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Autore: arangirl    08/03/2014    1 recensioni
Jaime Lannister e Rhaella Targaryen. Un giovane cavaliere e una regina triste, uniti dal fatto di non poter stare con la persona che veramente amano.
Perché ho sempre amato come Jaime si sia preoccupato per Rhaella e per il suo dolore, forse l'unico a farlo davvero in un intera corte che chiudeva gli occhi di fronte alla pazzia di Aerys.
Perché credo che il colpo con cui Jaime ha messo fine alla vita del Re Folle sia stato inferto pensando anche lei.
Ho voluto inserire anche Viserys perché "La regina Rhaella cercò in ogni modo di proteggere Viserys dalla verità su suo padre Aerys II" e mi sembrava giusto ricordarlo, anche per delineare meglio il personaggio di Rhaella.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jaime Lannister, Viserys Targaryen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il calore estivo di Approdo del Re era terribile, e Jaime Lannister pensava che avrebbe finito per essere arso vivo all'interno della sua stessa armatura se non se ne fosse andato da quel luogo al più presto. Sfortunatamente per lui, quel giorno aveva il compito di sorvegliare gli appartamenti della regina Rhaella, e non si sarebbe potuto muovere fino al tramonto. Spostò il peso da una gamba all'altra, cercando di ravvivare la circolazione che sembrava essersi solidificata sotto il sole cocente, mentre leggere perle di sudore gli colavano dalla fronte e dal collo, scivolando leggere dentro l'armatura.

Stava valutando l'opzione di sedersi qualche momento per riprendere fiato, certo che nessuno sarebbe venuto a disturbare la regina a quell'ora del giorno, quando sentì un lieve rumore dietro di lui. Si girò di scatto, la mano sull'elsa della spada, ma si rilassò quando vide il volto della regina. "Vostra Altezza, posso fare qualcosa per voi?" disse inchinandosi. Rhaella gli sorrise e aprì la porta, portandosi alla luce, e solo allora Jaime notò il grosso livido che aveva al collo, come se qualcuno avesse tentato di strangolarla. Sentì lo sdegno crescergli dentro, ma non la sorpresa. La sera prima Aerys aveva bruciato l'ennesimo Cavaliere del Re e dopo uno spettacolo del genere amava intrattenersi con la sua consorte. "Veramente Ser Jaime, speravo di poter essere io a fare qualcosa per voi... Penso siate assetato dopo tutto questo tempo al sole." Con un cenno lo invitò ad entrare e si fece da parte. Jaime si sentiva terribilmente a disagio, il volto di solito composto e sereno rosso per il caldo e per l'imbarazzo. Rhaella chiamò una serva, e le ordinò di portare da bere per entrambi.

Jaime si fissava intensamente gli stivali, senza sapere cosa dire alla splendida dama che gli stava davanti.
Nonostante le occhiaie chiaramente visibili in volto e l'ombra triste che le velava sempre gli occh, Rhaella Targaryen era una delle donne più belle che Jaime avesse mai visto... Dopo Cersei ovviamente. I capelli argentei della sua famiglia su di lei brillavano in modo particolare, e gli occhi viola ricordavano vagamente quelli di un gatto, eleganti e attenti. Tutto in lei esprimeva fragilità, eppure sotto l'aspetto innocuo sembrava celare uno spirito d'acciaio. Altrimenti, e Jaime lo sapeva, non sarebbe mai riuscita a sopportare le violenze del marito. Non per tutto quel tempo, non per tutta la vita.

"Allora Ser Jaime, vi manca Castel Granito?" Jaime pensò di mentire per un momento, ma a che pro? "Si mia signora, sento la mancanza di casa. Della mia famiglia soprattutto." "Avete una gemella giusto? Una fanciulla graziosa a quanto ricordo... Il suo nome... il suo nome... Cersei?" "Si mia signora. E' strano essere separati, da piccoli facevamo tutto insieme." Lei forse avrebbe potuto capirli. Anche se il suo matrimonio era infelice, nella sua famiglia era tradizione sposarsi tra fratelli. Il pensiero di Cersei gli riempì il cuore e la mente, e per un attimo non desiderò altro che correre da lei, gettarsi tra le sue braccia. La serva tornò con una caraffa di vino ghiacciato, e Jaime bevve avidamente dalla sua coppa. "Vi ringrazio mia regina, siete stata molto cortese." Un grido improvviso colse Jaime alla sprovvista, e si girò appena in tempo per schivare un colpo. Ancora spaventato, si accorse dell'identità del suo assalitore quando aveva quasi sguainato del tutto lo spadone da combattimento. Il piccolo Viserys, già gracile di suo, sembrava un piccolo spaventapasseri con il grosso elmo in testa e la spada di legno in mano. Jaime si rilassò e Rhaella si fece avanti con un espressione divertita negli occhi "Vierys, quante volte ti devo dire di non attaccare gli ospiti." "Ma mamma, devo allenarmi se voglio diventare forte come Rhaegar." Il bambino brandì la spada con due mani e la puntò verso Jaime, cercando di fare un espressione minacciosa da sotto l'elmo "Ser Jaime è il cavaliere più forte di tutti mamma! Se sconfiggo lui Rhaegar mi porterà sicuramente in battaglia con lui la prossima volta!" Rhaella lo prese in braccio togliendogli la spada e l'elmo "Sei troppo piccolo tesoro mio. Un giorno, quando sarai pronto, tuo fratello ti farà combattere al suo fianco, ma per ora pensa a giocare..." Viserys non sembrava per nulla convinto "Ma mamma io devo diventare forte adesso! Devo proteggerti!" le manine del bambino accarezzarono gli ematomi al collo della regina, e Jaime non sfuggì il disagio negli occhi di lei. "E' ora di andare a riposare bambino mio" lo baciò delicatamente sulla fronte e poi lo consegnò alla balia, tornando verso Jaime per versarsi un bicchere di vino.

Jaime avrebbe voluto andarsene, eppure il suo corpo restava immobile. Non riusciva a non ammirare la forza d'animo di quella donna, non riusciva a non provare per lei una pena infinita. Una regina infelice come poche, una donna in balia di una bestia con la corona. "Dovrei essere io a farlo." Rhaella lo guardò negli occhi, e Jaime si stupì di aver trovato il coraggio di parlare. "Dovrei essere io a proteggervi. L'ho giurato." Lo sguardo di Rhaella si fece improvvisamente più dolce, e lui tirò un sospiro di sollievo per non averla offesa con le sue parole. "Jaime... Siete mai stato innamorato?" Jaime annuì, senza staccare gli occhi dai suoi "E allora sapete bene la felicità che si prova, quella disperata felicità che ti circorda come una nuvola, mentre tu cerchi di aggrapparti ad essa con tutte le tue forze per non lasciarla andare via. Non sempre ci si riesce. A volte semplicemtente non ci è permesso amare chi vogliamo. Ma non è una scelta, vero?" Lo sguardo di lei si accesse improvvisamente, come animata da una fiamma interiore, e Jaime capì che il ricordo di chiunque Rhaella avesse amato l'avrebbe accompagnata per il resto dei suoi giorni "Non ci è dato di scegliere chi amare." Mai nella vita Jaime aveva sentito parole più giuste "Ma anche quando perdiamo l'amore, ci restano sempre i ricordi. E ci resta il futuro." Guardò con amore la piccola spada di legno che Viserys aveva lasciato sul pavimento "Non preoccupatevi per me Ser Jaime. I miei ricordi mi proteggono, e il futuro mi dà speranza." Si avvicinò a lui e gli baciò delicatamente la guancia "Ma vi ringrazio per le vostre parole. Sono sicura che diventerete un grande cavaliere, e un grande uomo." Gli diede le spalle, e Jaime capì che era il momento di andarsene. Rimase fuori dalla porta per il resto del giorno, senza dare più alcun peso al caldo o al dolore.
  
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