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Autore: Lunastorta7    13/03/2014    0 recensioni
Dalia e John. Due ragazzi, lei, una studentessa, appena uscita, anche se non completamente da una relazione con un uomo che la trattava male; lui, un ragazzo insoddisfatto di tutta la sua vita.
Si incontrarono per caso, si innamorarono e si lasciarono. Cosa è andato storto?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CI HO PROVATO. NON E' BASTATO.



1. PROLOGO


‹‹Assurda la vita. Trovi la tua anima gemella ma non sei la sua.››

Avevo letto quella frase da qualche parte un po’ di tempo fa, forse prima di conoscerla. Avevo incontrato quelle parole, così, per caso e di sfuggita. Non ci avevo mai fatto caso, prima di innamorarmi di lei, o forse dopo che ci siamo lasciati. Ricordo che quando le dissi questa frase, lei era in lacrime, con i capelli biondo-fucsia appiccicati al viso, mi disse che quella vita faceva schifo, che noi eravamo anime gemelle, ma io non ho mai creduto in queste cose. Però ora sto pensando a lei, in un modo in cui non la pensavo da molto e mi manca.
Un piccolo rumore mi richiama alla realtà, è il cellulare. Un messaggio. Decido di ignorarlo, deve essere Kate, il suo ennesimo messaggio.
Mi perdo ancora guardando il mare della California. Un mare blu cristallino, di quei blu che ti mettono allegria e malinconia allo stesso tempo. Non so come questo sia possibile, ma a me succede quasi ogni volta che vengo qui, e dannazioni, ultimamente sono sempre qui. C’è una leggera brezza che mi accarezza il viso, mi infastidisce. Ho sempre amato questo luogo, ci venivo fin da quando ero piccolo, ci venivo con mio padre. E portavo solo le persone davvero importanti per me, compresa lei. Questo stramaledetto posto mi ricorda tante cose, troppe. È stato qui che abbiamo fatto l’amore la prima volta. Credo che questo posto, lei non se lo ricordi neppure ma per me non è così, sarà sempre il nostro posto.
Solo ora mi rendo conto di quanto mi manchi quella ragazza, la sua risata, le sue mani intrecciate alle mie, i suoi baci, l’incavo tra il collo e la spalla incredibilmente magra a causa dei suoi disordini alimentari.
Aveva sempre avuto problemi con il cibo, con sé stessa. L’avevo amata con i suoi difetti e i suoi pregi, e probabilmente l’amo ancora. Stavamo insieme non appena si presentava l’occasione, facevamo l’amore non appena ci vedevamo, l’amavo. Amavo baciarla, amavo il suo odore, mi baciava come se ne dipendesse la sua vita, mi baciava come se ogni bacio potesse essere l’ultimo. Per quello che potevo cercavo di amarla al meglio, la baciavo come se fosse la persona più bella di questo mondo. Probabilmente era così, probabilmente è così.
La baciavo come a voler risucchiare tutto il dolore che l’odio verso sé stessa, la sua famiglia e quell’idiota di Marcus le avevano procurato. Quel dolore che vedevo affievolire, fino a quasi svanire quasi del tutto quando stavamo insieme; spero solo che non abbia iniziato a non mangiare come prima, spero che sia felice, spero che almeno lei lo sia. Volevo essere io a renderla felice, ci ho provato. Non è bastato.

Il telefono squilla ancora, decido di rispondere.

-John, amore, quando hai intenzione di tornare?- mi chiede Kate dall’altro lato del telefono con la sua solita voce stridula.

-Sì, Kate sto tornando. Sono già in macchina. – mento io, cercando di non maledirla per la sua voce così insopportabile.

-D’accordo, orsacchiotto.- quanto odio quando fa così. La mia biondina mi avrebbe preso in giro a vita se avesse saputo che qualcuno mi chiama “orsacchiotto”. Sorrido al pensiero della sua risata e ad un tratto ho paura di ritornare a casa, quando sono con Kate mi sento come se fossi nel luogo sbagliato, spero che le cose cambino.

Mi alzo da terra e mi incammino verso la macchina, quando vedo una ragazza dai capelli biondo grano un po’ rovinati, probabilmente dalle tinture. Mi avvicino a lei, consapevole di cosa potrà accadere di qui a qualche ora, consapevole del fatto che quella ragazza sia lei. Arrivo abbastanza vicino, ma lei non se ne accorge. È immersa nei suoi pensieri, esattamente come faceva quando stavamo insieme quando anche solo una parola, o un odore la portavano a ragionare fra sé e sé, lasciandomi imbambolato davanti alla sua bellezza.
Le sfioro appena una spalla, lei si gira come scottata e fissa i suoi occhi blu mare nei miei. È proprio come me la ricordavo, bellissima e amorevole. Ma quello sguardo. Quello era uno sguardo da donna, non aveva niente a che vedere con quello da ragazzina ingenua ed insicura di qualche anno fa.
La ragazza dai capelli grano mi sorride dolcemente.

-Ehi, John. – sussurra lei.

-Ciao, Dalia.-

Un fiume di ricordi.
Di scatto l’abbraccio, senza pensare a quello che lei potrebbe dire o fare, ma per fortuna mi stringe più forte. Erano anni che non la vedevo, almeno due, e quegli abbracci, dannazione, quegli abbracci mi erano mancati come l’aria. 



ANGOLO DELL'AUTRICE: 
Ciao a tutti! Sono tornata con una nuova storia, questa volta a capitoli. E' nata in classe, durante l'ora di italiano. Per ora sono pronti solo questo e il primo capitolo. Non posso assicurarvi un giorno preciso per la pubblicazione degli altri capitoli, perché seguirò l'istinto. Posso solo dirvi che appena scriverò il capitolo lo pubblicherò immediatamente. E' un periodo non propriamente bellissimo, per cui non so cosa mi succederà e di conseguenza non so cosa ne sarà della storia. Spero che 
vi piaccia ugualmente e che mi facciate sapere la vostra opinione. 
-Lunastorta7
 
  
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