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Autore: f9v5    09/03/2014    5 recensioni
[Partecipante al Contest Carneval Night – E’ tempo di scherzi! Indetto da GreenBlood]
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Al rosso venne in mente che c’era un detto che recitava “La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.”
Mai si era trovato più d’accordo.
Eppure, ad un’attenta e approfondita analisi, il rosso si rese conto che la sua giornata sarebbe potuta anche andare peggio, alla fin fine era rimasto solo un po’ ammaccato nel corpo, ma lo spirito era ancora sano.
Dovette rimangiarsi quella considerazione poco dopo, quando, alla fine delle lezioni, vide un familiare ragazzo dai capelli blu che lo aspettava al suo armadietto.
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Era per colpa sua se era diventato lo zimbello degli altri insegnanti; aveva risolto quella questione con i suoi colleghi senza complicazioni e senza causare vittime, ma l’onta che quel moccioso gli aveva causato non poteva restare impunita.
Per questo il loro rapporto prevedeva incontri-scontri (seppur solo a livello verbale-scolastico) ogni giorno: l’uomo con interrogazioni a sorpresa e il blu che, dall'alto della sua sfacciataggine, continuava a mancargli di rispetto e a prenderlo in giro.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dr. Eggman, Knuckles the Echidna, Sonic the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Mobius High School'
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Autore: F9v5
Titolo: Mission Impossible?!
Personaggi e Pairing: Sonic the hedgehog, Knuckles the echidna, Dr. Eggman, nessun pairing.
Genere: Comico, Generale
Rating: Verde.
Avvertimenti: gijinka no furry, AU.
Introduzione: Al rosso venne in mente che c’era un detto che recitava “La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.”
Mai si era trovato più d’accordo.
Eppure, ad un’attenta e approfondita analisi, il rosso si rese conto che la sua giornata sarebbe potuta anche andare peggio, alla fin fine era rimasto solo un po’ ammaccato nel corpo, ma lo spirito era ancora sano.
Dovette rimangiarsi quella considerazione poco dopo, quando, alla fine delle lezioni, vide un familiare ragazzo dai capelli blu che lo aspettava al suo armadietto.
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Era per colpa sua se era diventato lo zimbello degli altri insegnanti; aveva risolto quella questione con i suoi colleghi senza complicazioni e senza causare vittime, ma l’onta che quel moccioso gli aveva causato non poteva restare impunita.
Per questo il loro rapporto prevedeva incontri-scontri (seppur solo a livello verbale-scolastico) ogni giorno: l’uomo con interrogazioni a sorpresa e il blu che, dall’alto della sua sfacciataggine, continuava a mancargli di rispetto e a prenderlo in giro.
 
Note dell’autore: Ci  terrei molto a ringraziare GreenBlood_  per avermi invitato a partecipare al contest da lei indetto, spero dunque che la mia storia sia all’altezza.
Beh, non saprei dire da dove mi è venuta l’idea, visto però che mi sembrava buona ho deciso di provarci.
Spero che la mia storia vi piaccia, buona lettura a tutti.
In ultimo, penso sia giusto fare i disclaimer: Sonic e tutti gli altri personaggi non appartengono a me, ma sono di proprietà della SEGA (che nessuno pensi male), questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 
 
 
 
 
 
 
 
Se avessero chiesto a Knuckles quando quella giornata aveva cominciato a prendere una brutta piega, in un primo momento non avrebbe saputo dare una risposta precisa.
Gliene erano capitate veramente di cotte e di crude, sin dalla mattina: la sveglia non aveva suonato, facendolo svegliare tardi e costringendolo a lavarsi e vestirsi in fretta e furia (saltando la colazione, per giunta); una volta sceso in strada era precipitato in una buca, scavata da alcuni operai, troppo sfaticati per mettere indicazioni che indicassero di non passare di là (Knuckles: Ma la buca l’hanno scavata, quei bastardi); all’ingresso della scuola aveva finito per sbattere la spalla contro il cancello nella fretta del momento e, una volta in classe, compito a sorpresa di matematica, l’unica materia che non aveva studiato in quei giorni (non che ci passasse molto tempo sui libri lui, quel tanto che bastava per raggiungere quel sei, a volte sette, che ti permetteva di stare tranquillo) e Tails era seduto troppo distante per chiedere suggerimenti.
Al rosso venne in mente che c’era un detto che recitava “La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.”
Mai si era trovato più d’accordo.
Eppure, ad un’attenta e approfondita analisi, il rosso si rese conto che la sua giornata sarebbe potuta anche andare peggio, alla fin fine era rimasto solo un po’ ammaccato nel corpo, ma lo spirito era ancora sano.
Dovette rimangiarsi quella considerazione poco dopo, quando, alla fine delle lezioni, vide un familiare ragazzo dai capelli blu che lo aspettava al suo armadietto.
La cosa che sicuramente gli sembrava più inquietante del volto di Sonic in quel frangente era il suo ghigno, amichevole e sardonico al tempo stesso.
Tutte le volte che lo vedeva sorridere in quel modo si profilavano casini all’orizzonte.
-Ehilà, Knuckster.-
Quel maledetto, sapeva che quel soprannome gli faceva salire i nervi a fior di pelle, ma si ostinava a chiamarlo in quel modo, era proprio un sadico.
-Che cosa vuoi?- sperava che si trattasse di una scemenza da nulla, così da potersene tornare a casa in tutta tranquillità e pensare a se stesso; sentiva il bisogno di farsi una dormita, per quanto il suo carattere vigile e guardingo lo facesse dormire poco, quel giorno lo riteneva davvero necessario.
Evidentemente il blu aveva piani ben diversi in serbo.
-Fatti trovare nel cortile tra due ore, abbiamo una missione importante da compiere.- il tono serio e ironico che Sonic stava usando lo portò a pensare che fosse piuttosto una delle sue solite cavolate.
E poi che risposta era, gli diceva di presentarsi nuovamente lì, in quel luogo di tortura chiamato Mobius High School, per prendere parte a chissà quale folle piano.
Per fare cosa poi?
-Spiegati meglio, di che missione si tratta?- il suo tono di voce lasciava intendere che, se non avesse ricevuto una risposta esauriente, non si sarebbe fatto problemi a mandarlo a quel paese senza tante cerimonie.
-Purtroppo non mi è concesso rivelarti altro, amico. Sappi solo che, se te lo dicessi, tu ti rifiuteresti di prendere parte al mio piano.-
Che diamine, gli stava facendo venire il dubbio di proposito.
-Ho capito, io me ne tiro fuori.-
Quando i due erano ancora all’inizio della loro avventura alle superiori, a Sonic bastavano quelle quattro parole ben studiate per convincere il rosso, davvero ingenuo a quell’epoca, a seguirlo in una delle sue idee malsane e, a volte, al limite della legalità, ma le cose erano ormai diverse, Knuckles non si faceva più fregare tanto facilmente.
Il vecchio lui ci sarebbe cascato, ma persino una testa dura del suo calibro poteva imparare la lezione, dopo averla ignorata per anni: non fidarti mai di Sonic the Hedgehog!
-Davvero?!-
Oh no, il tono cantilenante e sarcastico, brutto presagio.
-Oh beh, io non sono nessuno per costringerti a fare qualcosa che non vuoi, sarei un pessimo amico se mi comportassi così, no?-
Quando lo vide incamminarsi, il rosso cominciò a prender seriamente in considerazione l’idea di averla scampata per una volta.
-Ad ogni modo…-
Ecco che arriva la magagna.
-… ho sentito dire che in questi giorni hai presentato domanda per prendere parte allo spettacolo teatrale di “Robin Hood” nel ruolo di Little John, muoio dalla voglia di vederti all’opera.-
Ma di che diavolo stava parlando? Lui odiava il teatro, che motivo avrebbe avuto per…
-Tu?!- lo additò furioso.
Prima ancora che gli si gettasse addosso per inforcarlo di mazzate, Sonic gli propose l’alternativa meno violenta.
-Ovviamente… potrei sistemare tutto. Sai, Amy mi ha detto che Sally, la presidentessa del club di teatro, ha una cotta per me, e non immagini quanto ciò la rendesse furiosa.-
-Sai quanto me ne sta fregando dei tuoi fatti di cronaca rosa e se la tua fidanzata è gelosa?-
Sempre restando sereno, il blu alzò le mani per incitare il rosso alla calma.
-Tranquillo, stavo arrivando al punto. Dicevo che, vista la sua attrazione nei miei confronti, potrei sfruttare la cosa e convincerla a toglierti dallo spettacolo, sono certo che ci riuscirei. Ma immagino tu sappia che, per fare ciò, ho bisogno di una buona motivazione.- ghignò lievemente.
Era incredibile come, quando si trattava di una cosa che volgesse a suo favore, Sonic sapesse tirar fuori un’astuzia e una malizia che nessuno si sarebbe immaginato da uno come lui, che passava le ore di lezione a poltrire sui banchi, con i libri a fare da cuscini.
Knuckles sospirò rassegnato, non c’era molto da fare a quel punto.
Affiancò il blu mentre cominciarono a dirigersi all’uscita.
-Non ho altra scelta a questo punto. Visto che ci siamo, toglimi una curiosità: perché, tra tutti i ruoli, proprio “Little John”? Che cos’ho in comune con lui?-
-Il “Little”: lui per il nome, tu per… “altro”.-
Perché quel ghigno da iena?
In un primo momento non comprese, poi ci arrivò.
-BRUTTO PEZZO DI…!-
 
 
 
Orario di chiusura, quando finalmente la scuola attiva il tasto off e interrompe la sua attività di tortura per quei poveri studenti disgraziati.
A detta di molti, ritrovarsi in quel luogo oltre il necessario era sintomo di pazzia, e Knuckles la pensava allo stesso modo.
Sì, Sonic doveva essere per forza pazzo per averlo trascinato lì di pomeriggio.
-Insomma, si può sapere che diavolo dobbiamo fare?- sussurrò incavolato per non farsi sentire, poteva esserci qualche bidello (o peggio, professore) nei paraggi.
-Stai tranquillo collega, ormai stiamo per arrivare.-
I due camminavano in religioso silenzio, il che sembrava proprio assurdo nel caso di Sonic, lui che il silenzio lo aveva sempre odiato, gli piacevano i rumori..
Dopo un lungo viavai giunsero al tanto agognato obbiettivo.
-La nostra aula?!-
Knuckles era incredulo, a che gli serviva la sua presenza se doveva solo raggiungere la loro classe.
-Mi spieghi perché mi hai trascinato qui, se si trattava solo di entrare in aula, non potevi fare questa cosa da solo?-
-Ho bisogno di qualcuno che faccia da palo.- disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Knuckles sospirò, ormai erano lì, tanto valeva andare fino in fondo.
-D’accordo, fa questa cosa, qualunque essa sia; ma se entro mezz’ora non sei fuori, io me ne vado.- lo minacciò serio, ricevendo in risposta un occhiolino sicuro.
-Tranquillo, quando dico che “Fulmine” potrebbe essere il mio secondo nome non lo dico tanto per vantarmi, beh, non solo.-
Il blu sparì dietro la porta, il rosso cominciò a fare la guardia, sperando che nessuno passasse per quel corridoio, già era stata una rottura dover stare lì oltre l’orario, non gli andava di avere a che fare con altre seccature.
Da dentro l’aula non proveniva il minimo rumore, che diavolo stava combinando quell’idiota?
Il rosso non era mai stato uno che amava pensare troppo, era risaputo che preferisse i fatti alle parole, ma era stato preso dalla curiosità ormai e non potè fare a meno di immaginarsi quale possibile movente ci fosse dietro quella “missione” a cui aveva preso parte (sotto minaccia).
Il suo essere poco propenso alla riflessione fece vedere i suoi effetto dopo pochi secondi, quando il rosso si afferrò la testa tra le mani per aver eccessivamente spremuto le meningi per trovare una possibile motivazione.
L’unica plausibile che gli venne in mente fu che Sonic avesse sentito uno dei professori progettare un compito a sorpresa e che si fosse voluto infiltrare per cercare le domande, così da prepararsi le risposte in anticipo.
Se fosse stato per quello avrebbe anche potuto concedergli l’averlo trascinato lì contro la sua volontà, a patto che gli passasse una copia delle domande.
Non era nel suo stile imbrogliare, ma a quel punto perché non approfittarne?
Magari ne avrebbero dovuto allungare una copia anche a Tails, ma il giorno in cui il biondino avrebbe avuto bisogno di imbrogliare per avere un bel voto avrebbero visto Shadow distribuire sorrisi a destra e a manca, predicando pace e amore e salutando tutti con un caloroso -Ciao amico.-; il solo pensiero gli fece venire i brividi.
All’improvviso sentì un tocco sulla spalla destra, sorpreso cacciò un urlo e fece partire il destro, Sonic fu abbastanza rapido da evitare il gancio dell’amico.
Knuckles fu l’unico a farne le spese, in seguito allo scontro della sua nocca contro il muro, in quel momento c’è l’aveva leggermente arrossata per la botta.
-Accidenti a te, Sonic, era necessario farmi prendere un colpo, in tutti i sensi poi?- lo accusò.
L’altro scrollò le spalle con l’aria di chi la sa lunga.
-Ah, quindi sarebbe colpa mia se ti sei messo a fantasticare, finendo per distrarti?!- chiese tranquillo e sorridente.
Knuckles difficilmente ribatteva all’evidenza.
Infatti sospirò.
-Non importa! Allora, hai fatto?-
Il sorrisone a trentadue denti del blu gli fece intendere che la risposta era positiva.
-Bene, allora squagliamocela, prima di essere scoperti.-
-Già, il tuo urletto da femminuccia si è sentito anche all’altro capo del pianeta.-
E i due si incamminarono verso l’uscita, mentre il rosso accusava il blu di star mettendo in dubbio la sua virilità e l’altro che, testardamente, insisteva nel provocarlo.
-Sai, dopo aver sentito il tuo urlo, mi pento di averti proposto per fare Little John, ti si addice di più Lady Marian.-
-SEI SOLO UN GRANDISSIMO…-
 
 
 
Il professore di meccanica, Ivo Julian Robotnik, meglio noto come Eggman da alcuni anni a quella parte (grazie al “contributo” di un certo ragazzo di capelli blu), fece il suo ingresso nell’aula.
Come solitamente accadeva, gli studenti erano tutti in religioso silenzio quando la sua gra
ssa imponente figura si manifestava.
Gli era sempre piaciuto il timore che scorgeva negli occhi dei ragazzi al suo arrivo, tutti che pregavano di non essere sottoposti a quell’atroce strumento di tortura meglio noto come… interrogazione.
Andava fiero di quel rispetto di cui godeva e faceva di tutto affinché la sua fama di “piaga degli studenti” restasse intatta.
Ma non mancò, come era solito fare, di scoccare un’occhiataccia al suo alunno più… turbolento: Sonic the hedgehog, “generoso” donatore del soprannome Eggman.
Era per colpa sua se era diventato lo zimbello degli altri insegnanti; aveva risolto quella questione con i suoi colleghi senza complicazioni e senza causare vittime, ma l’onta che quel moccioso gli aveva causato non poteva restare impunita.
Per questo il loro rapporto prevedeva incontri-scontri (seppur solo a livello verbale-scolastico) ogni giorno: l’uomo con interrogazioni a sorpresa e il blu che, dall’alto della sua sfacciataggine, continuava a mancargli di rispetto e a prenderlo in giro.
Quella mattina però, e fu rapido a notarlo, il ragazzo sembrava misteriosamente serio, forse ansioso, la cosa non gli diede soddisfazione, piuttosto da pensare.
Quel ragazzo lo accoglieva con un sorriso strafottente tutte le volte che metteva piede in quell’aula, sfidando apertamente la sua autorità; in quel momento, invece, sembrava serio e preoccupato come un gatto che aveva visto una nuvola di pioggia avvicinarsi senza avere un posto in cui trovare riparo.
Sapeva che doveva esserci qualcosa sotto, ma il suo grande ego fece salire alla ribalta l’ipotesi che, finalmente, anche quel poppante impertinente avesse piegato il capo, riconoscendolo come fautore del proprio destino scolastico.
Era molto improbabile che fosse quello il motivo del nervosismo del ragazzo, ma il suo egocentrismo lo portò a convincersi di ciò.
Ignaro del fatto che Sonic fosse solo preso da una grande impazienza, andò a sedersi al suo posto con un sorrisone trionfante.
Non appena il suo fondoschiena entrò in contatto col legno della sedia, partì una scorreggiona di dimensioni astronomiche, che scatenò l’ilarità generale degli studenti in aula, eccezion fatta per alcuni casi (Knuckles ad esempio, che si sbattè una mano in faccia, voltandosi verso Sonic e urlandogli incazzato -MI HAI FATTO VENIRE QUI DI POMERIGGIO PER METTERE UN PALLONCINO CHE SCOREGGIA SOTTO LA SEDIA DEL PROF?!).
L’uomo, rosso più di rabbia che di vergogna, si voltò furioso verso il blu, che se la stava ridendo della grossa.
-Cavoli Eggman, ieri devi aver calcato la mano coi fagioli.- lo prese in giro tra una risata e l’altra.
Non gli restò nulla da fare se non biascicare un insulto a denti stretti e pianificare un compito a sorpresa, da fare il più presto possibile e di una crudeltà mastodontica.
“Dannato Sonic!”
 
  
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