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Autore: Black Spirit    09/03/2014    1 recensioni
È passato del tempo ma il dolore è rimasto.
E io non vivo.
Mi manchi tanto, amore mio.
Ma non ti posso raggiungere.
Non posso perché me l'hai chiesto tu.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Il mondo senza di te è così vuoto, amore mio.

Un mondo senza vita.

Un mondo senza colori.

Un mondo senza anima.

Te ne sei andata portando via tutto.

Portando via anche me.

Portando con te tutto il mio mondo.

Mondo che in fin dei conti eri solo tu.

Hai portato via i colori dal mondo.

Hai preso tutto e non hai lasciato niente.

Nemmeno la mia anima.

Nemmeno il mio cuore.

Hai preso tutto.

Tutto quanto.

Se ne è andato tutto insieme a te.

Perdendo te ho perso il mio angelo.

Ho perso la mia forza.

Ho perso la mia vita.

Ho perso tutto.

Di me ormai è rimasto solo un guscio vuoto e senza vita vera.

Un guscio che cammina su questa terra per inerzia, non per forza.

Un guscio che cammina e respira solo perché l'hai chiesto tu.

Questa è stata tua ultima richiesta.

Vivi anche per me”

Queste sono state le tue ultime parole.

Vivi la vita che mi hanno tolto”

Ma questa non è vita.

Questa è solo una morte vivente.

E tu lo sai.

Lo sai bene.

Sai che se non fosse per quella tua ultima richiesta, detta in mezzo al tuo stesso sangue, ti avrei già raggiunta da tempo.

Sai che saremmo di nuovo insieme da tanto tempo ormai.

E lo sapevi anche allora.

L'hai sempre saputo.

Sapevi che sarei tornato da te nell'esatto momento in cui tu saresti morta.

E non volevi.

Tu per me volevi la vita.

Volevi la felicità.

Volevi la gioia.

Ma senza di te io non ho vita.

Senza di te io non ho la felicità.

Senza di te io non ho la gioia.

Senza di te io non ho nulla.

Senza di te il mondo per me è solo grigio.

Un mondo morto.

Senza vita e senza colori.

Le uniche macchie di colore del mio mondo morto sono i tuoi disegni.

Ormai nella nostra casa...

Nella mia casa.

Non c'è parete che non ne sia tappezzata.

Non è rimasto un solo spazio vuoto.

Non un immagine non è stata appesa per ricordarmi di te.

Sai l'hanno preso...

Il mostro che ti ha ucciso.

È in carcere.

È in carcere e ci resterà per tutta la sua vita.

Ti ricordi?
Tu non volesti dirmi chi era stato.

Dicevi che non era colpa sua.

Dicevi che era solo impazzito.

Dicevi che dovevo perdonarlo.

Ma non posso.

Non posso perdonarlo.

Non posso perdonare la persona che ti ha portato via da me.

Un tempo io e lui eravamo amici, lo so...

Ma ormai non potremo più esserlo.

Mai più.

Non dopo quello che ti ha fatto.

Come ha potuto?

Lui era nostro amico.

O almeno lo sembrava...

Chi se lo immaginava che covava rancore.

Trent.

Voleva la vendetta.

Voleva punirci.

Voleva te.

Ma non tu non eri d'accordo vero?

Tu non lo amavi più.
E allora che fare?

Che fare se non ucciderti?
Una punizione terribile sia per te che per me.

La morte di entrambi.

Per te fisica.

Per me invece una morte vivente.

Un modo per ucciderci entrambi.

 

Il ragazzo posò il piccolo quaderno nero su cui fino a quel momento aveva scritto e guardò la parete davanti a lui.

Una parete ricoperta di disegni.

Ma non disegni qualsiasi.

No.

Disegni speciali.

Disegni di giorni felici.

Disegni che ritraevano i ricordi più belli che la coppia aveva condiviso.

Disegni fatti da una mano esperta ormai perduta per sempre.

Disegni bellissimi che però ormai facevano solo un gran male al giovane.

Disegni che gli ricordavano ciò che non aveva avuto ormai da troppo, troppo tempo.

Disegni che ormai lo facevano solo piangere.

Ed è così che si addormentò.

Piangendo.

E fu così che sognò.

Sognò di un aereo.

Di un antico viaggio.

Un antico ricordo.

E sognò di una ragazza giovane e bella la cui immagine era ovunque nella sua casa.

Sognò Gwen.

“Vieni da me... Ti aspetto amore mio”
Il ragazzo la strinse a se e mise il viso fra i suoi capelli respirando il suo stupendo profumo.

Un profumo che non sentiva ormai da tanto.

Ma che sognava ogni notte.

Nell'attesa di sentirlo ancora.

“Ma tu mi avevi detto di vivere”

Le lacrime iniziarono a rigargli il viso.

“La tua non è vita, non lo è mai stata e quindi io ti lascio libero di tornare da me”

L'aereo aveva iniziato a cadere.

“Ti raggiungerò presto”

L'aereo precipità e lui si sveglia con delle parole nella testa.

“Ti sto aspettando, amore mio”

È ora.

È ora di andare.

Un sorriso.

Il primo dopo tanto, troppo tempo si affaccia sul suo viso.

“Sto tornando da te, amore mio”

Corre veloce verso la scogliera.

Corre con tutta la forza che ha.

Corre verso la morte che tanto ha aspettato.

E alla fine salta.

Salta fra le braccia della donna che ama.

Nessun ripensamento.

Nessun dubbio.

Solo una bellissima corsa che termina così.

Con un salto.

Una corsa che lo riporta a casa.

Una casa da cui mancava da troppi, troppi anni.

Che lo riporta fra le braccia di colei che ama.

Una corsa che lo riporta fra le braccia di Gwen.

Una corsa che finalmente riporta Duncan a casa.

Angolo autrice
Questa storia va in coppia con l'ultima che ho scritto le due insieme trattano la perdita della persona amata vista da entrambi i punti di vista.
Questa storia è dedicata a tutti coloro che come me hanno perso un fratello.
  
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