Se lacrime dolci ti rigano il viso,
sarà certamente possibile andare,
lì dove radici si perdono in terra,
lì dove le sabbie si lascian guardare.
E gocce con gocce che scorrono via,
giù dalle tue ciglia, rami di foglia,
che reggono tetre i pensieri più cupi,
che riempiono otri di malinconia.
E il suono dell’acqua dà voce alla roccia,
in cui tuoi lamenti s’infrangono persi,
in mille colori, e poi timidi versi,
gialli e un po’ rossi, l’autunno che ghiaccia.
La brina argentata su corpi ormai inerti,
tappeti ricoprono, boschi e colline,
come mie braccia, che avidamente,
vestono i fianchi di mia donna morente.
Ma è solo un istante del tempo del Mondo.
Ma è solo un tassello di mosaico profondo.
Ché dopo il grigiore, l’inverno verrà,
primavera ed estate, come figlie egli avrà.