Un “piccolo” problema

“Come sarebbe a dire, un mese?”
“Eheh, mi dispiace... purtroppo prima di quel lasso di tempo non si può agire, il tuo organismo potrebbe risentirne!”
Dende sorrise imbarazzato all'indirizzo di un bel ragazzo biondo.
Il misterioso sconosciuto sbuffò, evidentemente scontento della notizia; mormorando qualcosa, si gettò dal Palazzo, per poi volare senza una meta precisa, con un'espressione burrascosa in volto.
“Com' è potuta accadere una cosa del genere?”
Con il pensiero tornò a qualche ora prima, quando ancora era nella sua forma originale e soprattutto era ignaro di ciò che gli sarebbe successo di lì a poco.

Stava meditando in una stanza dell'immenso Palazzo, quando era stato interrotto da Popo:
“Mi scusi, il signor Dende vuole vederla un attimo: se fosse così gentile da seguirmi...”
Piccolo allora si era alzato e aveva seguito quel buffo omuncolo per alcuni corridoi, finchè quest'ultimo non si era arrestato davanti ad una strana stanza.
“Quasi dimenticavo... le dispiace se mi fermo un attimo a prendere una pozione?”
Il namecciano aveva fatto cenno di no con la testa, quindi si era appoggiato, braccia conserte, alla porta. Aveva chiuso gli occhi concentrandosi ancora con la sua meditazione, perciò non si era accorto che al piccolo servitore del Supremo era sfuggita un'ampolla dalle mani... almeno finchè non si era trovato ricoperto di uno strano liquido giallognolo. Popo aveva sbarrato gli occhi e aveva cercato di ripulirlo, ma oramai era troppo tardi e il danno era fatto.
Piccolo stava per tramutarsi in un essere umano.

Con un'espressione infuriata in volto, l'ormai ex-namecciano atterrò nei pressi di un fiume, tirando un pugno per terra.
“Dannazione! Un mese con queste sembianze sarà duro da sopportare, non so se ce la farò!”
Piccolo si affacciò sull'orlo del corso d'acqua, assetato (ecco, ora che era umano doveva bere molto più spesso di quanto non usasse fare con le sue vecchie sembianze... un'altra cosa che detestava!), e strinse gli occhi ormai azzurri quando vide il suo riflesso.
La sua carnagione era diventata orribilmente chiara, le sue orecchie si erano arrotondate nello stesso modo in cui i suoi canini si erano ridotti. Era una cosa così odiosa!! Si sentiva infinitamente debole e vulnerabile, senza poter fare a meno di tutti quegli inutili bisogni umani.

Dende era corso più velocemente che poteva vicino al guerriero, piegato in due dal dolore della trasformazione: purtroppo non poteva più fare nulla se non attendere.
Dopo qualche minuto, al posto del namecciano stava un giovane alto e muscoloso dai capelli dorati, gli occhi celesti e un'espressione tetra in volto.
“Cosa mi è accaduto?”
“Mi dispiace, Piccolo, ma...”
Senza aggiungere altro, il Supremo gli aveva porto uno specchio. Un urlo squarciò l'aria.
“Questo sarei io?! Se è uno scherzo non è divertente!”
“Sfortunatamente non si tratta di uno scherzo: sei stato ricoperto da una pozione che avrebbe dovuto cambiare animali e alieni in esseri umani, ma era ancora in fase sperimentale.. infatti, sei diventato un teen-ager!”
“Cosa sarei diventato, io?” Piccolo arricciò il naso, disgustato. Rivoleva il suo vecchio corpo, e subito! In questo stato era spaventosamente debole...
“Un teen-ager, sì insomma... un adolescente!”
“Ma è tremendo! Mi faccia tornare come prima!”
“Sono mortificato, ma temo non sia possibile farlo prima di un mese.”

La sua pancia emetteva dei rumori strani... l'ex-namecciano si chiese se non fosse il caso di farsi visitare da un medico quando ricordò che, data la sua attuale forma, probabilmente si trattava solo di fame. Aveva bisogno di cibo.
Già, ma... come doveva fare per procurarsi un pasto? Doveva cacciare qualche animale? Se sì, quale?
Tutte le volte che aveva visto i suoi compagni mangiare, questi si cibavano di cose che non assomigliavano neanche lontanamente a un cervo, o ad una volpe, o a un lupo.
Improvvisamente, Piccolo ebbe un'idea per procurarsi qualcosa da mangiare: si alzò in volo e si diresse verso i monti Paoz.

Chichi canticchiava allegramente, rimescolando qualcosa in un grande pentolone.
Ora che Goku era tornato bambino, aveva una quantità molto minore di cibo da cucinare; quel giorno inoltre Goten sarebbe rimasto a pranzo da Valese, quindi lei si era potuta rilassare.
Almeno, questi erano i suoi pensieri finchè non vide un bel giovane biondo atterrare nel prato davanti a casa.
Non sapendo chi in realtà quel ragazzo fosse, lei uscì e gli corse incontro.
"Ehi, giovanotto! Hai bisogno di qualcosa?Posso aiutarti?"
Piccolo si portò un attimo la mano sul volto, preparandosi a ciò che la sua rivelazione avrebbe comportato.
"Sono io... Piccolo."
La donna spalancò gli occhi neri.
"E' uno scherzo?"
"Non credo proprio. Chiedi a tuo marito: riconoscerà che abbiamo la stessa aura."
In quel momento, Goku uscì da casa.
"Ho sentito arrivare Piccolo... dov'è?"
A quel punto la donna guardò prima l'uno poi l'altro, quindi barcollò, rischiando di perdere conoscenza. Goku l'afferrò appena in tempo.
“Tesoro! Cosa succede?”
L'adolescente sospirò.
“Credo che la colpa sia mia, Goku. Sono io... Piccolo.”

Ciao a tutti!
Sì, lo so che devo aggiornare un sacco di fic... ma che volete che vi dica, l'ispiration est l'ispiration! xD!
La trama di questa storia mi è venuta in mente un paio di sere fa... se ce ne sono di simili, vi prego di dirmelo. Non ho intenzione di plagiare nessuno.
Vedrete che Piccolo ne passerà delle belle, scoprendo il modo di vivere degli umani.. senza contare che è diventato un adolescente ;3.
Baci, al prossimo capitolo!

P.S. Premetto già che questa sarà una fic abbastaza corta, 5 o 6 capitoli al massimo, credo.