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Autore: minuel98    13/03/2014    2 recensioni
Dal testo:
Dopo la fine della scuola Mia e Manuel avevano deciso di fare un viaggio in Messico insieme.Beh, non è che lo avessero deciso di comune accordo, era stata Mia a presentarsi sull'aereo, implicita dichiarazione
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Manuel Aguirre, Mia Colucci
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dopo la fine della scuola Mia e Manuel avevano deciso di fare un viaggio in Messico insieme.Beh, non è che lo avessero deciso di comune accordo, era stata Mia a presentarsi sull'aereo, implicita dichiarazione.

Passarono due mesi dalla loro partenza e, nonostante qualche battibecco, dovevano ammettere che si stavano divertendo. Il Messico era più piacevole di quanto Mia non pensasse, forse per via del ragazzo che era con lei.
Ma, sul serio, aveva quel certo non so che di affascinante. Dalla cucina caratteristicamente piccante fino alle dune.
Già perché, bisognava ammettere che le spiagge messicane, erano fantastiche! Immaginate cosa si prova a potersele godere la sera, quando il Sole, pronto a lasciar posto alla Luna inizia a calare, sfumando il cielo di rosso e blu.

Scena sdolcinata per alcuni, diabetica addirittura per altri, ma non dimentichiamo che a godersi questo spettacolo erano due ragazzi che, per quanto innamorati, non perdevano mai l'occasione per discutere.

Era proprio ciò che stavano facendo, infatti!

-Manuel Aguirre, che cosa stai guardando di così interessante?-

-N-niente, pe-perché?-

-Ah davvero? e allora perchè stai balbettando?-

-M-ma niente, pe-perchè mi rendi nervoso-

-Sono io che ti rendo nervoso o è la ragazza laggiù a farlo?-

Manuel a quel punto si irrigidì e, sempre nervoso, rispose: -E allora? Cosa c'è di male?-

Gli occhi azzurro cielo della ragazza, se possibile, si ridussero a due fessure, perdendo quell'aria apparentemente dolce e mite che ben poco si addiceva al suo caratterino.
Okay, non era stata una bella mossa, quella, e non fu soltanto l'occhiata truce di Mia a farglielo intendere, ma anche il colpo violento che lo colse.
Ehm, no, non è una metafora, d'improvviso Manuel si ritrovò quasi piegato in due: la causa? Detto come lo direbbe un bambino di cinque anni, fu a causa di un calcio nei kiwi.

A chi piace la macedonia, dunque? No, lasciamo perdere la macedonia.

Con voce strozzata e una mano accorsa in un vano aiuto alle parti basse, Manuel rispose: -Ma che ho detto di male?!-

Ammirevole, sentire un dolore lancinante in quella zona e avere la forza di rivolgersi a tono con il proprio, o meglio la propria, carnefice.

La suddetta carnefice, rispose con uno sbuffo: -Non solo guardi un altra ragazza in mia presenza, ma hai la faccia tosta di negarlo!-

Non le si poteva certo dare torto, questo anche una persona testarda come il messicano lo sapeva. Ma, ovviamente, essendo testardo, non le avrebbe mai e poi mai chiesto apertamente scusa dopo aver ricevuto un simile colpo basso.

Letteralmente.

Ritrovata la forza di rialzarsi e di reggersi in piedi, sogghignando con fare provocatorio si avvicinò con disinvoltura alla bionda. Ma non puntò alle sue labbra, come in fondo sperava Mia; no, si avvicinò al suo orecchio, e la sua voce suadente fece correre un brivido lungo la schiena di lei.

-Vado a farmi una doccia.-

E così dicendo, Manuel si girò e si avviò mentre Mia lo guardava allontanarsi perplessa.

Ma quella perplessità ben presto lasciò il posto ad un sorriso furbo, che nascondeva malizia. Senza esitare, la ragazza seguì il moro, senza farsi accorgere.

Aveva voluto provocarla? Molto bene, perché non ripagarlo con la stessa moneta, quindi?

Arrivato, Manuel si lasciò scivolare di dosso i vestiti e si infilò sotto la doccia, godendo del getto d'acqua calda che accarezzava la sua pelle; era una sensazione piacevole, talmente tanto che riusciva a dare calma e serenità.

Un momento adatto per perdersi nei propri pnesieri e quindi per non accorgersi della presenza di una seconda persona.

Quella persona era proprio Mia che, approfittando della situazione, si avvicinò pian piano alla figura del ragazzo. Scostò la tendina della doccia avvicinandosi al suo orecchio e sussurrandogli: -Nessuno si prende gioco di Mia Colucci.-

E gli schioccò un bacio dietro l'orecchio.

Fu a quel punto, che il moro sussultò destandosi dai suoi pensieri: un po' per la sorpresa del sentire la voce di Mia proprio in quel momento, proprio in quel luogo; un po' per la strana sensazione che aveva scaturito un semplice bacio.

-Beh, io posso perché sono il tuo ragazzo.- Mormorò in risposta, girandosi senza esitazioni verso di lei e chinandosi per poter avvicinare i loro visi. -Puoi perdonarmi?-

-Solo se mi dai un bacio.-

Un sorriso increspò le labbra fini del messicano che, per tutta risposta annullò la poca distanza che lo separava da quella piccola principessina viziata che tanto adorava: sì, per quanto non si sopportassero alle volte, bramava quelle labbra carnose.

E alla fine Mia stessa gli servì l'occasione su un piatto d'argento; l'occasione di assaporare quella bocca, non aveva un sapore ben precisato.

Era un bacio che sapeva di mare, di lei.

Semplicemente, sapeva di lei.

Dischiuse le labbra, quindi, approfondì quel bacio già di per sé passionale, cingendo incosciamente la vita della bionda con le mani.

Piccola vipera, che ascendente che aveva su di lui!

Non gli era facile pensare di interrompere quel contatto, anche se l'avrebbe guardata volentieri arrossire.

Come si suol dire: né con lei, né senza di lei.

-Eccoti accontentata.- Furono le parole sussurrate contro le sue labbra. Poi...

Poi semplicemente sorrise, ricambiato da Mia.

-Ti amo, Manuel.-

-Anche io, piccola.-

 


 

Angolo autrice

ahaha ciau ragazze...bene questa e una ONE-SHOT che ho fatto come prova semplicemente per vedere che ne pensate del mio modo di scrivere

leggetela mi raccomando spero vi piaccia CIEUUUU!!!!!

  
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