispondere “Anche io” a Bulma e Bra,
né sarò mai capace di
abbracciare mio figlio. E volendo possiamo aggiungere anche questo
all’elenco
delle mie sconfitte: il fatto che, piuttosto che
“l’orgoglioso Principe dei
Sayan”, mi si addice più il titolo “Il
Principe dei Sayan, incapace di amare”.
Ciao
a tutti! Eccomi tornata con un’altra one-shot…
spero che
prima o poi troverò il coraggio di comporre fic un
po’ più lunghe!
Questa
è una riflessione su un aspetto che mi ha sempre
affascinato del Principe dei Sayan: il fatto che non riuscisse mai ad
esprimere
i suoi sentimenti; mano a mano che scrivevo, però, mi sono
accorta di descrivere
più che altro me stessa… e questo è il
risultato! Non ho ritenuto necessario
mettere l’avvertenza OOC, ma se pensate che vada messa
avvertitemi!
Questo
è tutto... anzi no. Volevo cogliere l’occasione
per
ringraziare, cosa che non ho mai fatto prima (sono imperdonabile), chi
ha
recensito le mie fiction You’re a
father
(Sweetgirl91,
vegetina94, Me91, sonsimo)
e Quando te ne andasti (_Chichi_94,
Bulmalicious,
lauratheangel, SerenaChichi, LadyDreamer).
Grazie
davvero a voi, a chi lascerà un piccolo commento a questa
fiction e a tutti
coloro che semplicemente leggeranno!!
Sissi
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