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Autore: love_pandemonium    10/03/2014    1 recensioni
Castiel è caduto, ha perso la sua Grazia e si ritrova senza nulla se non il dolore e il vuoto e il senso di perdita.
A volte accettare di non essere più ciò che si è sempre stati è difficile, ma è l'unico modo per sopravvivere, per poter vivere davvero.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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No Angel, no more

Negazione
Non fa tanto male, si dice.
Si aspettava un dolore straziante, simile a quello delle fiamme che divorano la carne lasciando solo cenere.
Invece il dolore che sente, una volta che si ritrova di nuovo sulla Terra, non è poi così atroce.
Il corpo di Jimmy non ha bisogno di essere aggiustato, i suoi vestiti non sono conciati poi così male se non si conta il sangue che gli imbratta la camicia e il vecchio trench logoro e tutto sommato Castiel sta bene.
Non ha fame, non ha sete, non si sente nemmeno particolarmente stanco.
Però, anche se vuole far finta di nulla, anche se lui è ancora un angelo -perché se non è un angelo che cosa gli rimane?- li vede i suoi fratelli che cadono, che bruciano come stelle destinate presto a spegnersi.
È colpa sua, come sempre.
Lui che si è fidato, lui che ha creduto, lui che ha obbedito.
Ma Castiel è un angelo, non può farsi una colpa per questo.
È il Padre che l’ha creato per essere fedele, che ha plasmato la sua Grazia affinché lui fosse un soldato, affinché eseguisse ogni ordine senza domandare, perché nulla di sbagliato può venire dal Padre.
Ma i tempi in cui Castiel credeva ciecamente in Dio, in cui seguiva ogni ordine senza porsi domande, è finito da troppo, ormai.
Per un attimo gli viene da pensare che, forse, era un angelo caduto già prima, prima del Purgatorio e di Metatron e di tutti gli errori che ha fatto.
Forse ha iniziato a cadere quando ha sfiorato l’anima di Dean all’Inferno, quando ha lasciato che quell’umano corrotto e spezzato lo infettasse con il seme del dubbio, quando si è accorto di essere più fedele ad un uomo che alla sua vera famiglia.
Ma ora non è importante, ora che i suoi fratelli cadono –lui no, Castiel non brucia, non urla e non soffre, non più, non ancora- non gli resta altro da fare che iniziare a camminare, stringendosi nel vecchio soprabito e attaccandosi a quel calore che sente nel petto, perché un angelo è sempre un angelo, anche senza Grazia, anche senza ali.
 
Rabbia
Il sangue gocciola lento, macchia la tappezzeria logora della vecchia camera di motel che ha preso in affitto.
Non sa perché ha rotto il vaso, non sa perché ha tirato un pugno alla parete e tanto meno perché poi ha afferrato con le mani già livide e gonfie i cocci di vetro.
Voleva provare dolore, forse, qualcosa di diverso dalla spossatezza, dalla fame e dalla sete e da tutte quelle sensazioni così normali quanto terrificanti che lo scuotono da un po’.
Ora si sente dentro come una tempesta, il calore che sente è così simile a quello che provava quando la sua Grazia sfrigolava e bruciava da fargli quasi paura.
Ma ora non c’è nessuna Grazia, non c’è nessun angelo, non c’è niente.
Una volta i lividi e i tagli non sarebbero stati un problema, una volta nulla di quello che sente ora lo sarebbe stato.
Eppure ora Castiel è così stanco e distrutto e arrabbiato…
Castiel è arrabbiato.
Con se stesso, innanzitutto, perché è colpa sua se ora non è altro che uno sciocco e misero umano, con un corpo debole e senza un’anima.
Non ha niente, non gli è rimasto niente.
Prova rabbia verso il Padre, che ha creato lui e i suoi fratelli e poi li ha abbandonati, soli e alla deriva in un mondo che avrebbe dovuto appartenergli eppure gli è totalmente estraneo.
È arrabbiato con Metatron, poi.
Vorrebbe ucciderlo con le sue stesse mani, strappargli la Grazia e il cuore dal petto, vederlo bruciare e chiedere pietà e urlare dal dolore come hanno fatto i suoi fratelli.
Metatron che l’ha ingannato, che ha usato il suo desiderio di pace per esiliare lui e gli angeli dal Paradiso, per scatenare un guerra peggiore di quella che già si stava combattendo.
E poi è arrabbiato con Dean.
Dean che non capisce, Dean che gli compra hamburger e gli spiega come usare le lavatrici a gettoni.
Dean che preferisce ignorare i tagli e i lividi, Dean troppo preso dietro ai suoi fantasmi per accorgersi che lui sta cadendo a pezzi, che presto di quello che definisce il suo migliore amico non rimarranno altro che cocci, proprio come di quello stupido vaso.
E allora Castiel urla, perché non sa proprio come si faccia a piangere.
Urla e getta a terra tutto quello che c’è sul comodino, si aggrappa alle tende fino a strapparle, cade in ginocchio nel mezzo di quella stanza vuota e distrutta proprio come l’anima che lui non ha.
 
Patteggiamento
Anche se non può più essere un angelo, si dice, non è tutto finito, non è inutile.
Può sempre fare ricerche, aiutare Dean e Sam, può imparare ad usare le armi e a cacciare.
Anche se non ha più le ali non vuol dire che non possa muoversi, che debba passare la sua vita a marcire in una stanza di motel o al bunker.
Può imparare a guidare o magari può semplicemente stare seduto accanto a Dean nell’Impala, può ascoltare gli ACDC e Dean che canta comprendo con la sua voce profonda quella che proviene dalla radio.
Anche se non ha più una Grazia può ancora essere utile, può combattere come fa Dean, può diventare abbastanza forte da non essere un peso.
Può aiutare, può medicare le ferite, può sorridere quando gli altri sembrano non riuscire a farlo.
Anche se tecnicamente non è più un angelo, non vuol dire che per lui sia finita.
Se lo ripete in continuazione Castiel, se lo ripete mentre ricuce uno squarcio nel braccio di Sam –una volta gli sarebbe bastato sfiorarlo per far sì che guarisse- mentre trascina un Dean sempre più ubriaco e disperato fuori da qualche squallido bar –una volta non sarebbe stato così faticoso- se lo ripete addirittura mentre combatte e sa che potrebbe morire in ogni istante.
Eppure, anche se ormai è diventato un mago dell’autoconvinzione, ancora cerca un modo per riavere indietro ciò che ha perso, anche se dice che essere umano non significa essere inferiore, fa di tutto per cercare di rimpossessarsi della sua Grazia.
Perché Castiel è un angelo, un soldato di Dio, e non sa essere altro, per quanto faccia finta di stare bene, non può accontentarsi di un corpo vuoto e una vita senza scopo.
 
Depressione
Non esce dalla sua stanza da giorni.
Vorrebbe dire che è solo per la ferita alla coscia, che brucia come l’Inferno e lo tiene sveglio e lo rende inquieto e frustrato.
È quello che racconta a Dean quando il ragazzo prova ad avvicinarlo, quando gli offre una mano per andare a farsi un giro perché non è pensabile che cammini da solo o quando entra nella sua stanza con l’intenzione di fargli un po’ di compagnia.
Ma Castiel trova sempre un modo per rifiutare –sono stanco, fa male, non voglio- e per mandarlo via, un sorriso talmente finto e tirato sulle labbra che Dean non riesce neanche a far finta di crederci, anche se poi, alla fine, se ne va sempre chiudendosi la porta alla spalle.
E così lui rimane da solo, senza Dean a tenere lontani i suoi fantasmi, non può far altro che pensare e pensare e pensare.
Pensa a quanto sia cambiato da quando non è più un angelo, pensa a quanto sia debole la carne, a quanto il dolore possa essere devastante per chi ha un corpo così fragile.
Pensa ai suoi fratelli, si chiede dove siano, se siano sopravvissuti, se lo odiano ancora come lui odia se stesso.
Ha sentito parlare Sam e Dean, Sam dice che è depresso, che pian piano sta accettando ciò che gli è successo –Ha perso tutto quello che aveva, Dean! Ora lo ha capito e sta reagendo nel peggiore dei modi!- ma lui non è d’accordo.
È caduto da così tanto tempo che non si ricorda quasi più cosa voglia dire essere diverso, essere qualcosa di potente e magnifico e luminoso, si è dimenticato la sensazione della Grazia che gli bruciava dentro e che lo faceva sentire vivo.
Ora sopravvive, cos’altro può fare?
Mangia perché deve, beve perché deve, dorme perché il suo corpo ad un certo punto cede.
Dean gli ha detto che c’è molto altro, che essere umani può essere molto di più.
Ma a lui non importa, Castiel sta bene così, nel buio della sua stanza, immerso in dei ricordi che sembrano sempre più brutti sogni, con le dita che affondano nella ferita fino a che quella non riprende a sanguinare, perché la vita umana è dolore, principalmente, e se deve essere umano allora vuole soffrire.
Che poi lui meriti di soffrire, quella è tutta un’altra storia.
 
Accettazione
“Sono caduto. Ho perso la mia Grazia, ho causato la morte dei miei fratelli, non è rimasto niente di ciò che ero”
Lo dice una mattina, mentre Dean prepara il caffè e Sam è fuori a fare la spesa.
Non è una cosa a cui abbia pensato, lo ha realizzato in un momento e ha sentito il bisogno di dirlo ad alta voce, come per renderlo reale, definitivo.
Vede gli occhi verdi di Dean farsi più grandi, un misto di stupore e preoccupazione e rassegnazione, e poi il ragazzo gli si siede vicino, aspetta in silenzio che lui dica qualcos’altro.
Ma Cass –ormai non è più Castiel. Castiel è un nome da angelo e lui non lo è più- non ha nient’altro da dire.
Ci ha messo quasi un anno ad arrivarci, mesi e mesi in cui ha lottato contro se stesso pur di non ammettere di non essere altro che un uomo, un anno in cui si è torturato giorno dopo giorno con illusioni e false speranze.
Ora è stanco, ora ha capito.
Ha perso tutto, è vero, ma gli è stata data una seconda occasione, o forse è una terza, una quarta?
Può essere umano, può essere tutto ciò che vuole.
Può sentire il sapore dei cibi, può apprezzare la morbidezza di un materasso, il calore di un abbraccio.
Può viaggiare con Dean e Sam, guardare abbastanza film per capire le loro battute, può avere tutto ciò che hanno gli uomini senza sentirsi sempre in colpa, spaccato tra un desiderio che sa essere sbagliato e un dovere che gli è estraneo.
Lascia che la sua mano scivoli in quella di Dean, la stringa, e quando l’altro risponde alla sua stratta sorride come non ha mai fatto, come non è mai stato capace di fare.





_Love
Hola<3
Ogni tanto ritorno e approdo su nuovi fandom così, senza motivo apparente!
In realtà il motivo questa volta c'è, ed è la fissa per Spn che mi accompagna da qualche mese!
Ovviamente il tutto è da leggersi come un "perchè non ho realizzato prima quanto fosse figo Dean Winchester e Cass e oh mio Dio!" e tutte quelle altre cose da fangirl che sarà meglio tenere per me XD
Passando alla storia, perchè di sta roba a voi non importerà nulla, immagino!, mi sono buttata sul povero Cass che supera la perdita delle sue bellissime e piumatissime ali attraversando le cinque fasi di accettazione del dolore o di una perdiata o quel che è!
Come coppia ho messo slash, perchè io vedo Destiel ovunque, ma in realtà si può vedere il tutto anche come una bellissima e profondissima friendship e così nessuno si offende!<3
Per quel che riguarda come è scritto il tutto, ho cercato di adattare lo stile alle varie fasi, quindi durante il patteggiamento ho usato volutamente molte ripetizioni e nella depressione tutto è volutamente triste e straziante!
Spero di averci preso e di non aver fatto un casino, insomma!
Ora, direi che le note non dovrebbero essere più lunghe della storia, quindi vi saluto, vi mando un bacio e mi godo il mio arrivo nel fandom, sapendo già che probabilmente non mi scollerò più!
Ogni recensione è graditissima, e se qualcuno ha sotto mano un Misha Collins d'avanzo io prendo anche quello<3
  
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