La mia dedica speciale
per John e Paul che non mi bastano mai. J
Tu non mi basti mai
La prima
giornata di primavera è come l’inizio di una vita.
La prima
giornata di primavera è speranza.
La prima
giornata di primavera è avere voglia di qualunque cosa faccia sussultare il tuo
cuore.
E il cuore di
John, ora, sussulta.
Il motivo?
Il motivo è semplice
ed è sempre lui, Paul: dorme beato accanto a John, entrambi sono sdraiati sul
prato di erba dolcemente profumata di buono e di nuovo dietro Strawberry Field.
Era una
giornata troppo bella per restare chiusi a casa; per questo motivo quella
mattina sono usciti, con le loro chitarre, e hanno trovato riparo nel piccolo
rifugio di John.
John sospira,
osservando il ragazzo profondamente addormentato, e il suo cuore fa una piccola
capriola all’indietro, giusto per ricordargli una volta, ancora, che così, si sta davvero bene. Ha la testa
leggermente china verso di lui, come se volesse cercarlo anche nel sonno,
l’espressione del viso è rilassata, le dita sfiorano il petto di John... John…
John che lo guarderebbe per ore, in questo modo, vicino a lui. Oh, sì. Quanto si
sta bene così.
La sua mano
si sposta con un movimento lento verso il viso di Paul, scostandogli prima i
capelli dalla fronte e andando poi a intrecciarsi con le sue ciocche color
ebano. Le sue dita fremono al tocco, alla dolce sensazione di toccare Paul. John toccherebbe Paul dovunque,
lo toccherebbe per sempre, senza mai fermarsi.
Il respiro di
Paul sembra mozzarsi per le sue carezze. È profondo, nel sonno, e regolare. Una
melodia che John ascolterebbe volentieri per tutta la vita, prima di dormire
alla sera, o subito dopo il risveglio alla mattina. E lo ascolterebbe anche e
soprattutto quando il tocco di John lo rende irregolare, irregolare e così unico.
Quasi fosse il leitmotiv di John, in
questo film meraviglioso su lui e Paul.
Poi le labbra
di Paul si incurvano lentamente in un sorriso accennato, mentre lui si
stiracchia. Il sorriso di Paul, quello che rivolge a John, solo a lui, è sempre
un po’ speciale. È quello che John non si stancherebbe mai di ammirare, solo
perché è il suo. Anzi, potrebbe interrompere quella visione solo per baciarlo.
Dio, John lo bacerebbe ogni giorno, ogni ora, ogni minuto di quella sua inutile
vita, che solo Paul e la loro musica riescono a rendere degna di essere vissuta.
“Mmm… John?” mormora Paul, senza alcuna intenzione di aprire
gli occhi.
“Sì, Paul?”
“Che stai
facendo?”
“Stavo
cercando di svegliarti.”
La risposta
costringe, finalmente, Paul ad aprire gli occhi, “Beh, missione compiuta.”
John ride,
sotto lo sguardo contrariato di Paul: “Ops.”
“E dimmi,
John, ora che sono sveglio, cosa vorresti fare?” domanda lui con un gran
sospiro, “Suonare?”
John riflette
un istante, prima di rispondere, “No.”
“Scrivere una
nuova canzone?” continua Paul.
“Ehm, no.”
“Allora… vorresti baciarmi, John?” domanda
Paul e si lascia scappare una risata, prima di rotolare sopra John.
Anche John
non può fare a meno di ridere, mentre le sue braccia circondano la vita del
ragazzo.
“Piccolo
sfacciato, ti piacerebbe, vero?” esclama, toccandogli la punta del naso, “Ma
no, neanche questo.”
Paul, piuttosto
accigliato, punta le mani accanto alla testa di John e si solleva un po’, per
guardarlo in volto.
“E sentiamo, cosa
vorresti, John?”
John sorride
fra sé, pensando a tutto ciò che vorrebbe. Guardarlo, abbracciarlo, baciarlo,
son tutte cose meravigliose, se riguardano Paul. Ma John vuole di più, molto di
più.
“Vorrei essere il vestito che porterai. Vorrei
sognarti come non ti ho sognato mai. Vorrei essere l'acqua della doccia che
fai, le lenzuola del letto dove dormirai. Vorrei essere il motore della tua
macchina così di colpo mi accenderai. Vorrei essere l'anello che porterai, la
spiaggia dove camminerai, lo specchio che ti guarda se lo guarderai...”
La dolce
risata di Paul lo interrompe e John lo osserva, mentre si china su di lui per
far incontrare la sua fronte con quella dell’altro ragazzo.
“Ehi, non
sono un po’ troppe cose?”
“No.”
risponde John, seriamente, scuotendo appena il capo, “Anzi, sono ancora poche.”
“Oh.” mormora
Paul, mordendosi il labbro, compiaciuto, “Davvero?”
“Sì, perché tu,
Paul, tu non mi basti mai.”
Note dell’autrice: con tremila storie a cui pensare, ne
scrivo sempre altre. Ma questa ci voleva, un po’ di fluff. Mi è venuta in mente
sabato sera, mentre ascoltavo la canzone di Lucio Dalla, “Tu non mi basti mai”.
E questo è il risultato. I versi in corsivo ovviamente sono presi dalla
canzone.
Grazie a kiki che ha corretto la storia e mi ha incoraggiato. J
Spero che sia
piaciuta e ci sentiamo domani con Two of us.
A presto
Kia85