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Autore: Euridice100    15/03/2014    12 recensioni
Raccolta di ventotto storie su Rumpelstiltskin e Belle.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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084. Mirror
 
 
 
A B. ,
perché ogni promessa è debito,
e alla carissima G. ,
una sorpresina per il tuo compleanno, Dearie! ^_^
 
 
 
“Secondo certi negromanti,
gli specchi sarebbero delle voragini senza fondo
 che inghiottono,
per non consumarle mai,
le luci del passato
(e forse anche del futuro).”
 “Aracoeli” – Elsa Morante
 
 
 
L’ennesima stanza da pulire!, pensa Belle entrando nella grande sala armata di scope e strofinacci.
Ormai è una governante, lo sa bene; e se cercasse di dimenticarlo, il suo padrone glielo ricorderebbe con una delle sue battutine sussurrate con la solita vocetta acuta – “Dearie, vuoi essere trasformata in un topo di biblioteca? Sarebbe un miglioramento, devi convenire!”
La ragazza può quasi sentire i rimproveri di Rumpelstiltskin, sebbene ora sia uscito per uno dei suoi accordi e l’abbia lasciata ancora una volta sola in quel castello immenso, tra pavimenti da lavare e soprammobili da spolverare.
Belle si stringe nelle spalle rendendosi conto della mole di lavoro che l’aspetta: negli ultimi duecento anni Rumpelstiltskin è stato un pessimo padrone di casa, e lo spettacolo che le si presenta davanti ne è la prova. Ogni cosa è coperta da uno strato di polvere e i mobili e gli oggetti più disparati sono sparpagliati un po’ovunque: una credenza di mogano sventrata lascia intravedere un servizio di stoviglie, arazzi dall’aria pregiata giacciono scomposti sul pavimento, il cui marmo color notte ha ormai perso la lucentezza originaria.
Basta chiacchiere, tutto questo non si metterà in ordine da solo, sospira Belle mettendosi all’opera. Prima inizio, prima potrò tornare a leggere.
La giovane sta lavorando da pochi minuti quando avverte una strana sensazione. Si ferma un istante e si guarda attorno: come prevedibile, non c’è nessuno. Ricomincia a lavorare, ma quel bizzarro presentimento non l’abbandona: è una sorta di agitazione, una vaga inquietudine che quasi sente aleggiare attorno a sé e la mette a disagio, pur senza intimorirla.
Per quanto possa cercare di distrarsi concentrandosi nelle faccende, Belle avverte che qualcosa non va.
Alza la testa per un istante e un’illuminazione, repentina e fulminante, la paralizza: questa stanza prima d’ora non c’era!
Lascia vagare lo sguardo su quelle mura che le sembrano sconosciute, sentendosi una sciocca per avere anche solo formulato il pensiero. La voce di re Maurice le riecheggia nelle orecchie: “Figlia mia, tu leggi troppi libri”; e per un attimo la fanciulla è tentata di dar credito al monito paterno: ha appena terminato un libro di misteri, la sua immaginazione ne sarà rimasta colpita a tal punto da giocarle questo scherzo!
E poi, quella sarà anche la dimora del Signore Oscuro, ma le stanze non appaiono e scompaiono, no di certo!
È vero, in questi ultimi mesi Belle ha assistito a ben strani fenomeni – la prima volta che l’armadio le ha parlato, è corsa urlando in camera di uno stupefatto Rumpelstiltskin, e potrebbe giurare che il candelabro continui a farle l’occhiolino – ma da qui ad affermare che le stanze si muovono a loro piacimento ce ne vuole!
Sicuramente la giovane sarà già stata lì dentro, ma non se ne sarà accorta; del resto, negli ultimi tempi ha così tanti pensieri in testa che a volte deve rimproverarsi per portare a termine le sue incombenze. E quando il padrone le sta attorno, è ancora peggio: la sua mente non fa altro che distrarsi e balzare senza requie da una cosa all’altra, provocandole sempre un turbamento cui non sa dar nome.
Eppure, più guarda attorno, più Belle ne è convinta: lei non ha mai messo piede in quell’immenso salone, e l’esorbitante quantità di ragnatele e polvere lo prova. Come ha potuto pensare di essere rimasta impressionata dalle sue ultime letture? Un’amante dei libri e una ragazza coraggiosa come lei non si lascia certo turbare da qualche racconto dell’orrore!
Sì, ne è certa: la stanza è apparsa solo ora, e al ritorno Rumpelstiltskin dovrà darle delle spiegazioni: il numero dei locali del Castello potrà anche aumentare all’infinito, ma lei non ha alcuna intenzione di lavorare incessantemente!
La camera - la principessa deve ammetterlo - la incuriosisce; e non solo per la sua origine, ma anche per il suo contenuto bizzarro e quanto mai variegato. Raccoglie uno degli arazzi: sotto ai suoi occhi si dipana la storia di un’orsa e di una fanciulla dai riccioli rossi. Belle sorride, accingendosi a leggerla, quando la sua attenzione è catturata – come ho fatto a non accorgermene prima? – da un imponente oggetto all’angolo.
La ragazza si avvicina a quella superficie rettangolare alta fino al soffitto coperta da un drappo di velluto color vino che, gettato scompostamente, lascia intravedere due zampe di leone reggenti la struttura. Belle scosta appena il panno, per poi lasciarlo subito ricadere: lì dietro altro non si nasconde se non uno specchio!
I moniti del folletto le riecheggiano nella mente: quante volte le ha ricordato di non scoprire mai gli specchi, gli oggetti più magici al mondo, se non vuol essere spiata dai nemici? Glielo avrà ribadito almeno cento volte e, finora, la giovane si è sempre attenuta a quest’indicazione dell’Oscuro.
- Questa volta Rumpel si arrabbierà sul serio, - si rimprovera a mezza voce.
Ma che diamine!, urla una voce ribelle in lei. Non ho fatto nulla di male: lui mi ha ordinato di pulire, io ho obbedito! Stavo solo facendo il mio dovere: sotto il panno avrebbe potuto esserci un quadro, un bassorilievo, che so, una qualsiasi altra cosa alta e rettangolare, non per forza uno specchio! In fin dei conti, che colpa ho io se le stanze qui si moltiplicano? A forza di stare con Rumpel sto diventando più paranoica di lui!
E comunque, ormai il danno è fatto; mi limiterò a una sbirciatina…, si ripromette le fanciulla, e con un solo gesto scosta il manto trattenendo il respiro.
Ora che può ammirarlo in tutta la sua magnificenza, quell’oggetto appare ancora più splendido: la cornice d’oro che lo avvolge è interamente intarsiata di preziose decorazioni barocche e la superficie riflettente sembra argento liquido, offuscata appena da una bruma di vecchiaia che le conferisce l’aspetto seducente di ciò che è antico, custode di fascino e segreti.
Belle quasi non riesce a staccare lo sguardo dal mobile e ne osserva rapita la sommità su cui, dopo l’ennesimo ghirigoro, è incisa un’iscrizione:
 
erised stra ehru oyt ube cafru oyt on wohsi
 
- “Erised stra ehru oyt ube cafru oyt on wohsi”? – ripete perplessa Belle – Che significa?
Torna con la mente ai suoi studi, ma nessuna nozione le accorre in aiuto: tre lingue moderne e due antiche non l’aiutano a decifrare quel guazzabuglio di lettere, che non riesce a ricondurre ad alcunché! O forse è la sua memoria a essersi un po’arrugginita? Del resto, non praticando la conoscenza, essa finisce inesorabilmente per svigorirsi…
La ragazza si sofferma per un istante sul proprio riflesso e sbuffa, notando che la crocchia in cui è solita costringere i capelli sta, come al solito, cedendo: per una volta che ha uno specchio, ne approfitterà per sistemare meglio quella massa di boccoli che non vuole stare in ordine.
È proprio allora che si accorge che lo specchio non sta più riflettendo lei.
Belle si lascia sfuggire un urlo allontanandosi di scatto; cosa sta succedendo?, è questo l’unico pensiero che riesce a formulare prima di rendersi conto che, in realtà, l’immagine sulla superficie lucida è la sua.
No, non è del tutto esatto: quella giovane dagli occhi chiari e dai capelli ramati è lei, non ci sono dubbi; ma, al tempo stesso, ha qualcosa che la distingue, che la caratterizza tanto da renderla – se non un’estranea – per lo meno una sconosciuta.
- Chi sei? – domanda la principessa senza ricevere alcuna risposta – Sei… Me?
L’immagine annuisce e accenna una riverenza. Quella… - se stessa? Belle non sa come definirla – ha un’espressione serena dipinta sul volto, ma al contempo dimostra quella determinazione che la giovane vorrebbe possedere. Indossa l’abito d’oro che portava quando ha conosciuto Rumpelstiltskin e si trova sul promontorio su cui sorgeva il Palazzo Reale di Avonlea; ma sullo sfondo può scorgere le montagne che circondano il Castello Oscuro.
La fanciulla è completamente incredula: che stregoneria è mai questa? Perché il suo padrone ha incantato lo specchio in modo tale da farle rivedere la terra natia?
È in quel momento che nello specchio compare anche il folletto.
- Rumpelstiltskin! – esplode Belle, sollevata – Rumpel, che sta succedendo? Non capisco!
Ma lui non sembra averla udita, impegnato com’è a dirigersi verso la Belle del riflesso.
Quel Rumpelstiltskin – la giovane non può fare a meno di notare – non è l’Oscuro che conosce ormai da mesi: sebbene indossi i suoi soliti abiti, la pelle ha perso lo strano colorito verdastro, e qualcosa nei suoi passi frenetici svela un’umanità che va oltre il mero sembiante.
Belle vede la sua gemella – se stessa – illuminarsi quando lo stregone le si avvicina, corrergli incontro, stringerlo a sé, ridendo e piangendo a un tempo, mormorargli qualcosa prima di baciarlo.
E in tutto questo, Belle diventa di ghiaccio e fuoco.
 
 
 
- Dearie, devo ammettere che stai migliorando in cucina. Tra un secolo o due forse potrò addirittura mangiare senza temere di finire avvelenato!
La provocazione di Rumpelstiltskin non riceve alcuna replica.
Per l’intera durata della cena Belle è rimasta silenziosa, come assente; ha a malapena piluccato la zuppa, giocherellando col cucchiaio per tutto il tempo. Ha lo stomaco chiuso e mille pensieri che non le danno pace.
Non ha senso, si ripete, come mai lo specchio mi ha mostrato quelle cose?
E perché Rumpelstiltskin avrebbe fatto questo?
- Devo parlarvi.
- Il voto del silenzio è già finito? Sei senza cuore, mia cara, questa volta mi hai davvero illuso.
- Nel pomeriggio stavo facendo le pulizie…
- Altresì dette “il tuo dovere”…
- Sì, sì, ma lasciatemi parlare, per favore, non interrompetemi!
Il folletto le lancia un’occhiata di sbieco.
- Calmati. Cos’hai combinato per essere tanto agitata?
La ragazza sospira. Avanti, Belle, s’incoraggia, tanto lo verrà a sapere comunque.
E se si tratta di uno scherzo stupido, lo sa già.
- Mi sono ritrovata in una stanza in cui non ero mai entrata. E lì dentro c’era uno specchio. Io… Io ci ho guardato dentro.
È un attimo. Rumpelstiltskin scatta in piedi, facendola sobbalzare dallo spavento.
- Cos’hai fatto, idiota di una ragazzina? – la strattona – Cosa ti ho detto cento volte? Non.devi.guardare.negli.specchi! Mai! Capisci quello che hai fatto?
- ! – gli sibila contro Belle, senza abbassare lo sguardo. Tutto il timore che provava fino a pochi istanti fa è svanito, lasciando il posto a un’ondata di furia che le attraversa il corpo come una scarica di energia. Lo scosta via con decisione, pronta a difendersi. – So benissimo cosa non avrei dovuto fare. Ma l’ho fatto e me ne pento. Non ho intenzione di sfuggire alle mie responsabilità, ma voi dovete assumervi le vostre. Pensavate di divertirvi alle mie spalle con quelle immagini? Perché l’avete fatto?
- Cos’avevi in mente, disgraziata! Ora Regina potrà spiarmi, hai rovinato tutto! – Rumpelstiltskin cammina senza sosta per la sala, stringendo spasmodicamente i pugni e battendone uno al muro. Come ha potuto essere così stupido? Farsi incantare da quella lì, lasciarla girovagare da sola per il Castello, libera di scoprire i suoi segreti più occulti! È una prigioniera, non può fidarsi di lei!
- Smettetela con la vostra scenetta teatrale! – la voce chiara di Belle interrompe il filo dei suoi pensieri – Sapete benissimo che quello specchio non è come gli altri!
- Nessuno specchio è come gli altri!
- Questo non rifletteva solo me!
- Perché rifletteva anche la regina!
- No, perché mostrava me in un altro luogo!
Il mago si blocca.
- Cosa?
- Nello specchio c’ero io, ma… Ma ero ad Avonlea, - mente la ragazza, sperando di non essere tradita dal rossore che sente imporporarle le guance.
Lo stregone si riavvicina con circospezione alla giovane. Cos’ha scoperto? Che sia finita… ?- Perché non me l’hai detto subito?
- Ho provato a farlo, ma voi non me l’avete permesso, impegnato com’eravate a comportarvi come un folle! – risponde piccata Belle, imponendosi di respirare a fondo per non urlargli contro tutta la sua rabbia.
Rumpelstiltskin non l’ascolta nemmeno. Fissa un punto sulla parete, solo in apparenza distratto; si arrovella la mente, nel tentativo di capire se la cameriera sia andata proprio là dove pensava nessuno avrebbe più messo piede.
Ma come avrebbe fatto? Quella stanza era stregata, come avrebbe potuto raggiungere?
Lei l’ha trovata perché non la stava cercando, è questa l’illuminazione che, rapida e inesorabile, si insinua tra i suoi pensieri. Non voleva trovarla, e per questo ci è riuscita.
- Raccontami tutto per bene.
- Ve l’ho già detto, stavo pulendo i sotterranei, ho aperto una porta e mi sono ritrovata in una stanza disordinata in cui non avevo mai messo piede prima. Lì ho trovato lo specchio.
- E ci hai guardato dentro.
Belle non può far altro che annuire colpevole, prima di mormorare: - Di cosa si tratta, in realtà?
Il folletto tace, mentre i suoi occhi scuri paiono incendiarsi per un sentimento che – Belle lo può intuire – non è ira o cupidigia, no; è un’ondata furiosa di ricordi a star sommergendo l’Oscuro, a strapparlo via dalla realtà ricca e ordinata di quella sala per riportarlo in un mondo scomparso da anni, sbriciolatosi sotto le sue dita senza che se ne rendesse conto.
-Cerca di riportarmi lì, - ordina perentorio alla sua domestica – Dopo avrai tutte le risposte.
 
 
 
Belle lo guida per gli oscuri corridoi del maniero, resi ancora più tetri dall’atmosfera che grava su loro. La giovane teme che il mago possa avvertire l’ansia che le si insinua sotto la pelle, gelida e viscida a un tempo; dopo la lite concitata, quella scena è tornata prepotente nella sua mente, tanto forte da far morire sul nascere ogni altra idea.
Come reagirà quando la vedrà anche lui?, si domanda la ragazza, mordendosi le labbra nervosa. Quel percorso le pare interminabile e, se una parte di lei non può che gioirne, un’altra è… Impaziente, sì, impaziente è la definizione corretta. Non è da lei restare tanto scossa per uno scherzo, suvvia; e anche se non lo fosse, quel timore non troverebbe comunque giustificazione in una persona che, a forza di sognare di essere coraggiosa, forse lo è diventata.
Ma allora perché questa morsa allo stomaco, perché il cuore le batte all’impazzata e perché ha la bocca tanto secca?
Una risposta c’è e non può fingere di ignorarla; la scansa, ma alla fine deve ammetterlo a se stessa – Belle ha paura.
 
 
 
L’immagine c’è ancora, come se non si fosse mai mossa.
Belle si rivede in quella superficie lucida mentre bacia Rumpelstiltskin, mentre lo stringe con l’urgenza di chi ha ritrovato il pezzo mancante di sé e ora non permetterà a niente e nessuno di strapparglielo via di nuovo. Distoglie lo sguardo, temendo che lo stregone possa intuire quel che sta succedendo; ma è questione di un istante prima di rendersi conto che, in fondo al cuore, è proprio questo ciò che lei desidera.
Vuole che Rumpelstiltskin abbia la sua stessa visione, che assista a quella scena che ha dell’assurdo e del meraviglioso assieme.
Ma fino a che punto dell’assurdo?, si chiede Belle. Ha ancora senso mentire a me stessa?
In quell’immagine c’è più verità di quanto desideri ammettere perché, tra l’incredulità e lo stupore, si sono fatti strada altri sentimenti.
È sconvolgente come questi pensieri le attraversino la mente in un istante, lasciando un segno destinato a riverberarsi per sempre; eppure è proprio quel sta succedendo a Belle, perché – non ha senso, non ha senso, ha senso – lei invidia quella se stessa: vorrebbe essere la ragazza dall’abito dorato, avere il coraggio di voltarsi e parlare a colui che le sta accanto e che fissa lo specchio con espressione indecifrabile, e dirgli di fidarsi di lei.
Perché il mondo è cattivo, ma è l’uomo stesso a renderlo tale cercando di soffocare quel bene che come, come una candela in una tempesta, continua a baluginare instancabile, lottando per imporsi.
Vorrebbe dirgli che non è chi crede di essere, che gli hanno ripetuto troppe volte di essere una bestia e di non meritare l’amore, talmente tante volte che lui stesso se n’è ormai convinto; ma deve ritrovare in sé la forza di ribellarsi, di urlare contro chi non sa andare oltre le apparenze, contro chi non vuole farlo.
Belle stringe i pugni, sa che sta per voltarsi e dirgli – se non tutta – almeno una parte della verità che stasera ha sentito nascere dentro di sé. Ha capito cos’è inciso sullo specchio: “I show not your face, but your heart's desire”, “Non rifletto il volto, ma il cuore”.
, è nel cuore che porta quei desideri, e lei vorrebbe urlarglielo, perché potrebbe amarlo, e forse non c’è nulla a frenarla, o forse il mondo intero, ma a lei poco importa degli altri, e lotterà, , lotterà oggi e sempre per quel che ama.
Per chi ama.
Per Rumpelstiltskin.
- Cosa vedete? – ode la propria voce chiedere flebilmente e tace, in attesa di una risposta che, lo sa, potrà muovere le montagne.
 
 
 
Sapeva. Sapeva cosa avrebbe visto.
No, non è vero.
Lo immaginava e sperava di non vederlo.
Rumpelstiltskin ha già conosciuto le dolcezze dello Specchio delle Brame, specchio che fa perdere se stessi, mostrando ciò che si porta nel profondo del cuore.
Desideri inconfessabili, segreti reconditi, immagini che la realtà non può conoscere; possibilità che trascendono l’Oscuro stesso.
Un ricordo vecchio due secoli si materializza sotto il suo sguardo: una Bestia da poco tale rivede nello Specchio il volto del figlio perduto. Ecco cos’ha temuto di vedere quando si è trovato dinanzi a quella lastra; ecco cos’ha sperato di vedere riaprendo gli occhi e trovandosi di fronte alla verità.
Perché lo Specchio non mente – non mente mai; lo sa bene e, oggi più che mai, questo gli appare inaccettabile.
Eccolo, è lì riflesso, ma non è da solo; non sta stringendo solo Baelfire, ma anche Belle.
Sgrana gli occhi, incredulo e al tempo stesso conscio: vorrebbe star avendo un’allucinazione, ma sa che non è così.
Ecco cosa vede nello Specchio: se stesso, troppo vicino alla ragazza che tiene troppo lontana da sé.
Lei non deve sapere, lui non mostrerà mai quel che prova. Non sa nemmeno cosa prova, sempre se prova qualcosa: ha trascorso troppi anni da solo per essere ancora capace di distinguere i sentimenti dal mero desiderio. Perché se una volta pensa che la sua sia solo lussuria, semplice e pressante desiderio di saggiare quella pelle di velluto e farne suo il candore, cento altre volte si rimprovera, perché sa che non gli basterebbe annegare una volta nell’azzurro di quegli occhi saggi – perdersi lì mille volte sarebbe ancora troppo poco; potrebbe prenderla ora, senza smancerie, ma poi non potrebbe mai perdonarsi per aver sporcato l’innocenza col fango di mille peccati.
È umano, troppo umano il brivido che gli percorre la schiena mentre si vede accanto a quella ragazza, mentre scorge la fiducia con cui lei si abbandona alla sua stretta; è il brivido di chi non s’illude, di chi sa che mai accadrà una simile cosa.
La Bella non potrà mai amare la Bestia, urla una vocetta isterica dentro di lui, e Rumpelstiltskin le dà ragione: la principessa sarà sempre troppo per lui.
Troppo bella, troppo giovane, troppo buona; e lui brucerà se non se la strapperà via dalla mente.
Non esiste la speranza nel mondo di Rumpelstiltskin; eppure, da quando lei è entrata a farne parte, imponendosi con coraggio e fermezza, quando pensa a quella parola l’Oscuro pensa alla sua governante.
La vede nello specchio e pensa al nome che porta; “Dio è perfezione”, è questo il significato di Isabelle, e mai nome potrebbe essere più veritiero.
Vorrebbe, vorrebbe e non può; non può volere.
Non può cercare di essere diverso da quel che è, perché nello Specchio c’è anche quel ragazzino dagli occhi scuri troppo simili e troppo diversi dai suoi.
- Cosa vedete?
La voce di Belle è appena un sussurro, ma è forte abbastanza da ridestarlo dai suoi pensieri.
È la cosa giusta da fare, Belle.
Un giorno lo capirai, è meglio così.
- È lo Specchio delle Brame. Mostra ciò che più desideriamo. E io, – afferma con voce atona – Io non vedo nulla.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : Dearies! <3
Allora, vi è piaciuto questo piccolo cross-over? Unire Harry Potter a OUAT era una tentazione troppo forte e io, come Oscar Wilde, resisto a tutto meno che alle tentazioni; ecco a voi il risultato! Sono curiosa di conoscere il vostro parere su questa lunga one-shot: come sempre osservazioni, consigli ed eventuali ortaggi sono benvenuti, perciò non siate timidi, suvvia! :D
Ringrazio mooarless per avermi permesso di usare l’idea da lei sviluppata in “Specchi”!
Per la descrizione dello Specchio delle Brame e l’iscrizione vi rimando a J. K. Rowling, “Harry Potter e la Pietra Filosofale”, cap. 12; per il significato di “Isabella” ho consultato Wikipedia; l’arazzo con l’orsa e la fanciulla dai riccioli rossi è un riferimento a “Brave”, mentre l’armadio parlante e il candelabro “piacione” sono omaggi alla versione Disney de “La Bella e la Bestia! ;)
SPOILER 3x12: mi è mancato recensire con voi le puntate XD Quest’episodio mi è piaciuto molto, nonostante l’assenza di un certo stregone di nostra conoscenza: ho adorato Regina, la sua ironia e al contempo il suo grandissimo dolore, e per una volta Snow si è rivelata utile, convincendola a rimettersi il cuore in petto! E l’incontro con Robin? Perfetto! Prevedo scintille tra i due!
Belle è apparsa poco, ma ho adorato il suo intervento: così si fa, non bisogna mai perdere la speranza, “we will see him again”! *.*
L’apparizione finale della Wicked Witch è stata mozzafiato… Non vedo l’ora di scoprirne di più!
E intanto, a New York – nuova patria d’elezione di tutte le CaptainSwan shippers! ;) – ci viene data ulteriore prova di “una verità universalmente riconosciuta” da tutte le fanciulle: alcuni uomini sono scimmie. XD
Grazie a twikio, Mania, PoisonRain, Stria93, fantasy93, Rosaspina7, Little_Cricket, mooarless, LadyViolet91, Jessica21, padme83 e S05lj per aver recensito il precedente capitolo; ad annachiara27, Araba Stark, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, fantasy93, Giu_99, Hey J, isabelle10, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, mooarless, Padme83, PoisonRain, S05lj Stria93, twikio, valeego, _Pietra Di Luna_, a crazycotton, ctdg, Facciadamonella, funny1723, GiulyMUSE, Kika, Mania, Anya85, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, fatinaviola, FiammaAvis17801, Haiku, itspulcina, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, LadyViolet91, nari92, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, Rosaspina7, SaRa93, seasonsoflove, Silver Loreley, TheQ e WhoCaresGirl, che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, a ogni lettore silenzioso – che invito a recensire!
Tra due settimane pubblicherò il capitolo conclusivo della raccolta - panico! Grazie ancora per aver letto sin qui, carissimi! :) :*
Euridice100
 
   
 
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