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Autore: NorwegianWinds    11/03/2014    1 recensioni
Alex è un giovane musicista allo sbando: è appena stato cacciato dalla sua band, i We Love Thighs, e non sa cosa fare del proprio futuro. Tra tostapani molesti, amici fedeli, pornobimbe silenziose, vecchie guide ed ex mogli alla ribalta, riuscirà Alex a ritrovare la propria strada e la propria musica?
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Un mese allucinogeno. Nel vero senso della parola. Assumo sostanze qua e là in attesa di un'ispirazione che non arriva. Compongo cose a caso. Non le riascolto, non me le ricordo e non me ne preoccupo.
Vivo in un isolamento inutile: non accendo tv, computer, radio. Non rispondo al telefono. Per parlarmi del concerto, Dawson deve venire direttamente a casa mia. E già che c'è porta un po' di roba da mangiare e da bere.

Esco una sola volta. A furia di strimpellare senza cura e senza pensare ho rotto tre corde della chitarra, ne servono di nuove. Incredibile ma vero, c'è il sole. Dopo quasi tre settimane di reclusione anche questa luminosità flebile e spenta mi acceca. Mi sento un convalescente. Vado nel mio negozio di strumenti preferito con l'intenzione di fermarmi cinque minuti, per evitare domande di Henry, il proprietario. E' un mio amico, ma non ho voglia di parlare con nessuno e lui è logorroico. Entro e cerco ostinatamente di non guardare la fila di chitarre nuove e luccicanti che mi incantano sempre. Poi mi blocco.
Qualcuno suona.
Note vibranti di basso che sembrano volermi riscuotere dal torpore lisergico. Sembra che sia una grande star a guidare sapientemente quella musica, apposta per me.
Supero la fila di chitarre e sbircio nella saletta accanto, col fiato in gola.
... Altro che rockstar. E' una ragazzina.
C'è una definizione vecchia come il mondo che calza perfettamente per lei, ed è pornobimba. Esile e pallidissima, quasi quanto me. Una cascata di capelli scuri, occhi azzurri orlati da ciglia infinite. Mani affusolate che si muovono intelligentemente fra le corde del basso. Una lunga maglietta bianca che copre solo lo stretto indispensabile, collant di pizzo che fasciano le cosce più squisite che io, fondatore dei We Love Thighs, quindi grande intenditore, abbia mai visto.
Capisco che le vibrazioni musicali che ho sentito non sono solo una prova di abilità, ma erotismo puro. Ha occhi solo per il basso che sta collaudando e che batte contro il suo bacino; la mano sinistra si sposta sul manico con languida decisione.
Sesso con un basso. Faccio in tempo a pensare che è brava davvero, un attimo prima che la visione risvegli i miei sensi assopiti. Ma quando sto per fare un passo verso di lei, sento Henry che mi chiama. L'incanto è spezzato.
Adesso devo stare attento solo a prendere le corde per la chitarra più in fretta possibile, restando sul vago su tutto il resto e specialmente sul concerto.
Prima di andarmene, però, faccio un cenno verso la saletta e chiedo ad Henry chi sia la pornobimba.
- Non se la cava affatto male, vero, viene qui ogni tanto a suonare qualcosa, ma non compra mai niente; beh io non me la prendo, in fondo è brava e poi diciamocelo è anche un gran pezzo di figa -. Finalmente Henry si ferma per riprendere fiato. Gli chiedo se sa come si chiama.
- Ah, penso che non lo sappia nessuno, sai com'è, amico, lei non parla  -
Come sarebbe a dire, che non parla? E' muta?
- Ma no non è muta, ogni tanto qualche parola la dice, ma sta sempre zitta insomma qualcuno pensa che abbia avuto un trauma, per quanto ne so io potrebbe esserle morta la nonna investita dal carretto dei gelati davanti ai suoi occhi. Ti immagini che shock per una bambina? Vedere la nonna uccisa dal carretto dei gelati? Sono cose che ti fanno perdere l’uso della parola, quelle -
Henry sta delirando. Deve aver esagerato con la cocaina, oggi.
La musica nell'altra sala continua, più lenta e sommessa di prima. L'orgasmo musicale dev'essere già arrivato, e io me lo sono perso, il fiume di parole di Henry l'ha coperto. Getto un'altra rapida occhiata alla pornobimba, che è sempre concentrata, ma ha il viso più rilassato, soddisfatto, un accenno di sorriso sulle labbra carnose. Solleva un istante gli occhi, il suo sguardo sembra passarmi attraverso. E’ infastidita dalla mia presenza. Non sono uno spettatore, in questo momento. Sono un voyeur, un porco guardone. Scappo codardamente, la lascio alla sua intimità.

Al mio ritorno, la casa è  tetra e il silenzio grava come un macigno, avvolge ogni cosa.
  
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