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Autore: RoriStark    17/03/2014    1 recensioni
fanfiction appena sfornata XD mi era venuta in mente guardando per l'ennesima volta Sherlock Holmes ed amo la mentalità del personaggio.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il mattino seguente  la nave era finalmente arrivata a destinazione, ma prima che il capitano aprisse le porte per far uscire tutti, Sherlock si premurò di raggiungerlo alla sala comandi per bloccare tutte le uscite. Anche se in cuor suo già sapeva di aver perso quel pazzoide. L’intero equipaggio era disposto in fila e dietro di loro tutto il resto dei passeggeri. Christine era a testa bassa, toccava quel che rimaneva dei suoi capelli, che una volta erano lunghissimi, ora restavano due lunghi ciuffi che le incorniciavano il viso mentre una donna l’aveva gentilmente aiutata a sistemare i capelli dietro lasciando un taglio corto. Il suo sguardo era spaurito mentre negli occhi di Sherlock ardeva un fuoco di rabbia che mai si era visto prima. Camminava avanti ed indietro sopra al tappeto rosso del grande salone centrale. Intorno a lui le statue sembravano assistere interessate all’interrogatorio generale, molte sembravano quasi voler indicare della gente come se stessero indicando il colpevole. Angeli e donne immobili, anime di marmo li stavano osservando e forse giudicando.

“questa notte, la mia compagna è stata aggredita da un miserabile assassino. Complimenti, il vostro servizio di sicurezza è stato impeccabile, se non fosse stato per il mio intervento lei…”

Si interruppe portando una nocca davanti alle labbra come per evitare di concludere la frase e non spaventare ulteriormente la povera creatura al suo fianco. Tornò poi ad osservare il capitano e gli altri marinai, fece un paio di passi superando la loro fila e trovandosi davanti ai passeggeri li osservò uno dopo l’altro sospirando e portando le mani ai fianchi. Si morse il labbro inferiore e riprese a parlare

“in questa sala potrebbe esserci il colpevole e Dio solo sa quanti pugni vorrei. Dargli, perché sicuramente si tratta di un maschio. Posso affermarlo poiché nella stanza non tutto è rimasto immutato ed il malvivente aihmè non è stato tanto furbo da nascondere completamente le prove. Prima di tutto, l’odore nauseabondo che aveva permeato l’aria della camera della signorina Gold , era nientepopodimeno che odore di cuoio e viscere in decomposizione, l’assassino non solo ha tentato di uccidere Christine, ma era già riuscito a commettere un altro omicidio prima di entrar sulla nave. Sul pavimento ho rinvenuto dei resti di quelle che sembrano viscere umane. Il coltello ha lasciato tracce di sangue tra i capelli della povera vittima e  questo ci permetterà di rinvenire la sua vittima precedente. Sicuramente ora il colpevole si sarà cambiato gli abiti, voglio i nomi dei passeggeri con camera singola, nel frattempo avvertite le autorità.”

Disse severo voltandosi verso i marinai che portarono la lista dei passeggeri, Holmes ne elencò uno alla volta finchè non ci fu un nome che non rispose all’appello, una giovane donna che si era imbarcata al porto insieme a loro, la foto la ritraeva mentre guardava dritta davanti a se e sorrideva, era in bianco e nero ma i marinai dissero che quella donna portava i capelli rossi. Holmes rimase in silenzio chiuse di scatto il registro e corse verso le camerate, ormai sicuro che comunque sarebbe stato troppo tardi, entrando nella stanza fu costretto ad indietreggiare di un passo. A terra giaceva il cadavere della giovane con il ventre dilaniato ed i capelli tagliati di netto. Lo sguardo  della vittima era vitreo, gli occhi ancora aperti che fissavano il vuoto e forse prima ancora fissavano il volto del suo carnefice. La bocca ancora aperta in un grido di dolore ed agonia. Le dita serrate ad artiglio mentre non vi erano altri segni di colluttazione sul corpo. Holmes si voltò di scatto quando sentì dei passi, si mise subito davanti a Christine che vedendo la scena gridò terrorizzata. Lui le coprì il volto stringendola a sé, era un infermiera, non era tanto la paura di quello scempio ad averla terrorizzata, ma l’idea di aver quasi fatto la stessa fine.

“Christine, esci per favore, non puoi fare nulla qui, è morta ormai.”

Quel pomeriggio la polizia perquisì la nave da cima a fondo. Holmes li seguiva e non sembravano essere infastiditi dalla sua presenza come invece accadeva a Londra, anzi, ad ogni sua supposizione sembravano entusiasti di segnarlo sul loro taccuino mentre controllavano i passeggeri uno ad uno. Christine rimase in disparte ad osservare il lavoro del grande detective mentre lentamente tornava a calmarsi. Era al sicuro con lui, non doveva più temere nulla, ma in cuor sui già sapeva che quell’assassino era a piede libero, probabilmente era già scappato dalla nave la stessa notte dell’aggressione.  Dopo diverse ora, la giovane si avvicinò a Sherlock, era seduto su una cassa mentre i passeggeri uscivano, aveva detto che tra di loro non vi era più l’assassino, ed era sicuro della sua decisione. Sembrava però triste, deluso.

“eih…”

Gold si sedette accanto all’uomo, poggiando la spalla contro quella di lui, sorrise appena cercando di trovare qualche parola di conforto per lui. Gli prese la mano mentre lui strofinava il suo viso tra i capelli di lei senza dire una parola. Per un po’ rimasero così in silenzio, tra la folla che lentamente abbandonava la nave ed i poliziotti che gridavano ordini attorno a loro. La giovane voltò appena il capo mentre la barba ispida di lui le solleticava la fronte

“hai fatto del tuo meglio oggi, lo troverai, ne sono certa.”

“adesso è in città, non me ne andrò da qui finché non avrà un cappio al collo, lo annoderò io stesso, è colpa mia, stavano per…per…oh Dio..”

Christine prese il viso di lui tra le mani, posando la fronte su quella di lui mentre sentiva il suo respiro regolare sulle sue labbra, ma il viso di Sherlock era contratto in una smorfia di rabbia mista a dolore. Prese ad accarezzargli i capelli scuri, poi il viso, carezze gentili e rassicuranti, come di una madre con il proprio figlio, come una dolce amante .

“calmati Sher, guardami, sto bene,adesso sono con te e non accadrà nulla di male”

Lui annuì piano baciandole la fronte di sfuggita e stringendola poi al petto mentre la cullava, nascose il viso tra i capelli di lei accarezzandole la nuca e stringendo i pugni come se volesse afferrare dei capelli che ora non ci sono più. Rimasero così diversi minuti, poi anche loro scesero dalla nave, avevano però avuto la fortuna di aver ricevuto una sorta di rimborso dalla compagnia della nave, così presero un  hotel al centro della città. Il salone principale era enorme, Christine per un attimo dimenticò tutti i guai passati la notte precedente e prese ad ammirare la sala piena di affreschi sulle volte del soffitto e quadri appesi alle pareti. Il tappeto era giallo canarino con decorazioni dorate e si estendeva per l’intera sala, il tavolo della hole era di mogano intagliato ed il personale aveva un aspetto impeccabile, le sembrava quasi di stare in un sogno. Holmes la osservava sorridendo mentre prendeva le chiavi della loro stanza, stavolta una matrimoniale. Inoltre ora era anche armato, gli avevano affidato una pistola in caso di difesa personale e della ragazza. Finito di compilare le scartoffie raggiunse la ragazza e prendendola per mano, salirono fino al settimo piano ed entrarono nella suite che corrispondeva al numero della chiave che avevano consegnato loro. Christine entrò nella stanza dove vi era un grande letto a baldacchino al lato della stanza, con lenzuola rosa ed i cuscini in merletto bianco. Si voltò poi verso il camino con davanti un divano stile rococò, anche in quella stanza vi erano affreschi sulle pareti.  Come una bambina, si gettò sul letto per annusare le coperte che profumavano di sapone fatto in casa, accanto a lei si stese anche Holmes che con un sospiro tentò anche lui di rilassarsi. Sul comodino in legno vi era una bottiglia di champagne e degli stuzzichini per un aperitivo prima della cena. Christine si sedette composta e prese due bicchieri, ne diede uno a Sherlock e ne prese uno per sé

“stasera non pensiamo a nulla, i capelli ricresceranno ed io starò di nuovo bene, tu prenderai il ladro e torneremo a casa. Ma stasera, io e te, festeggeremo, ok?”

Holmes si sistemò sul fianco mentre lei gli versava lo champagne nel bicchiere per poi versarlo nel suo.

“come desidera madame”

Entrambi fecero un brindisi facendo tintinnare i due bicchieri, dedicarono quel brindisi a loro, era la prima volta che Holmes sentiva “un noi” che non provenisse dalla bocca di Watson e sinceramente la cosa lo fece rabbrividire, nemmeno da lei erano mai uscite simili parole. Invece Christine gli scaldò il cuore con quella semplice parola, certo che quell’infermiera sapeva fare davvero bene il suo lavoro. Pensava mentre le baciava piano le labbra. Accesero il camino ma non scesero per cena, avevano altri progetti in mente. Quella sera, sarebbe stata solo per loro. Lei era salva, lei stava ancora bene, e Holmes non avrebbe permesso a nessuno di torcerle un capello, non più.


- scusate il ritardo TTATT ho avuto un sacco da fare per colpa dell'università ed avevo ormai perso le idee per questa FF spero di riuscire a scrivere altri bei capitoli in qusto periodo TWT -
  
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