Sangue
regalato…
Amore
trovato…
Il
moro strinse gli occhi convulsamente ricordando la frase che il fratello gemello
gli aveva detto prima di partire per l’ospedale:
“per ogni fiala
di sangue regalato,
un fan è
guadagnato!!!”
si…
certo… come no…
intanto era lui che non sopportava per niente la vista
del sangue ed era sempre lui che ora stava lì ad aspettare che l’infermiera gli
forasse la pelle e iniziasse a dissanguarlo lentamente
-si rilassi
Signor Kaulitz- gli venne
detto
-come
faccio???- rispose lui stringendo, o
meglio stritolando, il bracciolo della poltroncina su cui stava
seduto
-respiri
profondamente…ecco…finito!!!-
Il
ragazzo aprì dapprima un occhio solo per verificare che “l’operazione” fosse
davvero conclusa, poi aprì anche l’altro e tirò un sospiro di
sollievo.
-ora signor
Kaulitz le conviene andare al bar che si trova al piano superiore e ordinare
qualcosa di molto, molto zuccherato- gli consigliò l’infermiera dai capelli chiari raccolti
in una stretta crocchia, vedendo il colore decisamente pallido di Bill e così
fece il ragazzo. Prese le scale mobile che portavano al piano di sopra e si
sedette ad un tavolino del bar dopo
aver ordinato una cioccolata con la panna e triplo
zucchero.
-scusa
posso???- chiese una voce
femminile.
Lui
istintivamente alzò lo sguardo è incontrò quello della sua interlocutrice; era
la ragazza più carina che avesse mai visto: i suoi capelli color castano chiaro
e leggermente mossi erano legati in una coda bassa ricadente sulla spalla
sinistra e gli occhi color nocciola erano perfettamente incastonati nel viso dai
lineamenti fini e dalla carnagione chiara quasi pallida.
-certamente-
rispose il moro scostandole appena
appena la sedia accanto alla sua.
Lei
sorrise per ringraziarlo e, sedutasi, ordinò al barista di portarle la solita
spremuta d’arancia con una spruzzata di cannella; a quanto pareva era una
cliente assidua del bar dell’ospedale, ma non di certo per malattia, lei era
così bella, si ritrovò a pensare Bill.
-ah...dimenticavo...- aggiunse poi la brunetta dandosi una lieve pacca sulla
fronte e distraendo il suo compagno di tavolino dai suoi pensieri –io sono Samantha,ma tutti mi chiamano
Sammy, tanto piacere-
-ah…ehm…io
sono Bill- rispose lui prima di
stringerle la mano che le parve fragile come cristallo.
Passarono meno di dieci minuti prima che la brunetta
salutò Bill e il barista di nome Ruggero, per andare in chissà quale ala
dell’edificio a salutare chissà quale malato di sua
conoscenza
***
Erano passati esattamente quattro mesi da quando era
entrata in ospedale per la sua strana anemia da cui era lentamente e
faticosamente guarita; ed ora eccola lì, di fronte alla villa di chi per tutti
quei mesi le aveva donato il sangue per scacciare quella malattia che l’aveva
costretta a continue trasfusioni.
Per
l’occasione si era vestita il più carina possibile che
poteva:
una
dolcevita bianca spuntava da un maglioncino nocciola tagliato sotto il seno in
tinta con la gonna che le arrivava al ginocchio.
Si
sistemò meglio la coppola di lana panna e la sciarpa in tinta, mentre
fantasticava su che aspetto potesse avere il “suo
consanguineo”.
Suonò il campanello emozionata a tal punto che quando
qualcuno dall’altra parte del citofono rispose quasi non le uscirono le parole
di bocca e dovette schiarirsi la voce
-ehm…sono qui
per Bill Kaulitz…è in casa per caso???-chiese Sammy leggendo il foglio che le avevano
rilasciato all’ospedale su sua richiesta…non sapeva perché ma qual nome le
ricordava qualcuno, ma non avrebbe saputo dire chi - Non ho avvertito
e…-
-certo!!!
Arrivo subito- rispose il Kaulitz
interrompendola con tono dolce – mi vesto
e arrivo…intanto entra pure nel giardino-
Le
fu aperto il cancello e lei fece come le aveva detto la voce rimanendo
impressionata dal verde curatissimo di quel posto; attese ancora qualche minuto
in cui credette di svenire per l’emozione, poi la porta principale della casa si
aprì e per la seconda volta rivide quegli occhi del suo stesso colore e
circondati da un pesante e alquanto affascinante trucco nero fumo e fu così che
si rincontrarono:i due ragazzi che si erano visti per la prima volta al bar di
un ospedale, ora erano di nuovo uno di fronte all’altra, imbarazzati ed
emozionati allo stesso tempo.
-Tom ci aveva
quasi azzeccato- sorrise Bill mentre
andava incontro alla sua Samantha che in contemporanea avanzava verso di lui
pensando esattamente la stessa cosa:
“per ogni fiala di
sangue regalato
L’amore ho
trovato!!!”
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