Il motore si accende. Tutto trema.
L'equilibrista cammina su un filo, lassù, nel cielo.
Non sa quanto è in alto, lui cammina e basta.
Conta solo su se stesso, e su quel filo fissato su una nuvola del cielo.
Comincio a muovermi.
Durante la marcia reggersi al appositi sostegni.
AIUTO! AIUTO! E' troppo in alto!
Sempre più in alto, sempre più su.
La bambina non le sente, le grida della gente che le dicono di fare attenzione.
Lei è attenta solo a se stessa, e ai suoi piedi nudi che strusciano sul filo, verso il cielo.
Non ci arrivo... CADO! Trema tutto, aiutatemi! Non so dove aggrapprarmi...
L'equilibrista non ha bisogno di appigli, la stabilità lui non la conosce.
Non ne ha bisogno, non ha bisogno di nessuno... La bimba equilibrista.
Durante la marcia reggersi agli appositi sostegni.
... Non ce la faccio più...
"La nuvola... Eccola! Finalmente... Com'è chiara, bianca, soffice..."
Ora non cammina più. Non ha bisogno neanche più di camminare, la bambina che sognava di camminare su un filo di nuvola.
Qua la mano! Ci sono io adesso, tranquilla. Vieni, ti aiuto ad alzarti...
... C-Ciao... G-Grazie...
Ehi, ci mancherebbe! Posso fare qualcosa per te?
In un pomeriggio d'estate due ragazze sono state viste mentre raccoglievano una bambola a pezzi caduta da un filo appeso nel cielo.
[Ti amo, perché hai posto la tua mano sul mio cuore martellante senza badare alle stupide e inutili cose che non puoi non notarvi…
E perché ne hai tratto fuori gli elementi più belli e luminosi che nessun altro vi ha mai cercato e trovato.]
Grazie amica mia,
mi hai teso la mano nel momento in cui ne avevo bisogno e
all'ultimo modo in cui avrei immaginato.
Mi hai commossa e conquistata.
Ti prometto che mi impegnerò per non cadere più,
lo farò per te, per tutto l'affetto che mi hai dimostrato.
Grazie per tutto, grazie per esserci.