Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: bic    07/03/2014    5 recensioni
Valar Morghulis.
Due parole che le avevano aperto la strada verso un mondo nuovo, diverso da tutto ciò che fino ad allora aveva conosciuto...
Dove la porterà il viaggio che colei che un tempo era Arya Stark sta compiendo?
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Daenerys Targaryen, Gendry Waters, Jon Snow, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Partirono molto presto, le ombre della notte non si erano ancora diradate del tutto, Arya aveva sul volto dipinto uno strano sorriso che Jon non fece fatica a decodificare: quando era uscito dalle pozze calde con Ygritte aveva la medesima espressione. Il Lord comandante si appuntò mentalmente di trovare Melisandre e farle compiere un sacrificio di sangue con Gendry, fino a prova contraria era uno dei bastardi di re Robert Baratheon, anche in lui scorreva sangue di re.
Arya salì in groppa a Nymeria e si diressero verso la foresta, poco dopo ne emerse a dorso di Rhaegal con Nymeria che a grandi falcate percorreva la stessa strada.
Jon, con Spettro a destra e Nymeria a sinistra apriva la strada, mentre Arya guidava Rhaegal un po’ avanti e un po’ indietro. Procedettero per diverse miglia prima di accamparsi. Si sistemarono nella foresta, una tempesta di neve minacciava di abbattersi sui Guardiani e sugli Immacolati che li affiancavano.
Gli Estranei portavano tempeste, secondo i racconti della vecchia Nan. Arya fece scendere a terra Rhaegal, Nymeria e Spettro cominciarono a ringhiare. Tutti i soldati tirarono fuori le Daghe di Vetro di Drago, ai lati dell’accampamento si sentì un suono come di ghiaccio che si spacca e dieci Guardiani non risposero all’appello. Jon aveva escogitato un sistema molto rapido per capire se mancava qualcuno: tutti avevano due compagni da cercare in caso fossero stati separati.
Si radunarono tutti il più vicini possibile, Arya si infilò sotto la pelle di Rhaegal per avere una visuale migliore, ma la neve che si infilava negli occhi creava non pochi problemi all’animale che cominciava a scalpitare.
Allora provò con Nymeria fu in quel momento che li vide, non erano più di una decina, sembrava che fossero nudi con la pelle bianca e le ossa che si intravedevano sotto la superficie increspata delle loro armature, gli occhi del colore del ghiaccio, privi di espressione li rendevano oltremodo inquietanti e, accanto a loro, i dieci Guardiani che non avevano risposto all’appello stavano avanzando per un’altra offensiva.
Arya salì in groppa a Rhaegal e si lanciò nella direzione che aveva preso Nymeria, Jon urlò con tutto il fiato che aveva in gola, ma le sue parole furono inghiottite dal ruggito del Drago, poco dopo una enorme fiammata rischiarò l’orizzonte e, improvvisamente come era venuta, la tempesta si acquietò.
Jon corse insieme a Spettro verso Arya, la ragazza giaceva a terra con Nymeria che le leccava una lunga ferita che partendo dal sopracciglio destro arrivava fin sotto i capelli inondando di sangue il viso della fanciulla e il candido terreno circostante.
Rhaegal stava finendo di abbrustolire l’ultimo dei non morti a poche decine di metri di distanza
Jon prese Arya in braccio e corse più velocemente possibile per raggiungere l’accampamento.
 Uno degli Immacolati ricucì il taglio e lo lavò con del vino, poi prese del ghiaccio e lo mise sulla ferita in modo che smettesse di sanguinare.
- Non preoccuparti Lord Comandante, la ferita non è profonda, ma deve riposare, appena sarà pronta riprenderà conoscenza.
La cena fu frugale, anche se la loro prima battaglia poteva considerarsi un pareggio, nessuno aveva veramente voglia di festeggiare.
Il giorno seguente Arya non riprese conoscenza.
- Lord Comandnate, i Bruti dicono che in questi boschi vivano gli ultimi Figli della Foresta, magari possiamo tentare di parlare con loro, senza Arya il drago è ingestibile e potrebbe fare più danno che bene. – il giovane confratello aveva parlato torcendosi le mani.
Durante tutta la mattina una civetta bianca volò sull’accampamento e poi si posò davanti alla tenda del Lord Comandante.
Nymeria la annusò, ma la lasciò in pace, quando riprese il volo, tuttavia, Spettro la seguì.
Era ormai calata la sera senza che Arya si svegliasse e Jon stava cominciando a perdere le speranze. Non aveva abbandonato il capezzale della sorellina nemmeno un attimo e, mentre i suoi uomini rinforzavano il perimetro dell’accampamento, lui aveva pregato gli dei antichi e nuovi, aveva invocato lo spirito di Robb e di Ned perché salvassero la sua piccola Arya. Aveva pianto, imprecato, implorato ed ora non sapeva più quali parole usare.
Spettro rientrò nella tenda e si accucciò vicino a Nymeria.
- Il mio signore vuole la ragazza – disse una voce sottile che proveniva da un angolo buio della tenda.
Jon sfoderò lungo artiglio: - Chi sei, cosa vuoi?
- Posso aiutare la ragazza, ma solo tu e i Metalupi potete venire, porta la ragazza in braccio.
Nemmeno Jon sapeva perché, ma decise di seguire quella voce. I suoi compagni lo videro allontanarsi dalla tenda con Arya in braccio scortato dai due Metalupi, non si resero conto che accanto a Spettro c’era una strana creatura piccola e buffa con gli occhi da gatto e le orecchie enormi ricoperta di corteccia.
Jon si avventurò nel profondo del bosco seguendo la strana creatura e più si avvicinava più percepiva un senso di tranquillità e famiglia. Camminarono quasi tutta la notte, arrivarono davanti ad una montagna, che apparentemente sbarrava la strada, alle prime luci dell’alba: - E adesso?
La creatura passò una mano sulla roccia, prese uno zufolo ed intonò una musica dolcissima aprendo un varco che prima non c’era.
Lo spettacolo che gli si parò innanzi per poco non gli fece scivolare Arya dalle braccia: la grotta era in realtà il cuore di un vulcano quiescente dove, attraverso un gioco di cristalli, arrivava la luce del sole filtrata e, grazie al calore delle fonti sulfuree la temperatura era quella di una perenne primavera, fiori e erba crescevano lì intorno. Sembrava un paradiso in terra.
- Togli le pelli di lupo che porti addosso, svesti la ragazza e posala lì.
Jon fece quanto gli veniva richiesto e adagiò Arya su una lettiga di canne intrecciate. Che la creatura gli indicava.      
- Chi siete?
- Siamo i figli della foresta. Viviamo qui da lunghissimi anni.
Dopo tutto quello che aveva visto nella sua vita Jon ormai non si faceva più domande: - Perché il tuo signore vuole Arya?
- Il mio signore ha visto come ha combattuto la ragazza e vuole salvarla dal sonno della lama lucente.
- Arya è stata colpita da una delle lame degli Estranei?
La creatura annuì.
- Portami dal tuo signore. Aiutami a salvarla.
Una giovane donna si fece avanti:- Quindi tu devi essere Jon Snow e questa è Arya di casa Stark, benvenuti.
- Come mi conosci?
Un ragazzo si avvicinò alla giovane donna: - Io sono Jojen Reed e lei è mia sorella Meera, sembra inquietante, ma in realtà è un pezzo di pane, basta saperla prendere.
La ragazza gli assestò un buffetto sulla testa: - Non mancarmi di rispetto, ragazzino.
- Come mi conoscete? Come potete aiutare Arya?
Joien sorrise: - Tu non sei sicuro di chi sei, ma sai chi ti ha cresciuto e il nostro signore è cresciuto con te. I figli della foresta si occuperanno di tua sorella, lasciala a loro, il nostro signore vuole vederti.
Jon seguì Meera e Jojen in un’altra sala, assiso su un trono ricavato da un Albero Diga, circondato da morbidi cuscini variopinti, un ragazzo di circa tredici anni lo guardava con occhi antichi ed un sorriso complice. Jon corse ad abbracciarlo:- Bran, temevo non ti avrei più rivisto. Non hai idea di cosa è successo in questo periodo, non vorrei essere io a dirtelo, ma Robb e tua madre…
- Tranquillo Jon, so tutto, - il sorriso si intristì, ma poi si riprese – so che sei diventato lord Comandante, che tu e Arya state guidando un contingente contro gli Estranei, che i sette regni brancolano nel buio e nel caos, ma che la luce portata dai Draghi e dalla loro madre potrebbe portare una promessa di primavera. Sono un metamorfo e i miei occhi e le mie orecchie ti hanno accompagnato spesso sula barriera: “Grano, Snow, grano” – disse il ragazzo con voce gracchiante.
Jon scoppiò a ridere: - Quindi eri in contatto con il corvo di Mormont?
Bran annuì.
Jon si fece serio: - Stiamo riconquistando Grande Inverno per Rickon, ma se tornerai sarai tu il Lord del castello. Arya sarà felice di saperti a Grande Inverno, non lo dava a vedere, ma credo fosse un po’ preoccupata di lasciare Rickon da solo.
Bran si incupì: -  No, Jon, non tornerò a Grande Inverno, ormai la mia casa è questa, il mio popolo sono i figli della foresta. -  Jojen e Meera si misero alla sua destra a e alla sua sinistra. – E senza nulla togliere a te, Sansa, Arya e Rickon loro ora sono la mia famiglia.
- Come i Guerrieri sono la mia.   
- Jon, stai dimenticando il piccolo Ben?
Il giovane uomo arrossì: - Non sapevo che fosse mio figlio fino a quando Daenerys non me lo ha rivelato.
- Non mentirmi fratello, - sospirò Bran – Lo hai sempre saputo, solo che non volevi ammetterlo.
- Credi che riusciranno a guarire Arya?
Bran annuì: - Se la ferita fosse stata più profonda o se avesse sfiorato il cuore non ci sarebbe stato nulla da fare, perché le armi degli Estranei trasformano il sangue in ghiaccio, ma visto che è una ferita superficiale alla testa e la testa di Arya è la più dura che i sette Regni abbiano mai visto non credo che i danni saranno permanenti.
Il ragazzo scoppiò a ridere e contagiò anche Jon.
Sapendola al sicuro Jon si fece riaccompagnare al suo contingente e spiegò a Guardiani ed Immacolati quanto accaduto, disse che i figli della foresta avrebbero collaborato per respingere gli Estranei oltre l’Estremo confine a Nord in modo che ci volessero centinaia di anni prima che fossero in grado di affacciarsi nuovamente nei pressi della Barriera.
  
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