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Autore: _joy    12/03/2014    6 recensioni
Contesto: tra "Morsi di ghiaccio" e "Il bacio dell'ombra":
Rose non ha ancora visto il fantasma di Mason, non sono ancora iniziati i problemi legati allo Spirito. Lei e Lissa sono tornate all'Accademia e hanno ripreso le loro vite. Finché Lissa non le chiede di tornare a NYC e riprendere le loro vecchie identità in nome di un amore passato.
ATTENZIONE: questa storia è sempre un crossover con Gossip Girl ma non c'entra niente con "Escape": non sono legate, è diverso il contesto e Lissa e Rose sono scambiate rispetto a quella storia: Rose è Serena Van der Woodsen e Lissa è Blair Waldorf (capelli a parte!)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dimitri Belikov, Lissa Dragomir, Rose Hathaway
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Juliet had it easy; she never had to kill Romeo.” 
Rose, 
Last Sacrifice

Scendemmo in strada più lentamente.
 
Volevo dare a Lissa il tempo di parlare con Chuck.
Comunque, la controllavo dal legame.
Dimitri lo sapeva, per cui non chiese di correrle dietro.
Aveva capito anche lui che Lissa aveva bisogno di privacy in quel momento.
Certo che il lavoro di guardiano è ingrato a tratti, riflettei tra me.
Cosa dovevi fare se il tuo Moroi spariva per un’avventura galante?
Lo seguivi fin dentro la camera da letto?
 
Dimitri mi riscosse da quei pensieri con una domanda:
«Cosa intendevi prima? Quando le hai detto delle tre parole?»
«Oh»
Tornai al presente, cercando di non pensare a me che piantonavo la camera da letto di Lissa con a fianco Dimitri. Quello sì che sarebbe stato duro.
«Bè, è una frase che Lissa e Chuck si sono detti più volte, a vicenda… prima. Il problema è che questo loro rapporto ha un po’ i contorni di una sfida… Erano arrivati a sfidarsi su chi avrebbe ammesso per primo di amare l’altro. “Tre parole, sette lettere”…sono: “io ti amo”»
Arrossii nel dirlo.
Chissà se avrei mai potuto dire a lui…
Restò in silenzio, meditabondo.
«A volte i sentimenti fanno paura» disse poi in tono neutro.
Non saprei dire se parlava di loro… o di noi due.
Io scrollai le spalle.
«Non penso che ammettere di amare qualcuno significhi ammettere di essere deboli»
Si fermò di botto e mi guardò.
Il mio cuore perse un colpo, ma alla fine lui si limitò a dire:
«Già. Nemmeno io lo penso»
Prima che potessi mettere ordine nel tumulto di emozioni che quella frase mi scatenò dentro – soprattutto visto che era combinata a un’occhiata da infarto – lui riprese a camminare.
Io battei le palpebre, confusa, ma un attimo dopo sentii Lissa chiamarmi attraverso il Legame.
Una Lissa disperata.
Ovviamente, lei era la mia priorità, per cui scattai in avanti e corsi fuori.
Sentii Dimitri che mi seguiva senza fare domande: sapeva che su Lissa io avevo sempre ragione.
 
Arrivai in strada e quasi mi scontrai con lei, che si gettò tra le mie braccia senza dire niente.
Non servivano, le parole.
Lo vidi nel Legame.
Lei che rincorreva Chuck e lo pregava di aspettare, di parlarle.
Che prendeva coraggio e ammetteva di amarlo.
E lui che la guardava freddamente, senza rispondere.
E se ne andava.
 
Merda.
Ma perché le avevo consigliato di esporsi in quel modo?
Maledetto Chuck.
Dovevo solo trovarlo… e poi, povero lui.
Accarezzai i capelli di Lissa finché non la sentii calmarsi.
Ma ancora non mi lasciava: era in imbarazzo.
Sospirai e la allontanai da me, cercando di sorridere.
«Vado ad ammazzarlo» dissi.
A lei scappò quasi un sorriso, soprattutto perché Dimitri alzò gli occhi al cielo.
«Non è colpa tua, Rose» disse lei.
«Invece sì, perché ti ho spinta io ad aprirti con lui, dimenticandomi che è solo un coglione e…»
«No» negò lei «L’ho deciso io. Non è colpa tua»
Ripensai alla conversazione di poco prima con Dimitri e annuii, mordendomi un labbro.
«Ok. Torniamo a casa?» chiesi, speranzosa.
Lissa si adombrò subito.
Gettò un’occhiata a Dimitri, che era lì imperscrutabile, e poi mormorò:
«No! Chuck dà un party, stasera!»
«Un party?!» persino io, che ero una che amava le feste, lo trovai di cattivo gusto «Ma se suo padre è appena morto!»
Lei scosse il capo.
«Ma non lo capisci? È distrutto! Ma non vuole darlo a vedere. È il suo modo di annegare il dolore»
Mi rimangiai i mille commenti poco generosi che mi salivano alle labbra.
 
*
 
Con grande stupore di Lissa, rinunciai allo shopping.
 
Lei voleva essere bellissima per Chuck, quella sera, ma io non me la sentivo proprio di ripetere l’esperienza della mattina.
La accompagnarono Celeste e Dimitri: lui voleva certamente evitare una lite con Alto, che all’idea di altro shopping rischiò seriamente di farsi venire un colpo apoplettico.
Ma – credo – voleva anche evitarmi.
Troppa attrazione nell’aria: dovevamo rientrare nei limiti.
I nostri limiti scarsamente funzionanti ma più sicuri.
Rimasi a casa e il pomeriggio passò in un lampo.
Ragazzi, che gran cosa la TV satellitare.
E i pasticcini di Dorota, per di più.
Quando Lissa tornò venne a farmi vedere i suoi acquisti e io mi trattenni dal commentare la biancheria che aveva comprato.
Poi, però, ci ripensai e la seguii in camera sua.
«Non stai pensando di tradire Christian, vero?»  chiesi, entrando di corsa.
Lei, che si era appena seduta in poltrona, fece un salto dallo spavento.
«Ma vuoi farmi morire?! Ma certo che no!»
Però era arrossita.
Sospirai.
«Ok, Liss, non credevo che sarebbe arrivato questo giorno, ma devo dirlo: tu e Christian siete una bella coppia. Lui ti ama. Non è giusto quello che stai facendo»
Lei si morse un labbro con aria colpevole.
«Rose, io… Io tengo tantissimo a Christian. Ma quando sto con Chuck… Mi sento viva. Con lui è tutto…a mille! Devo chiarire questi miei sentimenti se voglio essere onesta con Christian. Se voglio che con lui funzioni»
Incrociai le braccia sul petto.
«E quanto sei disposta a spingerti avanti?» chiesi, brutale.
Lei non rispose.
Era in difficoltà, ma io non mi trattenni.
«Ascolta, Liss, secondo me sei ancora attratta da lui e lo capisco. Ma penso sia più un fatto fisico che mentale»
Lei stava già negando, ma io mi affrettai a continuare:
«Non può essere diversamente perché lui non sa niente di te! Della vera te, intendo. Non sa che sei una Moroi, che sei l’ultima dei Dragomir. Diavolo, Liss, non sa nemmeno che esistono i vampiri! Ma che relazione pensi di poter avere con uno che non sa chi sei? A cui non puoi raccontare nulla di te?»
«Ma…» sembrava spiazzata «Ma tu hai sempre flirtato e sei uscita con…»
«Appunto. Flirtato. Sono uscita con ragazzi con i quali sapevo già che non avrei costruito nulla. E che non mi mancano. Diamine, oggi ho visto Aaron e Dan in chiesa e devo dire che mi ero praticamente scordata che esistessero! Non puoi essere seria, Liss: se torni con Chuck, come farai con l’Accademia? Con la tua vita?»
«Ma dopo l’Accademia potremmo tornare qui!»
«Ma tu resti l’ultima dei Dragomir! Hai dei doveri! Sei l’ultima della tua casata, dovresti andare a Corte!»
«Non voglio!» si ribellò lei «Io sono una persona! Voglio vivere la mia vita!»
«Una vita di bugie? Con un burattino? Ma che cosa dici?»
Una tosse discreta ci interruppe.
I tre guardiani erano sulla porta, mi resi conto solo in quel momento che stavamo urlando.
Lissa arrossì e si voltò, io mormorai una scusa.
Poi mi voltai verso di lei, ma il Legame mi disse che non voleva discutere.
Nel profondo, sapeva che avevo ragione.
Ma non voleva ascoltarmi.
 
*
 
Mi preparai in silenzio, senza alcuna voglia di andare a una festa.
Tuttavia, quando mi presentai in salotto, presi una lavata di testa gigante da Stan per via del mio abbigliamento.
«Ehi!» risposi, seccata «Si rilassi, insomma! È una festa!»
Va bene, forse il mio abito era un po’ corto.
Giusto un po’.
Ma chi, di sera, usciva con le gonne al ginocchio per un party in un locale?
Guardai di sfuggita Dimitri… e fu un errore.
Perché lui mi stava fissando.
E fissando.
Avvampai, ma rimasi immobile.
Adoravo quando perdeva il controllo in quel modo e la sua espressione…
Si voltò di scatto e io mi ritrovai a cercare di riprendere fiato.
Arrivò Lissa, che a quanto pare temeva altre mie rimostranze, ma io quasi non la vidi.
Cavolo.
Che vita di merda.
 
La festa era volgare ed esclusiva come mi aspettavo da un Chuck depresso.
Celeste pareva sconvolta mentre osservava le ballerine discinte che si esibivano su un palco.
Alto le guardava con gli occhi di fuori, invece.
Perfetto, ci mancava solo questa.
Lissa marciò diretta verso il palco, sapendo che avrebbe trovato Chuck proprio lì sotto.
Io, nemmeno a dirlo, seguivo a ruota.
L’esordio non fu dei migliori.
Lei si parò speranzosa davanti a Chuck, dal quale ottenne solo un ebbro sguardo lascivo e una proposta oscena:
«Blair… Vuoi unirti alle signorine? Deliziaci… Ricordo una tua danza degna di Salomè»
Era una chiara allusione alla prima volta che avevano fatto sesso.
Strinsi i pugni e mi feci avanti con il chiaro intento di spaccargli la faccia, ma Lissa mi prese per un braccio.
«Offrimi da bere, piuttosto»  disse.
Lui esitò un attimo, poi scrollò le spalle.
Si diressero verso il bar e io dovetti impormi di non seguirli.
Non puoi ammazzarlo, Rose – mi ripetevo – Calma.
Mi piazzai a lato della pista, in modo da tenerli d’occhio.
I guardiani si erano divisi e avvistai Dimitri poco lontano da me.
Lo sorpresi a fissarmi e lui, sussultando, distolse lo sguardo.
Mi tornò in mente l’occhiata che mi aveva lanciato a casa.
Oh no.
Ora sì che avevo un problema: impedirmi di correre da lui.
Una mano sul braccio mi distrasse da fantasie inopportune di me che gli correvo incontro e gli strappavo i vestiti di dosso.
Misi a fuoco Nate con una certa difficoltà.
Mi stava sorridendo.
«Vuoi ballare?» chiese.
Ballare.
Era una vita che non ballavo.
Alzai le spalle.
«Certo!»
 
Il fatto è che, un tempo, io adoravo ballare.
Adoravo le feste e NYC mi piaceva proprio per questo.
Era fantastico.
Mi lascia trascinare da Nate in mezzo alla pista e lui mi circondò con le braccia.
Ci sorridemmo: sapeva di casa.
Ballavamo bene insieme, non era la prima volta.
Iniziammo a chiacchierare e ci misi poco a ricordare come mai Nate era il ragazzo più desiderato del liceo: non era solo bello.
Era dolce e tenero e sapeva farti ridere.
Ma perché non mi ero innamorata di un ragazzo normale?
Errore: non che Dimitri non fosse normale (semmai, era bello e speciale oltre l’ordinario).
Era la nostra situazione che non era normale.
Sospirai e Nate, a sorpresa, mi fece fare una piroetta veloce e poi mi riprese tra le braccia.
Lo fissai, disorientata.
«Che cavolo fai, Archibald?»
«Richiamo la tua attenzione» mi sorrise «Sbaglio o hai la testa altrove?»
Non sbagliava.
Feci una smorfia.
«Ok» ci pensò su «Sei preoccupata per Blair»
Risi.
«Mi conosci troppo bene!»
Sorrise di nuovo e fece scorrere una mano sulla mia schiena.
«Puoi giurarci» rispose «Mi sei mancata»
 
Alla fine, mi stavo quasi divertendo.
Stavo ridendo con Nate a proposito di una vecchia storia, quando la sentii.
Lissa.
Che piangeva.
Mi staccai di botto da Nate e mi guardai intorno.
Cavolo.
Ma dov’erano tutti?
Non vedevo nemmeno Dimitri.
«Che succede?» chiese Nate, disorientato.
«Dove sono Blair e Chuck?» risposi, secca.
Non era il momento di dare spiegazioni.
Ci misi un attimo ad orientarmi e poi marciai decisa fuori da una porta secondaria e mi diressi lungo un corridoio scarsamente illuminato.
Scesi tre gradini e mi trovai di fronte a una scena surreale.
I guardiani erano stipati ai lati di una porta aperta, in evidente imbarazzo.
Dentro, Chuck e Lissa gridavano e si urlavano addosso; lui con la camicia slacciata e lei – ahinoi – con il vestito sbottonato fino alla vita e il seno in bella mostra.
Non se ne era nemmeno accorta, da quanto era furiosa, ma Dimitri e Alto non sapevano chiaramente dove guardare: non volevano lasciare Lissa, ma di sicuro non volevano guardare una ragazza urlante con il seno esposto.
 
Entrai nella stanza, mollai un ceffone a Chuck e passai un braccio attorno alle spalle di Lissa, sistemandole il vestito.
«Ehi» le dissi «Ora andiamo a casa, ok?»
Lei mi fissò con gli occhi sgranati.
Nate, intanto, aveva preso da parte Chuck e cercava di calmarlo.
«Col cazzo che mi calmo!» urlava lui «Col cazzo!»
Mollò uno spintone a Nate e uscì correndo dalla stanza.
Mi preparai a impedire a Lissa di raggiungerlo, ma per fortuna non sembrava intenzionata a farlo.
Si strinse nel mio abbraccio e mormorò che voleva andare a casa.
Ero ben felice di accontentarla.





***
In ritardo, ma forse vale lo stesso?! :)
Questo è l'outfit di Rose-Serena!
Vi ricordo di seguire la mia pagina Facebook per tutti gli aggiornamenti!

https://www.facebook.com/Joy10Efp
Buona lettura,
Joy


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