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Autore: _Rea_92    28/06/2008    4 recensioni
una collana... una questione "insospesa"... la voglia di farsi perdonare perdura anche dopo...?
Genere: Triste, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: questa storia è veramente accaduta...

La compagna di classe

Mio padre aveva solamente sette anni quando successe...

Abitavano in un paesino a est di *****, lui, i suoi genitori e i suoi fratelli. In quel tempo suo padre faceva il pescatore.

Una sera di luna piena, lui e suo padre andarono a pesca, anche se si sentiva un po’ male...

“Aspettami alla riva, Rodolfo,” disse il padre ridendo, vedendo che il figlio stava quasi sul punto di vomitare. “Riposati un attimo sotto quella casetta di legno laggiù. Sembra che tu stia per avere l’influenza. Tossisci e starnutisci in continuazione... Stai facendo scappare i pesci...”

“Riuscite a pescare da solo, padre?” disse tra uno starnuto e tirando su il naso. Si stava sentendo veramente male: aveva i brividi dappertutto, ma sentiva il suo corpo scottare. Meno male che almeno aveva un giacchetto e un cappello.

“Certo che sì!” disse il padre “Su. Ti riporto a riva. Pescherò nelle vicinanze così puoi scorgermi... Tornerò tra un ora.”

Annuì. Suo padre aveva ragione. Non avrebbero preso niente se fosse rimasto sulla barca a continuare a far rumore...

I pesci sono così sensibili al rumore. Ne basta un po’ che scappano dappertutto...

Mentre suo padre si stava allontanando dalla riva remando, il cuore gli battè forte e sentì un leggero brivido sulla schiena... Stava da solo su quel tratto di riva ed era tutto buio intorno. La luce lunare non riusciva ad illuminarlo... Così decise di avvicinarsi di più alla riva, arrivando sotto un albero lì vicino.

Con sua grande sorpresa vide che sotto di esso ci sia già un’altra persona. Era una bambina. Della sua stessa età. Era rannicchiata con le ginocchia raccolte e aveva il volto nascosto tra le gambe. Aveva dei capelli lunghissimi e neri, e un vestito bianco, lungo, una camicia da notte, che le arrivava fino alle caviglie.

Questa sentì la presenza di qualcuno accanto a lei, così alzò la testa e guardò. Con l’aiuto della luce della luna riuscì a riconoscere la bambina.

Era Lucrezia, una sua compagna di classe. Abitava dall’altra parte della città. Era da un po’ di tempo che non veniva a scuola...

“Che cosa ci fai qui??” disse a lei. La bambina gli sorrise benchè si trovava in mezzo all’oscurità del luogo, perchè finalmente c’era qualcuno con lei.

“Sto giocando...” disse la bambina mentre prendeva un pugno di sabbia e lo ributtava a terra.

“Stai da sola? È già tardi. Tua madre ti starà cercando...”

“No...” anche se stava sorridendo il suo viso era triste. Era pallida e i suoi occhi erano spenti. “Ci sono un sacco di ospiti a casa mia. Mia madre non si accorgerà che me ne sono andata...”

Faceva freddo quella volta, ma quando si sedette vicino alla compagna, sentì ancora più freddo. Anche se aveva freddo, sfilò il giacchetto e lo diede a Lucrezia. “Tieni. Fa freddo.”

“Grazie.” E Lucrezia indossò l’indumento.

“Come mai sei mancata così tanto a scuola??”

“Ero ammalata. Però domani andrò a scuola.”

Dopodichè Rodolfo non seppe più di che parlare, finchè non sentì la barca del padre avvicinarsi alla riva. “Ecco mio padre” disse mentre si alzò in piedi “Vieni. Andiamogli incontro e poi ti accompagnamo a casa...” si fermò a parlare. Sentì la forte stretta di Lucrezia sul suo braccio. Sentì che la mano di lei era di un freddo, quasi cadaverico.

“Dà questo a mia madre” Lucrezia aprì l’altra mano che non stava stringendo Rodolfo, e quest’ultimo vide una collana d’oro, che luccicava colpita dalla luce della luna. La bambina mise la collana nel palmo della mano di Rodolfo. “Dille che non l’avevo fatto apposta.”

“Ma noi ti accompagneremo al ritorno a casa...” e guardò per un istante il padre che era già arrivato sulla riva e stava trascinando la barca. Quando si rigirò verso Lucrezia, questa non c’era più. Guardò a destra e a sinistra. Dov’era andata? Così andò correndo dal padre.

“Che sfortuna! Non ho preso niente!”disse il padre e poi guardò il figlio “Oh! Come mai non indossi il giacchetto? Dov’è? Ti ammalerai sul serio così!”

“L’ho prestato a Lucrezia, padre. Stava con me prima.”

“Chi è questa Lucrezia? Una tua amica?”

“Sì, padre. È anche una mia compagna di classe. Però se ne andata. Ha dimenticato questa collana. Mi sa’ che è di sua madre.”

“Guarda te! Quella bambina va in giro ed è notte tarda! Su andiamo a riportarla. Forse Lucrezia è già ritornata a casa. Ne approfittiamo per accertare che sia ritornata veramente.”

Al loro arrivo la casa di Lucreza era veramente illuminata. E Lucrezia aveva ragione sul fatto che c’erano un sacco di persone.

“Mi sa’ che c’è qualche festa dalla tua amica...” disse suo padre.

Arrivarono davanti alla porta, e quando la madre di Lucrezia li aprì, si sorprese. Ma sorrise lo stesso, anche se in modo forzato.

“Menomale che siete riusciti a visitarla. Non ho neppure potuto avvisare la scuola e...” non potè finire la frase quando vide la collana che indossava Rodolfo al collo.

“Do-dove l-l’hai p-presa??” all’improvviso la voce della donna si fece rotta e le sue mani tremanti.

“Sua figlia l’ha dimenticata da Rodolfo” era suo padre a rispondere “Aspetti, sua figlia è ritornata a casa? È tardissimo e Rodolfo l’aveva vista che stava ancora giocando sulla riva...”

“Signora, Lucrezia ha detto che non l’aveva fatto apposta” disse Rodolfo, ricordandosi di quel che gli aveva detto la compagna.

All’improvviso la madre di Lucrezia scoppiò in lacrime. E mentre stava singhiozzando li portò nel salone dove videro una bara al centro di esso. Sopra la bara c’era la foto di Lucrezia.

“L’avevo rimproverata....” disse la madre mentre stava ancora piangendo. Padre e figlio si guardarono.

“Mentre stava giocando sulla riva aveva perso questa collana. Una sera ritornò sulla riva a cercarla, fino a chè la sorprese una violenta acquazzone, ma non trovò la collana. Poi ebbe la febbre per giorni. L’avevamo pure portata all’ospedale, ma era troppo tardi. Polmonite, ha detto il dottore.”

L’indomani mio padre prese l’influenza. Non andò più a pescare insieme a suo padre. Quando suo padre ritornò, aveva in mano il suo giacchetto. L’aveva visto appeso ad una radice di un albero sulla riva.

Da quel giorno, non andò più a pescare assieme a suo padre.

X hale88: in effetti quando l'ho riletta era un po' ripetitiva... mi disp ^_^' hehe

X Glaucopide: il bambino da del "Lei" al padre xkè nel mio paese si fa così... anch'io do' del "Lei" al mio... quindi.. è una forma di rispetto... nn so nench'io come spiegarti...

Grazie comunque a tutti e due x aver recensito! ^_^!

  
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