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Autore: Fiamminga    13/03/2014    2 recensioni
One shot divisa in tre parti, una parte per serie, che racconta i pensieri nascosti e profondi dei personaggi principali nei momenti topici della serie. Dalla storia:
Non sono un angelo, non lo sono mai stato. Ma ne ho incontrato uno, proprio quando riuscivo a vedere il fondo della mia vita.La mai vita in cambio della tua.
La deduzione più logica: morirei mille volte per proteggerti da mille Moriarty.

Attenzione!Spoiler per la terza serie! Accenni di Johnlock per chi voglia vederli.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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IL PARADOSSO DEL SORITE:
Se la caduta di un granello di sabbia non fa rumore,
la caduta di due granelli di sabbia non fa rumore,
la caduta di tre granelli non fa rumore
allora nemmeno la caduto di un mucchio di sabbia fa rumore.
-Eubelide di Mileto-
 
* L'unico su miliardi
 
L'appartamento era caldo. La faccina gialla sul muro mi guardava sorridendomi. Non sono molte le persone che mi sorridono. Aveva dei fori da pistola sul contorno. Quell'appartamento era sempre stato nel caos più totale, come a rispecchiare la mente in corsa di Sherlock. Anche da bambino era così, mai stato ordinato, sempre scostante, sempre distante.  Mi crede il suo acerrimo nemico. Io lo assecondo.  Ho sempre pensato di essere la cosa più vicina ad un amico, un fratello amato e odiato. Un suo simile, non solo nel sangue, ma nella mente.
Quando vidi il rapporto di John Watson rimasi prima spiazzato, poi perplesso, poi turbato. Alla fine, quando ebbi finito di elaborare tutto il processo emotivo a cui ero stato soggetto, rimasi con una sensazione come di amaro in bocca, e un principio di delusione che non comprendevo.
Dopo poco tempo mi accorsi di essere geloso.  Perciò me ne stavo lì appoggiato al mio ombrello mentre la padrona di casa mi versava in té, ad osservare il mistero che avevo davanti, incarnato nell'unico uomo a cui Sherlock Holmes si era avvicinato. Continuavo a chiedermi come fosse possibile.
Non aveva accettato i soldi per spiarlo, perciò era di sani principi. Come poteva esserlo e non provare impulsi omicidi verso il suo coinquilino?
Ah, ma li provava. Eppure l'aveva salvato da quel tassista. L'aveva ucciso, per un uomo conosciuto il giorno prima.
 La sua mano non aveva tremato.  Quei due uomini che avevo davanti avevano creato un legame a me ignoto che cerco ora di penetrare con la logica della deduzione.
Non si stanno parlando, non si stanno guardando eppure li vedo uniti silenziosamente contro di me che sono l'esterno. Sono un estraneo.
Stanno solo prendendo il té in silenzio e mi sembrano ... Quasi perfettamente incastrati, come due pezzi di inutili e noiosi puzzle che si trovano e all'improvviso acquistano un senso.  Non ho mai avuto questo legame con mio fratello, e non credo che lo avrò mai.
Stringo il pomello del mio ombrello nero e faccio un sorriso di cortesia. Fanno lo stesso, imbarazzati e tesi. Aspettano che dica qualcosa, che gli presenti un caso che gli darà popolarità sul blog di John.
Lo farò più tardi. Adesso devo segretamente elaborare il mio affetto per mio fratello per far si che io superi questa gelosia infantile.
John mi guarda con una delle sue buffe espressioni mentre mangia un biscotto. Fa un fracasso infernale nel silenzio del salotto.
Sherlock lo guarda e trattiene una risata. Ah, dovrei essere felice per lui, e credo di esserlo.  E John forse é fortunato. Dico solo forse, perché da questa convivenza può venir fuori solo distrutto e a pezzi.
Sherlock é così.  Si annoia. Si stanca e smette di apprezzare quello che una volta aveva studiato.
Se John Watson riuscirà ad essere per lui la sfida ancora più interessante dei suoi casi, allora potrebbe funzionare.
E a quel punto John sarebbe il più prezioso di tutti gli esseri umani. L'unico tra miliardi a saper rendere speciale la sua normalità
*
É una gioia per gli occhi. Oh, sono così contenta per loro! Si ostinano a dire che non sono amanti, ma io certe cose le posso capire.
Non sono una di quelle anziane signore che sbiancano davanti a certe cose. Anche io da giovane ho fatto qualche esperienza!
Povero Sherlock caro, dopo tanto tempo finalmente ha trovato qualcuno. Certo lui non é proprio facile da sopportare, bisogna conoscere a fondo la sua anima prima di innamorarsi di lui! E come si fa a non amarlo?
Oh, ovviamente ha tutte le sue stramberie che mi fanno saltare il mio vecchio cuore quando vedo che ha teste mozzate nel frigo, quando salgo a portargli il té e lo trovo a combattere con un sicario  che butta fuori dalla finestra. Poi si risistema la giacca nera che lo slancia tanto e prende una tazza e sorride "Scusi per il baccano" beve e se ne va via con il suo immancabile cappotto e la sciarpa blu.
Quando ho visto John quel giorno, quando mi diede educatamente la mano rimasi perplessa. Dovevano per forza conoscersi per andare ad abitare insieme. Chi sano di mente vivrebbe con Sherlock senza conoscerlo bene? Perciò dovevano essere amanti...
E invece non si conoscevano, e nemmeno John era molto normale. Quella sua incomprensibile passione per il pericolo e il mistero... Che strano piccolo uomo!
Eppure si trovano così bene! Oh, sono così tanto contenta che finalmente anche Mycroft venga a fare visita più spesso al fratello!
Potrebbero parlare di qualcosa di diverso da segreti di stato e missioni segrete ma per il momento va bene così. Ed é così piacevole che potrei abituarmi.  Si, completamente.
*
Riesco a sentire la nostra bolla aldilà della realtà come se  stessimo vivendo  impercettibilmente su un piano diverso da questa dimensione. Il cervello mi galleggia nel cranio, come se mi fossi ubriacato ( non lo sono spesso) e mi rendo conto di essere sotto esame.
Mangio un biscotto e faccio troppo rumore. Mycroft mi osserva intensamente ad occhi socchiusi come per penetrarmi la testa e leggermi il pensieri. Mrs Hudson gongola guardando la scenetta silenziosa. E Sherlock invece mi fissa con i suoi penetranti occhi grigi mente sta appollaiato sulla poltrona con le mani giunte sotto il mento. Ha la stessa espressione concentrata di quando entra nel suo palazzo mentale.
Afghanistan or Iraq?
Ho imparato con una velocità sorprendente a riconoscere tutte le sue più piccole espressioni: a meno che non sia rimasto estasiato da una geniale illuminazione deduttiva la sua faccia non cambia molto. Ma quando lo fa é molto teatrale.
Se gli dicessi che mi sta mettendo a disagio nemmeno mi sentirebbe. La sua tazza di latte e di té é ancora piena sul tavolino davanti alle nostre poltrone. Le abbiamo diverse, ma ci rappresentano bene.
La convivenza con lui non é certo facile, ma non così difficile come me la prospettavano altri. Risolvere casi é il suo forte, non il mio. Devo ancora capire perché vuole che lo segua.
Dice che parlare a qualcun'altro lo aiuta a pensare, e il suo teschio non era molto gradito dalle altre persone. Non sono stupido, lo so che é una scusa, ma sentirsi un idiota quando c'è in giro Sherlock é fin troppo facile. Come in quel momento. Mi sentivo un perfetto idiota, mangiando il mio biscotto alla marmellata di ciliege mentre mi osservavano tutti.
Come se fossi un grande mistero.
Ma io non sono un mistero. O almeno non ero di certo quello più misterioso nella stanza.
Sento la mia faccia assumere una delle mie espressioni stare mentre cerco con gli occhi qualcosa su cui concentrare tutta la mia attenzione.  Fisso così la polvere nel camino e aspetto che qualcuno dica qualcosa. Nessuno lo fa.
Si sente solo il muguglìo compiaciuto della signora Hudson.
The game, Mrs Hudson, is on!
 
*La casa di marzapane
Londra non è grigia per il tempo. È come un animale, un torbido e antico animale che si dimena tra le convulsioni senza fine, ad un ritmo incessante.
Appare meravigliosa agli occhi degli ingenui, come una una donna sul palco con una maschera dorata sul viso, visita d'oro e di pietre antiche come la sua storia millenaria. Invece dentro i suoi abiti è una vecchia orribile, un essere malvagio, la strega della casa di marzapane.
È Londra, una infinita contraddizione, una città simbolo di un paese di cui non ha più nulla, dove i milioni di immigrati non si sentono in Inghilterra. Londra è incapace di amare, è cattiva di sua natura eppure cosi maestosamente bella.
Londra li guarda e ammira i suoi figli, l'incarnazione dei suoi due volti, il dio Giano che finalmente si vede allo specchio.
 Moriarty e Sherlock.
Sono soli sulla vetta della città così in alto da essere irraggiungibili. Giovani, geniali e folli, bruciano in un attimo di intensità pirotecnica per spegnersi nelle ceneri di ciò che avevano perpetrato.
Non esistono parole per i loro pensieri, non esistono spiegazioni, non ragioni a tutto ciò. Sofferenza, tradimento.
I will burn the heart out of you!
Ti brucerò fino al cuore! Ti osserverò esplodere dopo aver acceso la miccia, e seduto sul mio trono, con la mia corona sul capo, sarai il primo a vedermi regnare: sarai il primo e l'ultimo, il più grande di tutti, tu sei l'unico altro squalo nel mare.
Ho costruito il mio impero, ho preso i miei milioni, ma a cosa mi poteva servire?TU! Tu unico altro folle genio, l'unico a cui valeva davvero la pena di dare la caccia!
Quasi mi sento innamorato!Quanto vale la mai vita se sono un dio malvagio che comanda un impero di formiche? Tu sei la mia immagine riflessa:riesco a vederla la pazzia, quella mia stessa pazzia, dietro i tuoi occhi di ghiaccio.
Dici di non essere un angelo:ti credo. Quale meraviglioso demonio sarsati stato. Ah, ma ti avrei ucciso lo stesso, anzi una ragione in più per farlo:la competizione.
Lo vedo bene che non sei un angelo. Sto bruciando il tuo cuore e lo vedo nudo nelle mie mani. Stiamo bruciando insieme! Sto morendo anche io in questo gioco di perfetta follia che sfiora la poesia.
Lo vedo che non sei un angelo. Puoi stare dalla parte degli angeli, ma non sei uno di loro. E dio, uno qualsiasi di tutti gli dei che le menti delle formiche hanno concepito, loro sanno che ci credi, e anche se muoio,qui, adesso, ho l'ultima parola.
Perché io ho vinto!
*
Non ho mai pensato alla mia morte. Pensiero inutile. Noioso. Ma lui non lo è. Miriarty è folle e geniale, crudele, ma non noioso.  So che che per un poco, per pochi attimi, non sono diventato come lui. Se lo avessi incontrato da solo, sarei morto. Bé, morirò lo stesso, ma lo sarei stato prima.
Non sono un angelo, non sono un eroe. Non credere a chi si proclama eroe, non lo é mai. Fidati di chi é pazzo, perché non cambierà, e non tradirà. Questo farà male.
Mi sforzo di non far tremare la mia voce. Non sono un angelo, non lo sono mai stato. Ma ne ho incontrato uno, proprio quando riuscivo a vedere il fondo della mia vita. Quando la mia soluzione al sette percento non poteva funzionare.
Sei tu. E questo é il mio biglietto. É così che fanno. Lasciano un biglietto. Voglio che tu capisca, ma non posso spiegarti. Non posso dirti nulla.
Io ti condanno a tanti anni di lutto. Ma saranno tanti anni.
Ho conosciuto un angelo e ho cercato di esserne degno, ma tutta la sofferenza che posso provare valgono un tuo respiro. La mai vita in cambio della tua.
La deduzione più logica: morirei mille volte per proteggerti da mille Moriarty.
Ma Moriarty é me.
Devo proteggerti da me. Da tutte quelle pazzie che rappresento. Il mio angelo, il mio soldato che mi guarda e grida. Non capisce? Certo che capisce: l'unica formica che capisce un dio é la più preziosa di tutte.
Non voglio essere sentimentale. Che sciocchezza. Non voglio tirarmi indietro e morire da solo:noioso.
Immagino la colonna sonora della scena, posso suonarla con il mio violino. Alla Donna piacerebbe, anche lei apprezza la teatralità.
É tutta una bugia, John. Niente di quello che ti dico é vero, ma non so, voglio questa ultima prova prima della separazione. Che tu sei il mio angelo.
E lo sei e mi hai salvato, e io ti salverò sempre. Ho fatto tutto per te.
Keep your eyes fixed on me!
 
*
Sherlock!
 
Tu sei sei il mio amico. Il mio unico amico. Il mio migliore amico.
Ho dimenticato il resto della mia vita per te. Sei così ingombrante che dal mio cuore ho dovuto escludere altri.
Non é un caso che abbia trovato la donna giusta quando mi hai lasciato, quando ti sei strappato dal mio cuore e te ne sei andato. Ho conservato brandelli di te per sentirmi vivo.
Il colore dei tuoi occhi che mi perforavano la schiena mentre preparavo il té , il suono delle tue dita che pizzicano il violino, l'impronta della tua mano quando mi sfioravi la spalla.
Il ricordo del tuo cappotto. Il ricciolo corvino che avevi intorno alle orecchie, e quell'espressione spaesata quando si parlava di sentimenti umani.
Ma tu eri l'uomo più uomo che io abbia mai incontrato. Tu sei il mio uomo, quello che mi ha cambiato, quello che mi ha liberato dalle catene di un oscurità sconosciuta portandomi alla luce di una realtà pazzesca e velocissima, che é nata, vissuta e bruciata,come un fuoco di paglia.
Ha crepitato e scoppiettato, ha profumato l'aria dell'odore della felicità ed é morto all'improvviso. Con l'arrivo del vento dell'est.
Ho creduto, Sherlock che il gioco fosse finito, ma non é vero . Non finirà finché avrò vita.
Sarai la storia che racconterò per sempre. Sarai il ricordo con cui morirò.
E tutto questo fa dannatamente male. Non capisco e no, l'ho mai fatto. Non ti ho mai davvero capito e non sono più speciale di tanti altri uomini comuni.
Chissà cosa un uomo straordinario come te ha trovato in un vecchio soldato come me.
Vorrei solo che tu potessi sentirmi. Se puoi sentirmi, se in questa vita o nell'altra continui ad esistere fai questo ultimo, straordinario miracolo.
Don't be dead.
Would you do this for me?
 
 
John...
 
*Quella toppa che avevi sul cuore.
 
Quella stanza è il centro della nostra vita, il punto fisso sul quale le nostre vite orbitano, e si muovono in una danza, in quel precario equilibro che era stato e che ora si era infranto.
La polvere si era accumulata tra i piccoli spazzi in gomitoli grigi e si era sparsa come un velo su tutti gli oggetti. È la prova del tempo che che é stato, di un tempo felice e traballante dove tutti avevano trovato un senso in poche piccole gioie.
Un amico ritrovato, un nuovo amore, una nuova vita.
Ed in quel momento, con i cocci spezzati della nostra illusione in mano devono cercare di ritrovare il senso della nostra presenza.
Liar liar liar liar liar
Sono qui, davanti a te e al tuo amico e mi sento un estranea. Mi sono accorta di essere il terzo angolo di un triangolo. Mi sono inserita in una retta infinita, dove voi due estremi siete lontanissimi, ma avete infiniti punti in comune.
Io ti ho visto, caro John e mi sono innamorata di te. Mi sono accorta che ti piaceva il mio lato nascosto, quello violento, quello forte,quello da sicario e da spia, quello di cui mantenevo il segreto. Eppure tu lo sentivi e reagivi come un ragazzino entusiasta. La nostra storia ha funzionato per due motivi, e me ne sono ravveduta in fretta: l' assenza  di Sherlock e la nostra somiglianza [1] 
Se non ti avessi procurato quell'assuefazione da pericolo non mi saresti stato vicino più di un mese. Se ci fosse stato Sherlock avresti scelto la vita con lui, più efficace, più adrenalinica.
Non sapevo molto di te. No, non é corretto: sapevo quello che era già noto, il tuo blog, la tua vita di soldato, la morte del tuo amico... Ma non sapevo niente di te, del vero te, quella bellissima ingenua e decisa persona che piace a tutti, quell'uomo che sa sparare a sangue freddo ma che in situazioni imbarazzanti comincia a  balbettare. Ho conosciuto un paradosso, come lo ero io, una bugiarda che diceva la verità. E se vuoi guarda nella chiavetta, controlla la mia vita passata, mettimi a nudo e smetti di amarmi, ma io non smetterò mai di amare te.
Ora sono una cliente. Volevo la mia sicurezza. Volevo fuggire. Invece ora voglio solo che noi viviamo serenamente. Senza Magnussen, senza la polizia, i segreti e tutto il resto.
Volevo solo salvarti dallo scoprire qualcosa che ti avrebbe distrutto. Cosa importa se decidi di lasciarmi? Cosa importa se avrai ribrezzo anche solo di ricordarmi? Sei entrato nella macchina del nemico, e tramite me e tramite la tua sofferenza ora egli ci possiede. E tu non sei di nessuno, nemmeno mio o di Sherlock. Non sei di nessuno di quelli che ti amano che si farebbero ammazzare per me te. E sono tutti qui, ora. L'uomo più magnanimo e umano che abbia mai visto ti sta morendo di fronte, vicino all'emorragia, per poter essere qui ed essere la tua mente  il tuo cuore soffre. Sherlock vuole essere qui per farti capire che ti amo lo stesso, e solo chi ti ama davvero può farlo, può spingerti ad amare qualcun altro.
E io sono una stupida ingenua e una sciocca che ha  preteso di proteggerti da una verità da cui non devi essere protetto, ma che dovevi solo sapere per amarmi di più.
*
Ingenuo e fragile. Sei due parole brevi e dense. Breve e denso, il tuo significato, come il loro. Una vita di contraddizioni e di altalenante ricerca della felicità.
Non sono esperto nella natura umana, e non credo che lo diventerò a breve, ma vivere con te é stato alquanto istruttivo.
Ti ho visto destreggiarti tra una moltitudine di ochette frivole, di bei visisini e inconsistente cervello. Ti ho visto lottare contro la tua natura e tentare di vivere come una persona comune e come un uomo normale. Perché ti sei ostinato a farlo è ancora un mistero.
Perché avresti dovuto cambiare anche solo per pochi attimi, solo quelli intimi e squallidi di un rapporto usa e getta  per cambiare quella,meravigliosa, contraddizione che sei?
Ti sei materializzato nella mia vita con un lampo, il rumore di una stampella ortopedica ad annunciarti e il cigolio della porta del laboratorio.
Quella tua gamba che doleva quando stavi in casa da solo era la stessa che era scattata davanti al nemico, davanti all'azione.
John la tua è una dipendenza. Una strabiliante e incomprensibile dipendenza da azione così compatibile con la mia dalla deduzione (e non solo).
Mentre ero via, per due anni ti ho pensato sempre immobile. Non ho immaginato che la tua vita potesse andare avanti senza di me - egoisticamente. 
Ti vedevo seduto alla tua poltrona rosso sbiadito che leggevi il giornale. Da un momento all'altro ti saresti girato per dirmi di smetterla-qualsiasi cosa stessi facendo- e che ero infantile.  Che mi avresti detto di smettere di sparare al muro e di suonare pizzicando le corse. Allora mi sarei seduto a cavalcioni sulla mia poltrona nera e con le mani giunte avrei fatto qualche esercizio mentale che non avresti approvato, come programmare l'assassino di conoscenti e amici.
 Invece la tua vita é corsa avanti e io sto qui a guardare indietro qualcosa di perfetto che non tornerà mai più.
Sono stati anni entusiasmanti. Il mio ritorno é ancora troppo recente, so che ti senti ancora a disagio e cerchi di nascondere quei momenti in cui mi guardi e mi fissi come se cercassi di capire se mi stai immaginando o davvero sono tornato dal passato e dalla tomba.
Ma sono qui davvero e ho visto quello che hai costruito. Quello che hai trovato e che potevi trovare solo durante la mia assenza, dopo che hai fatto spazio.
Dopo che io mi sono arreso.
Sono stato il tuo testimone di nozze, ti sono stato vicino e ho visto che meritavi Mary, pur con tutte le sue bugie.
Io le piaccio e lei piace a me. Entrambi ci siamo analizzati a vicenda e in nome del nostro affetto per te abbiamo convento che ti siamo adatti, perché ti amiamo davvero.
Lei voleva nasconderti la sua maschera, per tenerti pulito dal suo marciume. Io ho intenzione di sporcarmi le mani e fare ammenda.
Hai sofferto due anni per causa mia e non lascerò che l'unica cosa buona, l'unico amore che hai trovato tu lo abbandoni solo per rabbia.
Sento il sangue bagnare la medicazione della ferita. Mi si sta incollando la camicia alla pelle del petto. Fortunatamente l'avevo previsto e non mi sono tolto la giacca.
Guardo l'orologio. Tra tre minuti arriverà l'ambulanza. Tre minuti per fare ammenda. Tre minuti per mostrare il nostro cuore.
Il tuo é nelle tue mani,lacerato e spezzato, ha un buco al centro e la toppa che avevi messo per coprirlo si è squarciata.
Il sangue mi scende in un rivolo caldo e malato. Scende fino all'ombelico. Faccio un respiro profondo.
Io verso sangue ma stiamo sanguinando tutti.
*
Dunque è questa la conclusione più adatta alla mia storia? È questa l'ultima tappa del mio viaggio? Mi sento vecchio. Mi sento vecchio come se avessi vissuto mille vite e non una sola. I giorni del soldato sono lontani, il rumore degli spari e il sapore della terra insieme al tocco del sole cocente.
Tutto è sparito.
E i giorni con Sherlock sono come un sogno, uno di quelli che si fanno poco prima del risveglio, quelli evanescenti che si dimenticano e si perdono per sempre. Avevo perso due vite. Una più adrenalinica dell'altra, l'incertezza della guerra e la certezza di Sherlock. Certezza perché lui era stato l'unico punto fermo nelle nostre avventure: avevo pensato che saremmo morti insieme, che avremmo combattuto insieme fino alla fine, rimanendo insieme davanti ai nemici,e che se fossimo dovuti cadere lo avremmo fatto insieme.
Invece Sherlock aveva scelto di proteggermi: l'ho picchiato a sangue ma sapevo che l'aveva fatto per me e me soltanto. Non aveva altro da difendere.
Ma io non devo essere protetto. Persino mia moglie pensava che fosse meglio mentirmi e proteggermi, tenermi all'oscuro di tutto.
Questo teatrino mi soffoca. Sherlock hai insistito, ora tenta di fami ragionare. Sono arrabbiato. Arrabbiato più di tutto il resto.
Delusione, rabbia, risentimento, frustrazione.
Non riesco ad esprimere tutto quello che sento. La mia poltrona mi sta ustionando, e il suo significato mi percuote la schiena come fosse una frusta. La verità è che voglio andarmene. Voglio fuggire e non voglio ascoltare quello che dice Mary.
Perché mi stai facendo questo? Perché entrambi lo state facendo? Mettervi davanti a me con quell'espressione addolorata e cercare di farmi capire mentre mi compatite.
Ma è quello che tu hai detto, Sherlock. Sono un drogato, lo sono come lo sei tu.
E non mi riferisco a nessuna polvere e a nessun' erba. Sono drogato di voi.
Ero dipendente dalla violenza sul campo militare. L'unica cosa che nella mia vita ha avuto una costante è stata questa dipendenza. E ogni volta mi ha distrutto. Pensavo di essere rinato come una sorta di fenice ma non è vero.
Dio mio!
Mi state uccidendo di nuovo! La prima volta, dopo l'Afghanistan, avevo una ferita nella mia mente. Tu, l'hai riparata. Mi hai riempito di nuova vita e speranza e hai gonfiato il mio cuore.
E poi sei morto. Ho provato a tornare indietro e a superarlo. Ho trovato te, Mary.
E dopo questo mi lasciate come un uomo con un buco nel petto. Mi sento cadere in mille pezzi come una bambola di porcellana.
Mary, quella chiavetta che mi stai mostrando mi sta lacerando. Se invece del desiderio di tenermi protetto mi avessi reso partecipe vero della tua vita, allora non starei per cadere. Se avessi avuto fiducia in me, allora ti avrei abbracciata più forte la notte e ti avrei baciata mille e mille volte di più perché saremmo stati uniti nella sofferenza. Saremmo stati davvero marito e moglie. Che cosa è l'amore senza la fiducia?
Sherlock, sei adorabile. Vorrei picchiarti e abbracciarti mente mi dimostri tanta devozione che sento immeritata. Stai cercando di tenermi apposto. Forse puoi riuscirci.
Vorrei strozzarti e baciarti mentre tu stai cadendo per me. Di nuovo. 
Perché rischi per me? Perché. Davanti alla morte preferisci sempre salvare me?!
Dovevo salvarti io! Nessuna pallottola, nessun pazzo criminale, nessuna falsa diceria sarebbe mai dovuta arrivare a te! Dovevo esserci io in mezzo a voi e no tu!
Cosa sono io?Cosa sono io di così speciale che vi spinge a fare tanto per me? Non sono niente, solo una formica come tante con una storia complicata e una faccia buffa e la capacità di usare un fucile.
Non c'è niente di epico e meraviglioso in me che mi permetta di essere un protagonista così drammatico.
Non sono un personaggio della scena del teatro.  Sono un uomo che per essere protetto da chi lo ama viene pugnalato.
Sono un paradosso ambulante, e ora me ne rendo conto. Cerco la guerra tra i palazzi di Londra, cerco l'amore domestico in una spia assassina e l'amicizia in un sociopatico.
Non sono speciale, sono un pazzo.
Sono il pazzo che ha ammazzato un uomo per proteggere qualcuno che aveva appena incontrato, sono il pazzo che vuole perdonare la seconda -terza- persona che ha quasi ammazzato il mio unico amico .
E Dio mi perdoni! Voglio picchiarli entrambi quanto voglio abbracciarli.
Siamo un triangolo unito da un punto speciale.  Ci amiamo e siamo lacerati e in mille pezzi.
Ti accasci mente i paramedici ti sostengono e io sono paralizzato. Non morire. Non morire per davvero  stavolta.
La mia pezza sul cuore è già squarciata e se tu morissi non rimarrebbe più niente da rattoppare.
Si sta facendo giorno. Natale è vicino.
Non riesco ad essere più buono.
 
 
-Nessuno di noi può, John.Amiamo in modo sbagliato, con quella passione  che ci consuma e ci fa impazzire, senza vedere cosa è davvero il bene.-
-Perciò non agiremo per il bene. Agiremo per noi e per la felicità che volgiamo.-
-Può risorgere Moriarty, possono venire cento Magnussen, ma saremo qui, ancora.-
-Pronti a cadere?-
-Si, perché stavolta cadremo insieme.-
 
 
 
 
Angolo dell'Autrice:
  1. Il termine Sorite deriva dal greco e significa "mucchio"
  2. Ringrazio chiunque passi di qui a leggere e a recensire questa storia
  3. Dedico questa storia alle mie due Lady: lady dreamer e Blue lady. Grazie per continuare ad essere mie amiche anche a 300 km di distanza, e per avermi ispirato a scrivere di nuovo fanfiction. Vi voglio bene.
 
 
 
   
 
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