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Autore: Rainia    14/03/2014    3 recensioni
La Mietitura dal punto di vista di Peeta :)
Dal testo
[...]Ci sarà il pienone anche quest'anno, ma, si sa, alla Mietitura tutto il Distretto è costretto a venire in piazza.
Sì, costretto. Immagino che debba prima presentarmi prima di spiegare tutto: mi chiamo Peeta Mellark, ho sedici anni e vengo dal Dodicesimo distretto di Panem, quello che un tempo era il Nord America e ora un Paese dittatoriale[...]
Accade tutto in fretta: ne prende uno, lo apre e legge il nome.
Primrose Everdeen.
Silenzio. No, non lei! Prim è una ragazzina che ha appena dodici anni e questa è la sua prima Mietitura; tutti adorano quella ragazzina così dolce e gentile.
Il mio cuore accelera il battito cardiaco: lei è... è...
— No, no! Mi offro volontaria! Mi offro volontaria come tributo! — urla la sua voce.
[...] Sono felice di stare qui con te, Katniss [...]
Spero che vi piaccia! Lasciatemi una recensione ;)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Qui con te.

 

  Appena sveglio, vado in bagno a sciacquarmi il viso, poi prendo i miei abiti dall'armadio e inizio a vestirmi lentamente; dalla finestra della mia stanza posso vedere il via vai di persone.

  Ci sarà il pienone anche quest'anno, ma, si sa, alla Mietitura tutto il Distretto è costretto a venire in piazza.

  Sì, costretto. Immagino che debba prima presentarmi prima di spiegare tutto: mi chiamo Peeta Mellark, ho sedici anni e vengo dal Dodicesimo distretto di Panem, quello che un tempo era il Nord America e ora un Paese dittatoriale, sudiviso in dodici Distretti che forniscono i bisogni necessari agli abitanti di Capitol City, la capitale.

  E la Mietitura?

  Be', dopo una ribellione da parte di tutti i Distretti e dopo la vittoria di Capitol, nacquaro gli Hunger Games: ventiquattro ragazzi, un maschio e una femmina per ogni Distretto, tra i dodici e i diciotto anni, sorvegliati da telecamere che mandano questo reality show (perché è questo che sono gli Hunger Games), vengono spediti in un'arena che cambia ogni anno e devono lottare per sopravvivere.

  È questa la cosa peggiore: vincere significa fama e richezza, perdere significa morte certa, ma per vincere bisogna scegliere. Tra sopravvivenza e amore. Egoismo e amicizia.

  Quanto si è disposti a perdere? Si è davvero pronti a rinunciare a tutto ciò che ti rende uomo?

  Personalmente, no, non credo che qualcuno voglia uccidere a parte quelli dei Distretti 1, 2 e 4: loro sono sempre i Favoriti, coloro che vincono di più i Giochi e non è un caso.

  Abito nel Distretto 12, quello dei minatori, il più povero, quello che di Hunger Games ne ha vinti solo tre in settantatrè anni. Che speranza e possibiltà di vincere abbiamo noi? Nessuna.

 

  Una voce mi chiama: — Peeta, sbrigati! I tuoi fratelli sono già in piazza — urla mia madre.

  Sistemo la camicia bianca che indosso, tento di rendere ordinati i capelli, anche se, ricci come sono, è quasi impossibile, e scendo; uscito dal retro della nostra panetteria, mi dirigo direttamente in piazza, non aspetto i miei genitori che verrano una volta chiusa la panetteria.

  Non faccio colazione: non ho fame... non ho mai fame in questo giorno.

  Camminando, vedo gli abitanti, quasi tutti scheletrici, con  visi tristi, dirigersi verso la piazza.

  Giungo abbastanza in fretta e sto per sistemarmi insieme al gruppo dei ragazzi, ma una mano mi prende per il polso destro. — Peeta — sussurra Delly, una ragazza bionda e un po' in carne. Mi giro e le sorrido: lei e io ci conosciamo da anni ed è una mia grandissima amica.

  — Buongiorno, Delly. — le dico. Si avvicina e mi dà un bacio sulla guancia destra, è una specie di porta fortuna: ha funzionato per tre anni, dovrebbe funzionare anche per il quarto.

  Si dirige verso destra, dove si sistemano le ragazze; mi metto a sinistra e riesco a vedere uno dei miei due fratelli; il più grande ha più di diciotto anni, l'altro è all'ultima Mietitura.

  Sul palco allestito per quest'occasione, ci sono delle sedie; solo una è vuota ed è quella dove dovrebbe stare il mentore dei tributi del 12: Haymitch Abernate.

  Il mio sguardo si dirige verso il gruppo delle ragazze e cerco lei.

 

  Un rumore di passi, dei mormorii, poi un uomo che giunge sul palco e si siede su quel posto vuoto; altri passi, 'sta volta di tacchi.

  — Benvenuti, benvenuti. Felici Hunger Games! E possa la buona sorte essere sempre a vostro favore — schiamazza la donna che presenta i Giochi nel 12, Effie Trinket.

  Quest'anno indossa una parruccha rosa... Si veste come comanda lo stile di Capitol: più i vestiti sono strani e colorati, più si è alla moda.

  Effie si sposta verso la sua sinistra e raggiunge una boccia di vetro piena di bigliettini con sopra scritti tutti i nomi delle ragazze del Distretto. Accade tutto in fretta: ne prende uno, lo apre e legge il nome.

  Primrose Everdeen.

  Silenzio. No, non lei! Prim è una ragazzina che ha appena dodici anni, questa è la sua prima Mietitura; tutti adorano quella ragazzina così dolce e gentile.

 

 

  Il mio cuore accelera il battito cardiaco: lei è... è...

  — No, no! Mi offro volontaria! Mi offro volontaria come tributo! — urla la sua voce.

  Stavano per prendere Prim e portarla sul palco, ma lei è intervenuta: Katniss Everdeen, la sorella maggiore di Primrose, si è offerta volontaria al posto della sorellina. Katniss Everdeen, la ragazzina che stava morendo di fame a dodici anni di fronte alla panetteria della mia famiglia a causa della scomparsa del padre, la stessa ragazzina cui diedi due pagnotte, quella ragazza che caccia ogni giorno per portare da mangiare alla famiglia e che fa scambi al Forno, il mercato nero del 12, si è appena offerta volontaria come tributo: ha appena firmato la sua condanna a morte.

 

   Prim urla disperata, ma Gale, il miglior amico di Katniss, la porta via. La ragazza sale sul palco, Haymitch si avvicina a lei; dice cha ha gran fegato, ma cade giù dal palco. Sicuramente è ubriaco... come sempre.

  Effie si ricompone e si avvicina all'altra boccia di vetro e prende un biglietto, come se non fosse successo nulla.

  Attendiamo.  — Peeta Mellark — dice la donna.

  Spalanco la bocca: ho capito bene? Ha... ha davvero pronunciato il mio nome? Il resto dei ragazzi del 12 si scansano per farmi salire sul palco.

   Per me non ci sono volontari. In realtà, il 12 non ha mai avuto volontari... fino a oggi.

  M'incammino.

  Sta succedendo davvero tutto questo? Sto realmente andando agli Hunger Games?

  Effie ci dice di stringerci la mano, dopo che ci ha fatto le congratulazioni; Katniss ha una stretta forte e il suo sguardo non mostra paura. La ha, ne sono certo: non mostrare le proprie emozioni non vuol dire non provarne.

  La guardo negli occhi grigi che mi piacciono di più ogni giorno che passa. Guardo gli occhi di quella ragazza che amo.

 

 

  Il treno su cui viaggiamo è comodo, bello e veloce. C'è il lusso più sfrenato qui: arredamenti in mogano, sedie di stoffa pregiata, quadri stupendi e, specialmente, cibo delizioso che nel 12 non potremmo mai mangiare.

  È passata un'ora da quando siamo diventati tributi ed è passato pochissimo tempo da quando ho ricevuto le mie ultime visite prima di partire per Capitol; sono venuti i miei genitori con i miei fratell, mi ha salutato Delly che versava copiose lacrime e che, pazientemente, ho un po' tranquillizato; mi hanno salutato i miei amici ed è venuta persino Prim che, abbracciandomi, mi augurava buona fortuna, con un'aria triste.

  — Ti prometto —, le ho detto, — che farò tutto il possibile per farla tornare a casa sana e salva.

  So perfettamennte che Katniss ce la farà e non sono il solo a pensarlo...

  Mia madre ha detto che finalmente il Distretto avrà un vincitore, ma non si riferiva a me, decisamente.

 

  Il treno viaggia e sono solo in cabina, ma i miei pensieri mi accompagnano in questo viaggio; sento, stranamente, una sensazione tranquilla, che allieva il mio animo: sento la felicità.

  Sì, è una pazzia: come potrebbe una persona che morirà sentirsi felice?

  Ecco, io lo sono ed è merito suo.

 

   Sono felice di stare qui con te, Katniss; sono felice di poterti vedere ogni giorno fino a quando non saremo nell'Arena, pronti a combattere; sono felice che tu sia qui con me, perché, Katniss, ti ho osservata per tanti anni da lontano e, stare anche poco tempo con te, mi farà sentire vivo.

 

  Il treno viaggia e sono solo in cabina, ma non completamente, perché sono qui con lei.

 

 

 [Angolo autrice]

 

 Salve ^_^

 Se siete arrivati fin qui, vuol dire che avete letto la mia OS!

 E forse vi è piaciuta :')

 

Dunque, che dire? Mi è piaciuto scrivere la Mietitura di Peeta (forse perché io amo Peeta) e ammetto che ero curiosa di capire cosa pensava in questo momento il biondo, quindi mi sono chiestsa: "Perché non scriverne una OS?".

Ed eccola qua! :D

 

 Lasciatemi il vostro parere, se volete.

 

   
 
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