Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: Walrus_Gumboot    08/03/2014    1 recensioni
“È solo Parkinson esistenziale. Ci sono pillole malva-blu ma non passa mai, ce lo teniamo e ci sogniamo sopra aiuole di sabbia per nasconderlo, credo.”
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
“Qual è la morale della storia, quindi?”
“Che le fotografie si inchiodano ai muri.”
“Se no non hanno senso.”
“Già.”
 
Era stata una bella giornata, nonostante tutto. Avevano giocato a tris celeste e aveva vinto lui, lui bastardo con la sua fortuna, unendo metà luna e un corvo e il sole ormai viola con la scia chimica di un aeroplano. Lei aveva sbuffato e gli aveva spento la sigaretta alla lavanda dritta in un occhio.
“Piantala di sorridere. Non hai vinto nulla.”
“Solo la tua sconfitta,” l’aveva canzonata ridendo. “Tranquilla, oggi non ho voglia di dividerti Berlino– armistizio?”
“Sempre, purtroppo.”
 
Ora sono sul tetto del ponte dove cresce l’erba, e ossa di cigno da vecchie poesie francesi. Sarebbe un po’ più romantico se le stelle fossero meno onomatopeiche (perché quando le guardano sentono rumore di nulla, come un booom entropia), ma c’è quel senso di soddisfazione impressionista che a pennellate rapide cancella i palazzi, sfuma qualche insetto vampiro e dice ‘meno male che è andata peggio’.
“Sai di cosa ho paura?”
Lei scuote la testa. Sta cercando di finire il sudoku delle sue psicosi, ma da dietro quegli occhialetti scuri alla John Lennon non vede un accidente, né tantomeno un incidente, o i denti del cecchino.
“Di usarti,” dice lui. La sente irrigidirsi al suo fianco, un rigor mortis da abbandono. “Se sei la mia pistola di Céchov, ti devo usare entro l’atto terzo.”
Quando lei risponde, ha la risata finta delle onde nel Mar Caspio, “O magari sono l’indizio sbagliato; come si dice: un’aringa rossa.” Cerca con tutta se stessa di sembrare un pesce, di mostrarsi iridescente e senza polmoni, le fossette nelle guance aperte come branchie.
Lui ci riflette seriamente, si tuffa immobile sul finestrino di una macchina insieme a murali d’edera. Poi si arrende, “Sai, non ci capisco molto, di tutto questo casino. Pensavo che il teatro dell’assurdo funzionasse.” Si lascia cadere come un tonfo tra l’erba e le cicale. “Allora: ci sei tu, sempre, ed io e Dio e l’effetto farfalla e gli scioperi dei taxisti e l’eterno ritorno e il traffico che insiste sono, sono, sono e i gatti, ogni notte.”
“Quindi?”
C’è una parola che cerca di dirle a gesti, ma è un tremore di termidoro sotto le unghie e tra i capelli che non può, non deve.
“Quindi niente,” soffia frustrato. “Niente. Solo ora e- e- e gli imperi.”
“Uno a testa, almeno,” è dolce adesso, la sua mano sulla spalla, dolcissima e lui sa già che si baceranno come in un falso storico e tra un mai saranno sciolti e fluttuanti e lontani.
Lei gli mormora delicatamente contro le costole, che hanno due f, f come su un violino, mormora, “È solo Parkinson esistenziale. Ci sono pillole malva-blu ma non passa mai, ce lo teniamo e ci sogniamo sopra aiuole di sabbia per nasconderlo, credo.”
Loro sono sul ponte e sotto c’è il fiume, e la strada tra loro e il fiume si chiama ‘Colori freddi su tela: schizzi e tuffi, forse una foglia rossa, non saprei dirti, ma comunque nulla di che’, e la espongono ogni domenica al museo della città, che per ovvie ragioni, come il cimitero, è fuori città.
“Va bene,” risponde lui e trema giusto un po’. “E ora?” La stringe forte, la stringe come un’ancora e due sassi in tasca.
“Ora? Ci godiamo la Pangea.” Indica il cielo, “C’era la luna prima– hai fatto tris, non ti ricordi? È stata una bella giornata, nonostante tutto.”
“Non hai capito: e ora?”
“Ora? Ora,” gli ruba le mani e se le preme sul cuore; negli occhi ha una Polaroid che spara istantanee coi colori troppo saturi, “ora click.”

Nell'istante in cui ogni orologio rotto non può più mentire, gli nasconde un dagherrotipo tra le labbra.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Walrus_Gumboot