Il giorno era caldo, quasi insopportabile. Il sole accecante nell azzurro sconfinato del cielo accecante.
Eppure nonostane fossero tutti in canottiera, Alec aveva una giacca addosso. Aveva freddo. Un freddo che niente aveva scacciato.
Nè gli anni, nè il calore del fuoco o l'amore della sua famiglia o la continua estenuante battaglia contro i Nascosti.
NIente avrebbe potuto riportare il calore nel ghiaccio che c'era dentro il suo cuore, la sua anima e il suo corpo.
La sabbia bruciava sotto i suoi piedi ma lui non sentiva il dolore. Erano anni che non sentiva niente; anche in battaglia con le peggiori ferite lui continuava a combattere e non sentiva dolore.
C'era una sola cosa che sentiva in continuazione, ogni singolo istante della sua vita, ogni secondo, giorno dopo giorno, notte dopo notte.
Era il suo cuore. I battiti ancora lì e ogni volta che lo sentiva si stupiva.
Aveva ancora un cuore? L'aveva sentito riempirsi di infinite crepe di dolore che si erano riempite di ghiaccio fino a ricoprirne il suo intero cuore.
Era stato il dolore più insopportabile della sua intera vita. Il veleno del Demone Superiore non era niente. La morte di Max non era stata niente.
Avrebbe rivissuto quei momenti per tutta la vita, piuttosto che quel dolore.
Il dolore di aver perso Magnus,
Non era solo un uomo, solo uno stregone, solo il suo ragazzo.
Era qualcosa che neanche Alec si sapeva spiegare. Un legame così profonde che nessuno poteva spiegare. Vampiri antichi non ne avevano mai visti. Le fate non sapevano cosa dire, i rimedi degli stregoni sembravano solo sfiorargli l'aria che lo circondava e niente più.
Ogni momento sentiva una briciola invisibile del suo cuore staccarsi e perdersi nel buio sconfinato che aveva dentro. Era l'unica cosa che sentiva.
Un minuscolo suono. Un minuscolo pezzettino. Ma quei pezzi non avrebbero mai toccato un piano, la terra o una superfice dopo accatastarsi uno dopo l'altro e col tempo rimettersi insieme. Loro continuavano a cadere nell'infinito senza mai neanche sfiorarsi.