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Autore: Black Drop    08/03/2014    2 recensioni
Soul voltò lentamente il capo verso il comodino, sbirciando l'orario nel display della sveglia. Erano quasi le due e mezza. Notte fonda. Fuori era buio pesto, e lui aveva davvero poca voglia di lasciare il calore delle coperte del proprio letto.
[SoMa più o meno]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dalla fessura sotto la porta poteva vedere il filo di luce filtrare da fuori dalla stanza. Sentiva anche i  rumori, per lo più quello prodotto dallo sportello del frigorifero, che veniva chiuso, e dei passi leggeri e familiari. 
Soul voltò lentamente il capo verso il comodino, sbirciando l'orario nel display della sveglia. Erano quasi le due e mezza. Notte fonda. Fuori era buio pesto, e lui aveva davvero poca voglia di lasciare il calore delle coperte del proprio letto. Nonostante tutto, si sollevò, seduto a gambe incrociate, a ragionare.
Sapeva benissimo che se anche fosse andato in cucina non l'avrebbe convinta a tornare a letto. Non se lei non se la sentiva. Gli avrebbe probabilmente risposto che stava bene e che, semplicemente, non aveva sonno. Avrebbe mentito.
Udì un singhiozzo e percepì una stretta alla gola.
Sbuffando, scalciò via le coperte e buttò giù le gambe dal letto, rimanendo seduto sul bordo. Esitò, osservandosi le ginocchia, indeciso sul da farsi.
- Maka! - chiamò, abbastanza forte perchè lei lo sentisse.
Regnò il silenzio per alcuni secondi, in cui scrutò intensamente la porta, poi vide la maniglia abbassarsi e una testolina bionda e spettinata fare capolino.
La stanza era in penombra, la luce della cucina illuminava un rettangolo nel pavimento e dalla finestra proveniva il debole bagliore dei lampioni e della luna. Soul, però, vedeva benissimo gli occhi gonfi e lucidi della ragazza. 
Lei lo osservò silenziosamente, mordendosi il labbro inferiore, le mani a torturare la maglietta del pigiama.
- Ti ho svegliato? - chiese in un sussurro appena udibile.
Soul scosse lentamente il capo. - Non mi sono ancora addormentato. - mormorò.
Vivendo insieme si faceva l'abitudine alle particolarità dell'altro, e Maka era a conoscenza dei suoi problemi di sonno. Spesso gli ci volevano ore prima di riuscire ad addormentarsi e a volte passava intere notti senza chiudere occhio, guardando la televisione o ascoltando musica. Di contro, una volta addormentato, risvegliarlo era un'impresa. 
La stanza piombò nel silenzio per alcuni secondi, forse un minuto. Soul la studiava, indeciso.
Si alzò in piedi e la raggiunse, nella soglia della porta. Si sporse fuori dalla camera per spegnere la luce in cucina, poi le afferrò delicatamente il polso e la guidò verso il suo letto. Si sedettero sul bordo, le braccia che si toccavano, gli occhi puntati sul pavimento.
- Non riuscivi a dormire neanche tu? - le chiese piano.
Maka fece per rispondere, ma si interruppe quando le sfuggì un altro singhiozzo.
Soul le strinse la mano, intrecciando le dita con le sue. Sentì la sua testa appoggiarsi sulla spalla, il suo corpo scosso dal pianto silenzioso.
Aspettò che si calmasse un poco, poi si spinse verso il cuscino, trascinandola con sè. Le circondò le spalle con un braccio, stringendola al petto. Lei si sistemò meglio, come a cercare la posizione più comoda.
Aveva il respiro affannoso e le tremava il labbro inferiore. I muscoli erano leggermente tesi. Soul le accarezzò piano la testa, mentre lei singhiozzava di nuovo.
- Scu- scusa... - soffiò Maka, la voce rotta dal pianto.
- Perchè ti stai scusando? - borbottò, in risposta, le dita tra i suoi capelli lisci. La strinse di più, prendendo lentamente fiato.
- Maka - iniziò, con un tono di voce basso e serio. - È assolutamente normale che tu ti senta così, non devi scusarti. Sei un essere umano e in quanto tale anche tu ogni tanto hai dei piccoli crolli. Non devi chiedermi scusa. Non devi chiederlo a nessuno.
Maka osservava un punto indefinitò nel vuoto, il capo poggiato nell'incavo del collo di Soul. Le lacrime sembravano essersi momentaneamente fermate.
- Ho provato a dormire. - esordì, in un filo di voce. - Ci ho provato davvero, ma non ce la facevo. Continuavano a venirmi in testa pensieri... brutti. - non trovò una parola migliore.
Soul strinse le labbra, le sopracciaglia chiare corrugate, gettò una fugace occhiata alla frangia bionda della sua partner. Vederla in quello stato lo rendeva triste. E arrabbiato.
- Che pensieri? -
La sentì raggomitolarsi contro il suo corpo, il volto nascosco nella sua spalla. La sua voce suonò ovattata, quando parlò.
- Mi sento un'idiota. - borbottò, singhiozzando nuovamente. - È davvero stupido, ma non riesco a non pensarlo. - tremava leggermente, e Soul tornò a circondarle le spalle, con fare protettivo. - Mi sembra quasi... come se mi- mi avessero ab- abbandonato.
Mentre Maka piangeva contro il suo petto, Soul sentiva che avrebbe seriamente voluto colpire Spirit Albarn sul suo bel viso. Forse si sarebbe sentito meglio, pensò, ma in effetti non avrebbe cambiato niente. Almeno non per Maka, lei avrebbe comunque sofferto. E poi Spirit non era l'unico responsabile. L'adorata madre di Maka aveva la sua buona dose di colpe e per Soul, questa era una cosa che troppe volte veniva dimenticata.
Il volto deformato in una smorfia, il ragazzo si sistemò meglio sul letto, afferrò Maka per le spalle e la spinse appena indietro per poterla guardare in faccia.
- Ascoltami - disse deciso, i nasi che si sfioravano. - tuo padre è un idiota. È un bastardo traditore, geloso e petulante, che la maggior parte delle volte è insopportabile. Ma sono sicuro che ti vuole bene, e te ne vuole davvero tanto. Perchè continua ad urlare al mondo che la sua bambina è una meister bravissima e che tutti gli uomini devono starne alla larga. Lui ti vuole davvero bene, ma è un idiota e ha qualche problema a dimostrartelo nel modo giusto. - osservò i suoi occhi verdi, bagnati di lacrime, fissarlo confusi. Prese fiato e continuò.
- E tua madre... be', non la conosco, se non per quello che mi hai detto tu, ma sono sicuro che anche lei ti vuole bene. Davvero. - scrutò una lacrima solitaria scivolarle sulla guancia. - I genitori vogliono sempre bene ai propri figli, e viceversa. 
Maka lo fissava con un'espressione indecifrabile, muta, come a metabolizzare le sue parole. Soul ricambiava lo sguardo, pensando a ciò che avrebbe voluto dirle, a ciò che sarebbe stato giusto dirle. Si inumidì le labbra prima di riprendere a parlare.
- Anche se non sono sempre con te, anche se magari sono lontani, continuano a volerti bene allo stesso modo. Perciò non dire che ti senti abbandonata, Maka, non... - non seppe come continuare. Era il punto più delicato di tutto il discorso e lui stava fallendo miseramente nel suo intento di tirarla su di morale. 
Non pensava che la madre della sua meister fosse così grandiosa come lei la decantava, per il semplice fatto che vedeva con che sguardo malinconico e nostalgico Maka leggeva le cartoline che le spediva di tanto in tanto.
Lui non aveva mai detto niente. Primo, perchè non voleva farla sentire peggio e secondo, perchè lui era il primo ad avere un pessimo rapporto con la propria famiglia.
Però Maka sembrò comunque intuire i suoi pensieri con un semplice sguardo e le sue labbra si piegarono in un debole sorriso amaro, che lo fece morire dentro. Era un'espressione quasi rassegnata quella che aveva assunto.
Sospirando lentatamente, Soul poggiò la fronte alla sua, chiudendo gli occhi. Le mani a stringere le sue spalle, scosse dai singhiozzi.
- Maka - la chiamò piano, in un soffio. - Non ti devi sentire sola. Io sono qui, con te, e rimarrò finché tu lo vorrai.
La sentì irrigidirsi per un secondo. 
- Sempre? -
Aprì gli occhi carminei e li posò sul suo volto, studiandolo per poco.
- Sempre. - rispose deciso. 
Lasciò scivolare le mani sulla schiena di Maka, mentre lei lo abbracciava, stringendosi a lui e poggiando il capo contro il suo petto, le lacrime che sgorgavano nuovamente.
Soul la strinse a sua volta, lasciando che si sfogasse, anche se avesse dovuto bagnargli tutta la maglietta di lacrime. Le posò un bacio leggero sui capelli e chiuse gli occhi, il mento sulla sua testa, le braccia intorno al suo corpo.
Quando Maka gli bisbigliò un leggero 'grazie', erano finiti in qualche modo abbracciati sotto le coperte. 



*

Non so di preciso cosa sia successo qui, magari i genitori di Maka hanno divorziato, o magari è successo qualcos'altro. Sta di fatto che Maka è triste a causa loro e Soul la consola.
Spero non sia un completo disastro, e che vi piaccia. :)
Bye!
  
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