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Autore: KeyFlame_NaLu    12/03/2014    6 recensioni
< < Tu a cosa ti aggrappi? > >
Daryl si riscosse dai suoi pensieri.
< < Eh? > >
< < Cos'è che ti mantiene in vita, che ti spinge a lottare e a non arrenderti giorno dopo giorno? > >
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Daryl la fissò e Beth gli sorrise. La loro mani si cercarono e dopo lunghi secondi di indecisione si ritrovarono nel resistente intreccio della loro solitudine.
Aveva provato una strana sensazione in quel momento, come se tutta la rabbia repressa che trasportava unicamente sulle sue spalle avesse trovato una qualche via d'uscita attraverso quel semplice contatto.
-Seconda One-shot su Daryl&Beth
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lullaby
 

Fissò il soffitto, cercando con tutte le proprie forze di scorgere qualcosa al di là dell'intonaco bianco panna sopra di lui. Qualcosa come un segno, una luce, qualcosa che gli indicasse la strada giusta da percorrere. Allungò una mano, afferrando qualcosa di invisibile che mai sarebbe stato suo.
La melodia prodotta dal pianoforte risuonava in tutta la stanza, così come la voce melodiosa della nanetta bionda che lo suonava, Beth.
Di solito detestava le sue canzoni; non perché fosse stonata, perché non lo era affatto, ma per il significato che esse trasmettevano.

Libertà, felicità, fraternità. Tutti ideali che in un mondo come quello non potevano esistere.
Quel giorno invece, ascoltare una delle ballate romantiche di Beth non sembrava poi così insopportabile. 
La stanza era illuminata solo da alcune candele, che rendevano l'atmosfera lugubre a causa dei defunti rigorosamente vestiti in nero che stavano tranquillamente sulle panche. Beth aveva giudicato quello di vestire i propri morti e dar loro un degno funerale come un gesto bellissimo, umano.

Teoricamente era una cosa da matti, davvero folle. Quelle persone erano diventate degli zombie, eppure qualcuno aveva pensato che fossero ancora delle persone, che meritassero una cerimonia come in un contesto civile.
Che razza di idea.

< < E' parecchio comodo...> >

Daryl parlò senza pensarci, riferendosi alla bara in cui era steso. Beth smise di suonare, si voltò e lo guardò.

< < E' questo in teoria il posto che spetterebbe a tutti noi. Queste bare. > >

Beth rabbrividì.

< < Ma siamo ancora vivi... tu ed io. > >

Si affrettò ad aggiungere l'ultima parte, perché per quanto ne sapeva, potevano essere tutti morti eccetto loro due. Maggie, Glenn, Rick, Carl, Michonne, Judith.
Potevano essersi trasformati anche in zombie. Ma sapeva che non era così', se lo sentiva.

< < Sì, siamo ancora vivi... > >

Ma per quanto?, avrebbe voluto aggiungere Daryl. Anche adesso, non erano altro che superstiti scampati ancora una volta a una morte che prima o poi sarebbe sopraggiunta. Dei fortunati favoriti del destino, o forse non così tanto fortunati.

< < Sai, a volte pensare che possa andare meglio può esserti di grande aiuto. > >

Daryl fece una smorfia di dissenso e si sdraiò su un fianco, per poterla vedere meglio.

< < Ad essere imprudenti sì, può aiutarti. > >

< < Non sempre... Per esempio, a me aiuta a restare viva. > >

Per un attimo Daryl ebbe la tentazione di risponderle che non era affatto viva grazie a delle speranze, ma grazie a numerose e di grande portata botte di culo. E anche grazie a lui.

< < C'è chi si aggrappa a tante altre cose, per esempio Dio, mio padre lo faceva. Io preferisco contare su una possibilità che non sia così astratta. > >

< < Non credi in Dio? > >

A Daryl sembrava giusto chiederglielo; lui non ci credeva ad esempio, e non ci aveva mai creduto fin da bambino. Beth sembrò doverci pensare un attimo, ma poi parlò.

< < Mio padre era fermamente credente, ma io la vedo in maniera più complicata. Penso che esista un essere superiore a noi, da qualche parte, ma che non sia responsabile di ciò che accade qui. Non è né buono né cattivo. Non salva né condanna nessuna anima. Lui esiste e basta. > >

Seguì un attimo di silenzio in cui Daryl assimilò con incredibile attenzione le parole della ragazza. Non avrebbe mai creduto che una ragazzina cresciuta in un ambiente religioso sarebbe stata in grado di elaborare un simile pensiero. Da bambino e anche adesso, lui non aveva mai pensato a una simile possibilità.
Ne conosceva solo una: Dio non esisteva.

< < Tu a cosa ti aggrappi? > >

Daryl si riscosse dai suoi pensieri.

< < Eh? > >

< < Cos'è che ti mantiene in vita, che ti spinge a lottare e a non arrenderti giorno dopo giorno? > >

Il ragazzo rimase per parecchi attimi privo dell'uso della parola. Apparentemente non vi era risposta. Si sollevò e scese dalla bara, pronto ad andarsene senza alcun motivo. Ma la voce di Beth lo raggiunse.

< < Sai suonare il pianoforte? > >

Daryl si bloccò davanti la porta; era una domanda stupida e Beth lo sapeva benissimo, ma aveva deciso di porgliela lo stesso.

< < Come potrei saper suonare? > >

Beth sorrise, e alla vista di quell'espressione felice Daryl fu percosso da un brivido lungo la schiena, seguito da uno stranissimo tepore al petto.

< < Era quello che speravo. Vieni, ti insegno alcune note. > >

Sospirò e le si sedette accanto nella panca di legno. Beth gli indicò i tasti bianchi e i tasti neri, spiegandogli in breve la loro funzione e il concetto di note acute e gravi. Premette un dito e il tasto produsse un suono.

< < Questo è il Si... > >

Daryl memorizzò la posizione di quella nota e premette anche lui, ottenendo un suono molto più aggressivo. Beth rise.

< < Un po' più delicato... così. > >

Il ragazzo riprovò e questa volta il suono prodotto somigliava molto a quello di Beth. Abbozzò un ghigno divertito.

< < Questo è il Sol... poi il Fa... qui c'è il Mi... > >

Le dita di Beth danzavano sulla tastiera e ad ogni suo tocco i tasti producevano un suono in diminuendo. Gli fece provare e Daryl tentò più volte di controllare la pesantezza delle sue dita. Sembrava facile, ma non lo era per niente.

< < Ancora un po' più piano... > >

La voce di Beth si era ridotta ad un sussurro, e sebbene i due fossero vicinissimi tanto da poter sentire l'uno il battito dell'altro, anche la voce di Daryl si abbassò incredibilmente. Non capiva il senso di quello che stavano facendo, forse perché non c'era. Imparata dopo circa un'ora la scala, Beth iniziò a suonare qualcosa di familiare e che lui aveva già sentito. Una melodia malinconica e molto dolce.

Si sentiva come schiacciato da una morsa che all'interno della gola premeva e premeva, togliendogli il respiro. L'esile figura di Beth si fuse per un lungo istante con quella di un'altra persona che un tempo, probabilmente, aveva suonato la stessa melodia.

< < C-Che cos'è? > >

< < Una ninna nanna che mia madre suonava per me... quando ha iniziato a stare male, io l'ho suonata per lei. > >

Alzò gli occhi azzurri e si scontrarono con quelli solitamente duri di lui, che in quel momento mostravano una fragilità che era riuscita a scorgere pochissime volte.

< < La conosci anche tu? > >

Daryl prese a suonare quei pochi pezzetti che era riuscito a memorizzare, creando una melodia ben diversa ma eccezionalmente orecchiabile.

< < Credo che ce la suonasse mia madre... a me e a Merle. > >

Beth suonò con una sola mano, aiutando Daryl nella sua melodia.

< < Scommetto che era davvero brava. > >

Daryl abbozzò un sorriso, l'espressione più gioiosa che fosse ormai in grado di mostrare. Le loro dita di sfiorarono e finirono con l'avvicinarsi nuovamente anche in seguito. Ore prima, davanti a quel cimitero, le loro mani si erano cercate e alla fine erano finite con l'intrecciarsi. Aveva provato una strana sensazione in quel momento, come se tutta la rabbia repressa che trasportava unicamente sulle sue spalle avesse trovato una qualche via d'uscita attraverso quel semplice contatto.

< < Mi dispiace per tua madre. > >

< < Come sai che è morta? > >

< < Lo vedo dai tuoi occhi, lo vedo dal tuo sorriso, lo vedo dal modo in cui cammini: sei un ragazzo cresciuto ad una velocità doppia rispetto al normale. > >

Daryl la fissò e Beth gli sorrise. La loro mani si cercarono e dopo lunghi secondi di indecisione si ritrovarono nel resistente intreccio della loro solitudine.

 

Quella notte, come se per tutta la vita non avessero fatto altro, Daryl e Beth dormirono l'uno accanto all'altro nella comoda e ospitale cassa da morto.
Durante quelle ore, la mente di Daryl rievocò la domanda che Beth gli aveva posto.
Cos'è che ti mantiene in vita, che ti spinge a lottare e a non arrenderti giorno dopo giorno?
La risposta si trovava esattamente accanto a lui, dove una ragazzina dai capelli biondi dormiva beatamente.

*

Salve a tutti Walkers!
Rieccomi con un'altra one-shot su Daryl e Beth, che nella puntata 4x13 sono riusciti
ad abbattere quel poco di sanità mentale che possedevo.
Non ho per niente amato lo scherzetto che gli sceneggiatori ci hanno riservato per il finale, e spero tanto che non abbiano intenzione di rovinino tutto c:
Altrimenti li ucciderò senza pietà.

Ok, mi calmo.
Dunque, dei tantissimi momenti che quei due anno condiviso nella puntata ho deciso di approfondire la scena in cui Beth suona il pianoforte, 
immaginando come si sarebbe potuta evolvere se fosse durata di più ^^
E il risultato è questo casino!
Spero che vi piaccia :33 un bacio e alla prossima!

   
 
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