Si
muoveva leggera, dentro quella stanza.
Non aveva
niente da fare, nè tanto meno la voglia di far qualcosa.
Se ne
stava lì, seduta alla scrivania, a battere senza uno scopo
quelle lettere,
quegli inutili pezzi di plastica.
Occupare
il tempo come meglio si può, girarsi intorno, mangiarsi
un'unghia, accarezzare
il gatto.
Rispondi
al telefono, alzi la cornetta, imprechi e butti giù.
Ti alzi,
e ti guardi intorno, sempre più freneticamente, quasi come
fossi su una
giostra, una giostra che non puoi fermare, una giostra crudele, senza
inizio nè
fine.
Una nota,
due, tre, quattro...
Sempre
più freneticamente
cinque,
sei, sette, otto...
Ti fa
girare la testa
nove,
dieci...
stop!
Capolinea!
Si prega
di scendere e andarsene a fanculo!
Ah, la
vita, com'è crudele...
Un giorno
ti accoglie nel suo grembo così caldo e morbido, come quello
di un delicato
uccello del paradiso
Il giorno
dopo ti sbrana, squarciandoti i polmoni e l'intestino, come uno
spietato
coccodrillo
Oppure
decide di insediarsi dentro di te, stare lì, nascondersi,
crescere, crescere e
nustrirsi di ciò che tu gli dai, e poi saltare fuori, e
mostrarsi per il vero
mostro che è...
Nel bene
e nel male...
in salute
e in malattia...
in
ricchezza e povertà...
Lo
voglio
Ah, no,
questo no!
tutto ma
non questo!
no! non
voglio!
NO!
"vuoi
venire con noi?"
"vuoi
indossare questo vestito?"
"vuoi
mandarmi la tua foto?"
"vuoi
parlare con me?"
"vuoi...
NO! NON
VOGLIO UN CAZZO!!!
Voglio
una giornata di pioggia
Voglio
stare da sola
Voglio
Bill Kaulitz
Voglio un
gelato all'anguria
Voglio...voglio...voglio....
che brutta
parola...
Voglio,
voce del verbo volere
che fa
rima di volare
che fa
rima con firmare
che fa
rima con formare...
sto
divagando...meglio così...