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Autore: Little loves    10/03/2014    3 recensioni
Storia scritta a quattro mani: fantastica collaborazione tra StellaandEleonora ed Eightsvoice. Nuovo account gestito da entrambe.
[Tratto dal testo]
"Ed arrivò anche quel giorno, così in fretta che Denise non fece in tempo a rendersene conto: camminava svelta tra il mare di ragazzine urlanti per raggiungere il suo posto e una lacrima scappava di tanto in tanto, quando si rendeva conto di avercela finalmente fatta. Si sentiva come una sposa nel suo giorno speciale, quando tutto deve essere perfetto, e lo sapeva che lo sarebbe stato; lo sapeva mentre varcava i cancelli, mentre raggiungeva il suo posto proprio sotto il palco e lo sapeva anche mentre la prima canzone partiva."
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ed Sheeran
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Non passerai.»

«Non passerai» continuava a ripetersi. «Non passerai..» e essere schifosamente illusi in amore è davvero brutto. Quando tu sei perdutamente innamorato del tuo idolo e lui non ricambierà mai, tu gli scrivi su Twitter sperando in un suo, tanto desiderato ‘hi’ mentre lui, pur visualizzando non ha voglia di risponderti o semplicemente gli hai rotto e ti evita.
Lì, cominci a piangere, ad urlare, a maledirti mentalmente di non essere abbastanza, di non essere bella, di questo cazzo di amore impossibile, di quanto cazzo vorresti non aver mai visto quella foto e ascoltato quella canzone. Ma tutto succede per un motivo, il più delle volte è il destino che ci gioca questi scherzi, però comunque tutto su di noi è già scritto e dobbiamo solo scoprire cosa ci attende, sia nel bene che nel male.
E questo l’aveva imparato a memoria anche Denise. Le sue amiche parlando su WhatsApp le avevano consigliato vivamente di dimenticarlo, di cancellare le sue foto dal telefono e di magari, ascoltare solo le canzoni; ma lei presa da lui non voleva dimenticare, o almeno anche se ci provava non ci riusciva perché era troppo forte ciò che provava nei suoi confronti. Oramai era diventato il suo ossigeno, la sua ragione di vita, il suo perché e la notte lo sognava sempre mentre fiumi di lacrime uscivano dai suoi occhi smeraldo. Ma Denise non voleva accettare di dover soffrire così, e decise che per una settimana non gli avrebbe più scritto, avrebbe solo aspettato.  


E faceva male ogni giorno di più, quell'attesa. Faceva male perché lo sapeva che tanto non sarebbe servito a niente e alla fine di quei sette giorni sarebbe rimasto tutto uguale. Eppure quella speranza stupida c'era sempre, lì, in un angolo troppo abbandonato del cuore, così tanto che nessuno se ne ricorda mai, e neanche Denise.
Cercava comunque di non pensarci, e andare avanti, sorridendo, cercando di distrarsi con la scuola, le uscite con le sue amiche più care, e la musica, che è sempre stata al suo fianco, anche in momenti peggiori di quelli.
Le lacrime, quel pomeriggio si erano fatte spazio sulle sue guance, candide e rosee, di getto, come pioggia, e l’avevano frastornata, anche se lei sapeva il perché di quel pianto così liberatorio.
Con un libro in mano, però, stava continuando a studiare, monotona e per niente concentrata su Shakespeare, nonostante fosse il suo autore preferito.
Infatti, dopo circa una mezz’ora, stanca di tutto quel malessere che si portava appresso, scese in giardino per una sigaretta, che riusciva in qualche modo a farla calmare, a non farle pensare al suo amore per Ed, così impossibile, ma così tanto desiderato; per alcuni istanti, gli sbolliva la tensione glaciale che viaggiava nelle sue vene.
Purtroppo, la sua mente era presa, catturata, ammaliata da lui, che non riusciva a smettere di pensarlo, nemmeno grazie alla nicotina, la sua ormai droga, dopo Sheeran; la rabbia perennemente palpabile, tanto da essere acida anche con sua madre, la persona che amava di più al mondo, quella che c’era sempre, che l’aiutava in tutto e per tutto.. soltanto che, adesso a causa del carattere della figlia, non si parlavano più da circa tre giorni, e le mancava. Preferiva, comunque, starle alla larga, fino a che non le sarebbero passate quel turbinio di emozioni che provava, anche per colpa sua.
Si era promessa, un anno fa, dopo una delle sue più grandi delusioni, di non soffrire più per nessun ragazzo. Eppure, adesso eccola di nuovo qui, a piangersi addosso per il suo idolo, con una sigaretta mezza consumata tra le dita, e lo sguardo basso, verso le sue scarpe, che erano diventate molto interessanti in quel periodo.
Si era giurata che avrebbe lasciato il suo cuore battere lentamente, e ricomporsi a poco a poco. Eppure, eccola di nuova qui, sempre nella solita situazione.
Era stanca. Forse troppo stanca per andare avanti.
Era rotta, sia dentro che fuori.
La sua pelle ancora portava i graffi di quella ultima notte di passione, avuta con Eric.
Le sue unghia, ormai niente, come polverizzate.
I capelli lisci come spaghetti, blu mare, risplendevano al sole.
Gli occhi cerulei facevano eco, piangenti e addolorati. Purtroppo però, nessuno sapeva leggerli.
La bocca ricoperta di tagli. Rimanenze delle lotte fatte a pugilato. Quello sport che la faceva sentire viva; ma ha dovuto smettere perché si era rotta il polso, durante un incontro.
Le mani morbide, sempre unte dalla sua amata crema alla mandorla.
Il corpicino snello era ricoperto dal suo tubino preferito, quello regalatogli da sua zia Matilde, ormai cinquantacinquenne.
Era del suo colore preferito: il blu, il pizzetto ricopriva la parte più su del ginocchio e i pois neri la facevano apparire come una principessa.
Solo che, Denise non usava tacchi, solo ballerine.
Lei era diversa, dalle solite ragazze.
Forse però, diversa anche in tutti gli altri sensi possibili e immaginabili.
I suoi grandi e teneri occhi brillavano con indosso un po’ di mascara; la sua bocca sorrideva al sentire un po’ di luci da labbra alla ciliegia.
Le sue unghie gioivano alla vista dello smalto rosa confetto, che lei applicava ogni volta che le pareva, o che aveva un briciolo di tempo.
Era perfetta, e non solo esteriormente, ma anche interiormente.
Aveva mille ragazzi hai suoi piedi, eppure lei ne puntava uno solo, che tra l’altro parlava pure un’altra lingua.

«Tesoro, si mangia.» sua madre la chiamò per la cena, e lei, si scosse i jeans, buttò via il mozzicone, lanciandolo sulla strada e si affrettò a rientrare in casa; faceva freddo fuori, ed era stretta solo da una semplice maglia a maniche corte.
L’inverno si avvicinava, ridendo, ed era come un diavolo malefico, per Denise.
Odiava i maglioni, le felpe, i giubbotti, la pioggia, gli ombrelli.. forse perché, è sempre stata una ragazza solare, con il sorriso sulle labbra, la risata cristallina che rimbombava nelle orecchie dei suoi amici, e il suo animo e il suo cuore gongolavano su un mare di felicità. Adesso però, tutto stava cambiando, ma lei non perdeva mai il sorriso sulle labbra; era sempre pronta a rialzarsi, anche se quelle cadute provocano ferite lancinante e profonde, e sbucciature; era forte, ed è era questo che la rendeva se stessa e piena di vita.
Tutti, per questo, la ammiravano.

Una settimana davvero difficile per lei, che gli scriveva ad ogni ora. Era il suo idolo, ma in un certo senso anche il suo migliore amico, e fino a quel momento non era passata sera che prima di addormentassi non gli augurasse la buona notte e mattina che non gli augurasse il buon giorno. Riusciva a sentirlo vicino così, come se una piccola parte di lei potesse ancora sperare che avrebbe visto il suo tweet, anche tra tutti quelli che riceveva in continuazione. Lo sapeva che era stupido, che era una situazione terribilmente banale e a volte addirittura ridicolo, ma «Solo chi ha provato tutto questo può capirmi.» si difendeva lei. E ormai era normale piangere ogni sera, fumare ogni giorno una sigaretta in più, sforzarsi di apparire normale, nonostante tutto. Forse aveva davvero bisogno di un amico, uno che le rispondesse però, al contrario di Ed. Qualcuno a cui raccontare ogni angolo di sé, anche il più nascosto e bizzarro, senza temere di essere giudicata o derisa, eppure quell'amico sembrava non arrivare mai e ne era sempre più certa, attimo dopo attimo: ognuno dovrebbe avere un Ed Sheeran nella propria vita. Avrebbe voluto tornare ai primi tempi, quando per lei avere un idolo significava solo stare bene. Quando non riusciva ancora a sentirli, il dolore e il vuoto di un'assenza tanto grande... ed era tutto sbagliato, e confuso, perchè Ed era la cosa migliore e la peggiore che potesse capitarle. Non capiva, non poteva spiegarlo -nemmeno a se stessa-, ma era così. Come qualsiasi altro amore non corrisposto in fin dei conti, solo decisamente più sopra le righe.


Se ne stava in camera la mattina dell'ultimo giorno, una domenica noiosa come tutte le altre. Il pc sulle gambe, un tweet già digitato, perfettamente curato in ogni dettaglio, e la tentazione disarmante di premere invio. Infondo mancava solo un giorno, che differenza avrebbe fatto? Ma ne era certa, se avesse mollato non se lo sarebbe mai perdonata!
Per calmare l’aria nervosa che tirava nella sua stanza, mise una musica leggera, soave e dolce, decisamente alla portata del suo più grande amore.
L'indice oscillava nervosamente sul tasto 'invio' della tastiera, quasi tenendo il tempo con le note chiare che le riempivano il cuore e la testa, quando nel momento esatto in cui finì la musica, qualcuno suonò il campanello. Andò lei ad aprire, poiché i genitori non erano in casa in quel momento... scese le scale di fretta, perchè chiunque fosse alla porta aveva fretta e continuava a premere il dito sul campanello, producendo quel suono stridulo che iniziava davvero a darle sui nervi «Ma chi diavolo è?» domandò alzando leggermente la voce e appena abbassata la maniglia si ritrovò davanti un giovane fattorino bagnato fradicio che in piedi, sotto la tempesta di quel giorno, reggeva un enorme pacco «Ho una consegna da fare a- controllò l'etichetta- sì, a questo indirizzo.»  e dopo aver messo il pacco in mano a Denise si allontanò.
Lei, rimase lì, ferma, imbambolata a fissare quel piccolo pacco, tra le sue dita tremolanti; si passò una mano tra i capelli, e dopo qualche secondo di suspance, decise di aprire, e di vedere il contenuto.
Con movimenti lenti, prima tirò via l’imballaggio, e tutto ciò che c’era attorno a quel qualcosa, e poi, si ritrovò tra le mani due biglietti. Uno più piccolo dell’altro, però.
Una lacrima, gli scese lungo la guancia sinistra, il suo sorriso si ampliò decisamente troppo, e, lasciò cadere a terra la carta del pacco; si mise ad urlare come un ossessa, realizzando ciò che stava accadendo.
Non ci poteva credere; era così felice, che per un istante si era scordata di Twitter, del fatto che lui non le rispondeva, ecc..
In quel momento si godeva solo l’attimo di inebriata e meritata pace.
«Deni, siamo a casa.» la voce roca del padre, le rimbombò nelle orecchie, e lei, gli saltò addosso, stringendolo forte, come una sanguisuga.
«Grazie papà, grazie davvero.» e poi, pianse sulla spalla di Robert, mentre si stringevano ancora più forte, quasi facendosi mancare l’aria.
Non gli importa però, perché quello era uno dei rari momenti tra padre e figlia; ne avevano avuti veramente pochi, dato che lui era sempre in viaggio d’affari, e tornava una volta all’anno a casa.
Denise, soffriva anche per questo.
Le era sempre mancato l’affetto di un padre, sin da bambina, e adesso che l’aveva in un certo senso ritrovato, non voleva lasciarlo andar via più.
Ma era come se all'improvviso fosse cambiato tutto, e non ci fosse più spazio per altro dolore. Ed arrivò anche quel giorno, così in fretta che Denise non fece in tempo a rendersene conto: camminava svelta tra il mare di ragazzine urlanti per raggiungere il suo posto e una lacrima scappava di tanto in tanto, quando si rendeva conto di avercela finalmente fatta. Si sentiva come una sposa nel suo giorno speciale, quando tutto deve essere perfetto, e lo sapeva che lo sarebbe stato; lo sapeva mentre varcava i cancelli, mentre raggiungeva il suo posto proprio sotto il palco e lo sapeva anche mentre la prima canzone partiva.
Così la mattina dopo nel suo icon c'era la foto del suo idolo che la stringeva a sé, un pezzo di carta autografato, incorniciato proprio sopra il suo letto e un bellissimo ricordo marchiato a fuoco nella mente, capace di farle battere il cuore come mai era successo prima.



#spazioame.
Hola girls :))
Siamo due autrici:
Stella
ed Eight.
Questa è la prima storia che scriviamo insieme e personalmente -anche se l'idea è stata di Stella- ho amato scrivere con lei asdfvbnj.
L'idea è di scrivere ancora, e questo è il motivo per cui abbiamo creato questo account. Aw.
However, il nostro nick ha un significato ben preciso, profondo per entrambe e molto sentito, questo è il motivo per cui l'abbiamo scelto *^*
E nulla, speriamo tanto in una piccola recensione!
Alla prossima, Little loves xx.
  
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