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Autore: Laura Carsy    07/03/2014    2 recensioni
Non abbiamo scelto noi di essere mezzosangue, e se state leggendo questo libro e sapete di essere dei normali babbani o mondani continuate a leggere, mentre se siete dei mortali e dentro di voi qualcosa inizia a nascere, bene CHIUDETELO ALL'ISTANTE! E se siete persone normali che vogliono leggere un libro perfetto continuate.Così inizia la nostra storia: fra due profezie e due scelte, tra la vita o la morte.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Castellan, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CELESTE CARSY.

 

 

Era una giornata traumatica, noiosa, e stupida: la quarta scuola che avevo cambiato, che avevamo cambiato. Si, esatto, io e la mia migliore amica Laura Wood, avevamo cambiato scuola quattro volte, beh...io cinque, lei durò di più in una di New York lasciandomi sola con imbranati, eppure siamo sempre state promosse. Mi addormentai subito sul cuscino rosa, che odio più di un criceto che canta musica classica: odio la musica classica, tanto per precisare, e i criceti. E arrivò mia madre con la sua voce acuta e snervante mi gettò per terra urlandomi che mi dovevo svegliare presto la mattina se no mi avrebbe portata da un psicologo, beh il solito psicologo con le lenti a doppio strato. Mi trascinò sul pavimento gelido, e iniziò ad urlare:

-Svegliati imbranata.

E se ne andò con il viso soddisfatto quando notò che avevo aperto l'occhio sinistro. Con tutta la forza che avevo, mi alzai e mi specchiai: quel viso piccolo coronato da occhi grandi e di un castano dorato con la matita scambiata che lo rendeva un buco nero, i capelli in disordine che sembravano i serpenti di medusa, la sapete? Beh, se no meglio così. Vestita, eccolo lì, il tanto atteso pullman giallo che mi portava ogni giorno a quella cosa lì chiamata scuola.
Varcati i cancelli, e la grigia porta, l'aula era più o meno piena alle 8:07, beh ovviamente solo io ero ritardataria.

-Heilà.

Disse Laura, quella ragazza che io chiamo migliore amica da più o meno nove anni.
-Come è andata ieri?
Dissi tutta curiosa, sapete ieri aveva un appuntamento con un certo Fred Goily; ha un cognome troppo strambo, e lui è strambo.

-Nulla di che, l'ho mollato,era strambo.
Rispose.
-Ma no, non lo avevo notato sai...

-Silenzio Laura e Celeste, vi prego, è appena iniziata la scuola, e voi già parlate.

Strillò quella insopportabile McCarter.

-Si, prof non abbiamo nulla da fare.

Risposi sedendomi su quella sedia mal ridotta. Feci uno sbadiglio da leone, spalancai le braccia e dopo un battito d'occhio tutti urlavano, le campanelle suonavano all'unisono, ragazzi che scappavano fuori come tante formiche all'arrivo di un umano che voleva sterminare il loro mondo.
Ed ecco quella capra... beh non proprio una capra, ma aveva sfondato letteralmente la nostra finestra.

-Laura...dove sei?

Urlai a squarciagola confusa dal disordine che si era creato.
Tutti volevano delle spiegazioni, tutti volevano salvarsi a quel ''terremoto'' improvviso. Qualcuno della classe urlava:

-Scappiamo! vagavano per i corridoi calmando ogni alunno anche se avevano più paura di noi,si dimenavano portando gli alunni giù per quelle scale di sicurezza molto più insicure delle normali.

-Qui, ma....cosa succede?

strillò quella solita voce di Laura quando aveva terrore .Ad un certo punto anche i professori divennero formiche:

-Scappate tutti!

Laura ancora ferma al suo posto per terra chiese gridando

-Celeste cosa facciamo ancora qui?

Io la guardai, ma i miei occhi erano socchiusi per la polvere che cadeva, o almeno credo, dal soffitto.

-Non ne ho idea...guarda lì.

Gridai indicando la finestra.

-Dove?

-LA FINESTRA!

Urlai con tutto il fiato che riuscii a cacciare, come una pompa d'acqua trattenuta.

-E' rotta.

Notò Laura, e io la guardai abbassando il sopracciglio come per dire: ''ma scherzi?''
La mezza capra avanzava trotterellando con i capelli ricci stretti al cranio.

-Alzatevi! IL MOSTRO...

Sbraitò e indicò la porta; qualcuno stava venendo, facendo un fracasso pazzesco. La mezza capra aveva le gambe pelose,ma il corpo stranamente era quello di un umano, non si faceva la barba da qualche giorno,anzi settimane, in casi estremi anche mesi. Ormai la classe era tutta deserta e distrutta: la lavagna pendolava da un chiodo, la finestra ormai non esisteva più per il calcio provocato dallo zoccolo,e i muri gialli erano grigi. L'essere gridava al mostro io e Laura ci affiancavamo a lui, e l'origine del fracasso era appena arrivato, affacciandosi alla finestra. Viscido e squamoso,sembrava provenire da una palude, gli occhi erano piccoli e grigi, non aveva un naso ma una bocca talmente grande da occupare metà faccia con dei denti gialli e lunghi e per di più storti, perché non andava da un dentista quando aveva un po' di tempo? Lo guardai a lungo, e nella mia testa regnò il vuoto, non mi domandavo niente, ero solo contenta di aver saltato il compito di geo storia, così imprecai:

-Per tutte le capre del Nord America.

ll tizio balbettò cambiando lo sguardo da Laura a me.

-Va...va bene.

Ingoiò la saliva

-Sentite, prendete queste, le ho portate, mi hanno costretto a portarle.

Cacciò da dietro la schiena due grandissime lame.

-Per voi.

-Ehm...

Lo sconosciuto ci spronò a prendere quelle che sembravano proprio delle spade,lunghe e affilate come si usavano nel medioevo.

-Senti,frutto della mia immaginazione cosa cavolo sono queste?

Gli urlai contro, ma non vi sembra una cosa comica? Ripetiamo il medioevo in geo storia e arriva lui, sia santificato il cetriolo!

-Credo sia chiaro,spade.

Quando la presi in mano capii che non era una spada di cartone come avevo pensato ma quelle davvero pesanti che facevano cadere giù negli inferi.
Laura osservò impassibile:

-Ma sono estinte da un sacco di secoli.
Quasi esaurito il caprone sbraitò:

-Combattete e basta.

-Aiutaci!Non usiamo spesso delle spade.

Gli feci notare, sguainando la spada, ma mi avvicinai al mostro senza terrore, era solo frutto della mia immaginazione no? E continuando a scappare a destra e a sinistra urlai al mostro che era solo un idiota e anche:

-Perché sembra tutto così reale?!

Lanciando fendenti con la spada a casaccio mentre lui attaccava me e Laura.
La cosa non era normale: combattere con un mostro, a prima mattina! Una capra poi, che sfonda un finestra! Gente che gridava perché c'era un terremoto quando invece io sentivo la terra così ferma da farmi paura! Urlai a quel tizio miliardi di cose, e lui non rispondeva, diceva solo che ero una semi-cosa. Quel tizio era frutto della mia immaginazione, e io avevo fatto un lavoro con i fiocchi, non solo con lui anche con il mostro e gli effetti speciali per non parlare con i nomi. La pecora, si rannicchiava ad un angolo, faceva finta di essere coraggioso e rispose alla mia domanda, che feci al mostro:

-Pensi ancora che non sia vero?

-Certo che si.

andando un colpo al polpaccio molto efficace. Mi arrabbiai molto e non riuscii più a contenere la mia ira,gettai tutto quello che la testa aveva messo in piano di dire:

-SEI MEZZO CAPRA C'E' UN MOSTRO DAVANTI A NOI CHE DEVO FARE? ANNUIRE?

Anche il coso dalla faccia di capra era rimasto sconvolto dalla mia rabbia e me ne accorsi subito


-Si annuire. - Abbassando la voce. - Nervosetta eh.

Laura ormai ci era abituata da diversi anni passati insieme fra gioia e tristezza con un pizzico di rabbia quindi rispose concordando con lui:

-Si lo è sempre.

Sempre più arrabbiata tirai con la spada colpi a casaccio con tanta violenza fino a far quasi fuori il mostro.

-Ok sono letteralmente in coma.

Laura girando la spada senza sapere come fare, solo perché stanca di sentire quel ruggito insopportabile chiese:

-Bene, chi distrugge il mostro, il satiro?

E la capra,scoperto finalmente la sua origine con un tono da bambino rispose

-Cerco di non essere offeso!

Io e Laura volevamo a tutti i costi distruggere quel mostro maledetto che aveva stravolto tutti dal momento che aveva sfondato la finestra. Tiravamo colpi con le spade dove? Non lo sapevamo nemmeno noi. Il mostro volteggiava normalmente come se due estranee non fossero pronte a colpirlo con delle lame affilate. Miravamo chi al polpaccio chi alla testa mentre il satiro osservava la scena come se fosse un film,mancavano solo i popcorn. Il mostro sembrò molto turbato dall'attacco,penzolava con la testa da una parte all'altra,il suo corpo dondolava e quasi quasi ci cadeva addosso. Il satiro ci incitava come si fa nelle tipiche partite di football ma dico io PERCHE' NON CI AIUTA STIAMO QUASI MORENDO! ( Beh non proprio, solo Laura.) a paura, beh non c'è l'avevo ero solo sotto shock. Il mal di testa che non avevo aumentava, strano si, ma stiamo parlando di me no? Tutto quel combattere con una spada così pesante, così enorme, non ne avevo mai preso una e, anche senza vedermi, sapevo che me la cavavo con la scherma, una vera guerriera. Laura faceva i suoi colpi da film, ma si fermava un po troppo per guardarsi le ferite, o a vedere la maglia sporca di saliva di mostro... se non avete mai visto una saliva da mostro, è una cosa così viscida squamosa e Schifosa con la 'S' maiuscola. Presa dalla stanchezza e dal nervosismo, gettai un fendente sotto il mento, il punto debole. Il viscido barcollò molto e con un sonoro colpo cadde a terra ormai morto. Si creò un acuto silenzio nella stanza, si sentivano tutte le urla provenire da sotto e anche qualche sirena,erano arrivati pompieri e carabinieri e poliziotti e tante altre macchine strane.
I nostri respiri erano affannosi, beh tranne i respiri del satiro. Ad un certo punto affondai la spada nella testa

-Sapete, ho un immaginazione molto elevata.

Dissi con la gola secca, avevo bisogno d'acqua, tanta acqua, parecchia acqua.

Il satiro mollò le braccia che teneva strette al corpo e fece una buffa risata, non proprio una risata perché era divertito, era più una risata...non so che risata era.

-Abbiamo la stessa immaginazione sai?

Concordò Laura guardando con uno sguardo profondo verso la finestra, si avvicinò e si affacciò guardando tutta quella gente con le lacrime a gli occhi, dallo sguardo sembrava che sperava che nessuno fosse morto, beh lo speravo anch'io. Okay, no, non lo speravo.
Il satiro parlò -Bel lavoro ragazze...

Laura lo guardo -Senti coso...

-Mi chiamo Grover per tua informazione.

La interruppe il satiro.

-Spiegaci cosa è successo o farai la stessa fine di quel coso.

Chiesi buttando in dietro i miei capelli castani.

-Nulla di che siete solo delle semidee... Sapete gli dei dell'olimpo greci? - disse spostandosi di lato in lato alla ricerca di qualcosa.

-Li abbiamo studiati... io li ho studiati, in prima media.

Rispose Laura con il suo tono da so tutto io.
Le scambiai uno sguardo di rimprovero.

-Ehi, ricordi che tu non eri venuta a scuola per una settimana e ti ho dovuto portare i compiti a casa ed era proprio la mitologia greca che avevamo studiato?

Lei girò lo sguardo e approvò in malavoglia. Mi voltai verso Grover che girava la testa come se fosse alla ricerca di qualcosa,non sapevo cosa ma sicuramente era una cosa strana come tutto quello che era successo oggi. Lui disse

-Vogliamo andare,signore?

Io gli feci uno di quei sguardi che avrebbe ucciso davvero un mostro così mi affrettai a difendere la mia giovinezza:

-MA SCHERZI?VENIRE CON TE PER TROVARCI DOVE A UN PUB DELLE CAPRE?NO GRAZIE, IO TORNO A CASA E POI..SIGNORE SEI TU QUELO CHE HA LA BARBA QUI!

Feci per andarmene ma Grover mi prese per il braccio e con voce tremolante protestò

-Smettila,sentite è tutto vero,siete mezzosangue,semi dee capito?Vi devo portare al campo mezzosangue è una missione che mi hanno assegnato,ma vi diranno tutto lì.

Entrambe lo guardavamo,come si guarda un asino che vola,cioè non era molto diverso ad un asino ma ok. Gesticolava e si dimenava per spingerci ad andare con lui. La prima cosa che mi venne in mente fu di rivolgermi ad una persona che assisteva al mio sonno mentre mi rigiravo nel letto:

-Svegliatemi vi prego.

Sembrava davvero un film,uno di quelli con degli effetti speciali da paura e io non lo sopportavo più perché non usciva un registra e delle contro figure.
Laura sembrava più calma di me,ma solo leggermente, anche lei però era sconvolta infatti pronunciò testuali parole(l'ho sentito dire una volta dalla professoressa d'italiano d'allora mi fa ridere):
-Non ci sto capendo più nulla!
Il satiro però voleva che andassimo con lui come se la scelta di andare comportasse la vita,perciò continuava a dimenarsi e dovete saperlo un satiro che si dimena è come guardare un cuscino spupazzato da tanti bambini urlanti. Mi affacciai alla finestra c'erano ancora tutta quella gente che voleva capirci qualcosa in quella faccenda,ma sembrava tanto che la loro intelligenza non arrivasse fino a quel punto.

-Come facciamo a venire con te se là fuori c'è ancora tutto quel ammasso di gente.

Notai.
Laura con un sorriso stranamente maligno rispose:

-Beh... è stato il satiro mi pare ovvio!

Subito quest'ultimo girò la testa di scatto:

-Certo date sempre la colpa alla capra BEEH!

-Sei stato tu o no a sfondare la finestra con il tuo super zoccolo e a far iniziare questo macello che sarebbe dovuta essere una normale giornata di scuola!

Il satiro sbuffò, aveva quasi perso la pazienza e anche io, volevo tornare tanto a casa nel mio comodo letto con la cioccolata calda e far finta che tutto questo non fosse mai successo come del resto stavano facendo tutti. Infatti c'era una macchina per ogni ragazzo della scuola,tranne che per quelli assenti,e si sentivano a poco a poco rumori di clacson per il troppo traffico e signori che urlavano per, come dicono loro,persone ignoranti , che non sanno guidare e che non dovrebbero nemmeno farlo. Sembrava fosse appena venuto un terremoto,i volti delle persone erano tutti bianchi, non sapevo che ci fossero tanti vampiri al giorno d'oggi. Il satiro superò il mostro e si guardò intorno

-C'è un'uscita di dietro?

Chiese molto spaesato.
Laura prontamente rispose ''si'' con un tono di affanno nella sua voce.

-E usciamo con un satiro?

Il satiro non fece caso all'offesa penso che si fosse abituato da quante gliene avevamo dette dall'inizio della giornata rispose solo:

-Loro non vedono quello che vedete voi.

Ed ecco che aveva pronunciato un'altra sciocchezza da aggiungere alla lista infinita di sciocchezze che aveva detto. Anche Laura se ne accorse:

-Sai che non ha senso quello che hai detto?

Grover ormai non rispondeva nemmeno più,iniziò a fare la cosa più strana di quella giornata e questa cosa era davvero da discutere. Si girò e notò l'arcobaleno lieve che proiettava una penna sul pavimento; tirò fuori una strana moneta e balbettò

-Oh dea Iride, accetta la mia offerta mostrami Chirone al campo-mezzosangue.

E puf, quello che possiamo chiamare,una proiezione fatta per aria.

-Grover! Hai trovato Laura e Celeste?

Chiese un uomo da un viso marcato e i capelli abbastanza ricci.

-Si, dopo aver superato un mostro a mani nude da solo le ho trovate.- Si vantò alzando il naso all'insù.

-Senti brutto caprone, io mi sono sporcata dalla sua orribile bava e tu ti vanti per quello che noi abbiamo fatto! Brutto caprone lo faccio a pezzi sul serio.- L'uomo dentro quella proiezione concordò con me chiamando Grover ''il solito''.

-Vi mando dei Pegasi, e arriverete al campo il più presto possibile, Okay Grover?

Disse l'uomo.

-Certo mister capo.

-Dobbiamo uscire, quando Chirone dice che ci manda dei Pegasi, vuol dire che sono già qui.

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-Oh mio dio!

Esclamai alla vista di quei cavalli con le ali, erano bellissimi, sopratutto quello nero.

-Dei, Celeste, si dice ''Oh miei Dei''.

Mi corresse avvicinandosi al muso del cavallo nero.

-Sisi abbiamo capito, ora posso salire?

Chiesi tutta eccitata, ho sempre voluto cavalcare un cavallo, e per di più dei pegasi.
Laura accarezzando uno dei tre pegasi. Dopo mezz'ora riuscimmo a salire tutti sui i pegasi. Era stata la cosa più divertente in quelle due ore, sentire l'aria che ti fischia nelle orecchie, che ti accarezza il viso, era stata una cosa fantastica! In pochi minuti eravamo davanti ad un piccolo cancello con su scritto ''Campo mezzo sangue''.

-Il vostro mondo.

Disse Grover incitandoci a superare quel ''cancello''.

 

  
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