Premessa: questa storia è veramente accaduta...
La compagna di classe
Mio padre aveva solamente
sette anni
quando successe...
Abitavano in un paesino a est
di
*****, lui, i suoi genitori e i suoi fratelli. In quel
tempo suo
padre faceva il pescatore.
Una sera di luna piena, lui e
suo
padre andarono a pesca, anche se si sentiva un po’ male...
“Aspettami alla
riva, Rodolfo,” disse
il padre ridendo, vedendo che il figlio stava quasi sul punto di
vomitare.
“Riposati un attimo sotto quella casetta di legno
laggiù. Sembra che tu stia
per avere l’influenza. Tossisci e starnutisci in
continuazione... Stai facendo
scappare i pesci...”
“Riuscite a pescare
da solo, padre?”
disse tra uno starnuto e tirando su il naso. Si stava sentendo
veramente male:
aveva i brividi dappertutto, ma sentiva il suo corpo scottare. Meno
male che
almeno aveva un giacchetto e un cappello.
“Certo che
sì!” disse il padre “Su.
Ti riporto a riva. Pescherò nelle vicinanze così
puoi scorgermi... Tornerò tra
un ora.”
Annuì. Suo padre
aveva ragione. Non
avrebbero preso niente se fosse rimasto sulla barca a continuare a far
rumore...
I pesci sono così
sensibili al
rumore. Ne basta un po’ che scappano dappertutto...
Mentre suo padre si stava
allontanando dalla riva remando, il cuore gli battè forte e
sentì un leggero
brivido sulla schiena... Stava da solo su quel tratto di riva ed era
tutto buio
intorno. La luce lunare non riusciva ad illuminarlo... Così
decise di
avvicinarsi di più alla riva, arrivando sotto un albero
lì vicino.
Con sua grande sorpresa vide
che
sotto di esso ci sia già un’altra persona. Era una
bambina. Della sua stessa
età. Era rannicchiata con le ginocchia raccolte e aveva il
volto nascosto tra
le gambe. Aveva dei capelli lunghissimi e neri, e un vestito bianco,
lungo, una
camicia da notte, che le arrivava fino alle caviglie.
Questa sentì la
presenza di qualcuno
accanto a lei, così alzò la testa e
guardò. Con l’aiuto della luce della luna
riuscì a riconoscere la bambina.
Era Lucrezia, una sua
compagna di
classe. Abitava dall’altra parte della città. Era
da un po’ di tempo che non
veniva a scuola...
“Che cosa ci fai
qui??” disse a lei.
La bambina gli sorrise benchè si trovava in mezzo
all’oscurità del luogo,
perchè finalmente c’era qualcuno con lei.
“Sto
giocando...” disse la bambina
mentre prendeva un pugno di sabbia e lo ributtava a terra.
“Stai da sola?
È già tardi. Tua madre
ti starà cercando...”
“No...”
anche se stava sorridendo il
suo viso era triste. Era pallida e i suoi occhi erano spenti.
“Ci sono un sacco
di ospiti a casa mia. Mia madre non si accorgerà che me ne
sono andata...”
Faceva freddo quella volta,
ma quando
si sedette vicino alla compagna, sentì ancora più
freddo. Anche se aveva
freddo, sfilò il giacchetto e lo diede a Lucrezia.
“Tieni. Fa freddo.”
“Grazie.” E Lucrezia
indossò l’indumento.
“Come mai sei
mancata così tanto a
scuola??”
“Ero ammalata.
Però domani andrò a
scuola.”
Dopodichè Rodolfo
non seppe più di
che parlare, finchè non sentì la barca del padre
avvicinarsi alla riva. “Ecco
mio padre” disse mentre si alzò in piedi
“Vieni. Andiamogli incontro e poi ti
accompagnamo a casa...” si fermò a parlare.
Sentì la forte stretta di Lucrezia
sul suo braccio. Sentì che la mano di lei era
di un freddo, quasi cadaverico.
“Dà
questo a mia madre” Lucrezia aprì
l’altra mano che non stava stringendo Rodolfo, e
quest’ultimo vide una collana d’oro,
che luccicava colpita dalla luce della luna. La bambina mise la collana
nel
palmo della mano di Rodolfo. “Dille che non l’avevo
fatto apposta.”
“Ma noi ti
accompagneremo al ritorno
a casa...” e guardò per un istante il padre che
era già arrivato sulla riva e
stava trascinando la barca. Quando si rigirò verso Lucrezia,
questa non c’era
più. Guardò a destra e a sinistra.
Dov’era andata? Così andò correndo dal
padre.
“Che sfortuna! Non
ho preso
niente!”disse il padre e poi guardò il figlio
“Oh! Come mai non indossi il
giacchetto? Dov’è? Ti ammalerai sul serio
così!”
“L’ho
prestato a Lucrezia, padre.
Stava con me prima.”
“Chi è
questa Lucrezia? Una tua
amica?”
“Sì,
padre. È anche una mia compagna
di classe. Però se ne andata. Ha dimenticato questa collana.
Mi sa’ che è di
sua madre.”
“Guarda te! Quella
bambina va in giro
ed è notte tarda! Su andiamo a riportarla. Forse Lucrezia
è già ritornata a
casa. Ne approfittiamo per accertare che sia ritornata
veramente.”
Al loro arrivo la casa di
Lucreza era
veramente illuminata. E Lucrezia aveva ragione sul fatto che
c’erano un sacco
di persone.
“Mi sa’
che c’è qualche festa dalla
tua amica...” disse suo padre.
Arrivarono davanti alla
porta, e
quando la madre di Lucrezia li aprì, si sorprese. Ma sorrise
lo stesso, anche
se in modo forzato.
“Menomale che siete
riusciti a
visitarla. Non ho neppure potuto avvisare la scuola e...” non potè finire
la frase quando vide la
collana che indossava Rodolfo al collo.
“Do-dove
l-l’hai p-presa??”
all’improvviso la voce della donna si fece rotta e le sue
mani tremanti.
“Sua figlia
l’ha dimenticata da
Rodolfo” era suo padre a rispondere “Aspetti, sua
figlia è ritornata a casa? È
tardissimo e Rodolfo l’aveva vista che stava ancora giocando
sulla riva...”
“Signora, Lucrezia
ha detto che non
l’aveva fatto apposta” disse Rodolfo, ricordandosi
di quel che gli aveva detto
la compagna.
All’improvviso la
madre di Lucrezia
scoppiò in lacrime. E mentre stava singhiozzando li
portò nel salone dove
videro una bara al centro di esso. Sopra la bara c’era la
foto di Lucrezia.
“L’avevo
rimproverata....” disse la
madre mentre stava ancora piangendo. Padre e figlio si guardarono.
“Mentre stava
giocando sulla riva
aveva perso questa collana. Una sera ritornò sulla riva a
cercarla, fino a chè
la sorprese una violenta acquazzone, ma non trovò la
collana. Poi ebbe la
febbre per giorni. L’avevamo pure portata
all’ospedale, ma era troppo tardi. Polmonite,
ha detto il dottore.”
L’indomani mio
padre prese
l’influenza. Non andò più a pescare
insieme a suo padre. Quando suo padre
ritornò, aveva in mano il suo giacchetto. L’aveva
visto appeso ad una radice di
un albero sulla riva.
Da quel giorno, non
andò più a
pescare assieme a suo padre.