Nella semioscurità della mia stanza la lama del coltello da cucina riflette la poca luce presente come l'occhio di un gatto. Le mie braccia in questo momento rappresentano alla perfezione il modo in cui mi sento: in più punti i tagli gocciolanti sangue sono profondi. Ormai riesco a capire quale di essi lascerà una cicatrice e quale no.
Mi chiamo Lara. Sono quel tipo di persona che tutti chiamano stronza. Quella disturbata. Quella irascibile. Inutile. Sola. E come se non bastasse, alcolizzata e autolesionista. Odio gli specchi, odio tutti quegli ipocriti che per sentirsi persone migliori cercano di "aiutarmi" e soprattutto odio me stessa. Con ogni fibra del mio corpo. Nessuno mi vuole vicino. Nemmeno io. Ma tutto sta per cambiare.