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Autore: ladyhades    12/03/2014    1 recensioni
A Setsuna capita qualcosa che non si sarebbe mai aspettata. Setsuna/Usagi
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Setsuna/Sidia, Usagi/Bunny
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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NDA: Beh, non so da dove sia saltata fuori questa storia. Si parla di ragazze che amano altre ragazze, quindi se l'argomento non vi piace, uscite. Non possiedo nulla a parte questo cheeseburger, e non lo potete avere.


True Believer

Il rumore di timidi passi in avvicinamento fece alzare stancamente la testa alla guerriera del tempo. "Di ritorno sulla scena del crimine." Mormorò cupamente, chiudendo i suoi occhi rubino.

Un sospiro stanco fu la sola cosa che ricevette come risposta verbale dall'altra persona. Il materasso sprofondò leggermente di fianco a lei, e Setsuna sentì il suo cuore contorcersi dolorosamente nel petto. Come diavolo avrebbe potuto sistemare qualcosa del genere? Era la guardiana del tempo. Era sua responsabilità assicurarsi che piccoli 'incidenti' come questo non accadessero.

Non era certo compito suo provocarli.

"Questo è tradimento, sai." Mormorò Setsuna. "Tradimento nella sua forma peggiore."

Ancora nessuna risposta. Represse l'impulso di urlare e nascondere il viso tra le mani.

Era tutto sbagliato. Tutto così, tremendamente, sbagliato.

Cercò di ripercorrere gli eventi dell'ultima notte, prendendo le immagini confuse che invadevano la sua mente e cercando di ordinarle in una specie di quadro generale che spiegasse la sua attuale situazione.


Tutto era cominciato in modo abbastanza semplice. Si era appena preparata uno spuntino, e si era seduta sul divano per guardare la sua passione segreta, "Gli amici immaginari di casa Foster". Setsuna poteva solo immaginare cosa avrebbero detto le altre vedendola guardare un programma così ridicolo, e così era diventato il suo segreto più oscuro.

Niente male per una della sua età.

Quanti anni aveva, a proposito? Aspetta. Meglio non pensarci.

Il campanello l'aveva distolta bruscamente dalle sue fantasticherie indotte da spuntini malsani e cartoni animati, e la donna aggrottò la fronte mentre appoggiava sul tavolino di fronte a sé il suo sacchetto di M&M's. Haruka e Michiru erano uscite quella sera, Hotaru era insieme a Chibi-Usa, e dubitava che qualcuna delle Inner Senshi venisse a trovarla.

Le piaceva molto il fatto che tutte la trovassero così distaccata e misteriosa. La cosa le permetteva di passare molto tempo da sola, e quindi avere molto tempo per pensare. Anche se in quei giorni, pensare a qualsiasi cosa sembrava solo procurarle guai. Doveva essere quello che Haruka aveva soprannominato scherzosamente la 'Sindrome del Cancello'.

La teoria della bionda era che Setsuna aveva passato così tanti anni al Cancello del Tempo, da sola, da essere diventata completamente lunatica.

Le labbra della donna dalla pelle olivastra si alzarono in un ghigno ricordando il giorno in cui Haruka espose la sua ridicola teoria. La grande guerriera del vento si era ritrovata in un tutu rosa, di fronte a tutte le loro amiche, cantando una pessima versione karaoke di 'You Sexy Thing' senza ricordare assolutamente come ci fosse finita.

Poter controllare i flussi del tempo aveva i suoi vantaggi.

La teoria di Setsuna era stata, "E' un po' difficile dare a me della lunatica quando sei tu quella vestita in quel modo."

Michiru non riuscì a credere che Setsuna fosse la responsabile di un 'incidente' di tale portata. Nessuno sapeva chi era lei veramente. Ormai non lo sapeva nemmeno lei. E adesso stava pensando.

Il campanello suonò un'altra volta.

Considerò brevemente se andare ad aprire oppure no. I suoi M&M's la chiamavano da dove li aveva lasciati sul tavolino, e iniziò davvero a preoccuparsi per la sua sanità mentale quando li immaginò gridare il suo nome.

Meglio andare a rispondere al campanello. Non c'erano pazzi in giro per casa. Nossignore.

Signore? Non riusciva nemmeno a ricordarsi l'ultima volta che aveva visto un uomo girare per quella casa, a parte Mamoru.

Sì. Come se lui contasse.

Concentrazione! Il campanello!

Si lisciò le pieghe della maglietta e dei jeans, cercando di dare una sistemata al suo aspetto. Non si poteva mai sapere quando la Setsuna misteriosa e distaccata dovesse fare un'apparizione. Meglio iniziare a recitare la parte. Chiunque fosse avrebbe dovuto avere un'ottima scusa per distoglierla dai suoi dolcetti.

Aprì la porta e fu abbastanza sorpresa di vedere dall'altra parte una timida Usagi.

"Serenity? Come mai qui?" domandò la donna dai capelli smeraldo, cogliendo di sorpresa la sua ospite con quell'appellativo.

La bionda arrossì. "Per favore, non chiamarmi così. Sono ancora Usagi."

Setsuna scosse la testa in segno di scusa. "Certo. Perdonami. Sono solo un po' sorpresa di vederti fuori a quest'ora. Va tutto bene?"

La sua principessa annuì. "Sì, beh, no. Non lo so. Non credo che sarei dovuta venire qui. Scusami." Disse in tutta fretta, girandosi allo stesso tempo per andarsene.

La guardiana del tempo improvvisamente ebbe un oscuro presagio. Questo era uno di 'quei' momenti. Una di quelle volte in cui la storia come la conoscevano, o come l'avrebbero conosciuta, poteva essere completamente riscritta. Desiderò poter violare le regole, e dare una sbirciata ai flussi temporali per avere una sensazione, o una rapida visione, di quello che stava per accadere. Era il suo lavoro sapere quando cose del genere stavano per succedere, e prevenire se necessario determinati flussi temporali.

Ma adesso lei era coinvolta. Questo non era un incidente esterno, quindi non poteva sbirciare. Anche solo farlo avrebbe potuto sconvolgere gli avvenimenti. Dannate regole. Le regole erano fatte per essere infrante, no?

Specialmente quando c'erano di mezzo tutu rosa.

Fai una scelta. Lasciala andare. Falla rimanere. Fai una scelta, prima che il tempo la faccia al posto tuo. Gli occhi rubino si chiusero. Forse era pazza davvero. Una situazione del genere non avrebbe mai messo in difficoltà una persona normale.

Afferrò il braccio della bionda proprio mentre iniziava a scendere i gradini. "Aspetta. Non andartene. Rimani. Sei qui per un motivo, giusto?"

Usagi le rivolse un sorriso stanco. "Dimmelo tu."

Setsuna alzò un sopracciglio. "Conosci le regole." La sgridò in tono gentile.

"Fin troppo bene."

La donna più scura si irrigidì visibilmente e il cuore le si strinse dolorosamente nel petto. Sua madre. Dio. Quanto somigliava a sua madre. Questo avrebbe spiegato l'appellativo. Oh, di sicuro l'intera faccenda non poteva che finire male.

"Principessa. Ti prego." Tentò nuovamente. "Ci sono solo io. Possiamo parlare, se vuoi."

Curioso. Improvvisamente poteva immaginare tante piccole Setsuna allacciarsi il paracadute e...

Usagi sorrise.


"Ti chiedo scusa, Setsuna. Lo so che è tardi." Mormorò la bionda.

"Nessun problema." Rispose la donna, accompagnando la principessa fino al divano. "Siediti."

Usagi obbedì, e sbatté le palpebre confusa. "Um, cosa stai guardando?"

Gli occhi di Setsuna fissarono di scatto la televisione, dove Bloo stava al momento facendo un enorme scompiglio al centro commerciale. "Niente." Rispose subito, afferrando il telecomando e spegnendola. "Le ragazze devono averla lasciata accesa."

"Ma pensavo che tu fossi da sola?" chiese la ragazza più giovane.

"Sì."

"..."

"Possiamo fingere che tutto questo non sia mai successo?" mormorò Setsuna.

La sua principessa scoppiò in una risata argentina mentre la donna sprofondò sconfitta vicino a lei sul divano.

"Dai, Setsuna. Non riesco ad immaginare una come te che guarda i cartoni animati."

"Non sono poi così male. E poi, ogni tanto è bello guardare qualcosa di poco impegnativo."

"Immagino." Rispose la bionda con un sorriso che spezzò il cuore della sua guardiana.

Setsuna si fece seria, addolcendo lo sguardo. "Sei cambiata molto, Usagi."

Usagi annuì. "Dalla sconfitta di Galaxia due anni fa, non mi sono sentita più me stessa."

La guerriera del tempo dovette annuire. La bionda era cresciuta molto da allora. La ragazzina frignona e impacciata era sparita. Come spariti erano anche gli occhi pieni di innocenza e di fiducia. Era strano. Era come vedere la principessa trasformarsi lentamente in sua madre, un po' di più ogni giorno. Poteva solo immaginare che fosse opera del Destino, che stava preparando la ragazza e il mondo per l'arrivo di Neo Queen Serenity.

"Hai paura?" chiese Setsuna.

"Non proprio." Rispose Usagi. "Provo questo straordinario senso di calma. Come se tutto fosse come dovrebbe essere. Questo è un po' il motivo che mi ha portata qui."

La donna dai capelli smeraldo annuì, e attese che l'altra continuasse.

"Sono stanca, sai? Stanca di avere tutto così perfettamente pianificato. Non sono felice. Io... ho pensato che tu fra tutte fossi la persona che potesse capirmi meglio."

Capire? Oh, sì. Capiva. Aveva visto la persona che amava essere brutalmente uccisa, e non aveva potuto fare nulla per fermarla. Sapeva che sarebbe successo. Sapeva quando sarebbe successo. Ma era bloccata. Una prigioniera del tempo, dei piani, e di come le cose dovevano andare. Qualsiasi piano era una preghiera a padre tempo.

Era solo una prigioniera.

"Si tratta di Mamoru, non è così?" Domandò Setsuna in modo diretto. Doveva esserlo. Aveva osservato questa ragazza crescere in centinaia di vite. Vegliando in silenzio su di lei, proteggendola. Arrivando ad amarla. Ogni vita era sempre la stessa. Serenity e Endymion. Sempre insieme. Sempre innamorati. Sempre destinati a ritrovarsi.

E lei era sola. Destinata a non trovare mai nulla.

La ragazza che possedeva il suo cuore, il suo corpo, e la sua anima sorrise tristemente. "Sì. Si sta vedendo con un'altra sai, da ormai tre mesi."

La notizia fece restare di sasso la guardiana del tempo. Chibi-Usa esisteva ancora. Era impossibile.

Ohhh sì. Lo sapeva che questa cosa non poteva andare a finire bene. La persona che doveva conoscere tutto a quanto pare non sapeva niente, e restò ammutolita dalla sorpresa. Come mai non aveva ricevuto nessun appunto al riguardo? Questa pareva una notizia abbastanza importante. Doveva licenziare la sua segretaria. Ne aveva una?

"Sinceramente, la cosa non mi ha turbata più di tanto." Continuò Usagi. "E' stato quasi un sollievo."

"...prego?" Balbettò l'altra donna in un modo alquanto poco distaccato e misterioso.

"Non fraintendermi." Continuò la bionda. "L'ho amato. Lo amo. Ma non sono innamorata di lui."

Setsuna poteva già vedere tutti i flussi del tempo attorcigliarsi dove non dovevano, e la cosa la terrorizzò. "U... Usagi. Principessa. Questa non è una cosa che puoi scegliere."

"Davvero? Ho vissuto questa vita, e tutte le altre prima di essa, esattamente nel modo in cui dovevo. Sono stanca. Sono così stanca." Si voltò leggermente per fissare la sua guerriera. "Vedo quanto una simile vita ti abbia reso felice."

Occhi rossi si restrinsero. "Quello che faccio, lo faccio per te, per lei, per il mondo. Rinuncerei alla mia stessa felicità per questo."

"Mia madre, giusto? Intendi Serenity?"

Setsuna sentì il cuore sprofondarle. Ecco cosa si meritava per essersi isolata così tanto tempo. Una completa e totale mancanza di competenza nel trattare con le persone.

"E' un po' il motivo per cui sono qui." Mormorò Usagi. "Parlami di lei. Ti prego."

La donna più grande rimase in silenzio. Come poteva anche solo iniziare a spiegare?

"Ricordo cose. Di te... e di lei. Io... ho bisogno di sentirle. Ti prego."

Setsuna si alzò in piedi. Aveva diverse opzioni, e rapidamente le ridusse a tre scelte.

1) Ubriacarsi. Ubriacarsi parecchio.

2) Trasformarsi in Sailor Pluto e scappare via con un portale da quella orribile situazione. Magari alle Bermuda.

3) Saltare addosso alla principessa, divorarla di baci, e aspettare che il destino la portasse via e scatenasse su di lei qualsiasi punizione necessaria per avere incasinato il futuro in una tale maniera.

Essendo una guerriera matura, responsabile, e molto rispettata tra le sue compagne, optò per la strada che le avrebbe permesso di sgranocchiare qualche M&M's prima di iniziare il suo viaggio all'inferno.

"Vado a prendere una bottiglia di vino. Ne vuoi un po', Usagi?"


La guardiana del tempo sprofondò nuovamente sul divano, con un bicchiere in mano. Con il terzo bicchiere, per essere precisi. Doveva ancora iniziare a parlare, e si concentrò invece sul deglutire il liquido che le avrebbe dovuto fornire coraggio il più rapidamente possibile. Di fianco a lei, Usagi si mosse inquieta, senza sapere se era il caso di parlare ancora oppure no. Setsuna la fissò con la coda dell'occhio, e notò ancora con crescente disagio quanto fosse diventata bella la sua principessa. Quel portale stava iniziando a diventare dannatamente invitante.

"Deve essere difficile per te." Disse alla fine la bionda, rompendo il silenzio.

Difficile? No. Difficile era perdere la sola persona che l'avesse mai amata dopo millenni di solitudine. Difficile era vegliare sulla figlia di quella persona per infinite vite, e per altre ancora che dovevano venire. Difficile era innamorarsi della persona che dovresti proteggere, e ancora più difficile osservare suddetta persona crescere, sposarsi, e fare figli. Curioso. Nel futuro il suo compito era vegliare su Chibi-Usa. Dio santo. Per favore, che qualcuno le dicesse che non si sarebbe innamorata anche di lei. QUELLO sì che sarebbe stato complicato.

Era tutto un enorme, ridicolo scherzo cosmico, e stava davvero iniziando a stufarla. Era mezza tentata di tornare indietro nel tempo e conquistare una nazione, solo per poter fare le cose una volta tanto A MODO SUO. Niente cicli perversi. Niente infiniti periodi di solitudine. Poteva essere il capo supremo.

Ooooh. Quella sì che era un'idea. Magari in Egitto. Le era sempre piaciuta la storia egizia. Essere un faraone. Ottima idea!

"Setsuna?"

"Faraone Setsuna." Corresse la donna sovrappensiero.

"Huh?"

Setsuna lentamente si rese conto del fatto che la sua principessa la stava fissando con un'espressione abbastanza sconvolta. Uh oh.

"Sindrome del Cancello." Spiegò semplicemente.

La bionda aggrottò la fronte confusa. "Come? Per caso ha a che fare con l'incidente del tutu?"

"Ugh." La donna più grande si accigliò. "Perché tutto quello faccio viene etichettato come incidente?"

Usagi rise. "Come altro dovremmo chiamarli?"

Setsuna sbatté le palpebre. "Non ne ho idea."

La bionda scoppiò nuovamente a ridere, e il cuore di Setsuna mancò un battito. Ne era valsa la pena sembrare ridicola.

"Non sapevo che potessi essere così, Pluto."

"Nemmeno io." Rispose la guardiana con una punta d'ironia.

Il commento fece ridere la bionda ancora di più, e Setsuna dovette ridere con lei. Curioso. La sua principessa riusciva a tirare fuori il meglio da tutte le persone. Una volta che le loro risate si furono calmate, la donna più grande si preparò mentalmente e scolò il resto del suo bicchiere.

"Ti racconterò tutto ciò che vuoi." Disse finalmente, prendendo la bottiglia e versandosi un altro bicchiere di coraggio.

"Amavi mia madre?" Chiese Usagi in un sussurro.

"Certo. Tutti la amavano. Proprio come amano te."

"Ma... um... eri innamorata di lei?"

Setsuna deglutì a fatica. Huh. Questo sì che era difficile. "... sì. Molto."

La bionda annuì lentamente. "E lei ti ricambiava?"

La sua guardiana rise amaramente. "Mi piace pensarlo." Aggrottò leggermente la fronte, e scosse la testa come per schiarirsi le idee. "Cosa ricordi esattamente?"

"Quasi tutto." Ammise Usagi. "Tu eri sempre presente. Sempre con lei. Ero un po' gelosa, lo devo ammettere."

Pluto sbatté le palpebre. "Gelosa? Come se ti stessi portando via tua madre?"

Un leggero rossore si allargò sul viso della bionda. "No. Ho sempre avuto una cotta per te. Ricordo che desideravo che tu passassi più tempo con me."

Si prega di iniziare ad effettuare il processo di evacuazione di emergenza.

"Come?"

Il rossore di Usagi si fece ancora più profondo. "Non potevo evitarlo. Eri sempre così fantastica, così brillante, e bellissima."

Ora Setsuna era confusa. Ma quanto vino aveva fatto bere alla bionda?

"Spero di non averti spaventata." Disse preoccupata la principessa.

"No. No. Mi ha solo un po' sorpreso." Rispose la donna. "Sai, dopo la sua... morte, ho vegliato su di te." Sorrise teneramente. "Era l'ultima cosa che tua madre mi ha chiesto. Mi piace pensare che sarebbe molto felice di vedere la persona che sei diventata."

"Vegliato su di me?"

Setsuna annuì. "Da quando eri una bambina. Tutte le reincarnazioni. Ti ho guardata crescere ogni volta."

Occhi blu si addolcirono e si inumidirono in uno sguardo preoccupato. "Devi esserti sentita molto sola."

La donna più grande scrollò le spalle. "Non proprio. Credo che dopo tutto questo tempo, io ti conosca meglio di quanto non conosca me stessa."

"Come hai fatto a capire di amarla?" chiese gentilmente Usagi.

Setsuna fissò il vuoto, senza concentrarsi su nulla in particolare, lo sguardo leggermente sfocato. "Lo sapevo e basta. Era come cercare di respirare senz'aria quando non ero con lei. E anche quando ero con lei, tutto ciò che potevo fare era stare a galla. Mi sono sempre sentita come se stessi per annegare. Era così buona, e gentile." Sul suo viso comparve un sorriso triste. "Il solo stare con lei mi faceva sentire come se nient'altro avesse importanza. Come se io fossi la persona più meravigliosa dell'universo." Chiuse gli occhi, e li riaprì di nuovo, tornando al presente. "Era incredibile."

"Grazie, Setsuna."

"Per cosa?"

"Mi hai aiutato a chiarire alcune cose. Ora so per certo che non posso tornare da Mamoru."

Il panico iniziò a riempire il cuore della guardiana. "Cosa?"

"Non posso. Più ci penso, più sono convinta che lui non mi ami."

Setsuna improvvisamente si ritrovò estremamente sobria. "Usagi. Devi pensarci bene. Non stai cambiando solo il tuo futuro, ma anche quello dell'intero pianeta. E tua figlia! Che ne sarà di lei?"

"E' ancora qui. Sono passati dei mesi, e lei è ancora qui."

C'era qualcosa di molto sbagliato qui. Perché non aveva previsto un flusso temporale simile?

"Usagi..."

"No." Disse la bionda con fermezza. "Segui la mia linea di pensiero. Ogni volta che qualcosa andava male, o che la situazione si faceva difficile, dov'era Mamoru? Quante volte mi ha lasciata pensando che fosse la cosa migliore da fare? Che amore è questo?"

Setsuna si alzò in piedi. "A volte, devi compiere delle azioni, azioni che non ti saresti mai sognata di fare, per proteggere tutti. Il dovere e le responsabilità dovrebbero venire prima di qualsiasi cosa, prima di qualsiasi desiderio egoistico."

Gli occhi blu di Usagi si illuminarono di rabbia. "Cosa c'è di così egoista nel voler essere felici? Dopo tutto quello che abbiamo passato per proteggere questo pianeta, credo che ci meritiamo una qualche forma di felicità. Tu torneresti indietro, non è così? Se potessi, torneresti all'ultima notte del Moon Kingdom per cambiare le cose."

La donna più grande si irrigidì. Era molto peggio di quanto si aspettasse. "Non posso credere che butteresti all'aria tutto quanto."

"Chi dice che sto buttando all'aria niente? Siamo ancora tutte qui, compresa Chibi-Usa."

Setsuna non voleva ammetterlo, ma era quel piccolo dettaglio a turbarla maggiormente. Cosa diavolo stava succedendo? Che Usagi avesse ragione? La testa le girò, e tornò a sedersi sul divano. Era tutto così terribilmente sbagliato.

"Okay." Mormorò finalmente, scostando con mano tremante una ciocca di capelli smeraldo. "Okay."

"Inoltre." Continuò calma la principessa. "Sono innamorata di qualcun altro."

Setsuna sospirò stancamente. "E' Rei, non è vero?"

La bionda fu sorpresa. "Rei? No. Oh no. Ci uccideremmo a vicenda."

"Fin troppo vero."

"Tra l'altro, sono abbastanza sicura che ci sia un'altra bionda che le ha messo gli occhi addosso."

Setsuna rise. "Rei non ha la minima idea di cosa le sta per capitare, non è così?"

"Neanche un po'." Disse Usagi, con un largo sorriso. "Grazie, Setsuna."

"Per cosa?" Chiese l'altra stancamente.

"Temevo che la notizia ti avrebbe davvero terrorizzata."

"Più o meno sì. Lo sono. Non lo so." Ammise Setsuna. "Ma so, nel mio cuore, che stai facendo la cosa giusta. L'hai sempre fatto, anche quando il resto di noi dubitava di te."

"Grazie." Sussurrò la principessa, spostandosi sul divano e abbracciando la guerriera.

La donna più grande sentì il cuore fermarsi nel petto. Un dolore che le era fin troppo familiare le strinse l'anima mentre lentamente ricambiava l'abbraccio. Un altro terribile promemoria di ciò che non poteva avere.

"Non me lo chiedi?" Chiese Usagi, appoggiando la testa sulla spalla dell'altra.

"Ho quasi paura a farlo."

"Chiedi."

Setsuna deglutì a fatica. Sentiva di nuovo quell'orribile oscuro presagio, ed era certa che dove stava per dirigersi non ci fossero M&Ms. La bionda alzò la testa, e sorrise con tenerezza.

Non andava per niente bene.

Il tempo sembrò come rallentare, e lei doveva saperne qualcosa. Il tempo era la sua specialità, no?

"Usagi, aspetta... tu..."

Non appena quelle calde, morbide labbra rosa premettero contro le sue, Setsuna perse il contatto con la realtà. Era inebriante. Il suo calore, il suo odore, era troppo. L'aveva desiderato per anni. Per vite intere. Ed eccolo qui. Sentì il suo cuore palpitare mentre il sangue le ruggiva nelle vene. Braccia color oliva si strinsero attorno alla principessa e la attirarono a sé, e prima che riuscisse a riprendere il controllo di se stessa, approfondì il bacio. Lillà, vaniglia, tutto ciò che era dolce e puro era lì. Dio santo. Non sarebbe riuscita a lasciarla andare così.

Setsuna alla fine dovette tirarsi indietro e prendere profondi, tremanti respiri. I muscoli le tremavano debolmente per tutto il corpo. Cosa... cosa aveva fatto?

"Stai bene?" Chiese gentilmente Usagi, accarezzando con una mano la guancia della sua guardiana.

La guerriera del tempo scoprì di non poter rispondere a quella domanda. Non ora. Probabilmente mai.

La bionda arrossì. "Quindi, questo è il vero amore."

Setsuna aprì la bocca per protestare, negare, dire QUALSIASI cosa che potesse fermare questo orribile atto di tradimento. Ma quei meravigliosi occhi blu la tenevano prigioniera, e qualsiasi controllo di sé l'aveva ormai abbandonata.

'Era sbagliato?' pensò freneticamente. 'Usagi ha davvero ragione?' Diavolo. Arrivate a quel punto, Setsuna era pronta a concordare con Usagi su qualsiasi cosa.

"Sei sicura?" Chiese la donna più grande. 'Anche se non lo fossi, non credo che riuscirei più a trattenermi'

La sua principessa annuì, e anni di frustrazione e solitudine piombarono di colpo sulla guerriera. Non sapeva se fosse l'alcool o la pura eccitazione del momento, ma in ogni caso si ritrovò a condurre Usagi verso la sua camera da letto.

Caddero sul letto, in un intricato groviglio di lingue e di labbra. Setsuna baciò la fronte della bionda e sospirò. "Non l'ho mai saputo. Non l'ho mai saputo."

"Varrebbe la pena di vivere se sapessi tutto?" rispose l'altra in un sussurro, attirandola a sé e baciandola.

Il mondo della guardiana del tempo crollò sotto i suoi piedi.


Il primo pensiero di Setsuna al mattino fu un profondo senso di solitudine. Un sogno. Doveva essersi trattato di un altro sogno. Odiava svegliarsi e ricordarsi del fatto che nulla durava in eterno e che lei era sola. Ma un leggero fruscio sulla sua destra la svegliò completamente in pochi secondi.

Non era stato un sogno.

Questo voleva dire che...

Oh santo Dio.


Di nuovo nel presente, Setsuna continuava a nascondere la testa nelle sue mani. Aveva fallito. Come guerriera. Come guardiana. Aveva commesso l'estremo atto di tradimento. Usagi si sedette di fianco a lei sul letto in silenzio, appoggiando una mano sulla gamba della donna più grande.

"Cosa abbiamo fatto, Usagi?" Chiese debolmente.

"Assolutamente nulla di sbagliato." Sussurrò l'altra in tono rassicurante, baciandole una guancia.

"Come fai a saperlo?"

"Lo so."

Occhi rubino si strinsero. Oh, Dio. Essere dovunque ma non qui. Dovunque ma non qui.

Il suo mondo esplose in un lampo di luce bianca.


Quando riaprì gli occhi riconobbe subito dov'era, e istantaneamente si sentì male. Il Moon Kingdom.

Una figura avvolta di bianco era in piedi di fronte a lei, e Setsuna dovette costringere i suoi occhi a concentrarsi. Serenity. Era Serenity. Sentì immediatamente le gambe deboli, che cedettero sotto di lei. Le si strinse lo stomaco mentre scoppiava in lacrime incontrollate.

"Cosa ho fatto? Oh Dio. Cosa ho fatto?"

Serenity si inginocchiò di fronte a lei, e mise la testa della donna sul suo grembo, facendo scorrere con gentilezza le dita in mezzo a ciocche verdi smeraldo.

"Pluto. Ti prego, non piangere."

La frase non fece altro che farla piangere ancora di più.

"Pluto, non hai fatto niente di male. Ti prego, non piangere."

Ma le porte si erano spalancate. La guardiana del tempo pianse finchè non ebbe più nulla da dare, con il respiro che le si fermava in gola. Serenity rimase in silenzio, e continuò ad accarezzarle i capelli. Ore, giorni, o anche mesi potevano essere trascorsi, e Setsuna non avrebbe saputo distinguerli.

Sembrava che le ci fosse voluta un'eternità per calmarsi, ma alla fine riprese il controllo delle sue emozioni, e fece la domanda che le ronzava nella testa. "Cosa sta succedendo? Andrà tutto bene?"

La regina sorrise gentilmente. "Ti assicuro, che andrà tutto a posto."

"Non capisco."

"Dovresti, meglio di chiunque altro." Replicò Serenity. "Sai che il tempo è come una strada. Inizia e finisce, ma la strada che prendi per arrivarci dipende solo da te."

"Ma... Endymion, il futuro. E Small Lady."

"Endymion troverà la felicità, e Small Lady sta bene, te lo assicuro. Quando ritornerai, potrai verificarlo tu stessa se vuoi."

Setsuna emise un sospiro che non si era resa conto di trattenere. "E' per questo che non sono riuscita a prevedere niente di tutto ciò?"

La regina le rivolse un sorriso malizioso. "E che divertimento ci sarebbe stato se l'avessi saputo?"

La guerriera del tempo si sentì in colpa. "Sei arrabbiata con me?"

"Certo che no. La cosa non mi ha per niente sorpreso. Sono certa che a te sembra di avere passato un'eternità insieme a lei." Accarezzò con una mano il viso di Setsuna e sorrise teneramente. "Ti ho detto di vegliare su di lei, e l'hai fatto. Ti sei comportata molto bene Pluto. Inoltre," continuò in tono gentile. "Pensavi davvero che avrei voluto vederti soffrire per l'eternità?"

"Mi dispiace." Mormorò Setsuna. "Avrei dovuto agire diversamente allora."

"Se l'avessi fatto, sono quasi sicura che tutte le persone che conosci e ami sarebbero morte."

"Serenity?"

"Prenditi cura di lei Pluto. Ti prego. Lei ti ama."

"Ho... ho paura."

"Non averne. Puoi finalmente avere ciò che meriti. Ricordati solo che vi amo entrambe."

Setsuna aprì la bocca per replicare, ma in quell'istante tutto scomparve e lei si ritrovò nella sua stanza, con una Usagi estremamente preoccupata a vegliare su di lei.

"Setsuna! Stai bene?"

La guerriera lanciò un'occhiata alla principessa e scoppiò di nuovo in lacrime, ma questa volta di gioia. Attirò Usagi a sé e la abbracciò, alternando le risate al pianto.

"... um, è di nuovo quella cosa del cancello?"

Setsuna rise ancora di più e baciò Usagi. "Adesso lo so. So che andrà tutto bene."

La bionda sorrise. "Ah. Hai salutato mamma, huh?"

"Come fai..."

Usagi rise. "Chi pensi mi abbia convinta a seguire il mio cuore?"


Qualche ora dopo, Setsuna si svegliò con un sorriso sincero sul volto. Le sembrava fossero passate intere vite dall'ultima volta che si era sentita così felice. Si districò gentilmente dall'abbraccio di Usagi e decise che era ora di prendere finalmente qualcosa per liberarsi dalla sua sbornia. Era stata una notte davvero bizzarra, e tremò al pensiero di cosa sarebbe successo se non avesse risposto al campanello. Baciò la fronte della sua principessa e usò le coperte per coprire il suo corpo nudo. Era tutto così diverso ora, sembrava quasi troppo bello per essere vero.

Un raggio di sole da dietro le tende le fece pulsare la testa, e malgrado tutto sorrise. Quasi perfetto.

Dopo avere recuperato la vestaglia da dietro la porta della sua stanza, scese in cucina per prendere un'aspirina e meravigliarsi davanti al mondo che non aveva mai saputo esistesse.

"Bene! Buongiorno Setsuna!"

E meno male che doveva meravigliarsi.

La guardiana del tempo indietreggiò. Il saluto era stato fin troppo vivace per Haruka. Si voltò e sentì un rossore salirle sulle guance quando vide il sorriso impertinente della bionda.

"Hai passato una buona notte?"

"Sì." Rispose calma Setsuna. "Direi di sì."

"Davvero? Cosa hai fatto tutta la sera?"

Il viso le si infiammò ancora di più nonostante i suoi migliori sforzi per tenere a bada il rossore. "Niente di particolare. Il solito." Rispose, indicando i dolcetti sul tavolino.

"Uh huh."

Setsuna sentì i muscoli della mascella contrarsi. "Senti Haruka, se hai qualcosa da dire..."

La bionda allargò il sorriso. "Me lo sono sempre chiesta..."

La guardiana del tempo era terrorizzata, ma abboccò comunque all'amo. "Chiesta cosa?"

"Mi sono sempre chiesta come mai tu e la piccoletta avete gli stessi occhi."

"Occhi?" Ripeté l'altra senza capire. Poi ci arrivò. Chibi-Usa. Si era sempre chiesta come avesse fatto la figlia di due genitori dagli occhi blu ad avere gli occhi rossi. Rosso scuro. Come i suoi. Oh. OH. Okay.

Aveva proprio bisogno di sedersi.

"Huh." Disse Haruka sghignazzando. "Direi che ora abbiamo la nostra risposta."

Ma prima, aveva la sensazione che ci sarebbe stato un piccolo 'incidente'.


NDA: Pluto mi faceva pena. Nessun affetto. Sempre a soffrire. Questa storia è il prodotto di un'estrema mancanza di sonno e noia generale.

NDT: Amo moltissimo lo stile e l'ironia di ladyhades, e sono felicissima che mi abbia dato la possibilità di tradurre questa storia (e spero in futuro anche le altre) su EFP. Spero di essere riuscita anche solo in minima parte a rendere in italiano la sua prosa, qualsiasi commento da parte mia è ben accetto. Se lasciate una recensione, la tradurrò e la invierò all'autrice.
Per i curiosi lascio qualche riferimento:

  • Gli amici immaginari di casa Foster (Foster's Home for Imaginary Friends) è una serie televisiva a cartoni animati statunitense ideata da Craig McCracken (già autore de Le Superchicche) e prodotta dalla Cartoon Network Studios; è composta da sei stagioni per 82 episodi. Qui il link di wikipedia.

  • You Sexy Thing è una canzone pop registrata dal gruppo inglese Hot Chocolate. Qui un link in cui la potete ascoltare, e immaginare Haruka in tutu rosa che la canta^^

  
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