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Autore: Josy Hummel    11/03/2014    3 recensioni
Kurt è magro, lo è sempre stato, ma cercherà di esserlo ancora di più per piacere al suo migliore amico, ma poi perde il controllo.
Vivere non sembra più un'opzione.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ehi there! I'm Ronnie, e mi è stato chiesto di tradurre questa FF, quindi spero che interessi a qualcuno. La storia è una mini long di quattro capitoli, e spero che vi piaccia. Per qualsiasi cosa, io sono qui. 

 




Kurt Hummel era sempre stato una persona con molta fiducia in sé stesso.
 
Sì, era stato vittima di bullismo per tutta la vita per il semplice fatto di essere sé stesso, ma non aveva mai smesso di essere davvero sé stesso.
 
Continuava a vivere la sua vita, fare le cose che gli piacevano, ignorando le persone che lo odiavano e amando quelle che gli piacevano.
 
Beh, veramente ce n’era solo uno. Uno solo ragazzo che voleva amare, stringere, baciare e starci insieme.
 
Blaine Anderson, il ragazzo più eccitante ma, allo stesso tempo, il più dolce ragazzo del mondo. Le sue gentili mani, quel sorriso da Stregatto, quegli enormi occhi color caramello, i suoi riccioli..
 
E un’enorme cotta per il loro amico, Sam Evans.
 
Quando Kurt lo scoprì, seppe all’istante che non ci sarebbe mai stato un finale felice, per lui.
 
Era sabato pomeriggio, quando Kurt era tornato da New York. Avevano passato tutto il giorno guardando film e parlando delle novità di Vogue, quando Blaine ebbe l’idea di mostrare a Kurt la loro ultima performance. All’inizio, Kurt era davvero eccitato, ma poi Blaine fece partire ‘Applause’- performance che comprendeva un Sam che non vestiva nulla, se non un paio di enormi ali e pantaloni neri molto stretti.
 
Kurt lanciò un’occhiata di sottecchi a Blaine, che aveva gli occhi praticamente incollati allo schermo, e sospirò.
 
“Ti piace davvero, non è così?” Blaine annuì furiosamente, arrossendo.
 
“Sì. Intendo, lo so che è etero, e tutto il resto ma.. come non potrei?! Guarda il suo corpo, Kurt, tutti sono nulla, paragonati a lui!”
 
Sentì come se qualcuno gli avesse trapassato il cuore. Kurt rivolse l’attenzione al suo petto e al suo addome, esitante. Lui non era niente, in paragone.
 
Niente muscoli, né una pelle tonica, e vestiva come una checca stereotipata.
 
“Stai bene, Kurt? Sembri pallido.”
 
E anche quello.
 
“Sì, certo, sto bene.”
 
Probabilmente brutto e grasso, ma bene.
 
Blaine sorrise, tornando a rivolgere la propria attenzione allo schermo.
 
E in quel momento, Kurt prese una decisione.
 
Doveva fare qualcosa contro il suo aspetto.
 
Per Blaine.
 
 
 
 
Due mesi dopo.
 
“Kurt? Va tutto bene? Sei lì dentro da un’ora, devo usare il bagno!” urlò Rachel attraverso la porta, bussando rumorosamente. Kurt si alzò, sciacquandosi la bocca.
 
“Un minuto, Rachel!” le gemette dalla frustrazione, ma sentì i suoi passi dirigersi in cucina. Kurt sorrise tristemente.
 
Cacciarci le dita in gola non è facile, sai? È davvero dura. Ci vuole tempo.
 
Pulì il bagno, si passò un po’ d’acqua sul viso e prese un profondo respiro, lavandosi poi i denti.
 
Il sapore del vomito era ancora disgustoso, anche dopo tre mesi che lo assaggiava per circa tre volte al giorno, ma non aveva ancora perso abbastanza peso. Doveva fare più movimento.
 
Quando finalmente Rachel fu libera di usare il bagno, lo guardò sospettosa. Kurt scrollò leggermente le spalle, sorridendole e chiudendosi in camera per cambiarsi.
 
Rachel aspettò finché non si fu chiuso la porta alle spalle, poi lo seguì, socchiudendo la porta, che cigolò silenziosamente.
 
E lo vide senza maglietta. Sobbalzò.
 
Si sarebbe concentrata sul suo trono, ma semplicemente questo non c’era. Era come guardare un mucchio di ossa rotte, o una pietra stranamente scolpita. Sembrava surreale.
 
Kurt era davvero, davvero magro.
 
Che cosa diamine gli stava succedendo?!
 
 
 
Proprio nello stesso momento, Blaine Anderson aveva un problema. Un enorme problema, guardandola dal suo punto di vista.
 
Il problema era una ragazza. Una ragazza di nome Penny Owen, ovviamente bellissima, che amava Katy Perry e Bruno Mars, e che aveva una predilezione per i capelli biondi.
 
E Sam voleva incontrarla.
 
Blaine sospirò. Era successo tutto al Lima Bean, quando si erano scontrati, e si era scusata all’incirca un centinaio di volte. Blaine aveva soltanto riso, e si erano incontrati un altro paio di volte. Aveva saputo dal primo momento che lei era la ragazza.
 
L’unica mandata da Dio per essere la ragazza di Sam.
 
Ma non avrebbe perso la battaglia.
 
Non avrebbero mai dovuto incontrarsi.
 
Proprio mentre prendeva questa decisione, il suo telefono cominciò a vibrare.
 
“Pronto?”
“Ehi, Blaine. Sono Rachel.”
“Ehi, che succede?” ci fu un breve silenzio.
“Beh.. è per Kurt.” Il suo cuore mancò un battito.
“C-cosa è successo, sta..?”
“Lui è solo.. sono andata nella sua stanza oggi e.. l’ho visto senza maglietta.” Blaine sospirò di sollievo.
“Oh mio Dio, ho pensato..”
“No, non è per quello.”
“Per cosa, Rachel?”
“E’ magro. Nel senso troppo magro.”
“Che intendi?”
“Sai, non mangia molto e.. il bagno ha uno strano odore. Come di vomito.”
“Pensi che..”
“Sì.” Blaine rifletté per un momento.
“Non penso, Rachel. Ascolta, Kurt è sempre stato magro, penso che tu ti stia preoccupando troppo.”
“Va b-bene?”
“Andiamo, calmati.” Lei sospirò.
“Va bene, Blaine. Ci vediamo, qualche volta?”
“Certo. Ciao!”
“Ciao.” Disse riattaccando.
 
Blaine aggrottò le sopracciglia, cercando di cancellare l’immagine che Rachel aveva creato nella sua testa.
 
Kurt non lo avrebbe mai fatto.
 
..vero?
 
 
 
 
Una settimana dopo.
 
Blaine ripose il suo telefono, aggrottando confuso le sopracciglia.
 
Aveva chiamato Kurt, raccontandogli di Penny, e dei suoi problemi, ma il momento in cui aveva menzionato lei e Sam, Kurt gli aveva detto di dover chiudere.
 
Suonava come se stesse per piangere.
 
Strano.
 
Proprio quando stava per fare qualsiasi cosa, il suo telefono vibrò, mostrando un messaggio di Penny, che lo invitava al Lima Bean.
 
Beh, poteva usarla come distrazione.
 
Lei era già seduta, quando Blaine arrivò. Gli sorrise, e lui ricambiò, sedendosi accanto a lei.
 
“Ciao! Ti ho preso il caffè.”
“Ehi, grazie, non dovevi. Quindi, qual è l’argomento di oggi?” lei ridacchiò.
“Beh, non so ancora nulla dei tuoi amici, quindi..”
“Uhm sì.. beh ci sono Artie e Tina.. e Rachel..” e Sam “Oh. E Kurt,” disse sorridendo, al pensiero del suo migliore amico. Penny alzò un sopracciglio.
 
“Sembra qualcuno di speciale..?”
“Oh lui è speciale! Lui è tutto. È divertente, e dolce, e alquanto stronzo, a volte.” Disse ridendo. “E c’è sempre quando ho bisogno di lui, e ha sempre una soluzione per ogni problema. E poi è bellissimo. Sembra un angelo.” Penny sorrise apertamente.
 
“Sono sicura che sia così. E da quanto state insieme?”
Cosa?!” sentì un calore espandersi sulle sue guance. Perché diavolo avrebbe dovuto pensare che.. lui non era.. lo era?
 
“Voi.. non state insieme?”
“No, è il mio migliore amico.”
“Ma tu sei innamorato di lui, giusto?” sembrava abbastanza confusa.
“Uhm, perché dovresti pensarlo?”
“Perché mi hai appena detto che è dolce e bellissimo?”
“Oh.” La sua mente fluttuava. Era.. era innamorato di Kurt? Il suo cuore si strinse leggermente, al pensiero.
 
Oh. Probabilmente lo era.
 
Penny sorrise.
“Allora?”
“Io.. immagino di sì. Non me n’ero mai accorto.”
“Felice di esserti stata d’aiuto! E ora vai a New York e prenditi il tuo ‘per sempre felici e contenti’” disse sorridendo.
“Uhm, potrei, immagino.. se lui ricambiasse.”
“Beh, questo dovrai scoprirlo! Vai da lui per il weekend, domani è venerdì.”
“Va bene.” Sorrise, prendendo un profondo respiro.
“Ma prima, ti andrebbe di conoscere un mio amico? Si chiama Sam.”
 
 
 
“Kurt? Sono a casa!” disse Rachel posando la borsa nell’angolo.
“Ehi, lo so che ci sei! Che succede? Va tutto bene?” aprì la porta della sua camera da letto, e lo vide lì.
“Ehi, dolcezza, stai dormendo?” si sedette accanto a lui. Sembrava più pallido del normale.
 
Poi la vide. Una scatola vuota.
 
Sonniferi.
 
“Oh santo cielo!”
  
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