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Autore: Relou    10/03/2014    0 recensioni
E' ormai risaputo che, molte volte, ci si rende conto delle cose troppo tardi, dopo una spinta troppo forte da reggere. C'è chi viene indebolito dalla morte e c'è chi ne trae forza.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tre colpi alla schiena, non fatali ma aveva perso molto sangue. I medici lasciarono intendere che non ce l’avrebbe fatta ma lui non l’avrebbe permesso. Adesso era in coma, stesa sul letto bianco d’ospedale. I macchinari intorno a lei.
Sherlock fissava le gocce della flebo scendere nel tubicino con lentezza esasperante. Il viso di Molly era pallido, privo d’espressione. Quel sorriso che l’aveva sempre illuminata era sparito. Quegli occhi marroni che si accendevano quando lo guardava erano serrati, non potevano vederlo, non potevano luccicare di affetto e ammirazione. Quella bocca che sapeva ma dal timore balbettava, chiusa, priva del suono della bassa ma lievemente acuta e timida voce. Sherlock, per un attimo, un invisibile attimo, sorrise. Ad un tratto delle macchie rosse colorarono il lenzuolo bianco. Il rosso aumentava, le macchie si allargavano. Sherlock sgranò gli occhi, si alzò e fece per urlare aiuto ma il lenzuolo tornò bianco. Era un’allucinazione. Un’altra. Aveva imparato a riconoscerle ma ogni volta lo sconvolgevano.
  • Sherlock, va a casa. Resteremo io e Mary. – John comparve sulla soglia.
  • Stavo solo.. vedendo se c’era qualcosa di utile per le indagini. – rispose Sherlock in un sospiro.
Si allontanava raramente. Lavorava senza sosta ma quello che avrebbe potuto fare a casa lo faceva in ospedale.

Erano passati due giorni da quella specie di attentato e Sherlock non  aveva scoperto nulla di nuovo. Moriarty lo stava torturando. Una lenta e dolorosa tortura. Agiva tramite altri, spargeva delitti complessi e si stava divertendo. Anche Sherlock si divertiva, fino a quel giorno. Nel bel mezzo di un caso, non lontano dal Bart’s, un pazzo, secondo la gente comune, un assassino ingaggiato da Moriarty, secondo Sherlock, aveva sparso il panico sparando a vanvera. Molly era lì fuori, forse attratta da tutto quel trambusto, Sherlock non sapeva dirlo e proprio quando lei aveva incontrato i suoi occhi e urlato il suo nome, quell’uomo le aveva sparato, tra volte. Sherlock, con un grido negli occhi, guardò il suo corpo accasciarsi, il suo sangue sporcarla e i suoi occhi gridargli aiuto. Sherlock non attese oltre, prese la pistola di un collega di Lestrade e sparò. Accadde tutto così velocemente ma anche così lentamente. Quell’uomo correva ancora, probabilmente ferito gravemente. Sherlock corse verso Molly ma non resistette al dare il colpo di grazia a quel bastardo. John, Lestrade e vari medici accerchiarono Molly, adagiato sull’asfalto e in una pozza di sangue, il suo sangue. Sherlock avrebbe voluto raggiungerla ma decise che era meglio lasciar fare ai medici. Voleva urlare, voleva esternare le sue emozione come non aveva mai fatto. Lo lasciò fare ai suoi occhi. John si girò verso di lui con gli occhi lucidi, avrebbe pianto ma si stava trattenendo per sostenere l’amico.  


- E hai trovato qualcosa? – John stava al gioco, sapeva che Sherlock si sentiva in colpa per Molly, che dire che fosse preoccupato era un eufemismo.
  • No. – fu la semplice risposta di Sherlock. Quel no che gli torturava la testa. Sherlock non poteva non.. conoscere.
  • Mycroft. Non c’è mai quando serve. – Sherlock stringeva i pugni. John avrebbe voluto abbracciarlo, dirgli qualcosa ma lui era Sherlock Holmes, non si poteva consolare come le persone normali.
  • Qualcuno mi ha chiamato?! – Mycroft comparì e scandii lentamente quelle parole. A Sherlock comparve un mezzo sorriso di sarcasmo e gratitudine.
  • Mai stato così felice di vederti, fratello- disse Sherlock e Mycroft abbassò lentamente la testa a mo di ringraziamento.
  • Ho bisogno del tuo aiuto- riprese Sherlock. Non ci fu bisogno che continuasse.
  • È già tutto pronto. – confermò Mycroft. John li guardava confusi. – Del resto, cos’è Sherlock Holmes senza la sua patologa.-



A quel punto Sherlock, accompagnato da John, uscii dall’ospedale.
  • Non ho ben capito la conversazione con Mycroft. – ammise John.
  • Porterà Molly con sé. La farà curare dai migliori medici. Lei ce la farà. –
John ne fu sorpreso e infinitamente felice. Non vedeva l’ora di dirlo a Mary con la speranza di tirarla su. Lei aveva fiducia in Sherlock. Come lui, era sempre stata convinta che Molly ce l’avrebbe fatta ma non riusciva realmente ad ignorare la versione dei medici e sicuramente, se non fosse intervenuto Mycroft, lei sarebbe morta.
  • John-   riprese Sherlock – sei pronto a intraprendere delle indagini più movimentate? –
John non capiva ma avrebbe fatto qualunque cosa per aiutare Sherlock, Molly,Lestrade e sua moglie.

 
   
 
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